RACCONTO TITOLO: Il primo amante è come il primo amore. A casa nostra 
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Il primo amante è come il primo amore. A casa nostra

by felixcuck
Visto: 904 volte Commenti 6 Date: 29-01-2022 Lingua: Language

Ufficialmente cornuto senza possibilità di ritorno, così mi sentivo, ma non dovete pensare che sia facile. Si alternavano in me momenti di eccitazione estrema a momenti di ripensamento e frustrazione. Devo ammettere che Teresa era bravissima a gestire il rapporto con me e con il suo amante senza estremismi e senza far mancare nulla a nessuno. Sapeva perfettamente come muovere le mie corde del piacere e del dolore, si donava a me con dolcezza e trasporto, ma sempre e solo con i tempi che decideva lei. Non ero mai io a decidere quando potevo averla, lasciava passare giorni, a volte intere settimane senza lasciarsi toccare intimamente fino a condurmi a desiderarla così intensamente, che una volta che arrivava il momento non mi importava nulla di non essere più l'unico detentore del suo meraviglioso corpo. Quanto al suo rapporto con l'amante lo viveva con naturalezza, come se fosse una componente normale del nostro amore. Non si è mai vantata delle performance amorose del suo stallone, né delle sue dimensioni, tutt'altro, ero sempre io a chiederle i particolari sui tempi e sui luoghi dove si incontravano, come lo facevano. Non mi trattava da tradito, a volte la imploravo di chiamarmi cornuto, cosa che lei non faceva volentieri, ma quando dopo le mie insistenze mi guardava dritto negli occhi e con sorriso furbetto mi sussurrava quelle dolci parole il mio stomaco andava in fiamme e mi eccitavo da morire. Devo ammettere che durante quel periodo della nostra vita matrimoniale la desideravo intensamente e bramavo di possederla, ma godevo molto di più da solo nei momenti di intimità, quando lei era fuori casa ad immaginarla tra le braccia del'altro.
Tuttavia chi come ha me ha l'animo del cornuto sa che dopo un po' la sola consapevolezza dello status non basta. Dopo mesi di menage a trois e di lunghe sessioni di masturbazione con loro due al centro della mia immaginazione era nato in me il desiderio prepotente quasi doloroso di poterli vedere insieme. Ne parlai a Teresa che inizialmente, mi prese per pazzo negandomi con fermezza questa possibilità, anzi per essere precisi andò su tutte le furie e non mi parlo per alcuni giorni. Ma si sa che la goccia d'acqua è più forte della roccia, e piano piano la mia insistenza quasi quotidiana cominciò a fare breccia, aiutato anche dal fatto che anche per loro non era facile gestire la logistica dei loro incontri. Mi aveva raccontato che facevano l'amore in fabbrica al mattino presto o alla sera quando tutti andavano via, ma il rischio di essere scoperti era piuttosto alto, oppure a casa di lui nel lettone matrimoniale della moglie ignara, ovviamente in macchina, ma si sa è scomodo e comunque pericoloso. Quindi forse dopo che avevano esaurito tutti i posti non restava che farlo da noi. Solo che Teresa non aveva coraggio di chiedere a Stefano di farlo in tre, si vergognava terribilmente e temeva un suo rifiuto, fui io a trovare la soluzione proponendole di invitarlo a casa nostra per parlare di lavoro. Il piano era questo per non bruciare le tappe. Lo avremmo accolto a casa dopo cena e dopo aver chiacchierato del più e del meno mi sarei accomiatato da loro con la scusa che dovevo alzarmi presto la mattina successiva. Il giorno designato Teresa ed io ci svegliammo eccitati per motivi diversi. La baciai con dolcezza sussurrandole: Quanto pazzi siamo? Staserà verrà il tuo amante a casa mia ed io ti lascerò fare tutto quello che vuoi. Scoppiammo a ridere e vederla così radiosa mi riempiva di desiderio. Infilai la mano sotto la camicia da notte e poi più su fino ad incontrare i suoi seni enormi e gonfi. Lei mi baciò sulla bocca dicendomi che ero un marito meraviglioso. Avrei tanto voluto possederla lì all'istante, ma sguscio' via dal mio abbraccio dicendomi: Fermo felice oggi tu devi restare a secco per amore.
La giornata passò molto lentamente, al lavoro non combinai praticamente nulla anche perché continuavo ad accarezzarmi fino a far inturgidire il pene pensando alla serata, ma guardandomi bene di non godere tra le mani rischiando inutili ripensamenti o sensi di colpa. Dopo la lunghissima giornata di lavoro ci ritrovammo a casa, ci baciammo appassionatamente e ci mettemmo a tavola immersi ognuno nei propri pensieri che nessuno dei due ebbe il coraggio di esternare.
