Il velo di Stella
by tototritoloViewed: 96 times Comments 1 Date: 06-02-2025 Language:

Capitolo 1
Come avevano concordato, quel lunedì 25 aprile doveva avere qualcosa di speciale: infatti era giorno di festa e quella sera sarebbero andati a ballare.
Era ormai primavera inoltrata, per cui la natura offriva il meglio di sé, campi fioriti, il garrire chiassoso delle rondini che si esibivano in spericolati vortici attorno ai tetti dove avevano fissato la loro dimora per quell’estate ormai prossima. Tutto favoriva il buon umore, le giornate insolitamente lunghe, il clima tiepido e gradevole, il tempo ormai stabilizzato su “sereno o poco nuvoloso..”.
Inevitabilmente anche i sensi erano destinati a risentire di tutto ciò in particolare il desiderio sessuale che, come uscito da un lungo letargo rendeva ogni essere umano più disponibile agli incontri e alle “nuove conoscenze”…
Stella aveva preparato un pranzo molto elaborato – “ è un menù afrodisiaco!” – gli aveva sussurrato languida mentre lo serviva. Lui la osservò valutando che era vestita più da puttana che da cameriera di un raffinato ristorante, come in realtà tale menù avrebbe richiesto!
“Guardare e non toccare” – lo apostrofò quando sentì una mano insinuarsi tra le cosce peraltro completamente scoperte, “godrai stasera..” – concluse, immaginandosi una serata altamente erotica soprattutto dopo il ballo!
Rolando accettò l’imposizione di buon grado, anche perché sapeva benissimo che faceva parte di quel perverso filo che ormai da molto tempo li legava nella loro intensa e variegata vita erotica.
“Mi ritiro per prepararmi” – gli disse a metà pomeriggio
Mi raccomando l'abito
– tenne a precisare Rolando, riferendosi con ciò ad un rituale di
vestizione
facente ormai parte stabile dei loro giochi erotici.
Stella aveva acquistato da poco una guepiére veramente osé e pensò che fosse giunta l'occasione buona per indossarla. Si ritirò in bagno per dare inizio ad una serie di “rituali” che facevano parte ormai da innumerevoli anni dei loro giochi erotici, e cominciando con una lunga e rilassante
seduta
sul water, immersa in lettura. Poi seguì un bagno con acqua caldissima aromatizzato con sali da bagno al mughetto. Quando fu nuda Stella si guardò allo specchio e nel vedere il proprio corpo riflesso poté constatare come si fosse mantenuto bello asciutto e sodo, nonostante negli ultimi due anni avesse, ormai definitivamente, acquisito tre chili in più di peso
devono essere ben distribuiti
pensò tra sé ed in effetti i chili in più avevano rimpinguato il suo seno e il suo sedere!
Il suo corpo era veramente piacevole da osservare così glabro senza più alcun pelo, a nascondere anche il più intimo segreto: gambe, fica, culo, ventre, braccia, seno, ascelle, sembravano essere di porcellana tanto erano lisci sia al tatto che alla vista;
in effetti Rolando aveva proprio avuto una buona idea
convenne tra sé e sé Stella, valutando al contempo la felice scelta, sempre
suggerita
da Rolando, sulla colorazione dei capelli rosso fuoco.
Il corpo depilato in maniera definitiva, con un trattamento laser ad efficacia garantita, era il risultato del regalo di compleanno che le aveva fatto Rolando due anni prima, quando con un insperato colpo di fortuna aveva vinto la rispettabile cifra di cinquantamila euro al superenalotto e ne aveva destinato il dieci per cento allo scopo. L’aveva dapprima convinta della validità della scelta, poi aiutata a superare l’imbarazzo causato dalla “particolarità” di alcune zone destinatarie del trattamento di depilazione “ti accompagno io, vedrai sarà una cosa naturale in più sarà un’occasione per mostrarti nella tua massima intimità” – le aveva detto Rolando con tono convincente. Nel centro estetico che avevano prescelto l’estetista era un uomo giovane e molto bello che Stella apprezzò sia per la professionalità mostrata sia per il fascino. L’imbarazzo fu vinto partendo dalle gambe e dalle altre zone periferiche, quando toccò al sesso e ad alcuni peli presenti intorno ai capezzoli Stella pretese di non essere accompagnata da Rolando come invece era successo tutte le volte precedenti “mi sentirei doppiamente impacciata con Rolando tra i piedi sarebbe un’ammissione esplicita di perversione erotica” – pensò mentre varcava la soglia del centro estetico per quella seduta indimenticabile.
L’estetista la stava aspettando, la fece accomodare e le disse “si spogli completamente, levi pure anche il reggiseno, oggi intendo terminare il trattamento per cui faremo sia il pube che il seno” – quelle parole risuonarono per Stella quasi come un ordine perentorio a cui si assoggettò docilmente sfilandosi con insolita rapidità tutti gli indumenti che indossava, biancheria intima compresa. Si sdraiò sul lettino e Mario – questo era il nome dell’estetista cominciò il trattamento laser partendo dalla pancia, scendendo al pube sempre più giù, a quel punto Stella fu costretta ad assumere una posizione di massima apertura per consentire a Mario di proseguire il suo lavoro. Chiuse gli occhi per nascondere l’imbarazzo e la vergogna che si sentiva dentro e rimase in silenzio sperando che tutto finisse presto. Mario operò con grande destrezza e delicatezza, ma quando le sue dita giunsero necessariamente in contatto con le grandi labbra, Stella sentì un ribollire interno che cresceva man mano che il laser si insinuava fra le sua cosce alla ricerca dei peli nelle zone più recondite.
“Adesso facciamo una pausa davanti per evitare irritazioni, si giri dietro che togliamo i peli dalla zona anale” – la sollecitò Mario – e lei obbedì docilmente dovendo tra l’altro esporsi in una posizione alquanto oscena, praticamente a pecorina. Mario lavorò con dovizia e professionalità levando in pochissimo tempo tutti i peli presenti intorno all’ano e nelle zone circostanti, facendo rimettere Stella a pancia in su con le gambe divaricate.
Restavano ormai poche decine di peli che Mario eliminò in brevissimo tempo durante il quale ebbe comunque il tempo di accorgersi dell’eccitazione di Stella: il suo sesso si stava bagnando sempre più al punto che gli umori fuoriuscivano dalle labbra formando una piccola gemma luccicante intorno al clitoride. Restavano ancora cinque piccoli peli sul seno e fu proprio in quell’occasione che Mario si abbandonò ad una licenza erotica pizzicando leggermente i capezzoli di Stella che reagì chiudendo e stringendo le gambe ma rimanendo con gli occhi chiusi; Mario allora allungò una mano fra le sue cosce iniziando un lento massaggio del clitoride, questo fece crollare le residue resistenze di Stella che aprendo gli occhi scoprì di avere le labbra di Mario ormai prossime alle sue, lo fissò un attimo e poi senza parlare gli infilò in bocca la lingua invitandolo al contempo con le mani a proseguire con maggior determinazione il massaggio iniziato. Le braccia forti di Mario l’avvinghiarono dal lettino su cui era adagiata per trascinarla in piedi, attaccata al suo corpo in un bacio senza respiro e senza tempo. La situazione era molto eccitante quanto imbarazzante: lei tutta nuda in piedi abbracciata ad un uomo tutto vestito che conosceva appena, almeno fino a quel momento…! Senza staccare la lingua e le labbra da quelle di Mario, dopo aver frugato sempre più freneticamente con le mani alla ricerca del suo sesso, glielo agguantò, ormai teso e gonfio, lo liberò rapidamente di pantaloni e mutande iniziando a masturbarlo con tutta la maestria di cui era capace. In un attimo quel cazzo non enorme ma veramente “bello”, si infilò deciso nella bocca di Stella, che accovacciata ai suoi piedi, lo prese fra le labbra con estrema voluttà, mugolando di piacere ed esibendosi in quello che da sempre era il suo “pezzo” preferito: il pompino di qualità. Non una parola era uscita dalle loro bocche se non alcuni “Siii” di approvazione e d’incitamento appena sussurrati a fior di labbra, solo i loro corpi stavano parlando, e come! L’istantanea era quanto di più improbabile si potesse mai arrivare ad immaginare: appena celati da un semplice separé c’erano Mario in piedi nudo dalla cintola in giù, con una donna tutta nuda accucciata ai suoi piedi, che gli pompava a piene labbra, lasciva e sensuale ma al contempo scatenata, il cazzo. Il pompino ebbe termine allorquando Stella decise che era giunto il momento di assaggiare il cazzo in un altro modo: infilandoselo dentro la fica cavalcandolo a spegnimoccolo, e invitando Mario a palparle le tette e soprattutto a pizzicarle i capezzoli. L’orgasmo che la inondò fu improvviso e violento, facendola urlare di piacere, deformandole i contorni del viso torto nello spasmo di godimento, quando si riebbe notò che Mario non aveva eiaculato “mi piacerebbe venire nella tua bocca” – le sussurrò tra l’impacciato e l’eccitato – e lei senza profferire risposta agguantò il cazzo ancora tutto viscido di umori della fica e lo infilò in bocca dando vita ad un pompino memorabile. Date le ridotte dimensioni del cazzo, Stella riuscì a prenderlo in bocca per tutta la sua lunghezza, e rimanendo immobile alla sua base lo “lavorava” di lingua e di labbra fino a quando un getto caldo le riempì la gola seguito subito da altri tre fiotti meno violenti del primo ma più intensi; continuò a succhiare fino all’ultima goccia di sborra e poi staccatasi dal cazzo desiderò ingoiare tutto per poter conservare per un po’ dentro di sé il sapore di quell’uomo così bello. Si rivestì lo salutò con un ultimo rapido bacio ed uscì dal Centro Estetico “il conto verrà a saldarlo mio marito domattina” – aggiunse uscendo – “in fondo caro Rolando mi hai praticamente imposto una cosa che era di per sé ad alto rischio erotico ed io ti ho accontentato” pensò mentre risaliva in macchina per tornare verso casa ancora sconvolta per quanto era accaduto poco prima.
Non era la prima volta che Stella aveva esperienze sessuali extraconiugali, ma era la prima volta che accadeva senza la presenza di Rolando. Infatti circa sei mesi prima era successo che…
Pomeriggio uggioso e di conseguenza noia mortale Stella e Rolando ne trascorrono la prima parte in silenzio immersi nella lettura di giornali e libri. All’ora del the Stella avvia una chiacchierata avente lo scopo di analizzare la loro situazione coniugale; Rolando accetta anche se già sa che si andrà inevitabilmente a parlare di quel brutto e tristissimo episodio in cui è rimasto coinvolto ovvero la disgraziata e maledetta relazione con una donna che chiedendo sesso aveva tentato di tessergli intorno una tela fatale. Rolando era consapevole di quanto male avesse causato a Stella tutta quell’esperienza e, anche se per lui era davvero tutto dimenticato, capiva come a lei servisse ancora un qualcosa che la sbloccasse aiutandola a superare definitivamente quei brutti ricordi.
Ogni volta che ne avevano parlato Stella si era regolarmente oscurata e intristita uscendosene con frasi del tipo “io non ti ho mai tradito nonostante che la curiosità per un’esperienza diversa l’abbia quanto te, ma non lo farei mai perché so quanto male ti farei!”
A quella chiacchierata c’era stato un preambolo non più tardi di una settimana prima “Ho una proposta da farti” – le disse Rolando mentre la carezzava dolcemente, ma con un insolito tono della voce serio e deciso – “e ti chiedo di rifletterci a fondo; qualunque sarà la tua risposta fammela sapere solo dopo aver riflettuto a fondo. Credo di aver individuato una scelta che ci libererà da tutti i fantasmi del passato accendendo al contempo il nostro desiderio erotico di nuove motivazioni. Daremo vita ad un nuovo tipo di relazione erotica in cui tu avrai esperienze di puro sesso con altri uomini che sceglieremo insieme, belli e … interessanti da tutti i punti di vista; per me il vederti fra le braccia di altri uomini mentre ti possiedono in ogni modo sarà come scontare una pena che sento di dover scontare, per te sarà la possibilità di soddisfare la tua più che lecita curiosità a riguardo e il farlo con me presente, anche se in modo discreto, avrà il duplice scopo di vendetta nei miei confronti ma anche e soprattutto di ostacolo al rischio di innamoramenti: dovrà essere sesso puro, libero da ogni remora. Pensaci e sappimi dire, se sarai d’accordo dovrai farlo con estrema convinzione, immergendoti completamente nelle situazioni in cui sarai coinvolta, impegnandoti anzi a crearne tu stessa di nuove e sempre più perverse, dando sempre il meglio del tuo già ricco repertorio erotico: dovrai partecipare con il massimo coinvolgimento sensuale, godendo nel darti a sconosciuti o quasi, sapendo trarre da ciascuno il massimo godimento, avendo comunque come fine principale sempre quello di mostrarti a me, cercando e favorendo le situazioni più spinte senza provare alcuna remora o scrupolo o senso di colpa, pudore o vergogna, anzi al contrario, il tuo massimo godimento dovrà scaturire dalla consapevolezza che siamo complici di un gioco erotico perverso, per mezzo del quale saranno contemporaneamente soddisfatte la tua sete di curiosità, il tuo recondito desiderio di vendetta, il mio vojuerismo e il mio masochismo.
Quando uno scrupolo o un dubbio ti dovessero frenare ricorda sempre che sono io ad avertelo chiesto, che più sarai porca e più sentirò vivo il tuo amore dentro di me, per cui saprò trarre estremo godimento in diretta proporzione all’estremità e spericolatezza delle tue evoluzioni erotiche. Se accetterai, dovrai dimenticarti il passato, tutto il passato, e sapere che l’unico modo che avrai per dimostrarmi il tuo amore sarà quello di essere puttana partecipando attivamente ad ogni situazione creando e proponendo le condizioni più perverse.” – così concluse Rolando quella sera.
La crudezza di quel discorso l’aveva colta del tutto impreparata, era rimasta in silenzio, pensosa ad ascoltare, arrossendo in viso e respirando a fatica “mi chiedi un qualcosa di veramente estremo che non riesco assolutamente a sentire come parte di me, anche se ne capisco lo scopo, ci rifletterò sopra e ne riparleremo a suo tempo!” – tagliò corta. Quella notte per lei fu densa di pensieri di ogni tipo belli e brutti, comparivano davanti ai suoi occhi i fantasmi che tante volte le avevano rovinato il sonno e anche la stabilità psicologica riacquistati a caro prezzo e con mille sforzi, “e se mi dovessi innamorare io di un altro uomo? Sarebbe una tragedia, so già che Rolando non mi perdonerebbe mai! A che pro allora, imbarcarsi in un’avventura come quella che mi ha proposto sapendo il rischio che correrei?” – questi e mille altri pensieri le affollavano la mente confusa. Vinta dalla stanchezza si addormentò di un sonno profondo che le fece recuperare lucidità e determinazione, si svegliò presto andò in bagno e cominciò a rimirarsi davanti allo specchio “beh non sono affatto male” – meditò pensosa “certo la proposta di Rolando è molto stuzzicante e mi incuriosisce alquanto sia il poter provare a far sesso con altri uomini, sia al contempo capire bene fino in fondo le regole del gioco erotico che mi ha proposto” – concluse – “ci ripenserò su ancora…”
Ed ecco che quel momento era arrivato: “Ho deciso” – lo incalza subito Stella riponendo il libro che sta leggendo – “che la tua proposta vada accettata se non altro per provare: io a scrollarmi di dosso quest’ansia che ancora oggi periodicamente mi opprime e tu a pagare un prezzo per la tua colpa che è stata veramente grave, un modo per perdonarti meglio insomma!”. Rolando trasecola letteralmente: non se lo sarebbe assolutamente aspettato! Rimane a bocca aperta…senza parole. “Però ad un patto” – prosegue Stella ormai più che decisa – “voglio scegliere io l’uomo con cui farò sesso la prima volta e in quell’occasione voglio essere sola con lui, tu non ci devi proprio essere!” “Hai già pensato a chi scoparti, brutta porcella! Comunque mi dispiace ma io voglio esserci altrimenti salta tutto!” – risponde Rolando ripresosi dallo smarrimento iniziale. “Si sedurrò Alberto sai quell’uomo maturo che mi saluta così cordialmente la mattina quando mi incontra al bar e che tra l’altro mi ha già fatto capire in più occasioni di essere fortemente attratto da me, comunque o sola o niente!” replica secca Stella – “beh mi sembra una scelta davvero strana la tua” – risponde Rolando – “comunque l’accetto, a patto però che tu sia sola con lui ma, con la telecamera accesa in camera da letto, io voglio sapere, vedere e sentire tutto ciò che farete e vi direte, almeno in video, altrimenti è no deciso!” La risolutezza di Rolando fa sì che Stella concluda “va bene, vorrà dire che tu piazzerai la telecamera nascosta in modo che possa riprendere in ogni particolare il mio incontro e io ti prometto che l’azionerò appena entrata in camera da letto, ricordati però di caricare bene le batterie e di mettere una cassetta da almeno due o tre ore…!” “Stai tranquilla” risponde Rolando in preda ad uno sconvolgimento interiore dovuto alla incredibile risolutezza che sta mostrandogli Stella.
Quella improvvisa risolutezza mette profondamente a disagio Rolando che si sente in un certo qual modo “ferito” nel suo maschio orgoglio dall’imposizione di Stella: “o sola o niente!”
Così si sente quasi obbligato ad una precisazione: “Solo io potrò decidere quando e come tale patto debba considerarsi sciolto, fino ad allora tu dovrai in ogni modo interpretare al meglio la tua parte, ricordandoti sempre che valuterò in ogni attimo il tuo amore solo ed esclusivamente sulla base del tuo grado di perversione!”
Da lei un sorriso accompagnato ad uno sguardo complice di compiacimento quale risposta affermativa a quest’ultima precisazione.
I giorni successivi trascorrono in un’armonia quasi surreale, Rolando vorrebbe fare l’amore in qualunque circostanza, Stella invece sembra quasi volersi conservare per l’occasione a cui ormai mira apertamente: fare sesso con Alberto!
Che Rolando sia una sorgente di continue sorprese, gradite e non, è cosa ormai nota, ma quello che le sta preparando per quella serata certo Stella non lo immaginerebbe mai!
“Stasera ho voglia di sesso” – le dice con fare molto diretto – “e voglio che tu lo faccia lasciandoti bendare gli occhi, così puoi già immedesimarti nella situazione di farlo con un altro uomo al posto mio!” Una proposta tanto “innocua” da non sollevare in lei alcun sospetto di intrigo o altro. Così quella sera, dopo essersi entrambi vestiti in modo particolare, lui da maggiordomo, lei da disinibita donna di spettacolo, ecco apparire la benda che non dovrà essere tolta dagli occhi per nessuna ragione, “solo io potrò farlo se e quando lo riterrò opportuno!” – ribadisce ancora una volta Rolando facendo trasparire un’insolita determinazione.
Così Stella si ritrova “guidata” dal suo uomo che la accompagna in una stanza, la fa sedere su una sedia e poi la lega saldamente dicendole di avere pazienza, poi uscito dalla stanza, chiude la porta a chiave e si allontana. Dopo un po’, dopo un bel po’, Stella ormai spazientita comincia a chiamare Rolando perché le dia una spiegazione di questo gioco, “tra l’altro mi si stanno informicolendo completamente le mani!” – conclude tra sé.
“Eccomi da te, donna inquieta!” – le dice slegandola, “e mi raccomando, ricorda di non tentare mai di levarti la benda dagli occhi!” “Si, si, stai tranquillo, se te l’ho promesso lo sai che mantengo sempre quello che dico, io…!” – “ecco seguimi così, attenta agli scalini, stiamo andando nel nostro boudoir, siamo arrivati, adesso siediti qui sulla poltroncina e fammi vedere come fai a sedurre il tuo maggiordomo!” – terminate quelle parole … ah se Stella subodorasse anche lontanamente ciò che sta per fare!
Quell’imbroglione di Rolando ha fatto in modo che adesso al posto suo ci sia … ma sì, ma sì: c’è proprio un altro uomo, un uomo peraltro molto bello con una fisionomia ed un’anatomia completamente diverse dalle sue, quasi glabro, al contrario” di lui che è ricoperto quasi dappertutto da una vera e propria “pelliccia, e soprattutto dotato di un sesso veramente grande e poderoso, molto, ma molto di più di ciò che la natura abbia donato al “perversone”!
È d’obbligo una descrizione sintetica della scena: Rolando, ovviamente dotato di telecamera, si è messo in posizione defilata, ma in modo tale da riuscire ad ingannare Stella sulla direzione da cui proviene la sua voce, Stella è morbidamente adagiata sulla poltroncina, mentre Piero, questo è il nome del “terzo”, sta in piedi appunto a fianco della poltroncina. “Battista, ho bisogno di un massaggio particolare” – sospira lei con voce melensa, “come comanda mia signora” – risponde Rolando, facendo contemporaneamente un cenno a Piero perché cominci ad “operare”.
Vinto un attimo d’iniziale imbarazzo, Piero comincia ad insinuare le sue mani attraverso i pochi vestiti indossati da Stella, le sbottona lentamente la camicetta con una mano, mentre con l’altra le percorre una coscia andando rapidamente ad incrociare un gancetto del reggicalze. “Mhnn ahhh, che bel massaggio, continua ti prego” – mugola ignara di quel che realmente sta accadendo.
Ormai i seni sono scoperti, la gonna benché ancora allacciata sembra non esserci, le mani di Piero esplorano quel corpo così caldo e voluttuoso dappertutto, prima palpando e massaggiando sapientemente i seni, poi pizzicando i capezzoli, infine aprendo quella fessura ormai fradicia con le dita. È la prima volta che gli capita di vedere una donna completamente depilata e la cosa provoca in lui un’eccitazione ancora più intensa, si piega su quel corpo e comincia a percorrerlo prima con una serie di baci, poi con morsetti calibrati nei punti più “strategici”, infine con la lingua aperta a bagnare tutta la pelle, dalle orecchie alla fica. “Cazzo, ho bisogno di cazzo, di tanto cazzo, vieni Battista fatti preparare adeguatamente!” – mugola ormai completamente ubriaca di libido.
È arrivato il momento tanto atteso da Rolando: Stella sta spogliando con una certa fretta Piero, convinta peraltro di avere a che fare con lui, in pochi secondi cadono pantaloni, mutande, giacca e camicia ed ecco che lei mostra di saper restituire con altrettanta qualità toccate e leccate. È tale in lei il grado di eccitazione che procede scatenata lungo quel corpo così caldo, senza che la sfiori il benché minimo dubbio di ciò che stia realmente accadendo; solo l’impatto con il sesso, davvero prepotente, la fa sobbalzare, si ferma un attimo, lo bacia lo tocca, lo odora, lo lecca e poi dopo una breve esitazione di poche decine di secondi prosegue e lo fa affondare dentro la bocca scatenandosi in un pompino davvero da premio! Ormai è chiaro che anche lei sa, e comunque ha deciso di gustarsi fino in fondo tutta quella delizia.
Capita la situazione Stella decide, senza peraltro darlo ad intendere, di assecondare il gioco perverso di Rolando che sta sicuramente guardando e riprendendo ogni attimo di quella serata. Si leva tutti i vestiti che ha ancora addosso, si alza in piedi e fa sedere Piero sulla poltroncina al suo posto, poi gli si mette davanti rimanendo in piedi a gambe divaricate, lentamente si china in avanti verso il basso fino a ritrovare quel cazzo meraviglioso per avvolgerlo nuovamente con le sue labbra in un lungo, morbido, perverso pompino. Visto da dietro lo spettacolo è davvero unico, Rolando lo sa e quindi si sdraia quasi a terra per poter riprendere al meglio quella meraviglia che mai gli era riuscito di vedere: davanti a lui, quasi sopra la testa, inguainate in un paio di calze velatissime nere, si slanciano le cosce di Stella che confluiscono in quel meraviglioso vertice dove si trovano buco del culo e fica, e che fica! Mai avrebbe immaginato che una fica potesse sborrare così copiosamente prima dell’orgasmo, infatti lunghi filamenti fuoriescono dalle grandi labbra aperte e imperlate, colando in dense gocce fino a terra, quasi sulla sua bocca! Poco più avanti ballonzolano liberamente le tette al lento ritmo del pompino, l’andirivieni della testa determina la corrispondente oscillazione delle tette; Stella sa che il suo uomo la sta osservando e sa bene cosa offrirgli! La telecamera sapientemente diretta, indugia a lungo con frequenti stacchi e zoomate su ogni particolare: il buco del culo, la fica, i filamenti di sborra, le tette, le labbra della bocca completamente deformate ad “ospitare” quella grossa, enorme banana che toglie quasi il respiro! Memorabili sono le riprese che Rolando realizza con lo zoom: un primo piano sulle tette così gonfie e voluminose con i capezzoli tesi e turgidi per l’eccitazione ormai fuori controllo, e tra quelle due “bocce” si intravedono con sufficiente definizione, il mento e le labbra inferiori di Stella deformate e avviluppate attorno al cazzo viscido di saliva; il tutto accompagnato da un suo sempre più insistente mugolio di piacere, anche in risposta alle incitazioni sempre più volgari che il suo uomo le rivolge. Gustate a “freddo” con l’uso del rallentatore, sembrano scene di una danza “rituale”: il dondolio delle tette che accompagna l’andirivieni della bocca lungo il cazzo e anche il mugolio emesso da Stella che potrebbe tranquillamente essere interpretato come la sinfonia di accompagnamento..!
Ancora pochi minuti di quel “trattamento” e.. Piero ormai completamente in estasi, le scarica in bocca una copiosa cascata di sperma, fresco fluido, buono, che odora di buono, al punto che Stella dopo avergli ripulito per bene il cazzo, si solleva in piedi girandosi lentamente, socchiude la bocca facendo fuoriuscire la lingua tutta imbiancata a raccogliere ogni minima goccia di sperma dalle labbra, e con una manovra repentina la richiude ingoiando tutto con il massimo piacere!
