Primavera di molti anni fa
by Cpover50Visto: 673 veces Comentarios 6 Date: 05-04-2023 Idioma:
Ricordi di una fuga di primavera
Cosa c’è di più bello di concedersi una fuga d’amore…in tre? In effetti la volta in cui è capitato, due giorni infrasettimanali, improvvisamente liberi dagli impegni di lavoro fu dovuta ad una fortunata coincidenza: la proclamazione di uno sciopero di categoria, la possibilità per Anna di prendere due giorni di ferie. Decidemmo il giorno prima, lasciando i bambini dai nonni e prenotando in un agriturismo nelle campagne umbre, tra Assisi e Perugia. Inizialmente doveva essere una fuga solo per noi due, per mia moglie e me, intendo, ma poi il fatto che Franco proprio in quei giorni fosse di passaggio da quelle parte, di rientro da una consegna nel sud Italia, fece sì che potessimo vederci insieme alla mattina del secondo giorno. Amiamo molto l’Umbria, sia perché è sempre molto ospitale, sia per la dolcezza dei paesaggi che la ricchezza della sua Storia. In primavera, poi, quando tutta la regione si fa verde con una esplosione di fiori , dall’azzurro violetto dei filari di glicine, al giallo intenso delle forsizie a quello quasi fluo delle mimose è un piacere andare alla scoperta dei piccoli paesi, anche in giornate di leggera pioggia. Raggiunto l’agriturismo nel primo pomeriggio, ci sistemammo in una specie di miniappartamento, un una dependance della fattoria. Mi ricordo anche che poi andammo a fare un po’ di shopping, approfittando della ricchezza di spacci aziendali , per poi concludere la serata passeggiando abbracciati per le vie semideserte di Assisi, stretti nei nostri giacconi per proteggerci dal vento che spazzava i vicoli della città medievale. Franco ci avrebbe raggiunto solo in tarda serata, per cui senza fretta ci cercammo un ristorante, discorrendo delle cose viste, degli acquisti fatti, consapevoli dell’eccitazione che per tutta la giornata ci aveva accompagnato e che in più occasioni avevamo cercato di calmare con carezze apparentemente casuali. Anna , seduta di fronte a me, al ristorante, mi appariva molto bella e luminosa, solo come una donna di 35 anni può essere nel pieno della sua maturità; ne sentivo il calore ed il profumo della pelle e non mancai di notare il bordo del reggiseno di pizzo nero che occhieggiava leggermente dalla scollatura. Aveva comprato il reggiseno poche ore prima, mentre valicando in Toscana ci eravamo fermati al negozio aziendale della Perla, che all’epoca era a San Piero. Questo mi confermò per l’appunto come anche lei stesse vivendo un momento di eccitazione e si stesse preparando all’incontro con Franco. Ormai erano quasi le 11 di sera e quindi ritornammo all’agriturismo dove nel parcheggio era parcheggiato il camion di Franco, che vedendoci scese dalla cabina e ci venne incontro, come un vecchio amico, riempiendo di complimenti mia moglie. Una volta entrati ci accomodammo nel salottino e per “scaldare” un po’ l’ambiente ne approfittai per aprire una bottiglia di Passito di Montefalco e un cartoccio di biscotteria secca che avevamo comprato ad Assisi. Dopo qualche convenevole, giusto per superare l’imbarazzo iniziale, stando seduto a fianco di mia moglie con Franco di fronte presi ad accarezzarle la gamba alla mia destra, facendole risalire la gonna un poco alla volta. Divertito nel vedere lo sguardo del nostro amico catalizzarsi sullo spazio di pelle nuda lasciato dalla fascia dell’autoreggente continuavo l’esplorazione, incrociando il suo sguardo senza a questo punto trattenerci da una risata liberatoria….in fin dei conti se eravamo lì tutti e tre, in una notte fuori programma e liberi era per poterci divertire. Anche Anna, che inizialmente non si era accorta degli sguardi di intesa, realizzò i pensieri che ci stavano stuzzicando e si unì alla nostra risata. Aa questo punto mia moglie si alzò guardandoci per poi girarci le spalle per dirigersi verso il bagno, ma nel far questo fece cadere a terra la gonna, che evidentemente si era aperta mentre stava seduta, rimanendo in reggicalze, mutandine di pizzo nere e con maglioncino e camicetta nella parte superiore. Qualcuno converrà con me, penso, che nella memoria queste sono immagini che rimangono impresse, mantenendo inalterata la loro carica fortemente erotica.
