ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Il primo amante è come il primo amore. Gelosia 
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Il primo amante è come il primo amore. Gelosia

by felixcuck
Посмотрели: 2348 раз Комментарии 13 Date: 01-01-2021 Язык:Language

Alla sera al mio ritorno a casa Teresa non era ancora rientrata nonostante il suo turno fosse finito alle 14,00, malgrado fossi curioso di sapere dove si trovasse, mi accinsi a preparare la cena, volevo essere un maritino perfetto farle trovare tutto pronto e una atmosfera accogliente per farle capire quanto l’amavo malgrado tutto. Posi al centro del tavolo apparecchiato con cura una candela accesa e davanti al suo piatto un bocciolo di rosa giallo. Finalmente quando tutto ormai era pronto sentii il rumore della chiave sulla porta ed il mio cuore cominciò a battere forte. Entrando mi sorride radiosa, mi gettò le braccia al collo e mi regalò un dolce bacio a stampo sulle labbra. Contrariamente alle aspettative di trovarla scompigliata e sfatta con la bocca che sapeva di profumo maschile uomo o peggio ancora, le sue labbra erano fresche ed umide ed il suo alito sapeva di sigaretta mascherata dalla caramella alla menta. Un secondo bacio mi arrivò quando vide la tavola apparecchiata:
MMM CHE BRAVO MARITINO CHE SEI, MA PERCHE’ LA ROSA GIALLA, LO SAI CHE E’ IL COLORE DELLA GELOSIA
Risposi che ero comunque un po’ geloso di lei, mi sorrise passandomi una mano tra i capelli che ahimè cominciavano a diradarsi:
CHE SCIOCCO CHE SEI, LO SAI CHE TI VOGLIO BENE E POI ME L’HAI CHIESTO TU DI FARE LA FURBETTA CON STEFANO
Era vero, le avevo dato il permesso di stare con il suo amante, ma ora ero ansioso ed eccitato per l’evento, lei probabilmente era stanca ed anche appagata ora però toccava a me godermi il suo racconto con tutti i dettagli che mi piacevano tanto e mi facevano eccitare.