“E adesso inculami maiale, oggi voglio prendere il cazzo per bene e dappertutto, hai visto come sono troia oggi!” – e così dicendo ricomincia a spompinare quel membro per ridargli il vigore di prima. È a quel punto che Rolando le leva la benda dagli occhi, così dopo un’occhiata approfondita a quel partner “sconosciuto” sogghigna compiaciuta “avevo intuito che c’era qualcosa d’insolito, solo che non riuscivo a crederci fino a quando non ho assaggiato il tuo uccello. E che uccello, mai in vita mia mi era capitata tanta grazia! Finora ho sempre dovuto accontentarmi del cazzetto da finocchio di Rolando, ma oggi non intendo rinunciare a niente, voglio provare e gustare tutto, visto che è quello che quello che vuole quel porco!” – a questo punto ritorna il silenzio rotto solo dal mugolio di Stella che ha ricominciato il pompino interrotto e quando ritiene sufficiente la qualità dell’erezione si piega in avanti accovacciandosi sulla poltrona alla pecorina, offrendo il proprio culo a Piero – “ecco adesso inculami per bene, voglio che me lo infili fino in fondo, mi devi sverginare perché quel finocchio di mio marito non è mai riuscito a sfondarmi per bene il culo!”. Con un simile linguaggio osceno l’amplesso raggiunge in breve, livelli di perversione inaudita dove è quasi imbarazzante ripetere i dialoghi intercorsi.
Tutto procede tra le attente e puntuali riprese filmate di Rolando che si muove come un regista su un set di un film porno, le urla e imprecazioni di puro piacere dei due amanti, che smessa una posizione ne inventano una nuova e così per ore, variando tra fica e culo. Tale e tanto è stato il tempo trascorso, e tanto il sesso goduto che alla fine anche un perverso come Rolando ha perso il conto degli orgasmi avuti dai due amanti. Quando si abbandonano spossati al meritato riposo, nella stanza si respira un odore di sesso così intenso e avvolgente da essere avvertito anche dopo un lungo tempo di permanenza all’interno. “Adesso vieni qui e ripuliscimi la fica!” – ordina infine Stella con tono imperioso rivolgendosi ovviamente a Rolando, che dapprima dubbioso e titubante, esegue poi fedele come un cane…! L’affondare la lingua nel sesso della sua donna, così colmo di umori, di odori e di sapori diversi e strani, provoca in lui un’eccitazione mai provata che lo porta a ripulire in modo meticolosissimo ogni zona, anche la più recondita e nascosta, inghiottendo tutto, proprio come un servo, anzi per meglio dire, come uno schiavo fedele!
Il week end si consuma in fretta, la domenica viene “spesa” da entrambi a recuperare le energie necessarie ad affrontare un’altra settimana di duro lavoro.
Passano così alcune giornate di intenso impegno professionale per entrambi, ed ecco che un giovedì sera si ritrovano a misurare la reciproca voglia di sesso.
“Avevi detto che mi avresti fatto vedere insieme a te alcune decine di minuti di un bel film porno, tanto per variare sul tema…!” – lo incalza Stella, intuendo le sue intenzioni quando sente nelle carezze e nelle attenzioni che le sta riservando, un calore “particolare” a lei ben noto….
“O.K. però ad un patto: che tu non imponga veti di alcun tipo, ne guardiamo una parte che dura circa un’ora senza sfiorarci e parlarci, e poi…” – le risponde alzandosi dalla poltrona per andare ad inserire la cassetta nel videoregistratore. Poi si accomoda vicino a lei e avvia la cassetta; la scena è chiara da subito: si tratta del resoconto per suoni ed immagini del primo rapporto sessuale extraconiugale avuto da Stella proprio sabato scorso con Piero! “Ma.. questo non è un film porno! Tu bari, cambia cassetta dai” – esclama lei reagendo bruscamente alle prime immagini che la immortalano, mentre mollemente adagiata sulla poltroncina si gode i massaggi “particolari” di Piero – “Hai appena finito di dire che non avresti posto alcun veto, e poi tu lo dici che questo non è un film porno: chetati e guarda, giudicherai dopo!” – ribatte Rolando con tono seccato.
Così la proiezione prosegue senza più interruzioni e polemiche, con gli “spettatori” in perfetto silenzio, proprio come al cinema!
Adesso le immagini cominciano ad essere davvero “forti”, la scena del pompino in piedi si svela in tutti i dettagli e da tutte le angolazioni, con primi piani davvero inimmaginabili soprattutto se rivisti al rallentatore! Certo è difficile confutare l’affermazione che quello sia un vero pornofilm, e ancora più difficile risulta sostenere che Stella non abbia e dimostri doti e abilità proprie di una vera e affermata pornostar!
Lei stessa comincia a sentirsi “intrigata” da quelle scene così esplicite e precise, ma al contempo mai noiose (cosa invece propria dei veri film porno), vedere la sua fica tutta imperlata di sborra al punto tale da colare con continuità, in densi e copiosi filamenti fino a terra, scoprire la bellezza del proprio corpo, dei seni turgidi e pieni, dell’ano così misterioso (e ormai “aperto”!), osservare come si debba deformare la sua bocca per succhiare adeguatamente un autentico cazzone: tutto ciò le provoca una reazione incontrollata che la induce a continuare la visione masturbandosi apertamente le tette e la fica.
“Ahhnn, sono proprio una vera autentica puttana, non lo immaginavo davvero, queste immagini sono veramente eccitanti, potrei fare tranquillamente l’attrice porno così unirei l’utile al dilettevole, anzi ho un’idea ancora migliore: io faccio l’attrice tu, brutto porco fai il regista!” – ormai le parole che le escono di bocca sono sempre più risultato del grado di eccitazione in cui attualmente si trova! “Avevamo detto di guardare in silenzio, ma visto che ormai sei partita ti concedo un’eccezione!” – la rincalza Rolando che sul suo esempio si è aperto la patta e ha estratto il membro per masturbarsi lentamente a sua volta. Quando sul televisore compare la scena dell’inculata, ormai i due hanno interrotto la visione, per passare all’azione diretta baciando e succhiando con un’avidità sconosciuta fino ad allora; gli accoppiamenti che seguono, ovviamente primo fra tutti un lungo e dolcissimo coito anale, hanno un odore insolitamente selvaggio: mai si erano sentiti tanto uniti facendo sesso!
“Te l’avevo detto che avrebbe funzionato meglio di qualunque vitamina o farmaco, io me lo sentivo che mancava il carburante al nostro rapporto, e sapevo anche che quella imboccata è la via giusta per uscire dal grigiore in cui il nostro rapporto è stato troppo a lungo offuscato. Dobbiamo togliergli il velo, un velo fittizio che non dovrà mai più offuscati la mente, lasciandoti libera di amare e di godere tutto il bello della vita. Quando avremo raggiunto questo scopo decideremo cosa fare: continuare così o ridiventare una coppia monogama, fatto salvo che sarai sempre e solo tu ad accoppiarti con persone estranee, io voglio e debbo vedere e soffrire (godendo) in silenzio!” – con queste parole Rolando la baciò tutta ebbro di un piacere davvero mai provato prima d’allora.
“Allora è deciso: per l’ultimo dell’anno andiamo alla festa organizzata a casa di Elena, e dato che mi ha detto che ci sono più donne che uomini ho invitato anche Cesare, verrà in macchina con noi.” Cesare era un amico comune e un collega di lavoro di Rolando, sui quarant’anni e scapolo, inguaribilmente scapolo! In realtà Rolando sapeva bene come Cesare vivesse la sua solitudine con tristezza e soprattutto quanta voglia di sesso lui avesse, era evidente sia dai suoi discorsi, sia dalle frequentissime “visite” a siti web porno che faceva anche in orario di lavoro…
Certo Stella non potrebbe immaginare il “progetto” del suo compagno, così quella sera, per l’ultimo dell’anno sceglie un abbigliamento volutamente sexy sia “sotto” che sopra, in tema con la serata, il tutto per soddisfare la ben nota perversione del proprio partner: sostieni seno nero orlato di pizzo, mini perizoma nero completamente trasparente, reggicalze e calze nere velatissime; sopra camicetta aderentissima in seta semitrasparente grigia chiusa dietro da tre soli bottoni, gonna nera con generosissimo spacco laterale da cui si possono intravedere benissimo calze e reggicalze. La scelta di quella camicetta coordinata con il sostieni seno è “strategica” e Stella lo sa bene: il continuo sfregamento della seta contro i capezzoli sospinti in fuori dal sostieni seno, provoca la loro continua stimolazione del tutto simile ad un vellicamento di lingua durante un rapporto sessuale, con l’unica differenza che nel caso presente il titillamento è destinato a durare molte ore. Il piacere provato è raddoppiato dal vedere gli sguardi vogliosi degli uomini posati sulle proprie tette, visibili ed evidenti quasi come fosse nuda, con i capezzoli irrigiditi e turgidi da sembrare due lamponi! La festa da Elena trascorre comunque fluida e in allegria, tra balli e chiacchierate, brindisi e “trenini” vari, anche con qualche palpatina più o meno distratta, ma siamo all’ultimo dell’anno e … in fondo fa parte della festa anche questo! Nonostante i molti momenti di aggregazione, quella sera Cesare rimane spesso defilato e solo, per cui verso le 2 del mattino Rolando propone a tutti e tre di tornare a casa, proposta accettata con piacere da tutti. Il viaggio di ritorno trascorre in un’insolita atmosfera di silenzio, forse anche a seguito alle copiose bevute ed ai numerosi brindisi!
“Vieni dentro un attimo?” chiede Rolando, già sapendo quasi il contenuto della risposta; “no dai è tardi e devo fare ancora più di 100 chilometri per arrivare a casa mia!”
“Puoi fermarti a dormire da noi” ribadisce rapido Rolando, “abbiamo un comodissimo divano letto!” “Si dai Cesare, rimani qui così domani sarai sicuramente più in forma per guidare la macchina fino a casa tua!”, ribadisce Stella ignara di ciò che passa nella mente del suo uomo.
“D’accordo mi avete convinto, rimango a patto però che domani vi offra il pranzo ad un ristorante”; “OK, allora dobbiamo fare un brindisi tra di noi, per augurarci un anno felice e spensierato!”, così dicendo Rolando apre il frigorifero ed estrae una bottiglia magnum di Champagne. “Dai prendi tre calici” la esorta, mentre si impegna nell’operazione di “stappo”.
“Auguri” echeggia nel salotto “Auguri”, e tra un augurio e l’altro Rolando verifica che Stella abbia sempre il calice ben colmo, facendole bere una considerevole quantità di quel dolce ed inebriante nettare.
Così tra un “Auguri” e l’altro la ritrae a sé e comincia a baciarla con la lingua, senza preoccuparsi assolutamente della presenza di Cesare che rimane un po’ sorpreso e defilato ad osservare.
In un primo momento Stella cerca di opporsi a quel abbraccio così erotico, ma i fumi dell’alcol e delle bollicine rendono la sua, una resistenza assai blanda! Così al primo bacio ne segue un altro ancora più lungo e coinvolgente: ormai le mani di Rolando percorrono con crescente frenesia il suo corpo, insinuandosi lentamente nello spacco generoso della gonna offrendo a Cesare un inatteso spettacolo ad altissima tensione erotica: le cosce inguainate in un reggicalze con calze nere velatissime, scoprendo di lì a poco, anche il ridottissimo perizoma che copre a malapena il sesso. Quando con rapidi gesti, le mani sbottonano la camicetta, scoprendo alla vista uno spettacolo inatteso e irresistibile: i seni di Stella nudi con i capezzoli turgidi, sorretti da un sostieni seno, Cesare sente montare dentro di sé un misto di imbarazzo ed eccitazione “cosa stanno facendo questi due, si mettono a scopare qui davanti a me, si sono forse dimenticati che ci sono anch’io?” si domanda fra sé, sorpreso. Totalmente preso dallo spettacolo osceno, con gli occhi paralizzati e il respiro affannoso, incrocia lo sguardo del suo amico che con un esplicito ammiccamento, lo sta invitando ad avvicinarsi e a “partecipare” anche lui, così vinto l’iniziale e comprensibile imbarazzo, si piazza alle spalle di Stella sempre impegnata a baciare Rolando, le afferra saldamente le tette cominciando al contempo a leccarle le orecchie. Quel “doppio attacco” ha su tutti e tre l’effetto di una bomba: Rolando la rigira quasi subito verso Cesare, il quale senza attendere oltre, le infila in bocca la sua lingua sbottonandole al contempo con l’altra mano l’ultimo bottone che ancora tiene chiusa la gonna.
È questione di un attimo: Stella rimane nuda tra due uomini che eccitatissimi si contendono le parti scoperte del suo corpo, così basta una semplice carezza di Rolando per “guidare” la sua testa all’altezza dei due cazzi ancora “prigionieri” dentro i pantaloni: pochi secondi e li impugna entrambi, dapprima slinguandoli, poi passando ad una serie di succhiate sempre più voluttuose. “Succhia il suo, è lui l’ospite, io voglio guardarti..” le sussurra Rolando, così Stella ormai consapevole di cosa stia accadendo si ritrova in bocca l’uccello del migliore amico di famiglia, che con la fame arretrata che ha, resiste solo pochi secondi prima di scaricarle in bocca un fiume di sperma, accompagnando la sborrata con urla liberatorie quasi sovrumane!
Ingoiare quella “novità” è quasi un obbligo per lei, e così dopo una prima “generosa” boccata, si ritrova di lì a pochi secondi la bocca nuovamente piena di sperma “mamma mia quanta sborra, sembra non finire più” pensa mentre s’impegna in un nuovo “ingoio”.
La fame si sa fa miracoli: non è necessario attendere neanche un minuto e il cazzo di Cesare si presenta orgoglioso in una nuova promettente erezione, così il “caro amico di famiglia” messo da parte l’iniziale pudore, si abbandona senza più scrupoli, a soddisfare i suoi più perversi desideri “Dai troiona mettiti alla pecorina che ti voglio inculare!” le ordina perentorio. Forse per lo stupore, o forse ancora per la “debolezza” psicologica dovuta ai fumi dell’alcol, o ancora e meglio per la curiosità e l’eccitazione di quell’atmosfera inattesa, fatto sta che Stella ubbidisce docile mettendosi sul divano a pecorina e mostrando per bene i propri orifizi. “Fammelo succhiare un po’ prima, te lo devo lubrificare, altrimenti mi farai male!” lo supplica, ma dopo alcuni minuti di spompinate sente l’asta rigida farsi largo tra le sue chiappe. Rolando non resiste a quella vista, e mettendosi sotto alla sua donna, le infila lesto il cazzo in fica dando vita per la prima volta, ad un amplesso simultaneo a tre con la sua donna penetrata contemporaneamente in culo e fica.
“Ti piace puttana prendere due cazzi, vedrai come ti faremo sborrare!” esclama ansimante, mentre sente il cazzo di Cesare premere con forza contro la propria cappella, così separati solo da pochi centimetri…. Stella ormai pervasa da uno stato d’estasi fino ad allora sconosciuto, si abbandona a quel piacere libidinoso ed intenso, assecondando i due uomini con movimenti sempre più ritmati e profondi dei fianchi incitandoli ad entrare ancora di più dentro di lei, ma senza sborrare! “Fatemi godere dai maiali schifosi, ma non sborrate, voglio prendervi dopo!”, e così dicendo si abbandona al primo grande ed intenso orgasmo multiplo e simultaneo, vaginale ed anale, della propria vita sessuale. Se fosse passato qualcuno davanti a casa si sarebbe certamente spaventato per le urla disumane emesse da Stella nel perdurare del godimento e sarebbe rimasto esterrefatto per la volgarità ed oscenità delle parole udite! Ripreso il “controllo” della situazione Stella fa mettere i suoi due amanti uno di fronte all’altro, sdraiandosi tra loro, in modo da avere i due cazzi all’altezza della bocca “voglio che mi sborriate tutti e due sul viso adesso” ordina mentre inizia con la lingua un titillamento irresistibile sui due glandi. “Dai sborratemi in faccia, porci” esclama, pochi secondi prima di venire investita da un doppio getto di caldo e denso liquido seminale che le copre tutto il viso, andando poi a colare in lunghi rivoli sui seni turgidi e quasi tumefatti per le violente palpate a cui sono stati sottoposti durante tutta la serata.
Il mattino dopo, verso mezzogiorno Stella si risveglia da un lungo e profondo sonno, durante il quale crede di avere sognato tutto, ma il bruciore all’ano e la vicinanza di Cesare, nudo e con il cazzo ancora duro la riporta rapidamente alla realtà: la “fame” dell’amico è davvero tanta e parimenti la disinvoltura con la quale dispone ormai come un padrone del suo corpo “apri le gambe baldracca che ho voglia di fotterti” e così dicendo le infila con decisione il cazzo in fica provocandole un iniziale senso di disagio dovuto alla temporanea mancanza di lubrificazione, che però non tarda ad arrivare copiosa, permettendole di avere così un altro lunghissimo orgasmo con quell’amico ormai diciamo divenuto più che “intimo”!
“Adesso mi devo preparare per andare a pranzo, andate di sotto e aspettatemi” ordina, ormai consapevole di tutti gli accadimenti di quella pazza notte di Capodanno.
Quando si presenta ai suoi due uomini sembra vestita come la sera prima, stessa gonna, stessa camicetta, ma sotto invece di tanti “orpelli” ha scelto una tutina aderentissima e trasparentissima con dei buchi “strategici”: capezzoli e sesso restano scoperti.
Al ristorante il cibo viene poco apprezzato, è più importante il gioco erotico tra i tre amanti, fatto di continui sguardi, di velati sfioramenti, di ammiccamenti più o meno evidenti; così il ritorno a casa è vissuto quasi come una liberazione; durante il viaggio di ritorno Cesare e Stella si siedono sul sedile posteriore, dando vita ad una pomiciata affannosa sotto lo sguardo attento di Rolando che invece della strada, osserva dallo specchietto retrovisore… L’ultima scopata Stella vuole farla da sola con Cesare, Rolando può assistere in silenzio, al massimo munito di telecamera! Così esibendosi quasi fosse un’attrice su un palco, si fa penetrare in mille posizioni diverse, consentendo al proprio uomo di vedere “bene” come il cazzo di Cesare le apra la fica, anche stavolta il coito termina con una copiosa sborrata in faccia che, secondo gli ordini di Cesare, viene lasciata asciugare sul viso, senza pulirla. “Adesso devo proprio andare, ma spero che ci si possa rivedere presto…” saluta Cesare, mentre si infila il giaccone per andare a casa propria.
“Eccoci soli” esclama Stella ancora nuda e gocciolante, “vieni qui e leccami, voglio che assaggi anche tu la sborra del tuo amico” e così dicendo ritrae a sé il proprio uomo che vinta un’iniziale repulsione si abbandona con sempre maggiore calore a quella leccata davvero particolare; “è proprio buona!” esclama a fine “lavoro”, “beata te che ne puoi ingoiare litri!”; un ultimo appassionato bacio pone fine a quell’intenso capodanno: la stanchezza ha il sopravvento su entrambi che si addormentano così sul divano di casa.
“Comunque rimane valido quello che abbiamo stabilito concordemente prima del tuo imbroglio di sabato: non credere che abbia rinunciato al proposito di farmi Alberto, come e quando vorrò io!” – la replica di Stella aveva chiarito in modo definitivo il suo punto di vista.
Infatti, trascorse all’incirca tre settimane, durante le quali Stella è riuscita nel disegno di “coinvolgere” emotivamente Alberto ecco che una mattina alzandosi dal letto esclama “Oggi non devi rientrare a casa per pranzo, assolutamente: è arrivato il momento giusto, piazza la telecamera dove vuoi e ti prometto che sarò una attrice porno davvero superba, anzi ti prometto che ti starò accanto, dopo, mentre ti masturberai riguardando il filmino e ti farò fare una sborrata meravigliosa!”
Rolando tacque e obbedì, anche se in realtà quell’improvvisata lo aveva davvero spiazzato, ormai non ci pensava più e invece … il momento era arrivato – “in fondo però è ciò che entrambi vogliamo e va bene così” – concluse uscendo di casa, baciandola con insolito trasporto.
Stella è in bagno e si sta vestendo dopo aver fatto un bagno lunghissimo e profumatissimo. Ha indosso un reggiseno nero a balconcino completamente traforato e trasparente, un reggicalze nero, calze marrone chiaro velatissime, un paio di mutande di raso nere con pizzo tipo “mutande della nonna”. Il trucco che ha scelto è molto velato ma evidente, marcando profondamente i suoi occhi e la sua bocca: i due punti focali.
Il vestito scelto è molto discreto, colore beige, chiuso da una cerniera sul dietro che percorre tutta la schiena fino a metà culo, lunghezza fino al ginocchio, scarpe con tacco alto ma non “vertiginoso”. Rolando è già uscito di casa e non tornerà prima di sera, sa già cosa dovrà accadere, per cui potrà agire in perfetta tranquillità.
La sua entrata al bar non passa inosservata: sì Stella è ancora una donna veramente piacente e sexy!
Alberto le si avvicina “ciao, sei stupenda stamattina cosa fai ti sposi?!!!” – approccia, “no veramente avevo un programma diverso, avevo pensato di invitarti a pranzo per farti assaggiare quel piatto tipico di cui ti avevo parlato la settimana scorsa, ricordi?!!” – gli risponde sicura Stella, sorseggiando il caffè – “sempre che tu non abbia qualcosa di meglio da fare…” – “no no ma.. ti ringrazio veramente non ti devi disturbare così” – risponde Alberto con un tono imbarazzato – “beh aspetta a ringraziarmi dopo perché il mio piano prevede che tu mi venga ad aiutare nella preparazione del piatto, non penserai mica di mangiare a sbafo!!” – “va bene vengo volentieri” – “allora raggiungimi a casa mia prima possibile perché la preparazione è abbastanza lunga e laboriosa, ciao e a presto!” – con queste parole Stella esce dal locale in preda ad una fortissima eccitazione, raggiunge casa e durante l’attesa viene assalita da pensieri di pentimento e di paura che però non hanno il tempo di farle mutare idea perché un trillo del campanello la fa trasalire e tornare in sé: Alberto è già qui, “vada come vada!” – pensa andando ad aprire la porta.
“Ciao, sei stato velocissimo” – lo accoglie Stella – “beh così abbiamo il tempo di parlare un po’ prima di cominciare a cucinare” conclude ormai ebbra.
Alberto non le risponde nemmeno, l’afferra saldamente per i fianchi tirandola a sé “cosa fai, sei impazzito!?!” – sussurra cercando di allontanarsi anche se con poca convinzione – “ti voglio baciare, voglio baciarti tutta, adesso” – le risponde lui perentorio. Poi un lungo lunghissimo silenzio, il bacio dura vari minuti durante i quali le mani di entrambi dapprima immobili, iniziano a percorrere i reciproci corpi con sempre maggiore coraggio raggiungendo in breve le zone più erogene. Le loro bocche e le loro lingue si staccano per riunirsi quasi subito in un secondo ancora più appassionato bacio e qui le mani di Alberto volano letteralmente, si infilano sotto la gonna e quando incontrano il gancio del reggicalze iniziano un massaggio sempre più profondo lungo le cosce di Stella che ormai persa sente premere contro il ventre il suo sesso rigonfio.
Lei dal canto suo, non si tira certo indietro e con la lingua gli si infila letteralmente nella bocca guizzando e saettando alla ricerca sempre più “profonda” della sua lingua, poi resasi conto del rapido evolvere della situazione esclama “calma, non qui non adesso, non così, vieni andiamo in camera, l’amore si fa meglio su un letto!” – sussurrata questa frase, lo prende per mano come un bambino, e lo conduce nella camera da letto che per maggiore sicurezza chiude a chiave, poi, senza farsi notare da Alberto, prende il telecomando ed avvia la registrazione della telecamera. “Toglimi il vestito dai” – lo incita Stella mentre è intenta a sbottonargli la camicia – in un attimo rimangono lui con gli slip e lei in reggiseno, reggicalze e mutande.
“Complimenti sei davvero bella e sexy molto più di quanto io già immaginassi” – le sussurra Alberto all’orecchio tra un colpo di lingua e l’altro. La scena si fa sempre più “bollente”: Stella adesso è in piedi, Alberto le è dietro con le mani strette sulle tette, la lingua che le solletica le orecchie, lei intanto ha estratto il cazzo dagli slip e lo accarezza con estrema voluttà “mmnhh che bel cazzo hai!” – sussurra con voce lussuriosa. Rimangono così in piedi una buona mezz’ora: Alberto dietro di lei che palpa e fruga sempre più, poi con un movimento rapido la libera dell’ormai inutile reggiseno e poco dopo cadono anche le mutandine.
Ormai nuda si accuccia ai suoi piedi, gli sfila gli slip e da inizio ad un lento, ma al contempo deciso, bocchino avvolgendo quel cazzo “nuovo” prima con sapienti leccate poi con ciucciate sempre più profonde.
“Voglio farti impazzire, e tu devi fare impazzire me, passeremo una giornata intera a fare sesso” – gli comunica, mentre si sdraia sul letto a gambe larghe per farsi ammirare completamente. “Leccami dai, voglio che mi lecchi tutta, dai piedi fino alla testa, davanti e dietro, poi lo farò io con te” – Alberto non se lo fa ripetere due volte e accovacciatosi ai piedi del letto si ferma a rimirare quel sesso così aperto e invitante, dal quale fuoriescono copiosi umori di eccitazione che bagnano già tutte le cosce di Stella. In breve la lingua avvolge in un profondo abbraccio quelle labbra “insolite” abbeverandosi a quella fonte particolare, “ahhhh siii bravo così dai” – lo incita senza ormai alcun freno inibitore: il suo corpo asseconda le slinguate con continue oscillazioni e torsioni.
Rimane supina e immobile a godersi quel meraviglioso “massaggio” associato alle carezze sempre più profonde che partendo dalle cosce arrivando via via ad incontrare le tette gonfie di eccitazione con i capezzoli tesi in uno spasmodico turgore.
Ha una lingua veramente lunga Alberto e riesce a raggiungere zone impensate, ora nella fica, ora nel buco del culo: tutto ormai luccica di umori e di saliva anche le tette. Alberto, per poterle massaggiare meglio le tette, le si mette in ginocchio dietro alla testa in modo che lei si ritrova il cazzo, ciondolante a pochi centimetri dal viso; rimane così in quell’insolita posizione, estasiata ad osservarlo: è un cazzo non molto grosso, ma in compenso lunghissimo – “sembra un serpente!” – pensa tra sé. Non è circonciso ed è la prima volta che ha a che fare con un cazzo che si “scappella”, infatti quello di Rolando è circonciso e così era anche quello di Piero...! Aveva sempre immaginato che l’avere a che fare con un cazzo che si scappella l’avrebbe probabilmente frenata o peggio disgustata, ed eccola invece lì sdraiata, ad ammirare in uno stato d’estasi quel cazzo, dalla cui cappella cola ormai copioso il liquido che lubrifica i condotti dello sperma; quell’insolita posizione e la particolare durata dei preliminari fanno sì che quella particolare colata le ricami quasi tutto il viso! Quando lui si sporge in avanti per raggiungere nuovamente la sua fica con la bocca, a lei basta socchiudere le labbra per ritrovarsi in bocca il cazzo che lui le spinge con un colpo di reni fino a riempirle la bocca e parte della gola al punto che per un attimo le sembra di soffocare e deve trattenere un conato di vomito.
