CHI TROVA UN’AMICA TROVA UN TESORO (1 parte)
by AurelianoПосмотрели: 500 раз Комментарии 0 Date: 21-04-2020 Язык:
In quel periodo facevo coppia fissa con Lucia, una trentatreenne che avevo conosciuto in un locale notturno di Desenzano.
Era di qualche anno più giovane di me, bionda, non molto alta, ma con un fisico veramente da urlo, che sapeva ben valorizzare con vestitini attillati e tacchi sempre vertiginosi.
Non posso dire che fossimo una coppia regolare, Lucia infatti era molto spesso all’estero per lavoro e rimaneva fuori Italia anche per due/tre mesi.
Nelle sue pause in Italia viveva ancora dalla madre e, quindi, le avevo proposto di trasferire le sue cose a casa mia in modo che quando fosse rientrata avremmo potuto stare insieme.
Chiaramente non ci eravamo promessi reciprocamente fedeltà ma, nei momenti che Lucia trascorreva a casa mia il sesso era una costante, tanto che lei ripartiva molto più stanca di quando fosse arrivata.
L’avevo iniziata ai piaceri anali ed al sesso molto forte, e lei godeva a farsi legare al letto simulando lunghi abusi dove era usata in ogni modo.
Il suo corpo piccolo e flessuoso si piegava ad ogni mio volere ed era felice che avessi il cazzo di una certa misura in modo che il suo abuso simulato fosse molto brutale.
Lucia amava essere totalmente riempita dal mio grosso cazzo e non di rado si soffocava cercando di ingoiarlo fino alla radice.
Mi confessò che aveva da sempre avuto quegli istinti e in particolare le piaceva fingere di essere una studentessa alle prime armi, totalmente succube e sfondata dall’uomo rude che la prendesse senza ritegno.
Nei momenti di pausa ci stendevamo sul divano e mentre guardavamo la televisione la mia mano andava sul suo clitoride, sussurrandogli all’orecchio storie sempre più calde e spinte.
Lucia, in particolare, godeva quando le descrivevo fantasie con persone reai coinvolgendo le sue amiche nei nostri desideri erotici, dove lei era o al centro di un’orgia lesbica oppure solo osservatrice mentre con il mio cazzo entravo profondamente nel culo di qualche sua conoscente.
In particolare Lucia, nei suoi momenti in Italia, frequentava Irina, un’amica più giovane di lei che aveva conosciuto durante una vacanza.
Irina era l’opposto di Lucia, giovane ma più in carne e qualche centimetro più alta, vestiva spesso sportiva lasciandosi andare ad abiti più attillati solo in occasione di qualche serata.
Seduceva per la freschezza propria della gioventù e per il suo seno prosperoso e sodo, accompagnato da fianchi larghi ma natiche dure come quelle di una brasiliana.
Lucia mi aveva presentato Irina ad una cena preso il “Vasco da Gama” in centro città dove l’amica era accompagnata dal fidanzato Matteo.
Matteo era un umo di medio/bassa statura anche se di bell’aspetto, e, come appresi nel corso della serata, anche lui era molto dedito al lavoro e trascorreva lunghi periodi in giro per il mondo a curare i propri affari.
Lucia ed Irina avevano una bella complicità e sicuramente ne dovevano aver combinate delle belle in quella vacanza in Sardegna dove si erano conosciute.
La serata scorreva tranquilla ed il vino inondava la tavola. Sia Lucia che Irina avevano forse esagerato ma non era certo un problema atteso che sia io che Matteo eravamo praticamente astemi, fino al momento in cui quest’ultimo si alzò ed andò alla toilette.
Le due amiche iniziarono a ridere e quando, devo dire dopo brevissimo tempo Matteo ritorno al tavolo, Irina guardandolo gli disse “hai fatto veloce come al tuo solito”, e le due amiche esplosero in una sonora risata.