Ci sedemmo sul divano a guardare la tv, Teresa non si era cambiata indossava ancora la camicetta bianca con i due bottoni aperti che facevano risaltare il decolletè. Il primo bottone chiuso faceva tendere la stoffa sul suo seno pieno che il colore bianco contribuiva a rendere ancora più voluminoso. Un tubino nero le faceva risplendere il culetto sodo, ed essendosi messa comoda sul divano appena sotto il bordo della gonna si vedeva il pizzo più scuro delle autoreggenti, si era tolta le scarpe a favore di un paio di ciabattine bianche aperte sulla punta, da cui faceva capolino il rosso delle unghie appena velate dal collant color carne. La luce blu dello schermo rendeva soft l’atmosfera, tuttavia lei era assorta nel programma al contrario di me che ero morbosamente eccitato dalla sua vista e dal suo profumo. Delicatamente infilai la mano tra la camicetta ed il reggiseno godendo il tatto delle dita sul pizzo e con la mano a coppa avvolsi la tetta senza riuscire a coprila interamente. La sua apparente indifferenza mi procurava una specie di frustrazione che non faceva altro che aumentare il desiderio. La mano si fece più audace insinuandosi sotto il reggiseno alla ricerca del capezzolo che non tardò ad indurirsi al contatto leggero delle dita. I suoi seni oltre ad essere bellissimi da guardare sono anche in assoluto la zona più erogena per lei. Finalmente si decise a distogliere lo sguardo dalla tv, mi prese il viso tra le mani ed incollò le labbra alle mie aprendo la bocca per far entrare la mia lingua. Mi staccai da lei per chiedere se avesse baciato così anche Stefano, non rispose, ma tornò a baciarmi in bocca infilando lei stavolta la lingua dentro di me, mentre con il capo faceva segno di si per confermare che poche ore prima si era baciata con il suo amante. Il mio cazzo premeva sulla stoffa ancora chiusa dei pantaloni, sussurrando chiesi cosa le aveva fatto. Lei rispose: QUELLO CHE STAI FACENDO TU CON LA MANO ORA!!! Dovetti subito spostare il pene con le mani perché la pressione dei pantaloni era quasi dolorosa ma il contatto della mia mano non fece che aumentare la voglia che avevo di liberarlo. Tolsi la mano dalla camicetta e feci l’atto di sfilarle la gonna, ma con mia grande sorpresa mi bloccò entrambe le mani dicendomi che aveva appena fatto l’amore e non aveva più tanta voglia di rifarlo con me. Forse fu per la mia patetica espressione di sgomento e delusione che fu mossa da pena per me e fece una cosa che non aveva mai fatto prima. Con un sensualissimo gesto che ancora rivedo come se fosse adesso, infilò le mani sotto la gonna e si tolse con un abile gesto le mutandine nere di pizzo e me le mise sul naso. In quel momento provai un esplosione di odori, che mi fece perdere la testa, sentivo il profumo di detersivo dell’intimo misto al profumo che lei usa ed infine all’acre odore di donna feconda ed eccitata durante i preliminari con il suo amante. Mentre ero inebriato dall’olfatto e dalla vista del pizzo nero striato sul cavallo, mi sbottonò la patta liberando finalmente il mio povero cazzo cornuto. Con una presa forte decisa impugnò l’asta e cominciò il movimento alternato, portandomi in pochissimo tempo vicino al punto di non ritorno. Con il suo odore di fica premuto sul naso, cercavo disperatamente di resistere per non venire subito e far durare più a lungo possibile il piacere provato. Ma lei mi conosceva fin troppo bene ed evidentemente al fine di poter tornare a rilassarsi e guardare il programma da cui l’avevo distolta mi disse: MMMM COME SEI ECCITATO AL PENSIERO CHE OGGI LA TUA MOGLIETTINA SI E’ FATTA MONTARE DA UN ALTRO. MMM TI PIACE PORCELLINO VERO? LO SAI CHE OGGI MI HA PRESA PER TERRA SOPRA GLI SCATOLONI DI CARTONE? Le chiesi con la voce roca per l’eccitazione se l’avesse spogliata tutta, lei rispose: NO AMORE, NON ERANO ANDATI VIA TUTTI COSI’ PER PAURA CHE CI SCOPRISSERO HO SOLO TIRATO SU LA GONNA, STEFANO HA SPOSTATO LE MUTANDINE DA UNA PARTE ED E’ ENTRATO MENTRE ERAVAMO VESTITI. MI HA FATTO VENIRE DUE VOLTE SAI? ORA VIENI DAI CORNUTINO MIO!!! All’udire quel nomignolo che spesso le imploravo di dirmi quando facevamo l’amore, ero arrivato allo spasimo ormai, ma la mia curiosità era troppa e cercavo con tutte le forze di resistere ancora qualche secondo, ma la sua mano si muoveva ora così veloce che non riuscivo più a controllarmi lei avvicinò il viso come se volesse prenderlo in bocca, mentre continuava a ritmo ormai insostenibile a menarlo. Ebbi ancora la forza di chiedere dove era venuto lui, Teresa mi guardò sorridendo quasi a prendermi in giro e mi disse che forse l’odore che sentivo sulle mutandine non era solo il suo…poi ordinò: VIENI BECCO, e non appena sentì il liquido scorrere sull’asta, si spostò velocemente per non essere investita dal getto ormai incontrollato. Venni tra le sue mani guardando il suo bellissimo viso scampato per poco dal mio getto di sperma, mi sarebbe proprio piaciuto venirle addosso, ma sapevo che lei non gradiva molto (almeno il mio come avrei poi scoperto in seguito).

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