Si aspetterebbe almeno un attimo di pausa per farle riprendere fiato, ma lui al contrario non le dà tregua e anzi eccitato da quella particolare situazione affonda ancor più il membro cercando di conquistare qualche ulteriore centimetro dentro la bocca di Stella, che ormai rassegnata e rilassata subisce quasi passivamente lasciandosi scopare liberamente in bocca da quel cazzo prepotente, anche perché le leccate di Alberto l’hanno portata a raggiungere uno stato di semi incoscienza che normalmente era per lei l’anticamera dell’orgasmo e durava solo pochi secondi.
Quel giorno invece rimane in quello stato di “estasi” per molti lunghissimi minuti, durante i quali lui le scarica direttamente in gola, una quantità di sborra impressionante emettendo un mugolio lunghissimo, impegnato com’è a sua volta con la bocca fra le sue cosce.
Staccatasi dal cazzo lo invita a rigirarsi sotto – “voglio sedermi sulla tua bocca” – gli sussurra a fatica, rialzandosi con la bocca ancora piena di sborra che mentre parla le cola lungo il mento andando a formare molti filamenti bianchi dai quali si staccano numerose gocce che le cadono sulle tette arrossate, quasi tumefatte, dai continui e decisi palpeggiamenti a cui le ha sottoposte. “Palpami le tette dai porco!” – gli ordina, dopo essersi sistemata a cavalcioni sul suo viso; lui non se lo fa ripetere: le afferra saldamente il seno impastandolo sapientemente e spalmando al contempo su tutta la pelle lo sperma che vi è colato in precedenza; ancora un attimo ed ecco che l’ultimo colpo di lingua libera il tanto atteso orgasmo di Stella che lancia un urlo squassante mentre il suo viso si torce in uno spasmo così violento da preoccupare per un attimo Alberto.
“Sei una grandissima amante ed amatrice” – le sussurra con tono rilassato – “ciò che altrimenti si definisce una vera puttana, intendi dire?” – lo riprende lei con tono sarcastico – “no non mi permetterei mai, intendevo solo dire che non mi sarei aspettato assolutamente che tu fossi così esperta e disinvolta a letto!” – “guarda che il sapermi puttana non mi offende per niente, anzi so di esserlo e penso che in fondo sia la dote migliore che voi uomini apprezziate in noi donne!” – “forse hai ragione, anche se è altrettanto eccitante avere a che fare con donne imbranate”. – così cogliendo l’occasione le confessa le innumerevoli avventure di cui è stato protagonista confermandole che mai nessuna donna si era dimostrata così “puttana”.
“Vorrà dire che d’ora in poi, nei momenti di massima eccitazione te lo dirò” – conclude riferendosi appunto al termine puttana. Dopo circa un’ora di necessario riposo le mani di Alberto ricominciano a farsi intraprendenti e percorrono con sempre maggiore insistenza i punti più sensibili del corpo di Stella, “com’è bello palpare le cosce con il reggicalze, che piacere erotico intenso dall’incontro della mano prima con la calza fredda, poi raggiunto il gancio del reggicalze, con la coscia calda e burrosa!” – considera assorto, mentre le mani di Stella si occupano ormai da un po’ del suo cazzo. “Mettiti qui in piedi sul letto” – gli ordina mentre si inginocchia davanti a lui – “e adesso sbattimi il cazzo in bocca, ordinami di succhiarlo come se fossi una puttana che hai pagato, muovimi la testa con le mani e guidami con le tue parole, dai!” – davanti a tanta decisione, Alberto ha un solo attimo di esitazione, poi obbedisce docile all’ordine – “succhia puttana così te lo voglio infilare tutto in gola, ohhh come sei brava sei davvero una grandissima pompinara, dai bagnalo bene tutto con la tua saliva che poi te lo sbatto in fica!” – Stella mugola di piacere e di consenso muovendo con un’abilità davvero “particolare” la testa, riuscendo ad “affondare” parecchio su quel cazzo così lungo, inoltre nella sua testa è ben viva la consapevolezza che la telecamera sta riprendendo ogni cosa, ogni dettaglio e che stasera Rolando saprà e vedrà tutto, e questo aggiunge alla situazione già di per sé rovente un’ulteriore ragione di eccitazione profonda: un nuovo capitolo del gioco erotico avviato da lei e Rolando!
“Chissà come reagirà Rolando quando vedrà tutto, io gli sto obbedendo in pieno: mi ha ordinato di essere porca più che mai, di immergermi nelle situazioni più perverse senza remore, anzi di costruirle, di essere una vera sgualdrina così ha ordinato e così è e sarà!” – mentre è percorsa da questo pensiero, si ritrova alla pecorina con Alberto che la fotte con incredibile veemenza, sbattendole in fica il cazzo per tutta la sua lunghezza con dei colpi di reni decisi che la fanno sobbalzare facendole oscillare in modo vistoso le tette “prendi troia, volevi il cazzo e adesso ce l’hai, goditelo bene!”.
Così dicendo, la afferra per le tette e la solleva fino a trovarsi con il busto eretto, intanto le lecca le orecchie e continua a sussurrarle frasi oscene, avendo ormai perso qualunque freno inibitore – “con Rolando non siamo mai riusciti a scopare in questa posizione perché il suo cazzetto sgusciava fuori dalla fica” – valuta Stella – “effettivamente potendo scegliere, molto meglio un uomo con il cazzo molto lungo, e…. magari anche molto grosso, si possono fare davvero tante acrobazie in più!”. Adesso Alberto la penetra stando in ginocchio ai piedi del letto, dopo averla “sistemata” sdraiata a pancia in su al bordo del letto stesso, dopo poco si ritrovano con lei su di lui a spegnimoccolo, prima volgendogli le spalle, poi rigirandosi per potersi distendere lentamente su di lui in modo da gustarsi l’orgasmo nella sua posizione preferita: lei sdraiata sopra di lui. “Palpami le tette dai porco, succhiami bene i capezzoli, mordili dai così sii dai sbattimi dentro bene quella banana, così bravo ohhh siii come sei porco, come sei porco daiiii ecco siii anhhhh siiii ahhhhhhh siiiiii” – il viso di Stella si torce nel più profondo degli orgasmi: mai in vita sua aveva goduto tanto… o perlomeno così le sembrava in quel momento!!
Dopo un quarto d’ora di stordimento, tornata in sé, si accorge che Alberto è ancora tutto eccitato – “ma non hai sborrato?” – gli chiede stupita – “no perché non sapevo se tu avessi voluto godere ancora .. e così..” – “come vuoi godere?” – lo interroga Stella, quasi si trattasse di una puttana con il proprio cliente! Senza rispondere, le monta a cavalcioni appoggiandole il cazzo sul viso: è tutto chiaro.. e lei inizia a leccarlo con un’intensità e maestria davvero uniche al punto che riesce a resisterle non più di un minuto, dopo di che, preannunciato da un urlo profondo, parte dal cazzo uno schizzo di sborra così violento ed intenso che le attraversa tutto il viso andando a coprirle anche i capelli e bagnando il cuscino. “ahhn” – sfugge dalla sua bocca ormai impegnata a fare scaricare per bene i coglioni di Alberto – “anche a lui piace imbrattare il viso della sua donna, questi uomini sono così prevedibili in fondo!” – pensa mentre muovendo il viso fa sì che le sborrate successive glielo ricoprano bene dovunque, raccogliendone comunque una buona quantità in bocca – “voglio assaggiarlo per capire se il sapore della sborra varia da uomo a uomo” – conclude fra sé.
Con il viso “ricamato” da mille arabeschi bianchi, si alza con l’intenzione di pulirsi, ma lui la ferma, e mettendosi alla sue spalle, comincia a spalmarle tutto il suo seme sul viso, sul collo, sui seni: “come una crema di bellezza” – le dice baciandola delicatamente sull’orecchio. E’ passata mezz’ora dal “trattamento di bellezza” e sente la pelle di viso, collo e tette tutta “tirata”: lo sperma le si è asciugato addosso lasciandole un velo che la ricopre tutta – “sei bellissima!” – esclama Alberto soddisfatto – “ti ordino di non lavarti niente né viso, né tette, né fica, per tutta la giornata, fino a quando passeremo il tempo insieme, mi piaci troppo con questo velo!” – “come vuoi” – gli risponde Stella remissiva non sapendo però che lui ha intenzione di portarla a pranzo al ristorante!
“No conciata così non vengo fuori assolutamente!” – replica con estrema decisione – “ti rimangi quanto mi hai promesso non più di due minuti fa?!” – la incalza perentorio – “puoi sempre truccarti se credi, ma ‘sopra’ al velo” – “vabbé ti accontenterò però scegliamo un ristorante isolato almeno!”.
Il ristorante scelto si rivela sufficientemente isolato, Stella si è osservata per quasi mezz’ora prima di decidersi ad uscire di casa in quello stato, Alberto l’ha convinta che non si nota niente, ma in questo caso ha mentito spudoratamente, infatti se il viso è camuffato abbastanza dal fondo tinta, altrettanto non si può dire del collo, le cui macchie sono di origine inequivocabile e si notano parecchio. Questo fatto lo eccita particolarmente e fa in modo di chiamare il cameriere molte volte, anche con scuse “banali”, al fine appunto che lo stesso noti il “ricamo” di Stella, la quale peraltro non vede l’ora di uscire da lì per porre fine a quello stato di disagio che la pervade.
“Se sei davvero puttana non ti devi vergognare, anzi devi essere orgogliosa di quello che sai fare e soprattutto devi essere orgogliosa di mostrarlo a tutti!” – le sussurra Alberto con un tono provocatorio. Quella frase le accende dentro un desiderio di sfida e di orgoglio, quindi per dimostrare al proprio amante quanto davvero sia puttana, dopo essersi sbottonata i primi tre bottoni della camicetta che ha indosso, chiama il cameriere per chiedergli il conto e lo trattiene a conversare alcuni minuti esponendo bene il collo e la scollatura su cui il famoso “velo” è davvero molto evidente.
Questo comportamento palesemente provocatorio, causa ad Alberto un’erezione improvvisa e quasi incontrollata, per cui pagato rapidamente il conto escono dal ristorante e, ritornati a casa, appena varcata la soglia lungo la scala che da accesso al primo piano, lui la prende e la fa piegare in avanti alla pecorina, così standole dietro in piedi, le solleva la gonna e senza profferire parola, sfilato il cazzo dai pantaloni glielo affonda nella fica, con un solo colpo di reni, violentissimo che la fa sobbalzare letteralmente – “ahhhh che toro sei” – esclama.
Sbottonata affannosamente la camicetta le fa fuoriuscire le tette che così libere, ballonzolano vorticosamente avanti e indietro al ritmo inferto dalla sequenza di colpi a cui sta sottoponendo la fica, tale è la furia di quell’amplesso che per mantenere l’equilibrio, lei si deve appoggiare allungando le mani agli scalini più alti. Ad ogni colpo le sfugge un gemito che è un misto di piacere e insieme di sgomento per la violenza di quel rapporto che stanno consumando in modo tanto cruento: quasi animale! “Prendi puttana, prendi, volevi cazzo e adesso te lo do tutto, prendi troia, voglio sfondarti per bene la fica” – la incalza lui con un tono della voce secco e deciso – “ti farò ululare, troiona e adesso dimmelo quanto sei puttana dimmelo bene che mi piace sentirtelo dire” – aggiunge, accompagnando queste parole con colpi sempre più decisi del cazzo –“siiiiii mnhhhh ahhhhh siii sono una battona, oddio sii dai, ahhhhhh siii sono una sgualdrina senza pudore, sono una cagna in calore alla ricerca di cazzo, mnhhhh tanto cazzo, dammelo dai schifoso porco, dai maiale sfonda bene la tua scrofa cosii siiiiii eccooo ancoraaaa siii cosiii…!!” – guaisce quasi Stella mentre pronuncia frasi sempre più sconnesse e volgari ed ecco che improvviso la coglie un orgasmo così travolgente da spaventarla quasi, non si immaginava proprio così troia! Si torce letteralmente come squassata da quel cazzo che le ha “arato” la fica trascinandola in un vortice impensabile di godimento puro e bestiale, riesce a sentire il piacere di Alberto che le schizza in fica un’altra copiosissima quantità di sborra mentre le strizza le tette fra le mani.
Rimangono così lei prona, lui in piedi dietro a lei per diversi minuti, poi Alberto sfila il suo cazzo da Stella e lo ripone dentro i pantaloni – “devo andare adesso ti saluto, ci rivedremo presto, spero, anche perché una donna come te non sopravvive a lungo senza cazzo…!” – le dice salutandola e dopo un bacio fugace si dilegua rapidamente lasciandola sulle scale con le gambe ancora larghe e con una “colata” di sborra che le scende copiosa dalla fica. Ripresasi dall’amplesso, Stella si fionda in bagno per rimettersi in sesto – “è sì ne ho proprio estremo bisogno dopo una giornata simile!
– considera osservando il suo stato sconvolto davanti allo specchio, sente su di sé un odore di sborra così penetrante che la avvolge tutta – “ora mi farò un bel bagno” – conclude. E la telecamera? Beh è evidente che Stella non se n’è più ricordata e che finita la registrazione il nastro si sarà riavvolto, ovviamente senza immortalare l’ultimo amplesso “meglio così” – conclude – “non vorrei che Rolando si dovesse ingelosire e magari arrabbiare vedendo il livello di perversione e di maialaggine che ho raggiunto poco fa, meglio andare per gradi!” – e così pensando si addormenta nella vasca da bagno per un’ora buona.
Ore sette di sera Rolando ritorna a casa ed è evidente lo stato di imbarazzo comune che aleggia, infatti tutti i discorsi vertono su tutt’altri argomenti, politica, fatti del giorno, viaggio di Rolando, e così durante tutta la cena, ma dopo…. ehhh dopo, dopo Rolando non resiste “allora com’è andata oggi, tutto bene?” – “certo amore mio” – “e la telecamera te la sei ricordata, spero?!” – “certo amore mio!” – “non sai dire altro, o mi sfotti?” – “no tesoro, ho fatto tutto come mi hai detto, però quando ti guarderai la cassetta ti chiedo di non essere presente vicino a te, perché mi vergogno e non voglio che magari ti arrabbi” – “ma cosa dici?! No tu devi essermi vicina, molto vicina e anche agghindata, molto agghindata, anzi vai a prepararti e… mi raccomando fatti puttana, in modo esplicito e volgare, molto volgare” – “va bene, però stasera non voglio che tu mi scopi, sarò io a far venire te come e quando tu lo vorrai, proprio come si fa con una puttana, anzi facciamo così: perché il tutto sia ancora più realistico voglio che mi paghi come si fa con le battone vere, e io non ti deluderò!” – replica decisa. “O.K. ma allora visto che vuoi proprio che sia tutto iperrealistico, pretendo che tu accetti di fare la battona fino in fondo e quindi stasera ti porterò lungo l’Aurelia e verrò a ‘rimorchiarti’ dopo un po’, è deciso!” – tronca secco Rolando – “il filmino me lo guarderò da solo mentre tu ti prepari”.
Stella cerca di uscire in qualche modo da quel vicolo cieco in cui si è infilata da sola con la sua uscita davvero infelice, ma è tutto inutile Rolando è risoluto: “stasera farai la battona davvero!” le ha detto. Rassegnata se ne va in bagno a “preparasi” appunto, mentre Rolando, senza perdere tempo, recuperata la telecamera la collega al televisore e si mette comodamente in poltrona a “godersi” lo spettacolo.
Dentro di sé sente crescere e svilupparsi sentimenti e sensazioni diverse: gelosia e disagio, ma poi la curiosità e la perversione hanno il sopravvento e poi – “non ho deciso di espiare le mie malefatte ??? e allora!” – conclude tra sé e sé, mentre vede la sua donna palpata, spogliata, leccata da un altro uomo, “certo è proprio una gran troia!” – constata vedendola alle prese con il pompino a quel cazzo davvero smisurato. Quando poi sul televisore scorre la scena della sborrata in faccia con quella meticolosa spalmata finale dello sperma da parte di Alberto su tutto il corpo di Stella, Rolando non sta letteralmente più nelle … “mutande”: il cazzo sembra esplodergli nei pantaloni da tanto è teso!
“No, no così non va proprio, ho detto battona non educanda!” – la riprende severo e deciso nel corso di un’ispezione a sorpresa in bagno mentre Stella cerca inutilmente di fargli accettare una soluzione di compromesso. Tutte le sue insistenze si rivelano però inutili: non c’è niente da fare quella sera Rolando la pretende battona davvero!
“Va bene così, capo?!” – lo interroga sarcastica scendendo le scale un’ora dopo – “si direi proprio di si, brava!” – le risponde esaminando ogni dettaglio con estrema attenzione – “sei una battona perfetta, e ora andiamo!”. Certo non avrebbe potuto pretendere di più: reggicalze nero, calze nere, scarpe nere con una zeppa e un tacco vertiginoso di 25 centimetri – “più o meno quanto è lungo il cazzo di Alberto” – medita in silenzio Stella, ripensando a quanto accaduto quella mattina e quel pomeriggio, mutandine e reggiseno sono assenti, in compenso a coprirle fica e culo c’è una minigonna nera in latex acquistata vari mesi prima in un sexy shop su Internet, sopra indossa una maglietta nera di rete a maglie larghissime che le lascia i seni completamente in vista, il trucco è il più pesante che mai si sia fatta sul viso, impossibile sbagliare: solo le puttane DOC lo esibiscono!
Aspetta che Rolando la raggiunga con l’auto davanti a casa, “sai che figura se ci vedessero i vicini!” – pensa e si avvia in silenzio verso una serata che si preannuncia ad altissima tensione erotica quale suprema conclusione di una giornata davvero “memorabile”, “per fortuna che domani è sabato e si può dormire” – medita.
Alle undici e mezza di sera l’Aurelia brulica di puttane di ogni tipo e di puttanieri a caccia di quella più idonea per un piacevole amplesso secondo le proprie inclinazioni e perversioni. “No qui c’è troppa gente, mi vergogno, qui non scendo manco morta, vai più avanti: voglio un posto dove sono sola, o almeno senza altre puttane attaccate a me” – “ecco qui è l’ideale, dai scendi e mi raccomando non nasconderti, devi stare bene in vista sull’orlo della strada come fanno le altre battone, guarda che io ti osserverò e se non sarai ben esposta ti lascerò qui tutta la notte, quindi … fai la brava! Ah e … pensa anche a quanto chiedere per le tue prestazioni! Ciao e a presto” – così dicendo Rolando chiude la portiera dell’auto e si allontana rapidamente dietro la curva, lasciando Stella, è proprio il caso di dirlo, alla mercé di tutti.
La paura che inizialmente la attanaglia insieme ad una sensazione di profonda vergogna e al terrore di essere riconosciuta da qualche vicino di casa o amico, lascia ben presto il campo alla rassegnazione, e così Stella come una scolaretta diligente, si piazza sul ciglio della strada in modo da essere illuminata per bene dai fari delle auto che mettono in evidenza la sua “mercanzia”: da sotto la gonna si intravede praticamente “tutto”, anche perché è talmente ridotta che non copre nulla, sopra è nuda con quell’esile velo di rete. Passeggia nervosamente ed ecco che un’auto rallenta, si ferma, abbassa il finestrino, due occhi la squadrano da capo a piedi – “fammi vedere meglio il culo” – ordina una voce imperiosa, e lei che non sa come ci si debba comportare davanti a tali situazioni, solleva quell’esile striscia di gonna per mostrare bene tutto. “Quanto vuoi per una scopata in gruppo, siamo in tre e devi farcelo mettere dappertutto?!!” – “per le orge voglio mille euro” – risponde quasi meccanicamente – “va bene però devi essere disponibile per tutta la notte” – risponde quella voce da dentro l’automobile – “no, no allora non va bene” – risponde Stella sollevata – “uhao l’ho scampata bella: per poco non mi rimorchiano davvero!” – sospira. Neanche il tempo di rialzarsi che c’è una piccola fila di auto in “attesa” e tra queste non c’è quella di Rolando – “ che bastardo!” pensa. “E adesso cosa fare?” – “quanto vuoi bella figona per un pompino a me e al mio amico?” – “duecento euro” – “va bene, faccelo qui tra i cespugli” – le risponde un ragazzo sui trent’anni scendendo dall’auto insieme ad altri due amici. “Un momento non dovevate essere in due?” – lo blocca Stella decisa – “si ma il nostro amico si accontenta di guardare, perché non ha cento euro, lui ne ha soltanto cinquanta” – “facciamo così” – propone Stella ormai calatasi nella parte – “a voi faccio un pompino e al vostro amico per cinquanta euro faccio un sega bellissima?!!” – “affare fatto!” – rispondono in coro i tre, avviandosi dietro un cespuglio ed aprendosi la cerniera dei pantaloni. Stella, dopo aver rivolto un ultimo sguardo verso la strada nella speranza di vedere arrivare l’auto di Rolando, li raggiunge e accovacciatasi ai loro piedi, comincia un pompino doppio succhiando, per quanto possibile, entrambi i cazzi contemporaneamente, è la sua prima volta: mai prima di allora si era ritrovata in bocca simultaneamente due cazzi totalmente sconosciuti!
“Certo non avrei mai immaginato di fare quest’esperienza in tali condizioni .. e per fortuna sono due cazzetti” – considera, quasi a tranquillizzarsi e in fondo ormai abituata a ben altre dimensioni…
“Succhia puttana, sbocchinaci per bene brutta troia, altrimenti non ti paghiamo” – la incitano i due, mentre con le mani le serrano saldamente le tette, la sua bocca affonda alternativamente prima in uno e poi nell’altro cazzo, mentre con la mano masturba con sapiente maestria il cazzo del terzo giovane, quando sente che si avvicina il momento della sborrata accelera i colpi ed ecco che dopo pochi secondi entrambi i giovani le “esplodono” sul viso e in bocca il loro piacere – “ahhhh godo che bello siii” – esclamano quasi all’unisono, intanto anche la sua mano ha raggiunto lo “scopo” infatti una densa sborrata le cola fra le dita mentre un urlo di piacere esce dalla bocca del giovane. Ancora “colante” e imbrattata si fa pagare – “ facci vedere la tua faccia sborrata dai” – le ordinano i tre giovani e lei si pazza davanti ai fari della loro auto per farsi illuminare il viso “soddisfatti?!” – esclama mentre si leva dal viso la maggior quantità possibile di sperma, cercando di ripulirsi al meglio, infatti non ha nemmeno una salvietta con sé per cui deve arrangiarsi con l’unica mano che le è rimasta pulita! “Speriamo che adesso Rolando arrivi, sarà soddisfatto ho fatto la battona davvero per lui” – pensa – “lo so perché stasera mi ha costretta a questo: è geloso di me per quello che ho fatto oggi e la cosa mi fa estremo piacere, è giusto che soffra anche lui così impara!”
Dopo una buona mezz’ora di Rolando non c’è ancora traccia per cui Stella ormai risentita per questa sua prolungata umiliazione, decide di passare al contrattacco “se non viene in fretta vorrà dire che avrà una moglie battona di professione davvero” – conclude perentoria e così pensando si mette bene in vista sulla strada dopo essersi levata la gonna e quindi mostrandosi praticamente nuda a tutti, aprendo le gambe e iniziando un lento gioco di toccamento della fica che provoca non poche brusche frenate: si adesso sta proprio dando “spettacolo”.
Finalmente la voce che proviene dall’ennesima auto che si è fermata, le è familiare – “quanto vuoi battona per una notte intera, sappi che intendo sborrarti in gola e che pretendo un ingoio completo e il cazzo perfettamente pulito e voglio guidarti io la testa per darti il ritmo?!!!” – “trecento euro, ma per te farò uno sconto speciale: ne basteranno duecento” – risponde con fare professionale fingendo di non conoscere il suo interlocutore. “Monta baldracca, ti porterò a casa mia!” – ordina secco Rolando.
Raccolta la gonna sale a bordo e rimane in silenzio mentre l’auto riparte sgommando – “puzzi di sborra da fare schifo, brutta troia!” – “per forza, ho appena fatto un pompino a tre uomini, mi sembra regolare, anche perché quel bastardo del mio magnaccia mi ha lasciata qui a battere, senza nemmeno una salvietta per pulirmi!”.
Durante il viaggio si sente in dovere di dare un primo assaggio della propria abilità al suo cliente, per cui allungando la mano con indifferenza palpa e massaggia con cura il rigonfiamento dei pantaloni di Rolando eccitatissimo da quella situazione davvero straordinaria e piccante.
Appena a casa lo spoglia completamente nudo, poi, piazzatasi con il culo davanti ad uno specchio, così che lui possa vedere bene, si piega in avanti per succhiargli il cazzo golosamente, esponendo al suo sguardo il proprio sesso sgocciolante, la mano di Rolando la guida inesorabile, schiacciandole con forza la testa a sé, facendo in modo che tutto il cazzo le si conficchi in gola ed incitandola con parole sempre più volgari – “dai troia schifosa succhia, succhia bene l’uccello, non ti fermare sgualdrina, continua a spompinare il cazzo per bene così dai lurida baldracca, dai!” – quest’ultimo incitamento accompagna la sborrata di Rolando che le si riversa in ampi e copiosi fiotti direttamente in gola facendole rischiare a più riprese il soffocamento... La sua abilità di pompinara ormai “matura” fa sì che riesca comunque a portare a termine quel bocchino con un ingoio da manuale: alla fine il cazzo è pronto per essere riposto nei pantaloni perfettamente pulito. “Sei contento?” – lo interroga con voce roca – “Si, sei davvero una battona insuperabile, e pensare che oggi ti sei già presa una razione di cazzo impressionante” – le risponde, mettendole in mano due banconote da cento euro.
“Lo sai? I tre ragazzi del pompino mi hanno pagata duecentocinquanta euro per un pompino che gli ho fatto contemporaneamente, anzi per la precisione: un pompino doppio e una sega! Certo stasera non mi posso davvero lamentare! Ho guadagnato quasi un milione di vecchie lire con due pompini e una sega: quasi, quasi mi metto a fare la battona davvero!” – conclude con tono ironico abbandonando quel ruolo improprio e baciandolo con insolita passione.
