Sogno di una notte di mezza estate
by Alcoppia2Viewed: 157 times Comments 3 Date: 10-08-2024 Language:
Sogno di una notte di mezza estate
Da che ho memoria sono sempre stato un porco e mi sono sempre piaciute le signore più grandi. Ero davvero piccolo e mi piaceva guardare le cosce e le tette delle mature, che magari oggi non vengono neanche definite tali, ma tanti anni fa i quarant’anni corrispondevano al raggiungimento di un età ben più che adulta. Con il passare del tempo le cose non sono cambiate, anzi, e così quando avevo quindici anni l’attrazione si estese anche alle signore di cinquant’anni e più; infatti, le prime esperienze le ho avuto proprio con donne anche di diversi decenni più grandi di me. C’è sempre stato qualcosa che mi ha reso sensibile al fascino di queste madame, forse la loro esperienza, un certo modo nel parlare, lo stile e l’eleganza nel vestire. Certo, ho avuto sempre una preferenza per le tette grosse e il culone bello ampio, ma in realtà sono andato a letto anche con mature dal corpo più esile e ho goduto moltissimo. Insomma, le mature hanno una marcia in più e forse anche più di una…
Con Lucia è stata attrazione totale. Ancor prima di incontrarla avevo iniziato a fantasticare su di lei e a farmi più e più volte delle enormi seghe su di lei. Mi faceva impazzire e tuttora mi eccita da morire il suo corpo abbondante, ma pieno di curve, è straordinario ammirare le sue immagini di quando era più giovane ed aveva già manifestato la sua inarrivabile porcaggine, dapprima timidamente, quindi con sempre maggior sicurezza. Le foto in calze e reggicalze, inoltre, erano quanto di più bollente si potesse vedere: un corpo caldo e naturale, rinascimentale che negli anni non ha perso minimamente fascino e capacità di eccitare, sebbene il tempo abbia imposto dei cambiamenti che, personalmente, me l’hanno resa mille volte più eccitante. Molto sperma ho versato su di lei prima di conoscerla, impossibile resistere alla visione di quelle forme esperte e piene, era talmente coinvolgente nel mostrarsi in foto e video che anche la masturbazione non poteva mai durare troppo a lungo, perché gli schizzi arrivavano implacabili.
Quando, finalmente, l’ho incontrata sono rimasto letteralmente folgorato: dal vivo era molto più eccitante, non si può spiegare quanto. Oltretutto, una volta spogliatasi nella camera scelta come nostra alcova, si era presentata con il reggicalze bianco cui erano attaccate calze tra il grigio perla e il color carne effetto velatissimo, che mi sono sempre piaciute. Scarpe con il tacco, ovviamente, e resto dell’intimo bianco come, con la fica che pulsava sotto gli slip e le tettone a stento contenute nel reggiseno. La Dea dell’Abbondanza era a pochi metri da me, rimasi nudo in pochi istanti, masturbandomi vistosamente davanti a lei distesa sul letto, sapendo anche quanto le piacesse il mio cazzo e quanto aspettasse di sentire la mia cappella dentro di lei. Prima, però, mi fiondai nella sua carne calda e abbondante, leccando praticamente ovunque, quasi a voler divorare quella spettacolare matura con la quale di lì a poco avrei finalmente scopato, dando sfogo a un desiderio troppo a lungo represso. Poi, non so nemmeno io come, mi trova il cazzo, veramente durissimo e teso al massimo, tra le sue labbra e mi fece un pompino che si può soltanto sognare. Con consumata maestria si attaccò alle palle e le succhiò una per volta, accompagnando le leccate con la mano sul cazzo e poi passando alla cappella, che sparì nella sua bocca, per poi essere ricoperta di saliva e attraversata dalla lingua: andrò avanti per svariati minuti, poi ci rendemmo conto che stavo per scoppiare e si fermo. Così toccò a me: senza sfilare la mutanda, la spostai per lo spazio necessario ad avere davanti ai mei occhi la fica e iniziai a sditalinare e leccarla con grande foga, sentendola godere come una vera porca, in modo sincero caldo e appassionato. Ovviamente, non ci lasciammo sfuggire l’occasione di fare un bel 69 e andammo avanti per altro tempo a leccarci avidamente, finché mi resi conto che era il momento di entrare dentro di lei e lei stessa mi chiese di farle sentire la verga dentro. Cominciammo dalla fica, mi salì sopra e iniziò, esperta e padrona della situazione, a ballarmi sul pisello mentre io affondavo la testa nelle tettone della nonna porno, succhiandole i capezzoli caldi e duri e dicendole quanto mi facesse eccitare e quanto fossi contento di poterla scopare, mentre lei urlava di piacere e mi incitava. “Sfondami, fammi sentire il cazzo”. “Sì troia, sì, ti sfondo, tutta”. “Aprimi a metà, voglio che mi fotti fortissimo”. Le sue incitazioni facevano sì che la chiavassi sempre più energicamente e mi misi sopra di lei per martellarla di cazzo e al tempo stesso leccarla e baciarla ogni volta che potessi, in un tripudio di sudore e umore che rendevano la nostra scopata sempre più golosa e porca.
