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ELASTICI

by Prufrock
Viewed: 0 times Comments 0 Date: 26-09-2025 Language: Language

Siamo coppia clandestina. Abitiamo in regioni diverse e lontane, ci vediamo raramente. Lei purtroppo non gioca più. Questa è la descrizione di uno degli ultimi incontri. Fatta a quattro mani. Se il racconto verrà pubblicato, pubblicherò alcune foto afferenti.
IO
Non avevo nessuna aspettativa sul piano sessuale. Speranza ma non aspettativa, desiderio ma non aspettativa. Era stata estremamente chiara: pranziamo e poi andiamo al Museo Egizio. Niente sesso.
È una donna che non tollera di essere forzata, nemmeno per scherzo, ma è anche una donna che ondeggia, che perde il controllo e a volte cambia idea. Per l’occasione avevo in precedenza comperato elastici. Sarebbero rimasti in borsa.
LEI
Non volevo far nulla con lui. Ero irritata a causa di alcuni suoi atteggiamenti e per il suo minimizzarli. Desideravo momenti di quotidianità: pranzare, fare quattro passi, visitare un museo. Sono una donna che ondeggia e perde il controllo ma non tollero essere forzata. Se solo avesse accennato al l’andare in hotel per consumare, me ne sarei andata. Mi aveva detto che gli bastava guardarmi. Gli credevo, fino ad un certo punto. Da brava stronzetta ero persino tentata di provocarlo. Tirare la pietra e nascondere la fica. Aveva comperato gli elastici. Mi spiaceva non usarli, da giorni immaginavo il mio seno costretto, le mie mani legate. Pazienza, volevo resistere alla tentazione.
Abbiamo pranzato insieme, cosa rara. Al dolce mi ha imboccata. La carne, come sapete , è debole. Usciti dal ristorante ho cambiato idea. Volevo godere. Gli ho chiesto se lo volesse anche lui. Vive per godere e far godere.
IO
Hotel Vittoria. Tralascio il prima e vengo al dunque.
Abbiamo abusato degli elastici. Li avevamo immaginati per i seni, come già fatto qualche tempo prima. Me ne ero procurati due tipi, color carne, i primi spessi e larghi, di circonferenza non ampia, adatti ai suoi seni, i secondi più sottili e di circonferenza più ampia.
Cazzo, scivolavano, tanto gli uni quanto gli altri. Abbiamo fatto più tentativi, niente da fare.
LEI
I miei seni rifiutavano di farsi imprigionare. Ho offerto i polsi. Ritentando anche il seno ha ceduto.
IO
Ho improvvisato. Mi è venuto il desiderio di guardarla in soffoco. Bloccati i polsi le ho sollevato le gambe e poggiato i piedi sulla testiera del letto. Ha piedi belli, sottili e sottili le caviglie.
LEI
Mi ha legato i piedi al letto e poi ha fatto ciò che non immaginavo e non osavo sperare: uno spesso elastico è diventato il mio girocollo, il mio collare, lo strumento del mio godere, unito alla sua lingua e alle sue mani.
IO
Era totalmente inerme.
Ho iniziato a leccare, ma la posizione non mi permetteva di stringere l’elastico alla gola.
LEI
Dopo un breve preludio di lingua è venuto il meglio. Ha iniziato a fistarmi e a stringermi la gola con l’elastico.
IO
Fistavo con quattro dita a cuneo mentre la strozzavo. Arrotolavo e tiravo l’elastico. Quando vedevo le sue pupille dilatarsi e il respiro farsi affannoso allentavo la stretta.
LEI
Se il piacere si può pisciare, lo stavo pisciando. Sono uscita di testa, andata “altrove”.
Non riuscivo a respirare, sentivo qualcosa entrare e uscire dalla mia fica. Non capivo cosa. Parlavo a vanvera, gli chiedevo di chiamare qualcuno per farmi scopare, un facchino, un cameriere…Avevo gli occhi velati, ho quasi perso i sensi. Godevo, godevo, godevo.
IO
Fistavo come un ossesso, le dita impastate, stringevo sempre un po’ di più l’elastico al collo. Avevo paura di me stesso. Ma quel viso, quel viso, quei rantoli, quell’invocare confuso un cazzo altrui…
LEI
Ho avuto un orgasmo epilettico. Tremavo, si è dovuto fermare. Ha tolto gli elastici, si è sdraiato vicino a me, abbracciandomi e baciandomi in viso. Ho poggiato la testa sulla sua spalla, singhiozzavo. piangevo. Ma sono ingorda, bulimica, volevo un cazzo, non il suo.
IO
Un quarto d’ora e si è ripresa. “Ordina qualcosa da mangiare e da bere” mi ha detto. L’ho fatto, sapeva cosa voleva. Speravamo in un cameriere consenziente. Poche le possibilità.
LEI
Bussano. “Servizio in camera”. Sarà il servizio che desidero? Apro. Sono nuda. Avrà cinquant’anni. Mi guarda sbigottito. Si volta e cerca di uscire. Chiudo la porta. Lo invito a posare il vassoio.
IO
Il resto sarebbe un banale descrivere ginnastica sessuale, lo lascio a LEI.
LEI
Sappiate che abbracciai il cameriere da dietro mentre posava il vassoio., Avrebbe potuto reagire male e la cosa sarebbe finita lì. Ma così non avvenne. Sentii il suo cazzo duro e facemmo velocemente ciò che volevo. Farmi montare mentre il mio uomo mi guarda non ha prezzo.
Ho goduto di nuovo e mi sono accasciata vi prego sorridete all’ultima frase di questa cronaca stanca ma felice
IO
E io con lei

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