Così si era conclusa quella lunga, lunghissima giornata di erotismo, anzi è meglio dire di sesso sfrenato che segnò per Rolando, ma soprattutto per Stella, lo spartiacque tra la situazione preesistente e il nuovo modo di intendere il sesso che da lì in avanti avrebbe caratterizzato la loro relazione. La gelosia e il senso di possesso sarebbero stati insieme il tarlo e il godimento di Rolando che, quanto avrebbe goduto nel “progettare” per Stella incontri sempre più piccanti e perversi, tanto avrebbe sofferto nel vederla mentre si impegnava allo spasimo nel raggiungere il massimo piacere possibile da quegli incontri, perdendo ogni volta sempre più tutti i freni inibitori e diventando lei stessa parte attiva nelle varie “evoluzioni”.
Così quel pomeriggio, dopo essersi rimirata lungamente, Stella chiuse il rubinetto della vasca che era ormai colma fino al limite e si immerse in un lunghissimo bagno ristoratore, chiuse gli occhi e si addormentò così nella vasca per una buona mezz'ora.
Si risvegliò quando fuori era già l'imbrunire, si lavò a fondo e poi uscita dalla vasca si cosparse tutto il corpo con una crema emolliente sempre profumata al mughetto.
Lo specchio le restituiva un’immagine del suo corpo davvero confortante: cosce sode e quasi prive di cellulite, culo a mandolino rotondo e con due ovali perfette, fianchi rotondi e ben disegnati, seno sodo e decisamente abbondante, viso fresco e con una pelle quasi da ventenne..!
“Il merito è della mia vita sessuale” – pensò rimirandosi compiaciuta. Era vero infatti che da quando la sua attività sessuale era diventata del tutto libertina e licenziosa, con una frequenza di accoppiamenti davvero elevata ed inoltre quasi sempre con nuovi partner, i suoi seni era lievitati da una “seconda” ad una “quarta” di reggiseno. “Merito delle intense palpate e dei ripetuti massaggi” – pensò valutando come il variare con grande frequenza i propri partners sessuali avesse come effetto che ogni nuovo amante si concentrasse sulle sue tette con un’attenzione e una libido proprie solo dei primi accoppiamenti fra persone semisconosciute. Così ogni nuovo amante portava con sé un carico di desiderio che sfogava in gran parte con palpate e massaggi profondi e ripetuti proprio alle tette, determinandone involontariamente il loro visibile sviluppo.
“Potrei scrivere un trattato sugli uomini..” – valutò mentre si tastava dolcemente i seni – “senza essere scienziata ho scoperto e verificato direttamente il potere magico della sborra, sia sulla pelle, sia ingoiata. Sulla pelle è la più efficace maschera di bellezza esistente, altro che creme antirughe e trattamenti antietà..! Tre o più sborrate a settimana sul viso e vedi che risultato: pelle liscia ed elastica come quella di un bambino..! Cinque, sei ingoi al mese e puoi dire addio alla cellulite, ma addio davvero, beh… quasi addio..” – concluse con il suo solito realismo, dal momento che sulle cosce e sul suo culo vi era ancora un velo anche se ormai invisibile di cellulite. “E poi, non so, ma mi sembra che da quando ingoio lo sperma di tanti uomini, la voglia di sesso mi sia centuplicata, quasi fosse un cibo afrodisiaco. Forse anche per questo c’è una spiegazione scientificamente plausibile” – concluse – “d’altronde si tratta di ingerire un’enorme quantità di ormoni maschili che molto probabilmente determinano questo piacevole effetto collaterale ..!”
Sei viva?!
la voce era quella inconfondibile di Rolando il quale aveva il divieto assoluto di assistere alla fase di
preparazione
di Stella
si sono viva, ma vattene via, lo sai che puoi vedermi solo a cose fatte
– gli rispose secca.
Rolando pensò bene di completare un lavoro al computer e si ritirò nello studio, lui era già pronto per la serata, sotto tutti i punti di vista…
Quella sera la scelta fu per un trucco molto intenso, un vestito di colore rosso cupo a cui anche il trucco si doveva abbinare.
Era una vera raffinata da ogni punto di vista per cui, nonostante sapesse già in anticipo l’esito delle “serate” pretendeva comunque di acconciarsi ogni volta con abbigliamenti diversi che sposassero insieme erotismo e buon gusto!
Segnò con precisione il contorno degli occhi, marcandoli il più possibile con un matitone marrone scuro quasi nero, colorò le ciglia con un mascara dello stesso colore e così fece per le palpebre e l'orbita dell'occhio che colorati con un ombretto anch'esso marrone
iperscuro
davano al suo viso un aspetto davvero intrigante. Infatti tanto scuro faceva adeguato contrasto con il suo sguardo intenso; a quel punto soddisfatta del risultato, passò alle guance e per finire alle labbra su cui stese uno strato copioso di rossetto colore rosso fuoco proprio come i miei capelli pensò.
Le unghie le aveva già colorate il giorno prima, concluse quindi la fase del trucco passando un velo leggero di brillantini sul décolleté.
Prese un paio di calze nuove e le sfilò dalla loro confezione sì, erano velate come pensava seduta sul bordo della vasca le infilò, poi fu la volta della guepiere: si chiudeva con una serie di laccetti sul davanti e terminava in alto con le spalline e una struttura a balconcino che sosteneva il seno lasciandolo però al contempo completamente scoperto.
Chiuso l'ultimo laccetto Stella tornò davanti allo specchio e si rimirò di nuovo sì sono proprio una bella
gnocca
come mi dice sempre Rolando pensò soddisfatta e finì la vestizione intima allacciando le calze ai gancetti della guepiere. L'ultima indecisione riguardò l'opportunità o meno di indossare un perizoma, ma la scelta finale fu per quella sera, quella di concedere alla propria fica assoluta libertà!
Infilò il vestito che aveva sul davanti una generosa scollatura da cui faceva bella mostra di sé il seno veramente rigoglioso di cui era sempre più orgogliosa, chiuse la cerniera e… tornò a rimirarsi allo specchio! Era proprio un bello spettacolo, sì anche lei si piaceva e concluse che in fondo, il fatto che si intravedessero, attraverso il vestito i ganci del reggicalze, rendeva quell'abbigliamento ancora più intrigante.
Si pettinò i capelli peraltro già
preparati
dalla seduta di sabato dalla parrucchiera ed uscì dal bagno
sono pronta
esclamò Rolando fu da lei in un attimo e non riuscì a trattenere un
cazzo che superfica!
di vera ammirazione.
Ammirò il proprio uomo del quale era sempre più innamorata e rispose
superfica per superfico!
Uscirono di casa in assoluto silenzio e una volta in macchina gli domandò incuriosita
dove andiamo a ballare stasera?
non essere impaziente
replicò lui
aspetta e vedrai, ricordati solo che stasera dovrai 'assecondare' ogni cosa
quest'ultima frase accrebbe ulteriormente la sua curiosità sulla meta della serata, anche se già immaginava che ci sarebbe stato sicuramente un risvolto erotico.
Non era la prima volta infatti che Rolando la coinvolgeva in festini che altro non erano se non veri e propri partouze dove lei finiva regolarmente
accoppiata
con uomini conosciuti la sera stessa.
Erano ormai alcuni anni che un insolito filo conduttore andava via via tracciando il loro particolare percorso erotico a cui peraltro entrambi si erano piacevolmente “adattati”: Rolando sempre presente a godere con la vista e l’udito alle sue performance erotiche, lei che ormai presa dalla parte, la interpretava con crescente diligenza e profitto riuscendo sempre più ad abbandonarsi al piacere puro degustando i
piatti erotici
che il suo uomo le preparava.
Il compito di Rolando era infatti quasi sempre, quello di sceglierle i partners che dovevano comunque avere necessariamente dei requisiti minimi di qualità: intelligenza, disponibilità, bellezza, pulizia, e … ovviamente cazzo superdotato, grande abbondanza di sperma, capacità di durata e di autocontrollo durante il coito…
Non era poi così difficile: trovare uomini disponibili per una serata di puro sesso con una bella donna, dichiaratamente puttana, il più delle volte con cena compresa, il tutto gratis, era in effetti più facile del previsto, al punto che molte volte si rendeva necessario operare delle scelte escludendo qualcuno…!
Nel corso del tempo il “gioco” si era arricchito di cerimoniali e di particolari che rendevano il tutto ancor più eccitante ed intrigante: poteva succedere infatti che lui le chiedesse di essere denudato alla presenza dei suoi amanti, prima dell'inizio dei giochi erotici, quindi di essere legato mani e piedi (mani sopra la testa e gambe divaricate), imbavagliato e ancorato ai piedi del letto, il tutto accompagnato da frasi del tipo
ecco brutto porco schifoso adesso sei in prima fila per lo spettacolo porno di tua moglie puttana, guarda bene e ascolta in silenzio!
Va da sé che in tali circostanze Stella facesse in modo che la posizione preferenziale per i propri
giochi
risultasse quanto più possibile vicina se non addirittura confinante con il viso di Rolando.
Era successo così anche la prima volta che si era ritrovata davanti non uno ma due uomini “sconosciuti”: belli, bellissimi e soprattutto tanto porci: Paolo e Andrea.
Aveva scelto un abbigliamento esplicito per quella serata, non sapendo però di avere a che fare con due uomini, e che uomini!
Così si era presentata in salotto dove i due, in compagnia di Rolando, si stavano gustando alcune delle innumerevoli scene di sesso in cui lei era la protagonista indiscussa, filmate dal suo uomo, coperta da un baby doll nero completamente trasparente e sandali a zatterone con un tacco di 25 centimetri.
Guardandola con attenzione si poteva facilmente desumere come quella sera il suo unico capo d’abbigliamento fosse in realtà rappresentato dal trucco che aveva scelto: un trucco pesante, esplicito, insolitamente volgare.
“Siediti qui” – la invitò Rolando, dopo averle presentato i due uomini, e così dicendo si scostò lasciandole libero il posto tra Paolo e Andrea.
Si sedette proprio mentre sullo schermo scorrevano le immagini che la vedevano mugolare felice mentre riceveva docilmente sul viso gli schizzi di sperma di Alberto; il rivedersi così porca la mise in uno stato di insospettato imbarazzo, per cui rimase immobile tra i due uomini senza parlare e senza muoversi.
Così ben presto sentì che altre mani si muovevano eccome..!
In men che non si dica si ritrovò ad impugnare due cazzi gonfi di desiderio, mentre altre mani frugavano tra le sue cosce e le tette!
Bastò poco per ritrovarsi accucciata ai loro piedi a leccare i due sessi, prima solo con la lingua, poi con ciucciate sempre più decise.
“Non qui, ma in camera da letto” – aveva esclamato, sfilandosi di bocca i due cazzi.
Così una volta in camera decise che quella sera sarebbe stata una “dominatrice”, dopo aver denudato Rolando lo imbavagliò e lo legò saldamente mani e piedi, in una posizione tale per cui fosse costretto a vedere ogni sua evoluzione in tutti i più particolareggiati dettagli.
Uno dei primi pompini doppi della sua vita (se si esclude quello “professionale” fatto ai bordi dell’Aurelia alcuni mesi prima, e quello dell’ultimo dell’anno con Cesare e Rolando), Stella lo aveva fatto, volutamente, a non più di cinque centimetri dal volto di Rolando: com'era rosso e com'era teso il suo cazzo!
Guarda maiale, guarda bene come mi ciuccio questi due cazzi, lo farò qui così potrai vedere bene quando mi sborreranno in faccia, perché ho deciso di farmi imbrattare bene il viso da tutti e due, tanto per familiarizzare un po'
così gli si era rivolta, sapendo bene che più il suo linguaggio era perverso e libero tanto più gli avrebbe fatto e procurato piacere.
Altrettanto disinvolta era stata nell’esaltare le doti dei due cazzi
mmmhn come sono grossi, lunghi e duri questi cazzi, che bello, finalmente potrò provare ad essere riempita da cazzi superdotati
sapendo bene che quegli stessi cazzi erano stati scelti dal suo uomo proprio per le loro dimensioni
generose
.
Così Rolando aveva assistito, quasi da protagonista, allo spettacolo di Stella pompinara, imbrattata dappertutto, aveva sentito bene il grido insieme di stupore e di gioia sfuggito alla sua donna quando il primo schizzo che le aveva solcato il viso:
Ahhhh
aveva esclamato la
puttana
, che peraltro si era repentinamente ripresa dallo stupore per continuare a leccare e ciucciare avidamente i due membri facendo in modo che tutto lo sperma fuoriuscito finisse ben distribuito sul suo viso
si dai imbrattatemi bene, dai porci sborratemi bene in faccia!
aveva esclamato quella troia mentre riprendeva fiato con gli occhi fissi ad incrociare quelli del suo uomo che appariva sgomento e stravolto.
Per un attimo era stata percorsa dall'impulso di slegarlo e di mettere fine a quella
rappresentazione
o quantomeno di rendere anche lui partecipe del gioco erotico, ma dal suo sguardo capì che per lui il piacere consisteva proprio nel vedere e sentire senza partecipare, mentre per lei il gioco doveva essere l'esatto contrario: fare il più possibile esibendosi in qualunque equilibrismo erotico dando il meglio di sé, essere il più possibile puttana dentro questa era stata la specifica richiesta di Rolando!
Guarda finocchio come mi hanno ricamato il viso questi due porci!
– gli aveva esclamato – mostrandogli il viso completamente imbrattato da copiosi rivoli di sperma che si univano a quelli che le colavano dalla bocca, ancora completamente impastata di sborra, formando insieme densi filamenti che, si allungavano dal suo mento come stalattiti da cui si distaccavano gocce che le andavano a cadere sulle tette dove si completava l'opera di
ricamo
sul suo corpo bollente.
Era veramente
piena
: i capelli, la fronte, gli occhi, le gote, le orecchie, la bocca, il mento, il collo, il seno, la pancia, persino la schiena dove vari rivoli avevano raggiunto il suo culo; c'era sborra dappertutto!
Quando capì che i suoi due amanti si stavano rieccitando rapidamente, ingoiò la sborra residua che le era ancora rimasta in bocca e riprese a spompinarli senza peraltro pulirsi anche in minima parte il viso: era talmente
ricoperta
che faticava ad aprire gli occhi, ma tanto a quel punto era forse meglio
operare
ad occhi chiusi!
Intanto Rolando con le mani completamente anchilosate per gli stretti legacci aveva il cazzo talmente teso da sentirselo scoppiare: dalla cappella gonfia fluiva ormai senza più soluzione di continuità una lunga colata di quel liquido lubrificante che solitamente precede la sborrata e che aveva creato in terra ai suoi piedi un autentico laghetto!
Così imbavagliato mugolava, nella speranza che Stella capisse di allentargli un po' i legacci, ma la baldracca, ormai ebbra e preda dell’eccitazione più sfrenata, reagì invece in modo del tutto diverso:
cosa hai da lamentarti, non ti piace più lo spettacolo brutto porco?! Vorrà dire, lurido guardone schifoso, che il resto lo guarderai dalla toppa della serratura!
esclamò e così dicendo gli sciolse i legacci di mani e piedi e lo scaraventò letteralmente fuori dalla stanza richiudendo in fretta la porta a cui fece seguito un doppio giro di chiave.
In realtà lei sapeva perfettamente come la porta della loro stanza fosse particolarmente disassata per cui anche chiusa restava, nell’angolo in basso, un’ampia fessura attraverso la quale era possibile con una certa agevolezza, curiosare all'interno stando inginocchiati sul pavimento. E proprio su questo puntava, sul fatto di immaginarsi Rolando inginocchiato alla disperata ricerca di vedere e sentire il più possibile; quel pensiero portò in lei l’eccitazione allo spasmo: in quel momento si sentiva mescolare dentro contemporaneamente un istinto esibizionista e sadico.
Nella foga di allontanare l'intruso dalla stanza, le erano cadute in parte, le colate di sborra dagli occhi, e quindi riusciva nuovamente a vedere qualcosa, seppure attraverso una sorta di velo
come quando mi sono sposata, anche allora avevo la vista coperta da un velo, ma di pizzo!
pensò mentre riprendeva spudoratamente a sbocchinare simultaneamente e con estrema equità quei due cazzi veramente rigogliosi.
Infatti nonostante la copiosa sborrata, entrambi gli amanti avevano ancora i coglioni pieni e duri e dopo poche sapienti passate di bocca e lingua operate dalla
sgualdrina
i loro cazzi apparivano gagliardi nelle loro dimensioni veramente ragguardevoli,
saranno lunghi ventidue o ventitré centimetri e che diametro imponente, altro che Rolando…!
pensò Stella mentre si riempiva la bocca con quei due membri che le deformavano implacabilmente il viso costringendola a vere acrobazie “orali” per riuscire a ciucciare e respirare contemporaneamente. Lo sbocchinare due membri così ragguardevoli le provocava una deformazione del viso come un rigonfiamento, che evidenziava al massimo il solco del secondo mento. Ammirandosi riflessa nello specchio ricordò come Rolando le avesse detto in precedenti occasioni, che quello era il segno distintivo e inconfondibile delle vere bocchinare.
I due uomini ormai eccitatissimi cominciarono a palparla e a slinguarla dappertutto infilandole le mani fra le cosce, aprendo dolcemente le labbra del sesso, ormai completamente fradicio se non addirittura allagato e da cui colavano ampi e densi rivoli di sborra vaginale che si distaccavano in lunghi filamenti biancastri
ahhh siii daii così bravi porci fatemi vedere se sapete come si soddisfa una puttana come me
aveva esclamato senza ormai più alcun freno inibitore. Si era completamente abbandonata alla ricerca del massimo grado possibile di piacere personale, Rolando non esisteva più in quel momento, ciò che importava era solo assaporare compiutamente e profondamente quei due meravigliosi e abili
salami
.
Così Rolando spiò attraverso la fessura della porta, la sua donna che si apriva quanto più possibile ai due amanti che lui le aveva scelto, la sentì incitarli con linguaggio sempre più volgare ed esplicito a prenderla in tutti i modi; e i due uomini non si fecero certo pregare a lungo. La misero alla pecorina e uno la penetrò nella fica mentre l'altro si faceva ancora spompinare il cazzo, poi cominciò una sarabanda di posizioni sempre più audaci, alla fine Stella si ritrovò sdraiata, viso contro viso (o è meglio dire lingua contro lingua) con uno dei due amanti che le aveva infilato per tutta la sua lunghezza il cazzo nella fica mentre l'altro continuava a gustarsi la grandissima abilità di pompinara dimostrata dalla
troietta
.
Durò poco che anche l'altro partner si staccò dalla sua bocca e con il cazzo gocciolante di saliva si posizionò alle sue spalle; quando capì le sue intenzioni a Stella non rimase altro che il tempo di esclamare con una punta di timore
piano, ti prego
il cazzo lubrificato si aprì rapidamente un varco in un buco che lei fino ad allora aveva raramente concesso: il buco del culo. L'entrata fu imperiosa con un solo colpo di reni il suo amante le aveva infilato nel culo quei ventidue o ventitré centimetri di cazzo, facendola sussultare e gridare sia per il dolore che per lo stupore.
Ahhh che male, ahhh piano così sii, mmnhh ecco bravo adesso va bene, ohhh sii oddio che bello ahhh ahhh mmnhh che meraviglia dai così porci prendetemi tutta daii sfondatemi tutto culo e fica sii sono la vostra baldracca mi dovete fare impazzire dai porci sii sempre più forte così dentro per bene è così bello sentire i vostri cazzi che si incrociano dentro di me ahhh come godo sento già che avrò un orgasmo travolgente dai fottete bene la vostra battona daii
questo fu il soliloquio che Rolando impotente udì al di là della porta, pensando a quando e a quante volte quella lurida puttana si era rifiutata di farsi inculare adducendo come scusa che lui aveva un cazzo troppo grosso per il suo
buchino
, in compenso adesso la sgualdrina si era fatta sfondare da un uomo con un cazzo grosso e lungo molto più del suo!
Rassegnato e dopo avere meditato su quanto, in fondo, le donne siano veramente puttane, si riaccucciò alla fessura per non perdere il momento topico che si stava avvicinando rapidamente anche perché era ormai trascorsa quasi un'ora dall'inizio della penetrazione, guardando dalla fessura Rolando vide Stella ormai completamente rapita: dalla bocca urlante le colava un fitto rivolo di saliva, gli occhi erano completamente assenti e quasi sempre chiusi ad assaporare meglio quel profondo stato di estasi erotica, preparandosi all'epilogo del piacere che precede la pace dei sensi, i due uomini, anch'essi esausti la penetravano con foga sempre crescente e ormai riuscivano ad infilare nella fica e nel buco del culo i loro cazzi con una facilità estrema: Stella era ormai totalmente aperta o per meglio dire sfondata
mmnnhhhhh ahhhhhh ohhhhhh siii mmhhhh
questo era il suo linguaggio quand'ecco che improvviso
daii siii cosiiiii siii cosiiiii ecco ecco bravi dai luridi maiali dai ancora di più sii daii fate urlare questa puttana questa zoccola siii ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…
l'urlo durò diversi minuti e Rolando si era quasi preoccupato aveva visto Stella perdere letteralmente i sensi crollando sul corpo del proprio amante mentre emetteva contemporaneamente quel lungo lunghissimo ululato di piacere, i due uomini anch'essi più che sazi sborrarono dopo pochi secondi allagandole fica e culo prima di sfilare i loro membri.
Stella rimase sdraiata in uno stato di estasi e di semincoscienza per quasi un'ora poi si rialzò mentre i suoi due amanti la salutavano con un ultimo appassionato bacio, quando fu in piedi, Rolando che non si era perso un solo minuto di quella serata davvero bollente, vide attraverso la fessura che da fica e culo le colavano due copiosi filamenti bianchi: era la sborra dei suoi amanti che colò ancora per diversi minuti lasciando alle sue spalle una scia biancastra inconfondibile.
Il ricordo di quell'esperienza veramente unica provocò in lei uno stato di eccitazione che le fece bagnare la fica con il rischio di macchiare il vestito, fu così costretta a sollevarsi la gonna per asciugare i propri umori mostrando involontariamente a Rolando parte del proprio abbigliamento
uhau
esclamò Rolando
meglio di quanto immaginassi, ma cos'è questa manovra hai problemi idraulici o mi vuoi provocare ulteriormente?
chiese incuriosito
taci e non rompere, fatti i cazzi tuoi
replicò secca Stella che non aveva alcuna intenzione di rovinare tutto confessando a Rolando la verità.
Già immaginava quale sarebbe stato il tipo di “ballo” propostole quella sera da Rolando, l’unica cosa che le sfuggiva era quell’alone di mistero che avvolgeva la serata, “di solito si eccita a descrivermi in anticipo cosa accadrà” – meditò Stella osservando il suo uomo senza però farsi notare. “Certo, da quando questo gioco ha avuto inizio, posso proprio dire che grazie a Rolando ho avuto la possibilità di sperimentare tutto, o quasi tutto, e devo dire che questo ‘tutto’ mi piace molto, ormai trovo eccitante anch’io fare la troia davanti a lui, è bello sapere che il proprio uomo spera di vederti sempre più puttana, soprattutto se è partecipe di tutto. Ogni tanto mi piacerebbe che partecipasse anche lui in maniera attiva alle orge, invece di limitarsi sempre a fare il guardone o in alternativa il ‘regista’ porno; chissà quante ore di filmini avrà realizzato con me come protagonista! Potrei già essere un’affermata pornostar, con la differenza che io non fingo per niente, anzi godo a fare sesso sempre più sfrenato e perverso” – a quel punto la mente di Stella ripercorse un’altra esperienza indimenticabile.
Sabato pomeriggio piovoso, lei è in bagno impegnata nella ormai classica fase di preparazione, Rolando non c’è, è uscito di casa con fare misterioso “ti farò una graditissima sorpresa” – le ha detto prima di richiudersi alle spalle il portone.
Ha già indosso la biancheria intima per la serata, una tutina nera di tulle aderentissima che la chiude dal collo fino ai piedi, con l’unica eccezione per tre fori: due minuscoli per i capezzoli, uno più grande per fica e buco del culo, è un regalo “interessato” di Rolando che lo ha scovato una settimana prima in un sexy shop. Il tempo di chiudere la cerniera del mini abito che ha indossato sopra, ed ecco che lo sente rientrare in casa e andare ad armeggiare misteriosamente in camera da letto “chissà cos’ha preso quel maialone” – pensa incuriosita. “Sei tu?” – chiede “si, si stai tranquilla, non sono il violentatore misterioso” – le risponde ironico. “E’ chiederti troppo, il sapere se stasera avremo ospiti ed eventualmente quanti e chi?” – chiede con voce decisa – “sei proprio una donna con tutta la curiosità femminile, si avremo ospiti, nuovi ospiti che non conosci e dunque dovrai essere particolarmente carina con loro, sono due grandi amici miei: Luca e Giorgio, vedrai sono bellissimi, almeno secondo me!” – “allora vado a preparare qualcosa di veloce da mangiare, il sesso richiede molte energie soprattutto a chi lo pratica come noi!” Rolando osserva la sua donna “com’è bella” – considera in silenzio, “e come è porca!” – conclude dopo avere esaminato compiutamente abbigliamento e trucco scelti da Stella per la serata. “Suonano, vado ad aprire io” – esclama Rolando al primo trillo del campanello, si sono loro i due amici, anzi i due grandi amici. Il clima è da subito molto gioviale, e Stella, che ormai è abituata a ciò, supera molto in fretta l’iniziale inevitabile imbarazzo dovuto al primo impatto con due perfetti sconosciuti, anche se amicissimi di Rolando, e soprattutto all’abbigliamento e al trucco che indossa: quelli non danno certo adito a dubbi!! La cena corre via veloce, ormai sono già tutti quattro in salotto seduti su divano e poltrona, sorseggiano un liquorino che ha il duplice scopo favorire la digestione e di scaldare gli animi. Luca, il più intraprendente, approfitta della vicinanza di Stella mentre gli porge il bicchiere con il liquore, per infilare con delicatezza una mano sotto il suo vestito, immaginando di incrociare quasi certamente un gancio di reggicalze lungo la coscia, e invece niente! Stella ostenta indifferenza e continua a parlare, indugiando però in quella posizione, per consentire a Luca un’esplorazione più “approfondita”. Rolando che ha visto tutto, si apre i pantaloni e tira fuori il cazzo iniziando a masturbarselo “forza ragazzi, cominciate pure ad assaggiare un po’ di Stella, non abbiate timore dai!” – Stella gli rivolge uno sguardo magnetico e intenso: un misto di sfida, di voglia e di intesa sessuale davvero profonda “mmnhhhh” – si lascia sfuggire a fior di labbra, quando le mani di Giorgio le afferrano saldamente le tette, mentre la lingua le si insinua tutt’intorno all’orecchio. Pochi minuti e il vestito cade, si presenta così a tutti uno spettacolo davvero magnifico: il corpo di Stella inguainato in quella tuta così volgare ed esplicita. “Andiamo in camera da letto” propone Rolando, già peraltro armato di telecamera, “staremo più comodi”. Aprendo la porta si presenta a tutti uno spettacolo davvero insolito: dal soffitto pende un’imbracatura per il corpo, di quelle sadomaso con tanto di cappuccio in lattice nero, a Stella basta un attimo per capire, soprattutto quando vede, appoggiata ai bordi del letto una frusta in cuoio tipo gatto a nove code – “ecco cosa ha fatto quel porco oggi pomeriggio, è andato di nuovo al sexy shop” – pensa, mentre è impegnata a sfilare le mutande a Giorgio, Luca ha fatto tutto da sé, ora manca Rolando, perché anche se non partecipa dovrà comunque essere tutto nudo, “anzi, in effetti oggi ha deciso di partecipare anche lui, a modo suo…!” – considera con una punta di ironia e perversione. “Vieni qui brutto porco, che ti lego, e voi datemi una mano a legarlo e incappucciarlo per bene!” – ordina perentoria.