Mi imbarazzai io per Matteo ed una volta risaliti alla nostra automobile lo dissi chiaramente a Lucia.
Lei, con voce alterata dall’alcool, mi disse che le amiche si scambiavano spesso confidenze sul sesso e che Irina gli aveva detto che Matteo era decisamente poco dotato e spesso stanco a letto.
Proprio quel giorno le due amiche avevano passato il pomeriggio al centro commerciale, mentre stavano acquistando gli slip per noi uomini, Lucia aveva preso una XL dicendo che a me serviva quella misura e poi, di fronte a tutti, aveva passato una S a Irina dicendole che per il suo fidanzato quella bastava.
In altre occasioni invece Lucia le aveva mostrato delle foto del mio cazzo che le avevo inviato mentre era in giro per il mondo, durante alcune nostre telefonate decisamente erotiche.
Irina era molto stizzita ma sotto l’effetto dell’alcool aveva irriso Matteo che sicuramente non l’aveva pesa bene.
Passò qualche tempo da quella cena e Matteo era partito per una ventina di giorni per seguire un affare in Canada, mentre Lucia rimaneva in Italia per circa un mesetto.
Venne il compleanno di Lucia e lei organizzò una piccola festa con alcune sue amiche ed i rispettivi accompagnatori.
Irina, non essendoci Matteo, sarebbe venuta sola e passammo a prenderla la sera per recarci a Desenzano in un locale dove Lucia aveva organizzato la cena.
Era una di quelle sera in cui Irina si era tirata a puntino. Scarpe con tacco molto alto e gonna a vita alta stretta sul sedere prosperoso, ed un top che fasciava il seno alto e sodo. Lucia, invece, come al solito aveva stretto la sua esile figura da modella in un tubino cortissimo bianco con scarpe ugualmente bianche ed altissime.
Erano sensuali ed eccitanti e sicuramente avrebbero attirato gli sguardi di tutto il ristorante.
Arrivammo a Desenzano e le altre amiche già stavano aspettando la festeggiata che lasciai di fronte alla porta del locale, mentre Irina si offri di accompagnarmi a posteggiare la vettura.
Parcheggiai e scendemmo e feci qualche complimento ad Irina che non avevo mai visto in tanto splendore.
La sua camminata su quei tacchi alti era circondata da un alone di sensualità e le sue forme ricordavano quelle di una diva degli anni 50.
Raggiungemmo tutti gli altri e mi sedetti a fianco di Lucia.
Il vino iniziò a scorrere molto velocemente ed in breve l’intera compagnia, fatta eccezione per me, aveva già raggiunto uno stato di allegria alcoolica abbastanza evidente.
Chiaramente non mancavano le allusioni sessuali dove Lucia faceva la parte della leonessa mettendo in imbarazzo la povera Irina riferendosi velatamente alla poca propensione di Matteo per il sesso ed alla sua scarsa virilità.
Finita la cena andammo tutti al Sesto Senso, una discoteca abbastanza nota di Desenzano, dove l’energia nell’aria aumentò abbastanza vertiginosamente fra balli sensuali e approcci delle donne, oramai in preda ai fumi alcoolici, con i ragazzetti che frequentavano il locale.
Ad un certo punto della serata Irina spari e la vidi avvinchiata ad un ragazzino che si baciava molto focosamente.
Chiaramente poteva contare sulla mia discrezione in quanto, ben comprendevo come una ragazza di tale esplosività erotica, fosse limitata dall’avere un compagno concentrato unicamente sul lavoro.
La serata scorreva piacevolmente, le ragazze si divertivano ed io, che avevo già vissuto migliaia di quelle notti, restavo tranquillo a sorseggiare una red bull al nostro tavolino riservato.
Arrivarono ben presto le 4 di mattina ed il locale iniziò a svuotarsi. Uscimmo anche noi, le amiche si salutarono ed io Lucia ed Irina, raggiungemmo la mia macchina.