Poi la misi a pecora, sapevo che le piaceva tanto, e mentre il marito costante protagonista dei suoi incontri si godeva lo spettacolo della moglie totalmente introiata, glielo infilai in fica, iniziando però a sollecitarle con le dita il buco del culo. “Sono un puttana!”. “Sì, sei una puttana e tuo marito gode di questo!”. “Lo so, spaccami”. “Certo, ti spacco la fica, te la apro”.
Continuai a fotterla a lungo, entrando dentro con quanta più forza potessi, agganciandomi ai fianchi e di tanto in tanto afferrandole le tettone enormi, mentre lei scambiava ripetuti sguardi con il suo uomo che assisteva allo sfondamento totale della signora. Continuai per diverso tempo a penetrarla, con i coglioni che sbattevano furiosi contro le cosce tese di Lucia, aumentando la reciproca voglia di godere. Sentivo le palle davvero ribollire di lava incandescente e avrei sicuramente schizzato sotto lo sguardo estasiato del marito, se non avessi estratto il cazzo e, come se fosse una manovra di alleggerimento, glielo infilai in bocca arrivando quasi a scoparle la gola con fendenti potentissimi. Dalle labbra della porcona uscivano liquidi vari, saliva, umori del cazzo e tutto quello che si può immaginare; quindi, feci in tempo a piazzarglielo fra le tettone e mi fece una spagnola che solo una baldracca come lei poteva tirare fuori, con esperienza, classe e voglia. “Scopami le tette, porco, scopamele…”. “Certo, porcona, certo…”. Erano enormi, carnose, golosissime e sapienti, il cazzo scivolava a meraviglia in mezzo a quelle colline devastanti, ormai per la sborrata era questione di minuti, se non meno. Riuscii ad essere lucido.
“Ed ora, il culo”. “Sì, bravo, lo voglio in culo”. “Ti accontento, puttana”. Mentre il marito avvicinava il viso al punto in cui il mio cazzo e il suo buco si incrociavano, entrai con decisione il quella galleria già attraversata da molti membri. L’abitudine, però, non aveva tolto a Lucia il piacere, anzi, i tanti anni di scopate e gang bang l’avevano resa ancor più maiala, capace di godere sempre di più e di sentire con sempre maggior intensità il cazzo che le sfondava il culo da tante mazze attraversato. Mi piacque da impazzire scoparle il buco del culo, sentivo tutto il suo piacere, tutto il godimento, mentre l’uomo che aveva sposato anni addietro si deliziava di quanto la moglie, sebbene nonna e all’apparenza impeccabile, si fosse imputtanita in modo definitivo. Il cazzo spinse e spinse e spinse per minuti ancora, quando, ormai impossibilitato a resistere, esplosi accompagnando la schizzata con un potentissimo urlo dal significato inequivocabile: “SEI UNA TROIAAAAAA!”. Le riempii di sperma tutto il buco del culo ed estraendo il cazzo il marito ammirò lo sperma colare dall’ingresso sfondato e aperto. Lucia era estasiata, ma la sua voglia di cazzo inesauribile la portò a riprendersi il cazzo in bocca e, nel pulirlo dalla sborra rimasta sulla cappella e intorno all’asta, mi fece un pompino meraviglioso, tanto da farmelo tornare duro nell’arco di pochi minuti e, inevitabilmente, con meno vigore di prima, ma sempre godendo come un porco, le schizzai la mia crema calda in gola, saziandola come piace a lei.
Hidalgo