In pochi minuti Rolando è sistemato, come peraltro voleva, incatenato ad una struttura a croce con le gambe e le braccia divaricate al massimo e la testa chiusa in un cappuccio che ha un’unica piccolissima apertura per consentirgli di respirare. “Ti pentirai presto di questa tua scelta, porco schifoso, ma sarà tardi perché ti frusteremo in tre con tutta la forza che abbiamo e ci fermeremo solo quando saremo stanchi” – gli sussurra Stella all’orecchio con una voce roca da cui già traspare un notevole grado di eccitazione – “e non ci limiteremo solo al culo, ti frusteremo dappertutto, anche sul cazzo” – continua perentoria. “Adesso preparati, e sappi che se mugoli ti frusteremo di più e quando ti chiederemo di indovinare chi ti sta frustando, se indovini smetteremo, altrimenti ne riceverai un’altra razione” – esclama Stella facendo schioccare la frusta per la prima volta sul culo di Rolando che si contrae per il dolore – “fa male è porco, pensa che è la prima e che ne dovrai ricevere tantissime” – prosegue, facendo partire un secondo colpo ancora più forte. “Palpatemi per bene, mentre sistemo questo maiale, così mi eccito di più” – ordina rivolta ai due amanti che non si fanno certo pregare. I colpi si susseguono con un ritmo incessante: Rolando ha il culo ormai bluastro e la schiena violacea, lo hanno già frustato tutti e tre e adesso la frusta è di nuovo fra le mani di Stella che in preda ad un’eccitazione animalesca si piazza davanti a Rolando e comincia a frustargli prima il petto, cercando di colpire i capezzoli, poi il cazzo e l’interno delle cosce. Rolando riesce a non gemere mai, anche quando gli ultimi colpi di frusta che gli si abbattono addosso, gli riducono il cazzo, comunque teso in una spasmodica erezione, ad un pezzo di carne bluastra e marrone completamente tumefatta, dalle palle alla cappella. Sfinita, Stella depone la frusta, e lo lascia li appeso a sentire, “adesso penso al mio piacere” – sussurra, mentre si accovaccia ai piedi dei due amanti per iniziare un pompino simultaneo, specialità in cui è ormai una maestra. Bastano pochi colpi di bocca e lingua che già si ritrova con il viso inondato di sperma, lo spettacolo a cui Luca e Giorgio hanno assistito e partecipato in precedenza, li aveva trascinati in uno stato di eccitazione irresistibile, “tanto meglio, così poi saranno tutti per me” – considera serena mentre sta terminando di ripulire i due cazzoni. “Spalmati tutta la sborra sul viso, puttana” – ordina imperioso Luca – “nutre la pelle e attenua le rughe, dovresti pagarci per tutta la crema che ti abbiamo dato…!” – continua ironico. Stella esegue l’ordine con una docilità e una diligenza davvero encomiabili, è una manovra che ormai conosce molto bene “gli uomini, che esseri prevedibili, si eccitano ad imbrattare con il loro sperma la loro donna, accontentiamoli per bene!” – pensa, mentre si spalma uno strato abbondante di sborra sul viso facendo in modo da non tralasciarne neanche una minima parte. “Soddisfatti?” – chiede ad operazione terminata, “si così ci piaci, hai proprio l’aspetto di una puttana, quello che sei in fondo!” – risponde Giorgio, con un’inaspettata animosità. “Adesso mi dovete far godere per bene maiali” – li incita offrendo loro il suo culo, che fa roteare armoniosamente davanti ai loro occhi, Luca, che è il più dotato dei due, non se lo fa ripetere due volte, e piazzatosi alle sue spalle le lecca minuziosamente il buchino, insalivandolo bene, poi con un colpo secco le infila tutto il sesso fino ai coglioni, facendola sobbalzare e gemere di stupore e di piacere. Così alla pecorina Luca la fotte senza tregua, mentre lei succhia con avidità il cazzo di Giorgio che le si è sdraiato sotto per leccarle la fica.
Viene così: travolta da un cazzo in culo, un altro in bocca ed una lingua che le “tortura” il clitoride, dalla sua bocca esce solo un lungo soffocato mugolio di piacere, rapidamente raggiunta dai suoi due partners che le sborrano copiosamente in culo e in bocca. Luca non soddisfatto le rimane “infilato” nel culo e dopo alcuni minuti riparte ad incularla; è allora che a Stella viene in mente un’idea davvero eccezionale: ordina a Giorgio di staccare dal soffitto l’imbracatura a cui è vincolato strettamente Rolando, e di portarla sul letto, facendo in modo che Rolando venga a trovarsi di fronte a lei anch’egli alla pecorina, poi data una rapida ciucciata al cazzo di Giorgio per lubrificarglielo, gli ordina perentoria: “Adesso incula per bene questo finocchio” – indicando Rolando. Giorgio, in un primo momento è titubante, ma obnubilato dai fumi di un sesso così coinvolgente, esegue docile e sbatte letteralmente nel culo a Rolando tutto il suo cazzo poderoso. “Ahhhhh che male!” – esclama Rolando, ma dopo pochi minuti comincia a mugolare di piacere, oscillando il culo per assecondare meglio i movimenti di quel cazzo che ormai lo sfonda senza più alcun ritegno, come peraltro sta facendo anche Luca con il culo di Stella! “Toglili il cappuccio, adesso” – ordina Stella, e Giorgio esegue, per cui i due coniugi si ritrovano faccia a faccia a pochi centimetri di distanza, inculati contemporaneamente dai quei due “tori”. Rolando ha il viso paonazzo, forse per l’eccitazione, e la guarda allibito, senza profferire parola, “ti piace questa novità, porcone?!” – lo interroga Stella mentre si dimena come un’ossessa per assecondare al meglio i colpi che Luca le assesta senza tregua – “si è bello, mi piace e poi averti così vicino in questa posizione…!” – le risponde con voce roca – “non avevo mai visto le tue tette ballonzolare così, e…. il tuo sguardo … sei proprio un vera puttana!” – aggiunge. Stella mugolando sempre più osserva con attenzione il cazzo di Rolando che gli pende tra le gambe, dondolando di qua e di là: è gonfio, teso, con quel colore così insolito dovuto alla “cura” di frustate a cui lo ha sottoposto poco fa, e comunque è ben eretto e dalla cappella fluisce un lungo filamento di sborra che non accenna a finire, sicuramente causato dall’inculata a cui è sottoposto. Ancora alcuni minuti e poi Luca la afferra saldamente per i seni e, rimanendole dentro da dietro, la solleva in ginocchio, cominciando a baciarla e a leccarle l’orecchio – “leccami la fica dai porco, avvicinati e lecca, te lo ordino, devi farmi sborrare con le tue leccate, forza!” – ordina perentoria Stella rivolgendosi a Rolando, che ormai preso da quella situazione obbedisce come un cagnolino. Avvicinata la bocca alla fica, inizia a leccare quella pelle così liscia, aprendo con la lingua il solco interno fino ad incontrare il grilletto già teso in un eccitazione spasmodica; nelle narici gli sale denso e acre l’odore di sborra: quella degli altri uomini, quella del culo di Stella. Così in quella posizione assiste alla sborrata di Luca che le inonda nuovamente il culo, ritraendosene pochi istanti dopo; ora è solo con il sesso della sua donna che vuole disperatamente godere, e deve essere lui a soddisfarla con la sua lingua, lecca quindi sempre più in profondità, incontrando involontariamente la colata di sborra che esce copiosa dal culo e gli provoca un iniziale senso di disgusto, ma non può smettere proprio adesso e quindi si adegua e lecca con ancora maggiore frenesia fino a quando non sente il ventre della sua donna fremere e vibrare, unito ad un urlo quasi straziante “Ahhhhhhhh siiii godoooooooo ahhhhhhh!!” Adesso tocca a lui, basta poco ancora due colpi più profondi assestati da Giorgio ed ecco che entrambi vengono quasi all’unisono, uno con un orgasmo “asciutto” dal momento che ha colato sborra durante tutto l’amplesso, l’altro allagando quel culo d’uomo ormai completamente “aperto”.
“Che serata da sballo era stata quella” – conclude fra sé Stella, poi rivolta a Rolando – “almeno puoi dirmi il luogo dove stiamo andando a ballare?!” – chiede con una certa insistenza – “ti ho detto che è una sorpresa, per cui sii paziente e non continuare a chiedere le stesse cose!” – le risponde con tono un po’ spazientito.
“Il fatto è che.., mi sbaglierò ma stiamo percorrendo la stessa strada di quella volta che mi ha portata al ‘Tortuga’, senza dirmi però che quello non era un normale locale da ballo, ma si trattava di un club privé!” – medita pensosa, osservando appunto il tragitto che stanno percorrendo.
“Quella volta…..” – si abbandona ancora ai ricordi che le riaffiorano così netti alla mente, in ogni minimo dettaglio.
“Stella, Stella, dove sei?!” – Rolando era impaziente, stranamente impaziente.
“Vieni a vedere cosa ti ho comperato, dai, ho un sacco di sorprese bellissime!” – “vedere, vedere” – risponde Stella curiosissima – “cominciamo dalle cose più hard, sai cosa sono queste? No? Beh te lo dico io: queste sono le famose palline cinesi che servono a massaggiare in profondità il sesso femminile” – “ma come si usano?” – “molto semplice: si infilano tutte e due nella fica, lasciando fuori solo questo anellino legato al filo a cui sono fissate, sai serve per tirarle fuori, altrimenti in una fica come la tua …si perderebbero…!!!” – “stronzo! Sei in vena di complimenti?” – “dai era solo una battuta spiritosa! Non sarai davvero così permalosa!” – “OK ma che ci devo fare? Vuoi che le indossi stasera?” – “Certo, stasera ti porto a ballare, per cui tutto il tempo avrai dentro la fica un massaggiatore personale che si prenderà cura della tua eccitazione; e.. non è finita, guarda un po’ che completino indosserai” – così dicendo le porse un pacchetto contenente un completo di pizzo nero, composto da sostieni tette (di quelli che reggono e comprimono il seno lasciandolo però completamente scoperto), perizoma e reggicalze.
“I tuoi soliti regali interessati!” – lo provocò lei “ah sì e allora guarda un po’ qui, ti sembra interessato anche questo?!” – le rispose consegnandole una borsa di nylon molto voluminosa, “caspita, ma cosa c’è dentro? Ohhh mamma mia, ma, ma sei proprio matto!!” – esclamò aprendo il sacco – “una pelliccia, ma e il tuo animalismo che fine ha fatto ?!!” – “tranquilla, è una pelliccia ecologica, bella, ma ecologica” – in effetti Rolando doveva aver speso davvero molto per quel capo così bello: una pelliccia molto raffinata che, indossata copriva Stella dal collo fino alle caviglie, “la indosserai stasera, e sarai la più bella di tutte!”
L’euforia e l’emozione per quel regalo così prezioso avevano confuso Stella che si rimirava davanti allo specchio, con la pelliccia addosso, “sotto la pelliccia mettiti questo” – specificò Rolando, porgendole una gonna nera lunga anch’essa, come la pelliccia fino ai piedi, e dotata di spacco laterale fino ai fianchi, chiuso da un bottone a metà coscia; “e sopra cosa devo mettere?” – gli chiese Stella ormai rassegnata ad accettare gli abbigliamenti che le proponeva – “indossa questo top” – il top era di pura seta molto fine, quasi trasparente, si allacciava sulla schiena che restava in buona parte nuda, “spero che ci sia caldo dove andremo, altrimenti mi becco un accidente” – replicò lei nel vedere il capo così succinto.
Quella sera Stella si preparò molto più rapidamente del solito, eppure non aveva dimenticato proprio niente, palline, ecc. tutto al posto giusto, anche il trucco veramente straordinario e impeccabile! D'altronde lei era una vera maestra, o meglio un’artista del trucco, sia quello leggero, sia quello pesante e per quest’ultimo aveva sviluppato una predilezione particolare, data la frequenza con cui vi ricorreva…
“Mnhhh, mi stanno già massaggiando, ahhh che bello!” – esclamò riferendosi ovviamente alle palline cinesi, mentre era seduta in macchina durante il viaggio verso la famosa sala da ballo, “mi immagino come sarà quando ballerò ….!” – “potresti rischiare di avere un orgasmo sulla pista da ballo, e ….. da sola!!” – la riprese Rolando euforico.
Lei non si sapeva spiegare il perché di tutta quell’euforia, ma cominciò a capire quando furono arrivati e scesi dall’auto lesse l’insegna : “Tortuga” poi guardandosi intorno vide che il portone d’ingresso era chiuso e per entrare bisognava suonare il campanello, essere scrutati da un usciere, e solo dopo accedere all’interno. Appena entrati Rolando consegnò all’usciere un biglietto – “lo aveva già acquistato, il vigliacco!” – pensò Stella nel notare la manovra, poi una ragazza molto carina prese in consegna giaccone di lui e pelliccia di lei. “Prego accomodatevi” – una voce suadente li invitò ad entrare: il locale era molto buio soprattutto per chi, come loro, vi accedeva dall’esterno, si sentiva una musica a volume elevato, ma non assordante, si scorgeva nella penombra la pista da ballo che peraltro era già molto animata. Presero posto su uno dei molti divanetti che circondavano la pista da ballo, ordinarono da bere due margarita, e si misero a guardare. “Andiamo a ballare?” – propose Stella – “con piacere” – cominciarono così a sciogliersi in balli sempre più coinvolgenti fino a quando – “sono stanco non ce la faccio più, mi siedo qui e ti guardo, continua tu da sola” – così dicendo Rolando si mise nuovamente a sedere sul divano dove avevano preso posto entrando. Stella si sentiva carburare sempre più, forse anche per merito del margarita, sta di fatto che più ballava e più avrebbe ballato. Non dimentichiamoci infatti di cosa lei portasse dentro la fica: uno strumento di tortura, una tortura dolce, dolcissima che gliela stava letteralmente trastullando provocandole un piacere sempre più intenso con il risultato che, l’esiguo perizoma che aveva indosso, era ormai fradicio di umori da poterlo strizzare, anzi già sentiva che alcune gocce le stavano colando lungo le cosce. Il bello era che quel titillamento non era il solo a cui il suo corpo fosse sottoposto, solo adesso infatti, aveva capito il perché della scelta di Rolando del top di seta: il fatto che il seno fosse completamente scoperto e contemporaneamente strizzato, con i capezzoli ben orientati verso l’esterno, faceva sì che gli stessi strusciassero ad ogni suo movimento, contro quel capo così liscio e aderente che li copriva, provocandone un continuo vellicamento che li aveva ormai resi talmente tesi e turgidi da sembrare quasi tumefatti aumentando ancora il suo livello di eccitazione.
Lo spettacolo che Rolando si gustava era davvero notevole: Stella ballava senza risparmio di energie, con quel top attraverso cui le si “leggevano” nei minimi dettagli sia i capezzoli che i seni, e più in basso lo spettacolo appariva ancora più “infuocato”, infatti, prima di sedersi, lui le aveva aperto, ovviamente senza farsi notare, il bottone della gonna che le teneva coperte le cosce, pertanto a tutta la platea, si offriva uno spettacolo veramente intrigante, dal momento che era perfettamente visibile il reggicalze che indossava sotto.
Quando vide e capì era ormai troppo tardi… le cadde lo sguardo su una coppia che era seduta un po’ in disparte, a cui si erano aggiunti altri due uomini che stavano accarezzando la donna dappertutto davanti al marito evidentemente compiacente, anzi, a sua volta in caccia di qualche novità…! “Mi hai portata in un club privé, brutto porco, sei proprio un gran perverso!” – esclamò con voce risentita scendendo dalla pista da ballo, rivolta a Rolando, che per tutta risposta la baciò così appassionatamente da farle dimenticare subito la sua rabbia, anche perché in effetti il suo corpo fremeva di voglia dopo quasi due ore di ininterrotti titillamenti a fica e capezzoli. “Vuoi offrirmi a degli sconosciuti stasera?” – gli chiese ormai certa dei suoi obiettivi per quella serata, e senza attendere risposta aggiunse “stasera scelgo io, e tu non devi profferire parola!”
Così fu, andò al bar e ordinato un altro intruglio molto alcolico lo trangugiò con estrema rapidità poi, accortasi che Rolando la stava raggiungendo, si allontanò rapidamente.
Si rese conto ben presto che l’intruglio incautamente ingurgitato poco prima, era veramente potente, infatti sentiva sia la mente che i riflessi completamente appannati, il che peraltro la calò in uno stato di profonda tranquillità e sicurezza; così tornò in pista a ballare: la musica era particolarmente conciliante e lei la interpretava come sempre molto bene, il ballo le piaceva molto e la cosa non era certo un mistero: si muoveva in modo veramente armonioso facendo ondeggiare i fianchi prima a destra poi a sinistra, quindi indietro e in avanti, sembrava proprio che fossero le palline cinesi a dettarle il ritmo …
Quel modo di ballare alquanto “disinvolto” e appariscente, calamitò in breve l’attenzione di molti, uomini singoli, ma anche coppie: quei seni così in evidenza e soprattutto quei capezzoli tanto gonfi e duri da sembrare un tutt’uno con il top di seta, uniti al “vertiginoso” spacco sul fianco della gonna non potevano certo passare inosservati! Così nel breve volgere di pochi minuti si trovò quasi circondata da numerosi uomini che le si paravano intorno sempre più intraprendenti nascondendola alla vista di Rolando, che se ne restava immobile al banco del bar a bere e osservare.
Il suo sguardo spaziò per qualche minuto su altre coppie o gruppi che stavano animando e scaldando l’atmosfera e così facendo perse di vista Stella: era sparita, “si è sicuramente imboscata da qualche parte e chissà con chi?!!” – pensò tra sé preoccupato di averla persa e di non “vedere”. Si alzò dunque con l’intento di ritrovarla, non tanto per riportarla al loro divano, quanto meglio per vedere con chi ed eventualmente con quanti uomini si era appartata, “lo sa che io devo vedere tutto” – pensò.
C’erano in quel club privé parecchie stanze destinate agli accoppiamenti “occasionali”, tutte arredate in modo semplice: un grande lettone rotondo al centro e tutti specchi intorno; con un particolare però: gli specchi erano tutti semitrasparenti per cui, essendo le stanze ben illuminate, era possibile da fuori, godersi lo spettacolo di ciò che accadeva all’interno.
Stella era ovviamente ignara di questo “marchingegno”, era convinta dunque di avere “seminato” Rolando, potendo godersi in pace gli uomini che aveva scelto, senza la presenza del suo uomo “guardone”.
“Eccola” – esclamò tra sé soddisfatto, quando la vide in una stanza insieme ad altri quattro uomini ed una donna, “stavolta si è lanciata, vuole provare anche a lesbicare…!”
Il punto d’osservazione di Rolando era davvero ottimale: si potevano scorgere tutti i dettagli anche i più insignificanti, da lì non sfuggiva davvero nulla!
Stella era già senza gonna e top, dunque nuda, dal momento che il perizoma glielo stava sfilando uno dei quattro uomini proprio in quel momento, era sdraiata sul letto con due uomini inginocchiati vicino al suo viso, che strofinavano i loro cazzi tesi sulle sue labbra per sollecitarla a leccare. Bastarono poche manovre ed ecco che la sua lingua cominciò docile a leccare le due cappelle che le si appoggiavano alle labbra, bagnandole ad ogni colpo di lingua con la saliva. Si abbandonò così ad un pompino doppio davvero estasiante: prima con lente e accurate passate di lingua percorreva le due aste tese e gonfie, poi si dedicava ai coglioni, percorrendone ogni millimetro, sempre con la punta della lingua irrigidita per essere più efficace. Ben presto succhiate dapprima accennate e poi sempre più ardite e disinvolte, si sostituirono alle leccate iniziali: succhiava e mugolava, “proprio come una cagna in calore” – considerò Rolando che da fuori stava assistendo in diretta alla sue performances.
Attorno a lui si formò ben presto un piccolo capannello di guardoni che dapprima titubanti, poi sempre più eccitati, cominciarono a masturbarsi commentando a voce alta quello che li eccitava di più: “guarda quella puttana a gambe larghe come pompa i due cazzoni” – disse uno, “sbaglio o ha la fica completamente depilata?” – domandò un altro – “è vero è tutta depilata anche sotto le ascelle, dev’essere proprio una gran troia!” – concluse un terzo. Rolando ascoltava quei commenti rimanendo in silenzio, eccitandosi ancora di più nel sentire apprezzamenti sempre più volgari dei suoi compari di “vista” all’indirizzo di Stella, ignorando ovviamente, che si trattasse di sua moglie.
“Guarda che troia, come si offre a quell’uomo con quel cazzone enorme, senti come rantola, la puttana!” – infatti alcuni altoparlanti posti intorno alla stanza diffondevano le voci provenienti dall’interno e così anche Rolando sentì… “ ahhh sii daiii prendimi tutta così da bravo, ohhh che cazzo enorme hai, sembri un toro” – “sono un toro, puttana e tu sei una gran vacca da monta!” – e avanti così, con colloqui che si facevano via via sempre più espliciti e diretti conditi da un linguaggio molto volgare. Ah già, ma l’altra coppia che cosa faceva intanto? Scopava ovviamente, anche se la donna si stava gustando il cazzo di un altro uomo mentre suo marito era intento a farsi spompinare da Sella. Claudia si chiamava quella bionda tettona, bella e anche lei completamente depilata, guardava con occhio languido verso Carlo, suo marito, che con aria persa si abbandonava sempre più all’abilità pompinara di Stella. Fu Francesco, l’uomo che stava fottendo Stella, a proporre: “adesso bendiamo le due signore e prepariamo loro una sorpresa!” – e così fu: Stella e Claudia furono bendate, e condotte a spasso per la stanza, palpate a quattro se non a sei mani dappertutto, infine furono disposte una di fronte all’altra sul lettone alla pecorina. Lo spettacolo era davvero arrapante: le due donne erano infatti ignare di giacere a pochi centimetri l’una dal viso dell’altra, e così bendate, nude con le tette, e che tette, a penzoloni, fornivano uno spettacolo davvero irresistibile, ciò che comunemente si definisce spettacolo ad alta tensione erotica! Claudia fu la prima a ricevere di nuovo il cazzo in fica: era quello di Cesare, un fustone nerboruto e con il petto completamente glabro, neanche un pelo, e nemmeno su cazzo e coglioni, tutto liscio come la sua fica d’altronde!
A Stella toccò nuovamente il cazzo di Francesco, solo che questa volta scelse un altro buco: il buco del culo – “Ahhh pianoo ohhhh mnhhhh ahhhh ahhhh” – mugolò la troia, generando lo scompiglio nella sempre più nutrita schiera di guardoni che a quella vista si abbandonarono ai commenti più truci – “oh ma quella troiona è proprio sfondata dappertutto! E guarda come gode anche nel culo!” – se ne uscì uno – “è si, quella è capace di prendersi anche una decina di cazzi al colpo!” – gli fece eco un altro, e così via, man mano che dentro le cose evolvevano sempre più verso un finale davvero “pirotecnico”.
Ben presto Stella si accorse che appoggiate alle sue labbra c’erano due cappelle gonfie e pulsanti “quelle di Carlo e Maurizio” – pensò, e cominciò a leccarle dapprima con movimenti molto lenti, poi sempre più avvolgenti fino a percorrere entrambi i cazzi con la bocca aperta. Fu allora che sentì qualcosa di “strano” – “cos’è questa cosa umida e calda?” si domandò, continuando comunque a slinguare anche quella, “non è un altro cazzo, o almeno non mi sembra” – concluse. “E voilà” – esclamarono all’unisono Francesco e Cesare, levando contemporaneamente la benda dagli occhi delle due donne, che scoprirono presto cos’era quell’umido strano…! Erano le loro lingue! “Leccate troie, non fermatevi, leccate bene e insieme i nostri cazzi, dai unite le linguette e le labbra, non avrete mica paura di baciarvi, sarebbe il colmo, per due puttane come voi!!” – le sollecitò con tono provocatorio Maurizio, e quell’ordine così perentorio fece crollare in un attimo qualunque remora morale o pudore residuo in entrambe. Una rapida occhiata e le loro bocche si incollarono una all’altra con in mezzo quei due cazzi pulsanti; li scorrevano per tutta la lunghezza senza staccare mai le labbra l’una dall’altra: era la prima volta che entrambe baciavano una donna, ma lo trovarono assai piacevole, dal momento che, anche staccate dai due cazzi si slinguettavano felici. Una situazione così perversa generò il caos sia dentro che fuori: Carlo e Maurizio sborrarono quasi all’unisono sui visi e nelle bocche delle due troie affamate che oramai non smettevano più di baciarsi e leccarsi; fuori intanto, la schiera di guardoni riempì di sperma parecchi pacchetti di Cleenex, e che seghe felici! Rolando rimase da solo a gustare il finale: Claudia, senza sfilarsi dalla fica il cazzo di Cesare, si rigirò sotto sopra, e piano piano si infilò sotto Stella fino a raggiungere con la bocca le sue tette, che ciondolavano sotto i colpi che Francesco assestava implacabile al suo culo. Si trovarono dunque entrambe con le rispettive tette a “portata di bocca”, e fu Claudia a cominciare una leccata dapprima timida e impacciata, ma ben presto disinvolta, delle tette di Stella, la quale mostrò di apprezzare quel gesto con un mugolio sempre più alto “mnhhhh ohhh siii che bello sii brava lecca cosiiii daiiii” – “adesso leccami anche tu dai cara” – la incitò Claudia, in un attimo di pausa, e fu così che la lingua di Stella provò per la prima volta l’ebbrezza di titillare e lappare i capezzoli ad una donna.