Finita la cena Terry si alzò per andarsi a preparare mentre io mi occupavo di sparecchiare, ed accendere un paio di incensi per profumare la casa. Il suono del campanello mi fece trasalire, pensai cavolo è giunto il momento e Terry è ancora in bagno. Mi avviai alla porta e feci accomodare Stefano con visibile imbarazzo da parte di entrambi. Mentre lui mi parlava lo fissavo studiandolo in profondità. Non era particolarmente bello, aveva un fisico normale anzi un po' di pancetta rivelava i tredici anni che aveva in più di Terry. Gli occhi però erano belli di un azzurro intenso ma quello che colpiva era la sua simpatia e la sua sicurezza, certamente sufficienti a far innamorare una donna come Teresa.
Dopo interminabili minuti comparve sulla soglia la Dea in tutta la sua bellezza. I bellissimi capelli neri incorniciavano il volto dalle labbra carnose. Il trucco era leggerissimo (Terry mi aveva confidato che quando lo incontrava non si truccava per evitare di sporcagli le camice). Ma il vero protagonista era il tubino nero che le fasciava il corpo facendo risaltare il seno generoso. Era da scopare solo a guardarla, solo che quella sera non era per me. Terry si scusò per il ritardo e versò da bere per tutti e tre. La serata passò amabilmente come se fossimo tre semplici amici, finalmente arrivò il momento per me di salutare e ritirarmi in camera lasciando loro il tempo per parlare di lavoro. Era fatta, mi infilai nel letto, avevo il pene duro come il marmo, le vene mi pulsavano sulle tempie lo stomaco formicolava ed il cuore mi batteva così forte da impedirmi quasi di sentire le loro voci. Li sentivo parlottare ed ogni tanto sentivo la risata cristallina di Teresa provenire dal soggiorno mentre non smettevo di martoriare il povero cazzo per farlo arrivare sul punto di venire e poi fermarmi. Poi fu silenzio, non li potevo vedere ma immaginavo che la stesse baciando profondamente insinuando le mani sulla sua scollatura. Era una interminabile devastante tortura.
Ad un certo punto sentii il passo leggero di Teresa venire verso di me, entrò in camera, accese la luce e mi fece con con il dito perpendicolare alle labbra di fare silenzio. E' ancora qui chiesi? lei annui. Mi sussurrò pianissimo: Mi tiri giù la lampo? Mi alzai silenziosamente mentre mi dava la schiena e feci scivolare la cerniera del tubino. Le mani mi tremavano dall'eccitazione il fruscio leggero della cerniera sembrava essere un rombo di aereo, mioddio stavo spogliando mia moglie per farla scopare da un altro. Il vestito scivolò silenzioso a terra, lasciandola in lingerie. Ora il reggiseno. Disse sempre dandomi le spalle. Goffamente come sempre armeggiai con i tre gancetti fino a liberarla dalla stretta che le cingeva il bellissimo seno gonfio. Si voltò e mi baciò profondamente sulla bocca arsa di desiderio, con la lingua esploravo la sua bocca alla ricerca di un sapore sconosciuto, i suoi capelli erano spettinati, la sua pelle profumava di donna feconda e di dopobarba maschile, per me era un turbinio di emozioni, per lei era eccitazione pura. Dopo un lungo e profondo bacio si staccò da me dicendo:Ora le mutandine. Con la lentezza del condannato le cinsi i fianchi e feci scendere le mutandine nere ed umide. Lei sollevò alternativamente le sue bellissime gambe per liberarsi dall'ultimo indumento che la separava dal rapporto carnale con il suo amante. L'avevo spogliata per lui, mi inginocchiai davanti al suo ciuffetto rasato di fresco per lui, e le diedi un bacio sul pube. Terry chiuse gli occhi e sospirò allora mi feci più audace ed infilai la lingua tra le sue grandi labbra. La sua fica era calda, gonfia ed umida di desiderio (non per me). Il contatto con la mia lingua la fece bagnare ancora di più, sentivo il suo clitoride prendere consistenza, era bellissimo. Mi ero quasi illuso che mi invitasse di là con Stefano, invece mi prese la testa tra le mani e mi allontanò lasciandomi deluso e frustrato. Prese dalla sedia la sua vestaglia rosa e la indossò facendo sparire dalla vista le sue belle tette. Mi diede un bacio sulla fronte dicendomi: Ci vediamo dopo amore e se ne andò richiudendo bene questa volta la porta della camera. Rimasi solo con i suoi vestiti sparsi a terra, li riposi e mi ributtai nel letto con in mano le sue mutandine ancora calde del suo corpo. Si era fatto tardi ed era da almeno un ora che mi masturbavo, ora con la porta chiusa non sentivo più alcun rumore, e potevo solo immaginare lei che scioglieva il nodo della vestaglia restando nuda davanti allo sguardo voglioso di Stefano che l'avrebbe presa lì sul nostro divano. Portai le mutandine alle labbra, erano umide di lei, mentre lei scopava davvero, mi addormentai così in attesa del suo ritorno e del suo racconto.

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