Franco ed io apprezzammo moltissimo questa uscita o meglio questa entrata in bagno di mia moglie ed entrambi raggiungemmo fin da subito l’erezione, evidente, ma anche alquanto buffa, nel secondo successivo, quando, liberateci entrambi dei calzoni e di tutto il vestiario, ci dirigemmo verso la stanza da letto sdraiandoci sui bordi per lasciare lo spazio in mezzo alla mia sposa.
Anna ci raggiuse dopo poco, questa volta solo con la biancheria e le calze, gattonando dal fondo del letto fino a mettersi nel mezzo. Nel nostro rapporto a tre ci sono state sempre delle cose non dette esplicitamente, ma che abbiamo sempre rispettato, nel senso che come legittimo consorte a me spettava comunque il diritto di baciare mia moglie sulle labbra, mentre per il resto Franco poteva avere campo libero. Fu così anche quella volta, per cui presi a baciare mia moglie, mentre Franco si dedicava ad esplorarle la pancia con il palmo della mano per poi scivolare a baciarle il sesso, scorrendo le proprie labbra molto delicatamente sulle labbra vaginali di Anna. L’eccitazione salì subito e in breve Anna si era impossessata del sesso di Franco, che benché sessantenne, era sempre notevole. Oggi che ho più o meno la sua età mi chiedo come facesse, visto che all’epoca non c’erano certo sostegni farmacologici: ho sempre pensato che per lui l’eccitazione derivasse dalla trasgressione e dalla novità di scoparsi donne giovani alla presenza dei loro mariti. Come dicevo Anna teneva lo scettro in mano, facendo quasi fatica a stringerlo con una sola mano, fino a cominciare ad avvolgerne il glande con le labbra dopo averlo liberato dal prepuzio. Uomo di pancia, uomo di sostanza, si dice e Franco aveva entrambe le virtù: una bella pancia da camionista ed un sesso importante. Mentre subiva gli affondi orali di mia moglie, che ogni tanto si fermava non so se a prendere fiato quanto ad osservare lo sguardo perso del nostro amico, Franco se ne stava appoggiato alla testiera del letto ed io mi ero portato alle spalle di Anna che se ne stava appoggiata sulle ginocchia. Anna come vi dicevo era una bella donna, formosa, non magra, mora, tipo mediterraneo con una terza abbondante di seno, che aveva ceduto un po' alla forza di gravità dopo la crescita seguita, ad un paio di gravidanze per cui mi beai della vista che mi stava offrendo prima di afferrarla lungo i fianchi per cominciare a montarla. In queste condizioni eravamo quello che si dice una bella squadra! Franco seduto con il busto appoggiato alla testiera del letto e le mani appoggiate di fianco sul materasso, salvo sollevarne una per tenerla sul capo di Anna che, a ginocchioni, si protraeva a leccargli il sesso. Nel frattempo il sottoscritto in piedi con le mani sui fianchi di Anna, intento ero ad assestarle dei colpi ora profondi ora in rapida sequenza, per cercare di strapparle dei gemiti di piacere. Capirete che in questa posizione le cose non potevano durare troppo a lungo ed infatti, il primo a terminare, fui proprio io, che non sapendo trattenermi eruttai il mio seme, per poi separarmi da lei e ad accomodarmi su una poltrona posta in fondo al letto. Ancora oggi per eccitarmi ripenso allo spettacolo che si svolgeva davanti a me sul letto, diventato una sorta di palcoscenico per le evoluzioni amorose dei due amanti. Credo che Anna abbia capito al volo la mia situazione di spettatore perché notai subito come facesse di tutto per disporsi in modo da avere sempre il mio sguardo a disposizione ed io il suo, anche quando, dando le spalle a Franco, che era disteso sul letto, gli si mise a cavalcioni mostrandomi il sesso prima di farsi penetrare da Franco. In quella situazione, in cui di Franzo scorgevo praticamente solo le gambe e le mani che cingevano i fianchi di mia moglie, entrai in completa sintonia con lo sguardo di Anna, affascinato dal crescendo di piacere che indovinavo sul volto. Ecco queste sono, di quella volta, le immagini che mi rimangono ancora profondamente impresse. Credo che nessuno ricorsi di ogni avvenimento tutti i momenti, ma certamente rimangono impressi quegli attimi che lo contraddistinguono.