Ben presto le mani vennero in aiuto alla bocca, e così palpate e leccate si susseguirono sempre più ardite: ciascuna cercava di trasmettere all’altra le sensazioni che stava provando, il tutto in un vortice crescente di eccitazione. Lo sperma che era colato sui loro visi dai due cazzi spompinati in precedenza, se lo erano spalmato involontariamente sulle tette, durante quelle leccate ormai senza più soluzione di continuità.
Ormai lingue, labbra, denti tutto partecipava a quel massaggio reciproco ai capezzoli diventati duri e violacei e dai quali non riuscivano più a staccarsi. Ad un tratto, con un movimento repentino, Claudia si infilò ancora più sotto, e con la lingua ormai sciolta cominciò a leccare con colpi lenti e misurati la fica di Stella che ebbe un attimo di stupore, ma quando sentì quella calda e morbida carezza avvolgerle la fica, aprendone le labbra fino ad incontrare il clitoride gonfio, emise un lungo mugolio di piacere ed approvazione “mnhhhhhhhh ahhhhh ohhhhhhh siiiiiii!” – esclamò, e di istinto si avvicinò anch’essa alla fica di Claudia, che però era occupata dal cazzo di Cesare. La sua lingua incontrò il cazzo di Cesare, nel suo andirivieni, tutto fradicio di umori e impregnato dagli odori di sesso; Stella leccò con sempre maggiore avidità, cazzo e fica, fino a quando sentì sgorgare dall’uccello un getto imperioso di sborra, seguito da altri innumerevoli fiotti che allagarono la fica di Claudia e tracimarono fuori. “Che sapore strano, al contempo disgustoso ed eccitante” – valutò, mentre continuava a leccare avidamente e senza tregua quella fica ormai amica, da cui colava un denso rivolo di sborra di uomo e di donna; lo stato di ipereccitazione in cui si trovava le fece ingoiare tutti quegli umori come se si trattasse di panna montata, leccò e leccò ancora: alla fine la fica di Claudia era del tutto ripulita.
D’altronde anche lei stava ricevendo da Claudia, e dalle palline cinesi che ancora ciondolavano nella sua fica, un trattamento simile, anzi, nel momento stesso in cui, Francesco si abbandonò ad un’eiaculazione selvaggia nel suo culo, Claudia con un ultimo sapiente colpo di lingua la trascinò ad un orgasmo così profondo e violento che, dopo averla fatta guaire ed urlare proprio come una cagna, le fece perdere i sensi per alcuni minuti. Si risvegliò con Claudia al suo fianco, la guardò, l’accarezzò lungo tutto il corpo, l’abbracciò e si abbandonò ad un ultimo lunghissimo bacio appassionato, poi si rialzò con un lungo filo di sborra che le colava dal culo, si sfilò le palline dalla fica, si rivestì in fretta, salutò tutti con un bacio ed uscì da quella stanza “adesso devo ritrovare Rolando” – pensò – “ma, cosa ci fai tu qui?” – gli chiese con tono stupito vedendolo appena fuori dalla stanza, – “ho assistito, insieme ad una nutrita folla, ad uno spettacolo davvero speciale, i miei complimenti!!” – le rispose con tono sarcastico, mostrandole gli specchi semitrasparenti, “anche se sono un po’ arrabbiato, perché hai cercato di fare la furba e di imboscarti senza di me!” – proseguì – “sarebbe stata la giusta punizione, visto che mi hai portata in un club privé sapendo bene che ero contraria!” – “hai ragione, però… adesso che hai provato non pensi che ogni tanto possa essere un’occasione ghiotta di evasione?” – “si, si, però … non voglio che diventi un’abitudine, …. una volta ogni tanto e deciderò io!”.
Si rivestirono, e usciti ripresero rapidamente la via di casa, “adesso tocca a me lo sai vero puttanella?” – le disse Rolando con un tono di voce inequivocabile: era arrapatissimo.
“Cosa vuoi che faccia?” – gli chiese Stella incuriosita – “mi devi fare un pompino con l’ingoio, qui in macchina, per strada” – e così dicendo fermò la macchina in una piazzola ai bordi della strada – “adesso scendi e vieni qui dalla mia parte, ma rimani fuori dalla macchina” – le ordinò perentorio. Stella ubbidì mansueta, uscì dall’auto, girò intorno, aprì la portiera dal lato di Rolando, si accucciò ai suoi piedi, gli aprì i pantaloni e tirò fuori il cazzo duro all’inverosimile, con la cappella di colore violaceo, “succhia, puttana!” – le ordinò: bastarono pochi minuti, la voglia esplosiva di Rolando unita alla sua abilità ormai “professionale” di pompinara fecero scaricare un autentico fiume di sborra dai coglioni gonfi. Ciucciò fino all’ultima stilla di sperma – “fammi vedere la tua bocca piena di sborra, prima di ingoiare!” – ordinò Rolando, e lei, come una docile schiava eseguì: aprì la bocca per bene facendo fuoriuscire la lingua biancastra, ricoperta com’era, da un denso strato di sperma che, in minima parte le colò lungo il mento. “Soddisfatto?” – gli chiese dopo avere ingoiato tutto – “si, sali in macchina che andiamo a casa: sono stanco morto!”.
“Quella pelliccia, che capo sexy si è rivelata…” – pensò sempre assorta, mentre si convinceva sempre più che la meta finale del viaggio di quella sera sarebbe stata il “Tortuga”.
“Certo l’inverno è freddo, però ti permette di sbizzarrirti nell’abbigliamento: dall’intimo al cappotto, tutto può essere altamente sexy! Eh la pelliccia, è stata nostra complice in varie occasioni, come quella volta a carnevale che…” – Stella vaga ormai con la mente ripercorrendo una dopo l’altra le storie e le avventure vissute.
“Sei sicuro che saremo tutti seminudi?” – “oh l’invito mi sembra alquanto esplicito: l’abbigliamento, ovviamente in maschera, dovrà essere altamente sexy, ed è sottolineato, sia per gli uomini che per le donne” – “si ma questo non vuol dire essere seminudi!” – “no eh, e allora cosa vuol dire secondo te: ‘verrà eletta la maschera ritenuta più sexy della serata, in altre parole la più nuda’?” – ribatte Rolando rileggendo il contenuto dell’invito ad una festa di carnevale, che hanno ricevuto la settimana scorsa da Claudia e Carlo, i due coniugi conosciuti al ‘Tortuga’.
Stella rilegge quell’invito con la massima attenzione, verificando che effettivamente la festa avrà luogo a casa di Claudia e Carlo e conoscendoli… ci si può fidare…!
Così chiusasi in bagno per l’ormai tradizionale rito di preparazione, sceglie per quella serata di sicura trasgressione un abbigliamento e un trucco “adeguati”.
Indossa così un corpetto color rosa carne con laccetti sulla schiena, che le strizza al massimo vita e seno, facendo fuoriuscire completamente i capezzoli, sotto solo le cinghiette del reggicalze e un paio di calze a rete anch’esse color rosa, infine ai piedi un paio di sandali rosa pastello con la zeppa e con un tacco di 20 cm. “Ho fatto proprio bene a farne una scorta quando c’è stata la svendita in quel magazzino, l’anno scorso: le scarpe da battona non le voleva più nessuno ed io ne ho comperate sei paia ad un prezzo ridicolo, oggi costerebbero un occhio della testa, visto che sono tornate di moda!” – considera soddisfatta mentre se le allaccia alla caviglia.
“E adesso il trucco” – medita, osservandosi attentamente allo specchio – “certo questo è un abbigliamento ipersexy, e inequivocabile….. vorrà dire che stasera sarò mascherata da battona …..!!” – e così il trucco scelto è in linea con l’abbigliamento: guance color arancio, occhi segnati e colorati con un marrone scuro iridescente, rossetto marrone scuro le conferiscono un aspetto da vera puttana. “Si direi che così è perfetto “ – esclama soddisfatta, osservandosi un’ultima volta allo specchio, “Rolando, fammi un po’ vedere il tuo abbigliamento …!” – “eccomi, uhao che sventola! Sei, sei…. sei proprio una vera battona!” – “siamo proprio due puttanieri” – conclude Stella nel vedere il “travestimento” scelto da Rolando: cazzo e coglioni completamente depilati, boxer neri in latex, acquistati al sexy shop, canottiera nera traforata, pantaloni di cotone leggero e infine cappottone lungo grigio. “Sono meglio io” – conclude Stella – “sono nuda sotto la pelliccia, … il massimo … non trovi?” – “si, si hai perfettamente ragione, sono convinto che stasera sarai la regina della festa, da tutti i punti di vista…!”
Con queste parole uscirono di casa, avvolti l’uno nel cappottone grigio, l’altra nella sua pelliccia, per raggiungere l’auto al parcheggio “che sensazione strana” – pensò Stella mentre camminava sentendo l’aria fresca che da sotto le accarezzava la fica.
“Speriamo che non ci fermi la polizia, altrimenti ci arrestano come maniaci sessuali … !” – esclamò con tono scherzoso Rolando, mentre guidava.
“Cosa fai adesso” – lo interrogò Stella con voce preoccupata – “mi fermo in quel bar a bere un caffè insieme a te, vieni” – le risponde Rolando scendendo dall’auto. Lei lo seguì dopo essersi accertata che la pelliccia fosse perfettamente abbottonata – “sai che figura se qualcuno vedesse! Certo è eccitante l’idea di stare, praticamente nuda, in mezzo a tanta gente, prendere il caffè stando al fianco di uomini che mi guardano per il mio trucco, ma che mai e poi mai immaginerebbero come sono agghindata sotto!” – tali pensieri le provocarono un’improvvisa eccitazione, che in breve le allagò la fica, provocandole una sensazione di fresco mai provata.
“Hai visto come ti guardavano? Ti avrebbero spogliata con gli occhi, anche se in realtà c’è ben poco da spogliare …!” – “sfido io, mi hai portata di sera, in un bar praticamente di soli uomini, con un trucco da battona, cosa ti aspettavi?!! Ora però pensa a guidare, non vorrei che ci perdessimo…”
“A proposito: conosci bene l’indirizzo?” – gli chiese con un filo di preoccupazione – “si, si stai tranquilla, non dovrai scendere a chiedere informazioni ai passanti!” – le rispose ironico.
Dopo circa mezz’ora raggiunsero una villetta isolata, Rolando suonò il campanello e la voce inconfondibile di Claudia lo invitò ad entrare, aprendogli il cancello elettrico.
“Ciao, cara come stai?” – la saluta Claudia, dandole un bacio lieve sulle labbra – “sei veramente bella, complimenti!” – poi l’aiuta a togliersi la pelliccia e… sorpresa – “uhauu ma, ma sei davvero bellissima e supersexy, sarà praticamente impossibile superarti in sensualità stasera!” – con questa esclamazione l’accompagna nel salone dove sono già riuniti tutti gli altri invitati della serata –“ecco a voi Stella!” – e un sospiro di ammirazione unito ad un applauso spontaneo, si levano tra tutti i presenti, che seppur vestiti anch’essi in modo alquanto esplicito, sono comunque vestiti, mentre lei è …. proprio nuda! “Mnhhh, niente male, cinque uomini e tre donne, oltre a me e Rolando, c’è aria di orge stasera!” – pensa tra sé, mentre insieme a Rolando, e accompagnata da Claudia fa la conoscenza degli altri invitati alla serata.
“Carlo già lo conosci” – esordisce Claudia con tono ironico, alludendo al particolare tipo di conoscenza di poche sere prima al Tortuga! – “ lui è Stefano, lui è Antonio, lui è Lorenzo e infine ti presento Enrico” – “piacere a tutti” – rispose lei, osservando come Claudia avesse davvero buon gusto nello scegliere gli uomini – “sono tutti dei gran figoni, e per quel che si intravede sembrano anche assai dotati” – meditò curiosa – “ciao io sono Marcella e lei è Liliana, ma tutti la chiamano Lilli” – si presentarono così anche le due donne.
Fatte le conoscenze la serata prese inizio con i soliti balli; Stella si sentiva un po’ a disagio, infatti mentre lei era nuda, strizzata dentro ad un corpetto che, oltre a non coprirle nulla le metteva in evidenza, sia le tette che il culo, tutti gli altri avevano sì abbigliamenti più o meno “espliciti”, però erano coperti, o almeno parzialmente.
Il ballo servì così a vincere quell’iniziale senso di imbarazzo: in pista c’erano tutti e da sotto i pochi vestiti di ciascuno si intravedevano chiaramente seni, cosce e cazzi ciondolanti.
“Adesso tutti qui sui tappeti, si gioca alla mosca bianca!” – invitò Carlo, dopo circa un’ora e mezza di balli sfrenati.
Mosca bianca è un gioco di società, che ha quale unica finalità, quella di giocare puntando o capi d’abbigliamento, o meglio pescando da un apposito mazzo delle penalità da scontare a fine gioco.
Stella che partiva già nuda, fu così costretta a giocare subito sulle penalità, e c’è da dire che all’inizio sembrava avviata ad una strepitosa vittoria, era riuscita infatti, a spogliare tutti e tutte, solo che proprio allora la fortuna l’aveva abbandonata, lasciandola alla mercé delle penalità; ne accumulò una quantità enorme…!
“Decideremo collegialmente una penalità” – le confermò Enrico – “una con cui le sconti tutte” – l’unica sua preoccupazione era solamente dovuta al fatto che aveva intuito chiaramente, come il “coordinatore” della scelta sarebbe stato quel gran porco di Rolando!
“Verrai bendata e ammanettata dietro la schiena, poi dovrai fare un pompino a ciascuno di noi, escluso il tuo uomo, e dovrai indovinare i proprietari di ciascun cazzo, se vincerai potrai sputare lo sperma, altrimenti lo dovrai ingoiare tutto. In più se sbaglierai i primi due, pagherai un pegno intermedio, e se dovessi sbagliarli tutti cinque, ci sarà il pegno finale..!” – le comunicò Stefano con gli occhi luccicanti di eccitazione.
Pochi minuti dopo era già “pronta”: bendata, ammanettata e inginocchiata davanti a quei cinque maschioni – “puoi cominciare” – le sussurrò all’orecchio Claudia, con voce suadente, e così Stella accolse nella sua bocca il primo di quei cinque cazzi focosi. “Questo è … Stefano!” – mormorò indecisa, in un attimo di pausa – “no, sbagliato!” – fu la risposta sempre di Claudia. Così Stella, dopo una decina di minuti, si ritrovò con la bocca inondata della sborra di chissà chi, obbligata ad ingoiarla – “quanta ne ha fatta, e com’è odorosa” – pensò mentre, con un gesto repentino, ingerì quell’abbondante razione di sperma. La stessa scena si ripeté anche per il secondo cazzo, per cui avendo inanellato due errori consecutivi fu costretta anche a subire l’ulteriore penalità: Lilli le applicò ai capezzoli due pinzette che si aprivano come una corolla di fiore, se premute in punta, ma che si richiudevano a molla se rilasciate, più o meno il principio delle matite a scatto. “Non mi fanno un granché male” – valutò fra sé Stella, prima di dedicarsi al terzo cazzo, senza sapere però una caratteristica importante delle pinzette: avevano una catenella in punta, che se tirata stringeva con maggior forza la pinza intorno al capezzolo, consentendo quindi di allungarlo a piacere. “Succhia puttana, fai sborrare bene questi uomini, altrimenti ti stacco le tette!” – le ordinò imperiosa, Lilli, facendo seguire a quell’ordine uno strattone violento alle due catenelle che la fece sobbalzare per il dolore provocatole ai capezzoli e più in generale alle tette.
Obbedì dunque Stella, spompinando con tutta la sua maestria quel cazzo che era talmente grosso da deformarle il viso, mentre le riempiva la bocca quasi a soffocarla, e intanto Lilli con una mal celata vena di sadismo tirava con sempre maggior forza le catenelle, provocandole un allungamento evidente di capezzoli e tette, mugolava, quasi a cercare di liberarsi sia del cazzo davvero spropositato, sia soprattutto di quella tortura continua ai capezzoli. L’improvvisa sborrata la colse impreparata e, solo a grande fatica riuscì ad ingoiare tutto, visto che, tanto per cambiare, anche stavolta aveva sbagliato nuovamente il nome del proprietario del cazzo. Ormai ne restavano solo due e poi quel gioco, divenuto per lei davvero umiliante, si sarebbe concluso, e soprattutto quella tortura ai capezzoli divenuta ormai insopportabile – “mi immagino come sarà eccitato quel porco di Rolando nel godersi questo spettacolo!” – pensò mentre il quarto cazzo le si infilava in gola. “Sei Carlo” – mugolò – “no, tesoro hai sbagliato di nuovo” – le sussurrò all’orecchio Claudia, con una voce suadente. Era passata ormai mezz’ora, Stella mugolava per incitare alla sborrata quell’uomo, ma lui sembrava proprio prendersela comoda, e quando decise di venire, lo fece scaricandole in bocca una quantità di sperma così abbondante che ci volle tutta la sua maestria per riuscire ad ingoiarla. Intanto quella puttana di Lilli si accaniva sempre più sui suoi capezzoli che ormai si erano allungati di un bel po’, “speriamo che finisca presto” – meditò preoccupata, mentre una acre sapore di sborra le saliva intenso dallo stomaco a saturarle l’olfatto e il gusto. Spompinò dunque anche l’ultimo cazzo ormai rassegnata a dover fare un altro ingoio, mosse la testa molto rapidamente assecondando al massimo le pulsioni del cazzo, che captava chiaramente attraverso le labbra, lo portò alla sborrata in pochissimi minuti, solo che il suo fisico era ormai sazio, e la copiosità di quella sborrata tra l’altro particolarmente odorosa la colse di sorpresa, al punto che non riuscì a trattenere un seppur lieve rigurgito di sperma che le tracimò dalla bocca formando alcuni rivoli sul mento fino a colare in lunghissimi filamenti bianchi: d’altronde il suo stomaco era davvero sazio, mai in vita sua aveva mangiato una tale quantità di sperma! L’odore persistente della sborra le riempì bocca e naso per tutta la serata, anche se, il fatto di essere stata liberata e sbendata fu per lei un’autentica gioia, al punto che quando le dissero che l’ultimo pegno da pagare era di fare l’amore con Claudia e le altre donne, lì davanti a tutti, non si sgomentò più di tanto.
In breve si trovò davanti Marcella, che l’abbracciò focosamente attirandola a sé e baciandola calorosamente, infilandole in bocca la lingua, una lingua lunghissima, e palpandole il culo, Lilli l’avvolse da dietro, afferrandole saldamente le tette con le mani, e premendole i seni contro la schiena. Certo Lilli era stata particolarmente stronza con lei, durante il pegno precedente, con quella tortura ai capezzoli, ma ora Stella ne godeva i frutti: infatti quella prolungata strizzata a cui erano stato sottoposti, li aveva resi ipersensibili e anche un minimo strofinamento delle dita era sufficiente a farli gonfiare ed indurire trasformandoli in due veri e propri “centri di godimento”. Inoltre Lilli era proprio una donna bellissima: un viso molto dolce e sensuale, capelli lunghi e biondi naturali, seno “da favola”, una delle rare donne con le tette veramente a pera e … che tette, grosse e sode, un culo a mandolino, una fichetta da “verginella” con pochissimi peli biondi, due cosce ben tornite e lunghissime, sì come le disse Rolando al termine di quella serata: una gran bella fica!
Così avvolta e coinvolta dalle “attenzioni” di quelle due donne così esperte nel gioco lesbico, Stella si lasciò trascinare facilmente, scordò in quel lasso di tempo tutto il suo amore per il cazzo ed assaggiò molto profondamente il gusto delle donne, in un rapporto lesbico sempre più ardito. Leccò fiche, tette, incrociò lingue con la sua lingua, penetrò buchi del culo, palpò tette e culi, strofinò la sua fica contro le altre e, fatto davvero importante godette così profondamente da sembrare a tutti lesbica da sempre.
Passò il resto della serata con Lilli che non le si staccava più di dosso, voleva ballare sempre con lei, sfruttava ogni occasione per baciarla e palparla, offrendole al contempo il proprio corpo senza alcun ritegno: sembrava si fosse invaghita di lei!
Quella notte dormirono a casa di Claudia e Carlo, e al risveglio, Stella si ritrovò a fianco nel letto … Lilli, mentre Rolando era sul divano. Alzatasi, si diresse verso il bagno, sentiva ancora in bocca e nel naso l’odore intenso e acre della sborra, “ieri ho proprio fatto indigestione di sperma” – meditò, mentre un rigurgito gliene riportò in bocca anche il sapore, oltre all’odore. Si sedette sul water per pisciare, quando entrò in bagno Lilli che senza dirle niente le si piazzò davanti, collocando il proprio sesso a diretto contatto con la sua bocca, e solo a quel punto esclamò “ciao, tesoro”, Stella intuì e si abbandonò a quell’approccio insieme così dolce e perverso, leccò la fica di Lilli e con le mani le palpò avidamente le tette, quelle tette meravigliose, leccò e leccò ancora, penetrando tra le grandi labbra, dischiudendole con la lingua, ad incontrare una cascata di umori che la allagavano, su fino al grilletto, teso e gonfio – “ahnn ohhh mnhhh siiii daiii” – mugolò Lilli assecondando i colpi di lingua con ampi movimenti del bacino: pochi minuti e nella bocca di Stella fluirono i densi umori dell’orgasmo di Lilli, che riavutasi volle ricambiare subito, leccandole la fica ancora bagnata di piscia, trascinandola letteralmente ad un orgasmo incredibile – “per fortuna che ero convinta di non riuscire a godere di mattina presto …!” – valutò sorniona.
“Che serata, e che mattinata …!” – concluse Stella sempre più eccitata dai ricordi di esperienze così travolgenti. Uno sguardo dal finestrino e la certezza della meta: “sono pronta a scommettere, stasera si torna al ‘Tortuga’” – concluse, ma già la mente le tornava a Claudia e Lilli, e soprattutto a quello strano rapporto che si era instaurato tra loro tre da quella sera.
“Pronto, ciao amore, sono io, Lilli, ti ricordi…?” – “certo che mi ricordo, come potrei averti dimenticata? Come stai, va tutto bene?” – risponde Stella, appoggiando la cornetta del telefono all’orecchio, “si tutto OK, però ho una gran voglia di vederti, e …. di fare l’amore con te, e magari anche con Claudia, ah proposito, lo sai: si è fatta depilare definitivamente anche lei, dappertutto, proprio come te, bello no?!” – “mhhh, bello davvero, adesso manchi solo tu, fallo al più presto così saremo il trio di lesbicone rapate!” – “ci ho già pensato, ho fissato l’appuntamento con il centro estetico tra una settimana esatta!” – “uhao perfetto, allora si che sarà bello leccarti!” – “si e non vedo l’ora, però oggi ho una gran voglia di farti provare per l’ultima volta la mia fica pelosa, insomma ho voglia di vederti, ti aspetto stasera da me, e mi raccomando da sola senza Rolando!” – “va bene, cercherò di esserci, a che ora vengo?” – “presto, prestissimo, anche perché usciremo insieme a cena, ma prima ci dovremo ‘preparare’, capito?” – “d’accordo sarò da te al più presto, il tempo di convincere Rolando, insomma tra mezz’ora al massimo ….!”
In effetti per convincere Rolando le bastò molto meno della mezz’ora preventivata, bastò illustrargli alcuni dettagli della serata che avrebbe trascorso rigorosamente senza uomini: una vera e propria serata lesbica.
Trovare la casa di Lilli fu più facile del previsto e quando la sua mano suonò il campanello sentì che era percorsa da un lieve tremore – “è l’emozione” – pensò, poi una volta salite le scale e varcata la soglia di casa tutto fu semplicemente “naturale”.
Si baciarono, prima a labbra unite, poi con le lingue che saettavano alla reciproca ricerca, palpandosi con foga le tette. “Pausa, adesso, vieni in bagno con me, ci dobbiamo ‘preparare’ per la serata” – esclamò Lilli, e così dicendo la condusse per mano dentro un bagno veramente sontuoso, bello, grande e sensuale. Intensi profumi percorrevano l’aria, floride piante ornavano gli angoli, al centro una gigantesca vasca da bagno con idromassaggio – “hai un cane” – osservò Stella vedendo sopraggiungere un bellissimo barboncino bianco nano –
sì, il suo nome è Lapo, ti piace?” – “si è bello sia il cane, sia il nome” – “vedrai, stasera ti piacerà anche qualcos’altro di lui …!” – esclamò con tono misterioso Lilli, accompagnando queste parole con uno sguardo particolarmente malizioso.
“Cos’avrà voluto dire, con quel ‘qualcos’altro’?” – si interrogò Stella incuriosita, ma poi le abluzioni che Lilli le propose la distrassero rapidamente da quel pensiero.
Rimasero in bagno per alcune ore e quando uscirono avevano l’aspetto di due superfiche, entrambe indossavano la stessa biancheria intima ovvero un bustino a mezza vita color rosa carne con reggicalze incorporato, calze velatissime sempre color rosa carne, sostieni seno sempre in tinta, sopra, a Stella toccò un vestito aderentissimo di cachemire beige, con la gonna ampiamente sopra il ginocchio e una scollatura a “barca” che le lasciava ben in vista il décolleté, nascondendo a malapena le spalline del sostieni seno, Lilli invece indossò una camicetta bianca semitrasparente e particolarmente scollata sul seno, e sotto una gonna nera lunga fino ai piedi, ma con spacco laterale “vertiginoso”, chiuso in parte, da un bottone a circa metà coscia. Si guardarono reciprocamente prima di uscire di casa ed entrambe valutarono come si notasse perfettamente in ciascuna di loro l’assenza totale di mutandine, nonché la particolare fattura del reggiseno indossato, inoltre l’aderenza del vestito metteva in particolare risalto, sulle cosce di Stella, i gancetti del reggicalze.
Era una serata particolarmente mite, per essere marzo, al punto che sembrava di essere quasi in estate, per cui le due amiche poterono godere di quell’insperato tepore per indossare appunto un abbigliamento alquanto succinto senza soffrire assolutamente freddo.
Se ci fosse stato ancora qualche dubbio sulla tipologia dell’abbigliamento adottato per quella serata dalle due “amiche”, il trucco scelto lo avrebbe fugato definitivamente: si erano agghindate da vere e proprie acchiappa uomini, o come loro preferivano dire da autentiche puttane!
