Quello che leggerete è il diario - racconto più vero che troverete
by autenticobariVisto: 161 volte Commenti 0 Date: 21-03-2013 Lingua:
Tutto incominciò il giorno 10 novembre del 2010. Precedentemente mi aveva chiamato una nota Agenzia di vendita di pubblicazioni importanti, di cui avevo tutta la serie e c’era da fare un aggiornamento. In realtà ricevevo questa telefonata da almeno un anno, ed ogni volta mi rifiutavo di ricevere l’Agente, ovviamente queste cose costano molti euro ed io non ero intenzionato a spenderne. Non mi chiedete perché, ma quella volta acconsentii a ricevere la visita dell’Agente. Così alle 16,30 del 10 novembre 2012, con mio grande disappunto, l’appuntamento era alle 17,00, bussarono alla mia porta due Agenti: lui un signore di circa sessant’anni con abito e cravatta, alto, magro del tipo dinoccolato ma con una certa professionalità ed una certa aplomb, lei una signora affatto vistosa di circa 45 anni, in tailleur grigio, molto composta nei movimenti, con un incedere volutamente sicuro, altezza normale raggiunta con tacchi alti, due occhi meravigliosi, seno piccolo, corpo magro e tonico, pelle meravigliosa, parlava con un accento leggermente settentrionale di provenienza veneta. Li feci accomodare in salotto disponendoci, lui su un divano al mio lato sinistro ed io e lei, che da questo momento chiamerò Francesca, su un altro divano più grande. Lei incominciò a parlare da brava professionista, presentandomi le novità. Dal mio canto, non ero affatto interessato, ma lei mi ammaliò. Davvero credetemi, lei non aveva nessun argomento se non quello di una spiccata professionalità e una meravigliosa energia ed entusiasmo da vera Agente di vendita. Non so cosa, ma mi piaceva il suo ritmo, mi metteva a mio agio, interloquii con lei parlando di me delle mie aspettative dei miei gusti, lei pazientemente ed in modo interessato seguiva i miei ragionamenti, lui risultava assente nella nostra meravigliosa intesa. Non trascino oltre la mia descrizione, lei mi convinse ed acquistai tutte le sue proposte. Lei prese il modulo e lo compilò in tutte le caselle ed al momento della firma, si inginocchiò vicino a me porgendo sulla mia gamba il contratto da firmare e la penna, attese le mie firme e si ricompose.
A questo punto il suo collega intervenne chiedendo a lei di scrivere al lato del contratto il suo numero di telefono, per eventuali questioni che potevano sorgere con la consegna. Ero frastornato, mi dispiaceva che andasse via, avrei voluto ascoltarla ancora per ore. Davvero non so, non so perché, a distanza di tanto tempo non so cosa avesse fatto scoccare quella magica sensazione, di piacere incondizionato. Li salutai e ripresi le mie cose mettendomi al lavoro. La lei non andava, e tuttora è così, via dalla mia mente. Cosa fai in quei casi? Ci dormi sopra, perché sono solo strane sensazioni che lasci perdere, non si può dare importanza a cose così frivole. Niente da fare l’ho pensata di notte fino al risveglio, come una sinfonia a basso volume che ti accompagna discreta ma ossessiva. La mattina dopo un paio di ore di esitazione, rompo gli indugi e decido di scriverle un SMS al telefonino che provvidenzialmente il suo collega aveva chiesto di scrivere sul contratto: “Fare la sua conoscenza è stato estremamente piacevole, potrei avere il privilegio di invitarla a prendere un caffè assieme?”. Erano circa le 10,00 dell’11 novembre, la sua risposta mi arrivò intorno alle 12,00. “ E’ stata la stessa cosa per me, accetto il caffè, oggi sono fuori, ma domani possiamo vederci per il caffè” Non riesco a descrivere, quelle ore di attesa, non sapevo se mi avrebbe mai risposto, mi sentivo esposto, quasi ridicolo, temevo di essere frainteso, ma era più forte di me, sentivo di avere fatto la cosa giusta. Non so come ho fatto ma da quel momento, sentivo i secondi che attraversavano la mia giornata, come un ticchettio che si sommava alla sinfonia sorda ed incessante del pensiero di lei. Poi mi fermavo a pensare, che dovevo essere proprio folle e che stavo facendomi un film che non sarebbe mai stato proiettato. Un turbinio di sensazioni la mattina del venerdì 12 novembre alle 9,00 in piazza prefettura il primo incontro reale. Entrambi imbarazzati ci incontriamo, lei era tesa almeno il doppio di me ma mi piaceva, mi piaceva assai e non sapevo perché. Ci dirigemmo ad un vicino caffè mentre ci dicevamo cose che servivano a spiegare le nostre vite, fugacemente, perché lei alle 9,30 doveva essere altrove per lavoro. Fu comunque bellissimo ed intenso e servì a darci un appuntamento per il giorno dopo sabato 13 novembre 2010 ore 9,00 al Bar Moderno. Si anche qui, interminabili spazi di vita con sinfonie e ticchettii assordanti, ma finalmente arrivò quel momento. Non avevamo fretta e potevamo consumare il nostro caffè all’aperto, tra chiacchiere e sigarette. Passammo così un’ora abbondante, in cui le spiegai che il rapporto con mia moglie non era soddisfacente e che cercavo una compagna che potesse capirmi e seguirmi, lei mi raccontò di essere vedova e di avere due figli uno viveva per conto suo mentre la figlia viveva con lei. Appuntamento a casa sua per lunedì 15 novembre 2010 alle ore 09,00, la figlia la accompagnava lei e poi rientrava. Dio mio, era bastato così poco per intenderci, entrambi cercavamo le stesse cose, ed immediatamente tutto diventava reale. Non sapevo come e perché, ma lei ad ogni ticchettio che passava prendeva sempre più spazio e più forma nella mia mente e nel mio reale. Erano passate 135 ore, ossia 8.100 minuti, ossia 486.000 secondi dal nostro incontro 486.000 ticchettii avevano praticamente solcato la mia mente. Ora ero li davanti a lei, a casa sua, riuscimmo a fatica ad arrivare nella sua camera da letto mentre le nostre mani e le nostre labbra e le nostre lingue si univano in uno spasmodico groviglio di bellezza inenarrabile, il mio cuore era fuori di me e pulsava al doppio della sua velocità, lei era avvinghiata a me e mi sbottonò tremante la cinta, i pantaloni, mi abbassò gli slip mentre facevo lo stesso con lei, poi sempre in piedi poggiò il suo sesso bollente e bagnato sul mio, solo sfiorandoci strinse le cosce e cominciò a vibrare, a tremare, mentre le nostre lingue e le nostre labbra continuavano a prendersi fino ad un suo meraviglioso orgasmo, così, li, solo sfiorata. Una meraviglia del creato. Dio ma aveva mandato una donna che non avevo mai incontrato, che meraviglia. Pensavo che tutto questo fosse causato da una sua lunghissima astinenza. Ma non era così. Continuerò il mio racconto, per chi vorrà seguirlo.