Le due donne erano completamente ubriache tanto che dovetti aiutarle a fare il breve tragitto tra la porta della discoteca e l’automobile. Salimmo in auto e, visto l’orario e le condizioni di Irina, le dissi che avrebbe passato la notte a casa nostra e l’indomani l’avrei riaccompagnata a casa.
Irina era totalmente ubriaca e non oppose alcuna resistenza, mentre Lucia già dormiva sul sedile.
Arrivammo a casa e con una certa difficoltà presi le due donne e le portai in camera.
Avevamo un unico letto matrimoniale, adatto alle mie necessità di single, e lo cedetti a Lucia ed Irina, mentre per me approntai il divano.
Le due amiche si erano un poco riprese ma le dovetti accompagnare a letto, spogliando Lucia e lasciandola unicamente in perizoma e maglietta, mentre ad Irina tolsi la gonna e le lasciai il top.
Lo spettacolo delle forme sudate di Irina e Lucia mi riempi di desiderio tanto che, senza farmi avvedere da Lucia, le mie mani avevano indugiato sulle sue cosce e sulle sue natiche ricevendo in cambio dei profondi sospiri di piacere.
Le due amiche sprofondarono nel sonno e dato che oramai erano le 5:30 anche io raggiunsi il divano e mi coricai.
Devo dire che il divano, appartenuto prima ad una mia anziana zia, era veramente scomodo e verso le 7 con la schiena provata mi alzai per andare in bagno.
Avevo una forte erezione data dal passaggio delle mie mani sulle cosce delle due donne e dai relativi sogni erotici che ne erano derivati, tanto che mi era difficile controllare il getto della pisciata.
In quel momento senza che me ne accorgessi era entrata in bagno Irina che sbigottita, guardava il mio grosso cazzo proteso nella calda e lunga pisciata.
I suoi occhi erano strabuzzati ed il viso completamente arrossato dalla vergogna, ma non distoglieva lo sguardo dal mio pene che maestoso si erageva di fronte a lei.
Misi una mano sulle labbra nel gesto del silenzio e mi avvicinai a lei che ancora stava in mutandine.
La raggiunsi prima con il cazzo duro che con le mani, poi la presi con forza ed iniziai a baciarla.
La sua lingua calda che sapeva ancora di alcool si intrecciò con la mia in un lungo ed umido bacio che rese ancor più duro il mio già marmoreo cazzo.
Misi una mano nelle sue mutandine per saggiarne l’eccitazione ed Irina era talmente fradicia che sembrava avesse pisciato sul tessuto tutto l’alcool che aveva in corpo.
Le spostai le mutandine di lato e senza fatica le affondai due dita nella figa, mentre con la bocca le succhiavo i capezzoli delle sue grosse mammelle che diventavano duri fra le mie labbra.
Succhiavo come un poppante quelle grosse mammelle che mi riempivano la bocca mentre con le dita che erano diventate tre affondavo nella figa fradicia di Irina, la quale piegava le gambe per sentire più a fondo quella penetrazione forzata.
Mi rialzai e la presi facendole appoggiare le mani al lavandino.
Il tempo era poco e temevo che Lucia potesse svegliarsi, quindi, senza tanti fronzoli, le infilai il mio cazzo direttamente nella figa, dandole furenti nerbate.
Irina si sentiva finalmente piena, spronata da un cazzo che la riempiva per tutto il suo utero e la sfondava come aveva sempre desiderato. I colpi duri e secchi la facevano sobbalzare, e i seni rimbalzavano mentre con le mani le arpionavo le anche, tillandole con il pollice il buco del culo che però era troppo stretto per essere violato senza doverci dedicare la dovuta attenzione.