Quella sera avrebbero goduto nel provocare al massimo quanti più uomini possibile, per poi concludere tutto, tornando a casa a fare l’amore lesbico in tutti i modi possibili e immaginabili!
“Sbrighiamoci, altrimenti facciamo tardi al ristorante, ho già prenotato da ieri!” – esclamò Lilli, accompagnando l’uscita dal portone di Stella, con una mano che le sfiorò delicatamente prima il culo e poi la coscia, “certo stasera faremo faville! Lo sai che sono già un po’ bagnata a pensare a quanti uomini si ecciteranno stasera nel vederci, e poi magari si masturberanno pensando a noi?!” – le rispose Stella, restituendole la carezza ricevuta – “certo hai due tette davvero portentose!” – esclamò, “una quarta di reggiseno” le rispose orgogliosa con un sorrisetto malizioso.
Il ristorante scelto era il “Il Delfino blu”, uno dei più in e maggiormente frequentati della città, per cui quando entrarono si sentirono avvolte dagli sguardi di quasi tutti gli uomini e le donne già presenti.
Una volta al tavolo mangiarono, godendosi al contempo lo spettacolo: decine e decine di occhi (e di menti) le scrutavano simulando indifferenza, e loro beate si comunicavano non senza una grande eccitazione le sensazioni che via via provavano. “Sbottonati il bottone della gonna, dai!” – la incitò Stella – “voglio vedere se riescono a ‘scoparti’ attraverso lo spacco con il solo sguardo…..!” – Lilli eseguì compiacente il consiglio dell’amica, aprendo dunque alla vista di tutti sia il fatto di indossare il reggicalze, sia quello ben più interessante di non indossare le mutandine…
In pratica entrambe si mostravano chiaramente a tutti in ogni loro più intimo particolare anatomico: l’una con un vestito talmente aderente da sembrare una seconda pelle, l’altra con le ampie e profonde “viste” offerte sia dalla camicetta iperscollata, sia dalla gonna con megaspacco.
Rimasero in quel locale a godersi lo spettacolo per più di tre ore, dopo di ché uscirono, tenendosi per mano come due fidanzate, e si diressero verso “Il Pirata”, una discoteca lì vicino per scatenarsi un po’ nella danza…
Inutile dire che anche in discoteca crearono un vero e proprio scompiglio, già dall’ingresso furono subito avvicinate da partners potenziali che si offrivano loro nei modi più disparati, chi con una tattica di seduzione “classica”, chi più spregiudicato mirando più o meno direttamente al “sodo”.
La loro indifferenza per gli altri non faceva altro che aumentarne l’interesse, e l’atteggiamento di profonda intimità esistente tra loro due, che peraltro manifestavano apertamente senza alcuna remora, fece sì che sulla pista da ballo si creasse un vero e proprio capannello, o per meglio dire un grappolo di uomini che le assediava con grande insistenza, taluni addirittura dimentichi del fatto che in discoteca c’erano venuti insieme alla loro compagna..!
Dovunque si spostassero erano seguite da uno “sciame” di uomini eccitatissimi che si offrivano loro con proposte sempre più “ardite”. Per tutta risposta loro accentuavano ancora di più il trasporto con cui si scambiavano, in continuazione effusioni e carezze.
Quel fare così provocatorio le costrinse, per tutta la nottata, a scansare i giovani più “focosi” che vedendo il loro atteggiamento diciamo “aperto”, si sentivano autorizzati ad allungare le mani su quei due corpi esibiti con tanta disinvoltura ed impudicizia.
Complice il buio totale che fu creato in pista verso la fine serata, Stella si ritrovò in mano un cazzo di chissà chi, mentre altre mani si occupavano delle tette di Lilli facendole fuoriuscire completamente dal loro misero “nascondiglio” e serrandole poi in una stretta molto decisa. La piega che stava prendendo la serata le indusse ad abbandonare il locale in tutta fretta, onde evitare incidenti ben più “pericolosi”, uscirono in strada quasi di corsa, Stella con la mano tutta bagnata, Lilli con le tette ancora in vista e con una vistosa macchia biancastra sulla gonna – “Lilli ti hanno sborrato sulla gonna!” – esclamò Stella – “e anche sulla mia mano, è stato quel porco che me lo ha messo in mano! E pensare che non ho fatto alcun movimento, quello deve avere grossi problemi di eiaculazione precoce…!”
Entrata in macchina, Lilli si sbottonò gli ultimi due bottoni che ancora chiudevano la sua camicetta, lasciando fuoriuscire completamente le tette, poi prese delicatamente il vestito di Stella e lo tirò verso il basso: l’ampia scollatura a barca era molto elastica e dunque si allargò seguendo docilmente il gesto di Lilli, fin sotto il suo seno – “ecco così! Tutte e due con le tette al vento, torniamo a casa così, voglio che restiamo tutte e due con le tette nude durante tutto il viaggio, fino a quando saremo dentro casa” – Esclamò Lilli in uno stato di profonda eccitazione.
E così fu, anzi durante il percorso, Lilli che non guidava, si sfilò proprio la camicetta, e una volta parcheggiata l’auto propose – “leviamoci anche la gonna, dai attraversiamo la strada con solo la biancheria intima addosso, è eccitantissimo, pensa se nel giroscale incontrassimo un uomo, magari un vecchietto! Ci stai amore?!” – “si, si ci sto, certo sei proprio una maialona! Ringrazia che Rolando non è da queste parti, altrimenti altro che vecchietto …!” – esclamò Stella ormai inebriata da quello stato di estasi e di eccitazione che le aveva colpite, mentre si sfilava il vestito.
Uscirono dall’auto e si avviarono per strada vestite di sostieni tette, corpetto con reggicalze, calze e scarpe, camminarono con estrema lentezza fermandosi davanti al portone a scambiarsi un bacio di vera e bruciante passione, poi entrate nel corridoio, salirono le scale, ma purtroppo a causa dell’ora tarda non incontrarono nessuno.
Entrate in casa, si precipitarono in camera da letto, si baciarono di nuovo, con le mani che correvano dovunque, le bocche e le lingue si incontrarono innumerevoli volte, prima di dedicarsi ai seni e, sempre più giù a tutto il ... resto!
”Sdraiati qui vicino al bordo del letto, così con le gambe larghe” – le ordinò Lilli – “voglio farti provare una carezza che ancora non conosci e che ti farà conoscere sensazioni nuove, un piacere così intenso da farti sentire ebbra di piacere” – Stella ubbidì con la massima docilità, anche perché l’idea di provare cose a lei ancora ignote, la eccitava al massimo. “Vieni Lapo, vieni qui, fai le moine alla tata, da bravo!” – esclamò Lilli all’improvviso, dopo aver avvicinato al letto una sedia su cui aveva fatto salire il suo barboncino, che da vero cane ammaestrato cominciò a leccare con estrema disinvoltura e con impensabile maestria la fica di Stella, la quale superato un iniziale istinto di repulsione e di disagio cominciò ben presto a godere le delizie di quella leccata del tutto “particolare”.
Un mugolio dapprima sommesso e poi via, via sempre più vivo le usciva dalla bocca fino a sfociare in un soliloquio da vera buongustaia del sesso “anhhh anhhh ohhhh mnhhhh siii ahhhh oddio che bello sii ahhhh ohh tesoro sto sborrando a fiumi, Lapo mi sta facendo letteralmente impazzire, che bello sii” – “lo so che è bello, so perfettamente cosa stai provando, a me questo massaggio tocca ogni settimana, pensa che fortuna!” – le rispose Lilli, mentre si accovacciava sul suo viso sedendosi direttamente con la fica sulla sua bocca – “adesso da brava, lecca, lecca anche tu cagna, che di sborra ne ho tanta anch’io per la tua bocca assetata, dai troietta datti da fare con lingua e mani così godremo insieme!”
Quella scena di erotismo allo stato puro durò parecchi minuti, durante i quali i mugolii di Stella, i guaiti di Lapo e il linguaggio osceno di Lilli crebbero sempre più d’intensità, culminando in un’orgia di piacere che avvolse quasi simultaneamente le due amanti. Giacquero così sfinite sul letto per diversi minuti, poi fu Lapo a riportarle alla realtà, si era piazzato anch’egli sopra la bocca di Stella, la quale aprendo gli occhi si trovò a tu per tu con il cazzetto del barboncino teso in una spasmodica erezione, nel vederlo così vicino ebbe un istintivo gesto di repulsione con cui allontanò Lapo da quella posizione, ma Lilli la fermò e la redarguì “quello che fai è profondamente ingiusto, pensaci, prima hai goduto come una vacca con le leccate di Lapo e non ti faceva assolutamente schifo, anzi… e adesso che sei sazia lo scacci disgustata, bella coerenza la tua!” – “hai ragione, è vero” – concluse lei allora, e preso il barboncino accanto a sé cominciò ad accarezzarlo, prima lungo tutto il corpo, poi sfiorandogli il sesso che era nuovamente teso alla ricerca del piacere. “Che strano colore e che forma insolita hanno i cazzi dei cani!” – esclamò – “posso fidarmi vero, è pulito e vaccinato?!” – chiese nuovamente rivolta a Lilli, che con tono seccato le rispose – “è vaccinato adesso come dieci minuti fa quando ti ha leccato la fica facendoti ululare come una cagna in calore per il piacere!”
Quest’ultima battuta fece crollare i residui freni inibitori di Stella che, sollevò Lapo piazzandoselo sopra la bocca, nella stessa posizione in cui le si era proposto pochi minuti prima, chiuse gli occhi e cominciò a leccare quello strano cazzo, dapprima con un residuo senso di disgusto che svanì però rapidamente lasciando spazio in breve tempo ad un’estasi del tutto particolare: sentiva dentro di sé il desiderio di dare a quel cagnolino, suo partner di sesso quella sera, il piacere che meritava. Leccò dunque con sempre maggiore avidità, mentre le sue mani accarezzavano quel corpo così peloso – “succhiaglielo adesso, a lui piace tantissimo!” – le sussurrò Lilli, che intanto si era accucciata ai suoi piedi e aveva ripreso un’azione di leccaggio della fica, lei ubbidì compiacente: si infilò in bocca prima la punta e poi man mano sempre di più, tutto quel cazzetto color rosa carne, dall’odore, la forma e la consistenza così strani. Succhiò il cazzo di Lapo assecondando i movimenti della bocca con quelli delle mani con cui l’aveva afferrato, muovendolo avanti e indietro; il cane guaiva di eccitazione, fino a quando con un’ultima spompinata lo fece sborrare: cinque sei fiotti di sperma le riempirono la bocca, lasciò il cane, si sollevò in ginocchio e con la bocca tutta impastata di sborra che le colava in ampi rivoli lungo il mento, ordinò rivolta a Lilli: “Vieni amore, baciami dai!” – Lilli non se lo fece ripetere due volte, e raggiunta l’amante le infilò in bocca la sua lingua lunghissima, muovendola in modo tale da farsi defluire in bocca una consistente quantità di sborra attinta direttamente dalla bocca di Stella.
Era pomeriggio inoltrato quando si risvegliarono avvinghiate l’una all’altra, con ancora in bocca quel sapore così “particolare” della sborra di Lapo, si baciarono a lungo e poi rimasero così a letto tutto il pomeriggio, rivivendo tutti i momenti della loro breve relazione.
“Mi hai fatto un male terribile con quelle pinzette ai capezzoli, lo sai?!” – le confidò Stella riferendosi alla “carnevalata” di una settimana fa – “si certo che lo so, anche se devi sapere che in questo modo i tuoi capezzoli diverranno sempre più sensibili, per cui ti trasmetteranno sensazioni di piacere impensabili. Ogni tanto ti toccherà di nuovo la tortura ai capezzoli, perché te li voglio far diventare come due bombe atomiche sessuali, rassegnati! Comunque l’altra sera ti ho volutamente torturata, perché ero profondamente gelosa di Claudia, temevo che ti fossi infatuata di lei!” – rispose Lilli con un velo di pudore – “io mi sono innamorata di te, mi piaci, ti desidero da morire, per cui di conseguenza sono anche gelosa, e non solo di Claudia, ma anche di Rolando …!” – “Avevo capito tutto” – rispose secca Stella, “però non devi essere gelosa, anch’io, in questo momento sento una fortissima attrazione per te, ma questo non deve assolutamente inficiare il tipo di rapporto esistente tra di noi: ci amiamo e scoperemo a lungo insieme in modo sempre più completo e perverso, restando però due grandi anzi grandissime puttane, voglio fare sesso con te insieme ad altre donne e soprattutto insieme a tanti tantissimi uomini, non voglio diventare lesbica, ma ora che ne ho scoperto il piacere puro, voglio migliorare al massimo la qualità dei miei rapporti sessuali bisex” le sussurrò dolcemente all’orecchio, mentre con le mani le accarezzava i seni, “anzi a tale riguardo, visto che anche oggi è festa, potrei, dopo aver chiesto dispensa al mio ‘capo’, restare qui da te anche stanotte, invitando Claudia a dormire con noi, cosa ne pensi?” – “Dico che hai ragione tu, io ti amo e ti seguirò come tu seguirai me, chiama Rolando e poi telefona a Claudia, io intanto vado a farmi una doccia, ti aspetto in bagno” – le appoggiò delicatamente le labbra sulle sue e la baciò.
Certo la decisione di Stella di proporre un’altra notte di puro sesso e per di più insieme a Claudia, suonava alquanto provocatoria, soprattutto dopo quanto era successo non più tardi di dodici ore prima, ma in quel momento sentiva che era importante per lei “provare” fino a che punto era disposta e disponibile verso i rapporti saffici, unito al fatto di dare una piega diversa da quella che Lilli aveva pensato, al loro rapporto.
Rolando era alquanto incazzato “Brutta troia, cos’hai intenzione di fare, di accasarti con quella lesbicona?” – “no amore mio, hai ragione ad essere risentito: è vero avrei potuto chiamarti prima, ma … credimi non è stato proprio possibile … e comunque non dimenticare mai che sei e rimarrai per sempre l’unico vero grande amore della mia vita, sto solo eseguendo i tuoi ordini, te li sei già dimenticati? Sai che ormai non puoi più tirarti indietro, adesso dobbiamo andare tutti e due fino i fondo …!” – “no, no, non li ho assolutamente dimenticati i miei ordini, solo che tu li stai personalizzando a tuo uso e consumo: io ti avevo detto che volevo essere sempre presente ai tuoi incontri amorosi, anche a quelli lesbici, ovviamente!” – “si hai ragione, solo che in questo momento non è proprio possibile, facciamo così: se tu mi darai il permesso di passare questa notte senza di te, io ti prometto che la prossima settimana inviterò Lilli e Claudia a passare una notte intera da noi, le faremo dormire nel nostro letto, e tu sarai il centro delle nostre attenzioni lesboputtanesche , ti svuoteremo letteralmente i coglioni, OK?!!” – “beh se me la metti su questo piano come faccio a dirti di no? Va bene, buon divertimento e a domani, però … almeno questo me lo devi concedere: quando ci rivedremo voglio che mi racconti ogni dettaglio sia della notte scorsa, sia di quella prossima, ciao e … fatti onore!” – “OK, Rolando è d’accordo, ora chiamo Claudia!” – comunicò con voce alta all’indirizzo di Lilli che da sotto la doccia le rispose con un cenno di soddisfazione. “Fatto: tra un’ora o due sarà qui” – le disse infine mentre si infilava anch’essa sotto la doccia per un bagno ristoratore. Uscite dalla doccia scelsero la biancheria da indossare, si limitarono solo a quella, perché quella sera avevano deciso che non sarebbero uscite di casa, bastò quindi un reggicalze e un sostieni tette entrambi neri, abbinati a calze a rete e zatteroni da puttane D.O.C., il tutto abbinato ad un trucco al “fulmicotone”, poi nell’attesa dell’arrivo di Claudia mangiarono qualcosa di fugace anche perché tutta l’attività fisica della nottata le aveva letteralmente “svuotate” d’energia.
“Apro io” – esclamò Lilli sentendo suonare il campanello, Stella nel frattempo si era stravaccata sul divano in compagnia di Lapo, ascoltando un disco di musica classica: Mozart il suo autore preferito, “ciao Claudia” – “ciao a tutte e due, ma … certo in questa casa ci dev’essere molto caldo …!” – “adesso non è niente, vedrai tra un po’ …!” – le rispose sorniona Lilli, mentre le apriva la cerniera del vestito “devi metterti alla pari con noi” – le sussurrò ancora, mentre con le labbra le sfiorava voluttuosamente l’orecchio – “ecco così va bene!” – esclamò infine quando anche Claudia rimase nuda, ovvero con il solo reggicalze, dal momento che siccome il reggiseno che indossava le copriva, anche se a malapena, i capezzoli e quindi giudicato troppo “pudico” per la serata prevista, fu costretta a levare anche quello…!
“Ciao Stella” – “ciao, tesoro, come va tutto bene?” – “si, si certo, sai sono proprio felice del vostro invito, vi voglio bene, vedrete quanto …!” – “hai fame? Guarda è rimasto ancora qualche tramezzino al salmone e un po’ di spumante, tieni e … cin cin!” – “cin cin, mhhnh, buoni questi tramezzini, li avete preparati voi?” – “certo, tesoro, noi due non siamo solo due grandissime puttane, ma anche due abili cuoche …!”
Fuori era già calata la sera, Lilli lasciò volutamente tutte le persiane aperte, in modo tale che chiunque si affacciasse nel palazzo di fronte, potesse godere di uno spettacolo che sicuramente sarebbe stato “unico”, poi si accovacciò accanto a Stella e Claudia ascoltando un pezzo del “Don Giovanni”. Appoggiò la testa fra le gambe di Stella e si abbandonò all’ascolto, in fondo sia lei che Stella erano già sazie di sesso, e quindi un po’ di riposo non guastava davvero!
Claudia per contro, aveva una fame arretrata che durava ormai dalla carnevalata a casa sua, per cui, quella situazione di nudità così naturale, la indusse ad iniziare un lento massaggio alle tette di Lilli, per le quali, tra l’altro, lei stravedeva davvero: lievi carezze, prima al seno, poi sempre leggera come un soffio, sui capezzoli, poi di nuovo sui seni e nuovamente sui capezzoli, ma sempre senza mai stringere la presa, continuò così a lungo, molto a lungo, osservando di soppiatto la reazione di Lilli, che dapprima molto sommessamente, poi man mano sempre più calorosamente, accompagnava quel massaggio così “particolare” sia con un’ondulazione sempre più accentuata e ritmica del bacino, sia con smorfie della bocca che si contraeva e le faceva socchiudere lascivamente gli occhi. Contemporaneamente le mani di Lilli andarono, a sua volta, a ricercare e, ovviamente a trovare, i seni di Stella, tentando per quanto le fosse possibile, di trasmettere alla sua amata le stesse sensazioni che lei stava provando.
Ben presto un leggero, ma continuo mugolio, accompagnato da una frenesia crescente nei movimenti di quei corpi, annunciò che l’eccitazione in tutte e tre aveva ormai raggiunto i livelli di “guardia”. Lilli si accucciò ai piedi di Claudia, le spalancò le gambe, vi infilò la testa e cominciò a leccare la fica liscia, così liscia da sembrare quasi irreale, quella fica di bambola, uguale identica a quella di Stella, Claudia iniziò a contorcersi e ad ansimare sempre più convulsamente sotto quella raffica di colpi di lingua “ahnnn ahnnn mhhhh ohhh siiiii cosiiiii ohhhh ahnnnn” – non riuscì a trattenere più le sue esclamazioni di piacere, anche perché contemporaneamente le sue tette erano state fatte oggetto delle attenzioni “linguistiche” di Stella. Densi e abbondanti umori le colavano ormai senza interruzione dalla fica, abbeverando Lilli che ingoiava diligentemente tutto – “lo sai? stanotte ho spompinato Lapo, l’ho fatto sborrare nella mia bocca e poi ho diviso equamente la crema con Lilli prima di mangiare la mia razione …! Stanotte tocca a te! E … senza storie!” – le sussurrò Stella presa ormai da un’eccitazione incontenibile. Chiamò Lapo che, sentendo quell’intenso profumo di fica che si spandeva nell’aria, le si avvicinò con il cazzo già teso, e cominciò a leccarla, prima sul viso, poi sul seno.
“Ahnnnn siii, bravo Lapo, lecca bene le tette su dai cosiii ohhh, ecco vieni, vieni vicino, così posso accarezzarti anch'io!” – e così dicendo allungò la mano ad incontrare il cazzo del barboncino, cominciando una carezza che sfociò presto in una vera e propria masturbazione.
“Come sei puttana, Stellaaaa, mhnnn ohhh” – esclamò Claudia impressionata da tanta disinvoltura erotica e contemporaneamente presa sempre più profondamente dalla lingua di Lilli. Bastarono ancora pochi minuti e per tutte tre cominciò una sarabanda sempre più vorticosa di posizioni e di incroci e accoppiamenti: lingue, mani, fiche, tette, culi si ritrovarono congiunti tra loro in tutte le possibili combinazioni con il numero tre ...!
Fino a quando … “Adesso si gioca con Lapo” – ordinò perentoria Lilli alle due compagne – “d’accordo, ma come?” – “Venite qui: sdraiamoci per bene una sull’altra, tutte con il viso all’insù, tette contro schiena, gambe divaricate al massimo” – le coordinò con sapiente maestria Lilli, comportandosi proprio da gran maestra di cerimonie erotiche, la “pila” si compose con Stella in basso, Lilli al centro e Claudia in alto – “ecco, così, brave, adesso palpiamoci per bene le tette, è un po’ difficile, ma vedrete che risultato! Lapo, qui da bravo, fai vedere come sei bravo a fare lecca lecca alle tate!” – Lapo, da navigato cane da sesso, quale era, non se lo fece ripetere due volte: si piazzò davanti a quel tris di fiche aperte e sgocciolanti, vogliose di godere, guidate all’estasi dalle sue sapienti leccate, e cominciò una sequenza di lappate con tanta e tale dovizia e dedizione, che in pochi minuti le tre troie mugolavano letteralmente proprio come tre cagne in calore infoiatissime!
Penetrava diligentemente la sua lingua, in ogni anfratto, coinvolgendo fiche e buchi del culo, spingendo, cercando quasi di penetrare quei pertugi così invitanti e così aperti, e ogni suo passaggio era sottolineato da veri e propri guaiti di piacere: lo spettacolo era davvero imperdibile, tre puttane infoiate si torcevano per assecondare al meglio le lappate del barboncino, strizzandosi con furia animalesca le tette, leccandosi, anche se a fatica, le orecchie, la bocca. Di certo tutto il palazzo capì perfettamente cosa stesse succedendo nel momento del piacere che raggiunse all’unisono le tre “grazie”, facendo emettere loro un ululato che ricordava alquanto quello di un branco di lupi.
Si rigirarono, si baciarono tutte e tre, si continuarono a palpare tette e culi, strofinandosi i sessi l’uno contro l’altro per cercare di cogliere un’ulteriore dose di piacere dopo quella profonda che le aveva pervase pochi istanti prima.
Come da copione, anche stavolta fu Lapo a riportarle alla realtà, e che realtà: il suo cazzo era rosso fiammeggiante e svettava orgoglioso in tutta la sua erezione, in attesa anch’esso di riscuotere il meritato compenso. “Sdraiati qui” – ordinò Lilli all’indirizzo di Claudia, la quale ubbidì docile, anche perché ancora non aveva intuito cosa le stesse per toccare – “vieni Lapo, qui sulle tette della tata da bravo così ecco” – poi rivolta a Stella – “stringi le tette di Claudia attorno al cazzo di Lapo: gli faremo una bellissima sega alla spagnola!” – “ma, cosa fate, sei, siete sicure che … ohhh, che maiale che siete, anzi che siamo, vabbé dai allora, così, bene ecco si mnhhh” – mugolò infine Claudia, sentendo chiaramente il cazzo del cane strusciare tra le sue tette strizzate dalle mani di Stella, che intanto baciava Lilli, ricevendone in cambio l’ennesima palpata al seno.
Quella “ammasso” di corpi femminili, così morbidi, così odorosi di sesso, sciolse in pochi minuti le già blande resistenze di Lapo, che si abbandonò ad una sborrata così intensa e violenta, da raggiungere con i primi due schizzi il viso di Claudia, finito il godimento Lapo si eclissò, lasciando sul corpo di Claudia un bianco mare che le ricopriva mento e seni.
“Leccatemi, troie” – ordinò Claudia, e le due donne si tuffarono su quella crema ‘particolare’ con la foga di vere e proprie sgualdrine, leccando tutto con l’avidità di cagne in calore: la ripulirono di ogni goccia: tette e viso erano perfettamente puliti, poi si avvicinarono tutte tre, unendo le loro bocche, intrecciando le lingue impastate di sperma, scambiandosi equamente quel dolce nettare, prima di inghiottirne la propria dose….
Un altro sguardo fuori dal finestrino: sull’Aurelia era tutto un brulicare di puttane, in fondo aveva un suo fascino quello spettacolo, “si” concluse tra sé – “è proprio uno spettacolo eccitante, vedere tutte queste puttane che si vendono, e … quanto si guadagna …!” Sorrise, ricordando la propria esperienza “diretta”, e già i suoi pensieri vagavano di nuovo: Lilli e Claudia, le sue amanti, che serata quella che aveva promesso a Rolando, ma sì quella in cui invitò, peraltro a sorpresa, le sue due amiche a casa, per una serata, anzi per una nottata da “sballo”.
Tutto era cominciato a tavola, quella sera Stella si era superata come cuoca preparando una cena davvero superba, non è un caso che tavola e sesso sono due piaceri che vanno di pari passo…
Incassati i complimenti di tutti i convitati ovvero Claudia, Lilli e Rolando, Stella orgogliosa e tronfia del proprio successo, esclama rivolta alle due amiche – “bene io ho fatto la mia parte con il cibo, ora voi due vedete di fare una parte altrettanto buona con il sesso!”
C’è da dire, perché ancora non si è detto, che quella sera le due fanciulle si erano presentate a casa di Stella e Rolando con un abbigliamento e un trucco che non lasciavano alcun e all’immaginazione, sotto quei vestiti così sottili e trasparenti si intravedevano chiaramente i loro corpi coperti con una biancheria intima poco più che simbolica!
Come due gattone si accovacciarono ai piedi di Rolando cominciando a massaggiarlo dappertutto, strusciando i loro corpi contro il suo, non disdegnando ovviamente di sfiorarsi reciprocamente quando se ne presentava l’occasione. Non trascorsero molti minuti che Rolando era in piedi completamente nudo alla mercé di quelle due sgualdrine che sapevano indubbiamente cosa e come fare. Stella osservava standosene in disparte pervasa al contempo da un senso di rilassamento e di divertimento, oltre però ad una punta di gelosia, nel vedere il proprio uomo offerto così banalmente a quelle due troiette!