Irina venne in breve tempo bagnandomi completamente le gambe in un orgasmo bagnatissimo seguito subito da un altro. Le mie mani oramai le stringevano brutalmente i seni e il suo sguardo era perso mentre mi pisciava addosso il suo terzo orgasmo. Contemporaneamente la riempii con getti caldi di sperma direttamente nella figa svuotandomi completamente dentro di lei fino all’ultima goccia. Senza nemmeno lavarsi Irina si riassestò le mutandine e ritorno a letto odorando ancora di sperma e umori, soddisfatta dall’essere stata violentemente presa dal mio duro cazzo, quasi fosse stato un sogno dovuto all’ubriachezza.
Completai finalmente la mia pisciata e tornai sul divano ma il sonno era completamente svanito.
Ero ancora piacevolmente erotizzato dall’accaduto che mi venne in mente un idea.
Entrai piano nella camera dove le amiche emettevano piccoli sospiri e russavano sommessamente faccia a faccia.
Mi diressi verso Lucia e iniziai a baciarle il collo.
Lei si mosse quasi fosse stata infastidita da un’inesistente mosca, e le mie mani iniziarono a scorrere lungo la sua esile figura.
Le misi una mano sulla bocca e lei si veglio di colpo ma riuscii a tenerla ferma.
Di fronte a lei il viso di Irina che dormiva e dietro le mie mani che la palpavano mentre la tenevo muta con una possente stretta.
Le imposi il silenzio e liberata la mano dalla sua bocca le strinsi la gola per aumentare il suo piacere.
La mia mano sinistra percorreva il suo corpo mentre la destra si era spostata dalla gola e ora pizzicava i capezzoli che contornavano la seconda scarsa di seno.
Co Lucia era sempre un misto di dolore e piacere, raggiungeva l’orgasmo totaqle e pisciato solo quando era abusata dal suo uomo, per cui mi prestavo a tale gioco.
Le infilai un calzino in bocca e iniziai a masturbarla con la mano destra mentre dopo aver sputato su due dita iniziai ad aprirle il culo spanando brutalmente il suo buchetto.
Lucia guardava Irina e la sua mente tornava a tutte quelle volte che l’avevo fatta venire assecondando le sue fantasie erotiche nelle quali era presa brutalmente di fronte alla sua amica e godeva come una cagna in calore.
Le avevo ben aperto il buco del culo nell’anno in cui ci eravamo conosciuti e quindi Lucia, senza alcuno sforzo, aumentava il suo piacere irrigidendo le natiche contro il mio palmo e facendosi penetrare quanto più in fondo possibile.
Aggiunsi un altro dito per devastare ancor di più il suo buco mentre la mia mano le tillava il clitoride.
Il respiro caldo di Irina si effondeva sul viso di Lucia che godeva come una troia del mio massaggio anale, mentre il mio cazzo nuovamente marmoreo era appoggiato lungo il suo fianco.
Lucia venne in modo bestiale e prontamente le diedi una piccola sberla per calmarla e tenerla ferma, mentre il suo corpo minuto si contorceva quasi in modo epilettico dagli spasmi dll’orgasmo che le avevo procurato.
Si lascio andare sul letto esaurita e snervata mente io con lunghi colpi prendevo il mio cazzo gonfio e mi masturbavo fino a venirle sulla guancia.
Era trattata da troia proprio come desiderava e ne godeva ampiamente.
Le tolsi la maglietta dalla bocca e le pulii il viso mentre lei leccava lo sperma che incrostava la maglietta.
Uscii dalla stanza e ritornai al divano dove finalmente presi sonno.
Mi svegliai verso mezzogiorno e le due troie in camera dormivano ancora.
La stanza era impregnata degli odori delle loro sborrate misti al mio sperma ed agli effluvi dell’alcool.
Si alzarono verso le due senza parlare di quanto accaduto ma rivolgendomi, una di nascosto dell’altra, sguardi languidi di severo piacere.
Irina si riassettò ed io e Lucia la accompagnammo a casa.
Sembrava che le due amiche avessero vissuto solo un lungo sogno erotico ma… (fine prima parte)