Ormai le loro bocche si erano impossessate stabilmente del cazzo teso allo spasimo, percorrendo con le lingue tutto il suo corpo senza sosta, soffermandosi con particolare cura intorno ai capezzoli, anch’essi tesi e duri. Cominciarono così a fargli un pompino simultaneo, scorrendo lungo il cazzo con le bocche unite come in uno strano bacio, con le lingue che saettavano sempre alla ricerca di qualcosa e quando un’ondata di sperma schizzò fuori dalla cappella infuocata, fecero in modo che cadesse tutta sui loro visi, dividendosela equamente, da buone amiche.
Pochi minuti furono sufficienti per un rapido recupero d’energie, adesso erano i loro corpi nudi a reclamare una parte di piacere, così dopo avere sperimentato un’infinità di posizioni dalle più strane, alle più atletiche, a quelle infine più oscene, ecco che Claudia si piantò in fica l’uccello, mentre Lilli si accovacciò sulla bocca di Rolando facendogli colare in bocca un’autentica cascata di umori vaginali. Rolando si contorceva e leccava come un ossesso, palpava e palpava ancora, accanendosi ovviamente sulle tettone di Lilli che poco sopra mugolava sempre più disperatamente – “Mnhh ohhh siii dai lecca bene da bravo, lo so che sei un gran porcone, ti piacciono le mie tette, vero?!! Soddisfami per bene con la lingua se vuoi continuare a pomiciarle!”.
Le due amiche intanto si scambiavano baci sempre più caldi e profondi, Lilli inoltre si dava da fare con i seni di Claudia, forse per un principio di equità…! L’orgia proseguì in un crescendo di emozioni e di eccitazione, fino a quando un rantolo malamente soffocato proveniente dalla bocca “impegnata” di Rolando, annunciò l’imminenza dell’orgasmo che peraltro travolse prima Lilli quasi simultaneamente a Claudia. Poi fu l’enfasi della sborrata, quel secondo orgasmo fu ancor più travolgente e impetuoso del primo e provocò lo svuotamento pressoché totale dei coglioni di Rolando.
Ripresisi, i tre si accorsero solo allora dell’assenza di Stella, “dove sarà andata?” – chiese Lilli velatamente preoccupata. La risposta non tardò ad arrivare: improvvisamente si aprì la porta ed ecco che entrò Stella con un qualcosa di veramente “strano” a livello di sesso, sembrava infatti che al posto della fica le fosse cresciuto, nel breve volgere di alcuni minuti, un cazzone da superuomo!
Si trattava in realtà di una particolare protesi in latex, fatta in modo tale da avere due cazzi contrapposti, così che mentre uno svettava tra le sue gambe, l’altro le riempiva per bene la fica. Armata di cotanto fallo Stella si avvicinò a turno, prima alle due amiche che senza alcun indugio si prodigarono in appassionate spompinate su di esso, benché insensibile alle loro attenzioni, poi lo vollero “provare” nelle fiche, infine lo rivolsero con decisione verso Rolando, costringendolo a riceverlo nel culo.
Per maggior sicurezza lo legarono ad una sedia piegato in avanti, poi gli applicarono delle pinze ai capezzoli, con del filo di seta gli legarono i coglioni stretti stretti, infine, passarono lo stesso filo stringendolo saldamente attorno alla cappella, legandolo infine alle pinze sui capezzoli.
Senza sfilargli mai il cazzo dal culo, si alternarono indossando a turno la strana protesi, dilatando in questo modo i tempi del coito che si protrasse per quasi due ore..!
Rolando riuscì a godere in quel modo nuovo, soffocato quasi da un orgasmo animale, si scosse tutto, si torse, tremò, sembrava non smettere più fino a quando si abbandonò esausto e sazio, “beh ne è valsa davvero la pena!” – sussurrò con un filo di voce all’indirizzo delle tre troie.
Un’occhiata furtiva fuori dal finestrino e i residui dubbi si trasformano in certezze – “mi riporta al Tortuga! Lo immaginavo, chissà cosa mi avrà preparato quel porco, ma non glielo chiedo nemmeno perché tanto non me lo direbbe…” – fatta questa considerazione, volse lo sguardo verso il suo uomo che guidava con un’espressione che sembrava più adatta ad una sfinge, “già la sua malcelata indifferenza” – pensò ancora – e già la mente vagava di nuovo, immersa nel calore dell’estate al mare...
“Si va in Corsica quest’anno” – propose deciso quel giorno, affrontando appunto l’argomento vacanze – “ho scoperto un villaggio naturista che ci piacerà davvero, ha dei bellissimi bugalows si affaccia su una baia molto ampia e interamente riservata al villaggio, inoltre la spiaggia è una delle più profonde di tutta la Corsica…” – “Ma si, ma si, a me va bene quel che scegli tu, lo sai” – rispose lei accondiscendente, “come potrei smontare tutto il suo entusiasmo?!” – si interrogò considerando il calore con cui Rolando le aveva descritto fin nei minimi particolari quel villaggio – “sembrerebbe quasi che ci fosse già stato da tanto è preciso …!” – concluse.
Così erano partiti per trascorrere tre settimane di pieno ed assoluto relax nel villaggio naturista; già sul traghetto si respirava un’aria più leggera, svuotata dai tutti i pensieri quotidiani, “la vacanza è sempre la vacanza!” – concluse meditando Stella, e si appoggiò alla spalletta del ponte del traghetto ad assaporare la lieve carezza del vento che si insinuava dappertutto sfiorandole la pelle, tutta la pelle, dal momento che sotto non indossava alcun capo di biancheria intima, “in vacanza vietato portarsi pantaloni, mutande e reggiseno, sarà consentito solo l’abbigliamento leggero” – aveva chiarito Rolando quando preparavano i bagagli per la partenza. Era veramente piacevole stare così con il corpo inondato dal sole e lambito dal vento, il vestito che indossava era veramente idoneo per la circostanza: senza spalline, aderente al busto e con una profonda scollatura che lasciava scoperta gran parte dei seni e della schiena, mentre la gonna ampia e vaporosa terminava poco al di sopra del ginocchio. L’azione simultanea di sole e vento provocava in lei sensazioni davvero particolari: un senso di rilassamento interrotto ogni tanto da brividi che le percorrevano il corpo, soprattutto quando qualche folata un po’ più forte le si insinuava sotto la gonna gonfiandola e sollevandola. Quando le cadde lo sguardo sul ponte al livello inferiore notò come due uomini la stessero osservando con molto interesse e con uno sguardo che non lasciava spazio a dubbi, “ma certo quei due si stanno godendo lo spettacolo della mia fica al vento” – concluse accorgendosi di come, in corrispondenza di folate particolarmente forti, il suo vestito gonfiandosi aprisse agli sguardi sottostanti un sipario davvero insolito!
Si gustò dunque ancor più quella situazione unendo alle sensazioni che stava provando quella ancor più forte dell’eccitazione erotica provocata dalla consapevolezza di essere spiata e di poter o meno dispensare piacere agli sguardi sottostanti.
Rimase lì immobile ad occhi chiusi da sola, dato che Rolando avendo problemi di stomaco si era rifugiato sotto coperta per cercare di non cadere vittima del mal di mare! La stretta che le si chiuse improvvisa intorno ai seni, la colse completamente di sorpresa e la fece sobbalzare, e tale sorpresa accrebbe ancor più quando sentì qualcosa di a lei ben noto, che si insinuava tra le sua natiche alla ricerca fremente di un’entrata! La prima reazione fu quella di rivoltarsi e gridare, ma il calore e la particolarità di quella situazione presero ben presto il sopravvento accendendo in lei l’eccitazione più pura, quindi senza peraltro girarsi a vedere in faccia il suo “profanatore”, si piegò leggermente in avanti in modo da favorire l’entrata nella fica di quel cazzo che sembrava essere molto grosso! Consumò così nel volgere di pochi minuti un amplesso pregno di eccitazione quasi animale, ansimando leggermente ad ogni affondo che riceveva e oscillando i fianchi in modo da assecondare i movimenti di quello sconosciuto, ma rimanendo sempre ad occhi chiusi.
Così appoggiata alla spalletta del ponte più alto non passò certo inosservata, dato che dal ponte al livello più basso, si poteva vedere molto chiaramente tutto ciò che stava accadendo, socchiuse gli occhi e notò come sotto di lei, un capannello di ragazzi si stesse beando di quello spettacolo gratuito. Nella foga il suo amante le aveva fatto scivolare più in basso il vestito, scoprendole completamente i seni che peraltro non mollò mai durante tutto il coito, poi così improvvisamente come era apparso, le scaricò in fica il suo seme ansimando profondamente e spremendole violentemente i seni, poi altrettanto frettolosamente si dileguò, lasciandola lì seminuda con la fica sgocciolante del suo sperma.
Quell’avventura dapprima sconvolse, ma poi eccitò profondamente Stella che non godeva più da oltre una settimana, visto che con Rolando avevano concordato un periodo di astinenza proprio per arrivare in vacanza affamati al punto giusto, e potersi sfogare con nuovi giochi libertini e situazioni peccaminose. Così quella fugace passata di cazzo aveva acceso in lei, un fuoco della passione ancora più vivo, facendola piombare in uno stato semiconfusionale dal quale riusciva a ridestarsi solamente se pensava a situazioni di sesso estreme.
Il tragitto in macchina durò circa due ore, durante le quali Stella continuò a torturate il suo uomo con le mani e con la bocca facendogli rischiare un incidente automobilistico in più di un’occasione: gli aveva aperto i pantaloncini corti che indossava, glieli aveva sfilati, e dato che anche per lui valeva la regola “in vacanza niente biancheria intima”, faceva bella mostra di sé il suo sesso tra l’altro completamente depilato, proprio in occasione della vacanza naturista – “così le donne del villaggio te lo potranno vedere meglio” – gli aveva sussurrato lei all’orecchio la sera prima, mentre glielo spalmava tutto con la crema depilatoria.
Rolando riuscì a resistere e soprattutto a guidare senza incidenti fino al villaggio, entrarono e sistemarono velocemente i bagagli nel loro bungalow, concludendo che era ancora più bello di come apparisse in fotografia, poi dopo una doccia ristoratrice diedero ufficialmente il via alla loro vacanza.
Stella era pervasa da un’eccitazione che richiedeva assolutamente di essere placata: il rapido amplesso sul traghetto la aveva incendiata, per cui faceva di tutto per provocare il proprio uomo in modo da spingerlo ad elargirle subito una buona dose di sesso. Così si sdraiò sul lettino davanti al loro bungalow a prendere il sole, ovviamente tutta nuda, mettendosi a gambe divaricate, scoprendo più che poteva il sesso, facendo in modo che lui vedesse bene tutto. La tenace resistenza di Rolando la spinse ad interpretare una vera e propria performance erotica senza freni inibitori di alcun tipo, così lì all’aperto, correndo il rischio di essere vista da chiunque, cominciò ad accarezzarsi tutto il corpo, dapprima percorrendolo tutto in su e in giù, poi soffermandosi con una mano sui capezzoli mentre con l’altra iniziava un lento e inesorabile ditalino, eseguito con una maestria davvero unica, accompagnato da mugolii sempre più espliciti, nonché da torsioni del corpo che assecondavano i suoi movimenti. Quella mano sapiente impiegava tutte le dita: mentre due torturavano dolcemente il clitoride, le altre aprivano per bene le labbra della fica mostrando quel delizioso frutto rosa che c’era all’interno.
La strategia adottata si rivelò efficace, infatti benché cercasse di nasconderlo, Rolando aveva un’erezione davvero imponente, sentiva il cazzo scoppiare per la tensione e i coglioni gli erano diventati duri come sassi; comunque cercando di dissimulare il proprio stato d’animo, andava in giro per il bosco nel vano tentativo di distrarsi, alla ricerca di pinoli da raccogliere. Stella lo guardava aggirarsi lì attorno con il cazzo teso e violaceo: certo non aveva il coraggio di andare troppo lontano in quello stato – “sai che figura se dovessi incontrare qualcuno!” – pensava con un filo di preoccupazione – e fu proprio in quell’istante che si accorse di incrociare una signora molto bella che era la loro vicina di bungalow. Salutò cordiale, cercando di simulare naturalezza anche se il suo cazzo non lasciava certo spazio ad equivoci: duro e gonfio alla ricerca di piacere; la signora nel rispondere al saluto abbassò istintivamente lo sguardo ad ammirare quel sesso così imperioso! Fu Stella a salvarlo dall’imbarazzo di quella situazione, provocata da lei stessa, “caro vieni a vedere cosa ho trovato” – chiamò, e quando lui la raggiunse gli afferrò saldamente il cazzo con le mani, trascinandolo di forza all’interno del bungalow. Appena entrati, l’eccitazione di entrambi ormai non più controllabile si impadronì delle loro menti spingendoli a dare libero sfogo agli istinti più animali: lingue, mani e quant’altro percorsero reciprocamente i loro corpi senza trascurare neanche un centimetro di pelle, leccando e palpando quasi con violenza. La scopò così alla pecorina, stando in piedi dietro a lei, alternando ogni tanto il cazzo tra fica e buco del culo, prolungandole in tal modo sia l’intensità che la durata dell’orgasmo, che la travolse improvviso facendole emettere un urlo spaventoso – “Ahhh siiii ahhhhrrr …!”. Ci vollero parecchi minuti perché lei riprendesse le forze, “apri la bocca troia adesso fai godere anche me, voglio sborrarti per bene in bocca!” – le ordinò Rolando con gli occhi luccicanti d’eccitazione, lei, ormai ebbra ubbidì docile e accucciatasi ai suoi piedi, come una geisha fedele, inizio a succhiare e leccare quel sesso maestoso. Tanto e tale era il livello di eccitazione di entrambi che nessuno dei due si era accorto di avere lasciato la porta del bungalow completamente spalancata, tantomeno si accorsero della presenza di Anna la loro vicina, che aveva fatto capolino farfugliando una scusa, si era avvicinata a loro e, vista la situazione, senza profferire alcuna parola si era accucciata di fronte a Stella con l’intento di aiutarla nella missione ..!
Era davvero bella, Anna: capelli biondi, “bionda naturale” – pensò Rolando osservando la poca peluria che le copriva il pube occhi azzurri, seno molto sodo e prosperoso, fianchi perfetti e un culo a forma di mandolino, il tutto condito, come ciliegina sulla torta da una vocina suadente, dolce, erotica.
In breve le lingue delle due donne si incrociarono attorno al cazzo di Rolando, percorrendolo alternativamente dalle palle alla cappella e viceversa, il contatto fra loro divenne ben presto sempre più “intimo”, le mani iniziarono una conoscenza approfondita dei reciproci corpi, prima le tette, poi sempre più giù fino ad incontrare con un ultimo piccolo sforzo i sessi, umidi, fradici, gocciolanti, aperti, pronti per il piacere!
Un getto violento di sborra imbrattò i loro visi, seguito subito da un secondo ancora più intenso: allora entrambe si accovacciarono rapidamente davanti al cazzo, con le bocche spalancate e le lingue tese in modo da ricevere tutto lo sperma fino all’ultima stilla. Si alternarono da buone amiche, a spompinare il cazzo ciucciando con foga la cappella in modo da estrarre tutta, ma proprio tutta la sborra presente. Poi mentre Rolando si abbandonava sazio su una sedia, loro al contrario, accese dall’amplesso, si trasferirono sul letto scatenandosi immediatamente in una lesbicata profonda e disinibita, palparono, baciarono e leccarono tutto, ma proprio tutto senza trascurare alcunché, sempre più avvinghiate, assumendo quasi per legge di natura, la posizione del sessantanove. Lo spettacolo offerto a Rolando era davvero unico, ormai abbandonato ogni freno inibitore si leccavano furiosamente fin nei più reconditi meandri, emettendo un mugolio sempre più forte in corrispondenza del sopraggiungere di un orgasmo che si preannunciava davvero esplosivo. Le premesse furono rispettate in pieno, un lungo e profondo mugolio simile ad un ululato uscì quasi contemporaneamente dalle loro bocche senza che queste si staccassero anche per un solo istante dai loro corpi, un fremito violento le scosse per parecchi minuti, le mani affondarono le unghie quasi istintivamente nelle natiche: sembrava quasi che si muovessero all’unisono, come coordinate da un istinto comune!
Si abbracciarono e si baciarono ancora per molti minuti, le loro bocche si saldavano in baci così appassionati da togliere loro il fiato, così per respirare proseguivano i baci a bocche aperte sporgendo le linguette fuori dalle bocche per incontrarsi e leccarsi ancora.
Raggiunta la temporanea pace dei sensi, poterono finalmente fare la reciproca conoscenza, presentandosi, chiacchierando un po’ insieme e scoprendo di abitare in Italia, in due località molto vicine. “Purtroppo noi partiamo domani mattina, per noi la vacanza è giunta al termine, beati voi che invece l’avete appena iniziata!” – esclamò Anna con una punta di tristezza nel tono della voce, “beh comunque adesso che ci siamo conosciuti stai tranquilla che non ci perderemo di vista tanto facilmente!” – le rispose Rolando rassicurante, “sai sei proprio bella” – aggiunse – “sei la prima donna veramente bionda naturale che io abbia conosciuto!” “Beh dipende, se le donne con cui hai avuto a che fare sono come tua moglie, non hai avuto validi strumenti di verifica” – rispose sarcastica, alludendo alla completa depilazione di Stella, “comunque devo ammettere che un corpo così glabro è davvero il massimo, complimenti a tutti e due!”
Concordarono di passare quell’ultima serata insieme, così avrebbero potuto conoscere anche Renzo, suo marito, e magari dopo … chissà!
Renzo si rivelò ben presto un uomo molto interessante, bello, colto raffinato, simpatico, insomma dotato di tutti i requisiti per piacere, sia a donne che uomini.
Andarono a cena a Porto Vecchio in un ristorante tipico, pranzarono in allegria, scoprendo in breve un feeling davvero inusuale in due coppie conosciutesi solo poche ore prima; è vero peraltro che la conoscenza, almeno di Anna con Stella e Rolando aveva raggiunto livelli impensabili in poco più di un’ora …!
La serata era molto tiepida così che anche l’abbigliamento era adeguato al clima, in particolare Stella brillava per l’originalità e la sensualità dell’abito che indossava ovviamente senza alcun capo di biancheria intima: un vestito nero a tubino aderentissimo, di cotone elasticizzato, una vera e propria fascia sul suo corpo che copriva esaltandone però al contempo tutte le rotondità. Anche il trucco era adeguato al clima di quella serata: un trucco sbarazzino, vivace, con tanto rosso vivo come l’entusiasmo che la pervadeva. Anna al contrario aveva optato, per una canottiera di pizzo bianca tutta traforata attraverso la quale facevano capolino i suoi seni veramente belli, così sodi, grandi, abbronzati e una minigonna plissettata con sotto, a nasconderle il sesso un ridottissimo tanga!
“Che ne dite se ce ne andiamo a ballare?!” – chiese Renato, aggiungendo di conoscere un locale davvero bello con musica piacevole. “Va bene” – fu la risposta degli altri, e così si ritrovarono dopo circa un quarto d’ora di automobile, dentro il Pappafico, una discoteca alla moda, ma con musiche “ascoltabili” e non sparate a 1000 decibel!
La serata si sviluppò tra danze scatenate alle quali tutti e quattro si abbandonarono felici, Renzo cercava Stella e Anna seduceva Rolando: sembrava proprio un perfetto scambio di coppia!
Ai primi balli lenti la situazione si definì ancor meglio, Stella venne “rapita” con mossa rapida da Renzo, che senza troppi preamboli la strinse a sé facendole scivolare le mani sul culo mentre le mordicchiava con insistenza i lobi delle orecchie. Situazione pressoché analoga si instaurò fra Anna e Rolando che individuata una zona di particolare penombra, vi si rifugiò rapido per pomiciare senza troppi scrupoli. Le mani correvano veloci e sicure sapendo bene qual’era l’obiettivo principale: le tette di Anna erano un richiamo davvero irresistibile e così bastò poco perché la sottile canottiera di pizzo lasciasse via libera alle mani vogliose. Si baciarono e toccarono dappertutto, tutti e quattro sapevano perfettamente quello che stava accadendo e senza scrupoli vi si stavano immergendo sempre più.
“Torniamo al villaggio!” – bisbigliò Anna con voce roca e suadente, mentre con le mani massaggiava il cazzo a Rolando, “va bene, vado a cercare gli altri due!” – le rispose Rolando, quasi balbettando per l’eccitazione.
Il tragitto fu “ad altissima tensione erotica”, Rolando guidava con lo sguardo fisso allo specchietto per potersi gustare lo spettacolo: Stella era affiancata da due paggi “particolari” che si prendevano cura di lei senza lesinare energie, Anna in particolare la baciava con foga a trasporto, palpandola ed offrendosi alle palpate come una lesbica navigata, Renzo intanto si godeva una masturbazione lenta e deliziosa, dispensandole al contempo un ditalino altrettanto lento e delizioso!
Raggiunsero il bungalow di Anna e Renzo, vi si fiondarono dentro, i vestiti scomparvero in un batter d’occhio, ma ecco che “no, tu no Rolando, vai fuori, adesso devi fare il guardone, forse ti faremo entrare dopo, ma adesso esci, dai!” – ordinò secca Stella, “ma sono tutto nudo!” – cercò di replicare Rolando con un tono stizzito, “appunto, così è più eccitante, te ne stai fuori tutto nudo a spiarci, vedrai che sapremo offrirti uno spettacolo degno, anzi potresti andare al nostro bungalow a prendere la telecamera, noi terremo tutte le luci accese ….!” – replicò Stella, mentre lo spingeva risoluta fuori dal bungalow.
A Rolando non restò altro che ubbidire, recuperò la telecamera e si mise all’opera come un vero e proprio guardone, dentro l’atmosfera era già bollente, purtroppo i vetri delle finestre non erano dei più puliti, per cui dopo un vano tentativo di pulirli almeno da fuori cercò di individuare la posizione migliore per non perdersi neanche un attimo di quello spettacolo.
Stavano tutti tre in piedi, si palpavano e baciavano con sempre maggiore trasporto, Rolando poté notare chiaramente le fattezze di Renzo, “quelle fattezze”, il suo cazzo era corto, non più di dodici tredici centimetri, ma grosso a dismisura, tanto da sembrare quello di un cavallo, anche perché al di sotto gli pendeva una coppia di coglioni altrettanto smisurati e duri, pieni di un mare di sperma!
Infatti Anna e Renzo avevano passato, di comune accordo, tutto il periodo delle vacanze senza “consumare” mai, in modo da potersi gustare al rientro in Italia, serate e serate di sesso puro, al contrario di quanto avevano programmato Stella e Rolando che invece si erano “conservati” prima delle vacanze proprio per potersi scatenare al massimo adesso! “Che strana coincidenza!” – meditò fra sé Rolando, mentre piazzatosi in posizione favorevole avviava la registrazione della telecamera.
Dentro le cose evolvevano ormai senza più freni in un’unica direzione: quella del sesso sfrenato, Stella si era accucciata ai piedi di Renzo e, come era peraltro sua abitudine oramai consolidata, si stava cimentando in un bocchino, il suo pezzo “forte”. Era un’artista, una vera e propria “funambola” dell’arte pompinara, per lei, succhiare il cazzo, soprattutto se ad un uomo ancora sconosciuto, rappresentava una vera e propria carta di presentazione, proprio come una stretta di mano ….
Certo il membro con cui aveva a che fare non era facile da “gestire”, ma dimostrando un impegno e capacità davvero impensabili, lo imboccò tutto, fino alla base; lo spettacolo che offriva era a dir poco sublime: lo sforzo necessario per ospitare nella bocca quel “coso” gigantesco le deformava tutti i lineamenti facendole risaltare come mai prima di allora il tipico doppio mento della pompinara che le partiva subito al di sotto degli occhi con due profonde rughe, oltre a procurarle una dilatazione abnorme delle narici nel disperato tentativo di un respiro accettabile. Succhiava la maiala con un trasporto evidente, ad occhi chiusi, mugolando per lo sforzo, con le labbra gonfie avvolte attorno al cazzo che restava tutto ben piantato fino alla base, nella sua bocca e nella sua gola! Rolando sapeva bene quanta e quale fosse la maestria di Stella nell’elargire pompini, “per lei è proprio come una missione” – disse a sé stesso parlando a voce alta, ed ecco che dopo pochi minuti il bocchino della “troiona” aveva debellato tutte le resistenze, peraltro molto flebili, di Renzo: un lungo urlo seguito da un mugolio di Stella, che pareva quasi di disperazione annunciarono la sborrata, e che sborrata! Dai coglioni di Renzo fluivano senza interruzione copiosi ed abbondanti getti di sperma che le riempirono in breve la bocca, costringendola ad uno sforzo parossistico per riuscire a gestire la situazione con lucidità, quando riuscì finalmente a sfilarsi di bocca il cazzo le tracimò fuori improvvisa un’ondata di sperma che percorso il mento andò a formare lunghissimi filamenti da cui si staccavano dense gocce che le cadevano sui seni. Alzò lo sguardo verso il suo amante e rivolgendogli un sorriso compiacente, facendo bene in modo che vedesse ingoiò tutto lo sperma che le aveva scaricato in bocca: solo allora si rese conto di quanto realmente fosse, le fu necessario infatti deglutirlo in tre riprese, come se si trattasse di un bicchiere di vino!
La ripresa effettuata da Rolando fu all’altezza della performance della sua donna, generosi primi piani avevano immortalato tutte le fasi dell’amplesso puntando con molta insistenza sul viso e sui dettagli delle espressioni assunte da Stella.
Solo pochi secondi di tregua ed ecco che Stella si ritrovò “assalita” da Anna, le loro lingue si incrociarono in un’interminabile serie di baci, interrotta di tanto in tanto per alternare leccate ai seni, e piano piano, osando sempre più, alle gambe fino poi ad incontrare i reciproci sessi, umidi, fradici, aperti, eccitati, pronti al piacere, le mani intanto tastavano e palpavano le tette e i culi. Sembravano coordinate da qualcuno, tanto i loro movimenti erano sincronizzati, leccavano tutto con un trasporto e un’avidità da lesbiche “navigate”, ormai l’eccitazione e la bramosia di piacere guidava i loro movimenti e comandava le loro menti, così nel volgere di qualche decina di minuti, si ritrovarono in quella che è conosciuta come la posizione del sessantanove, le lingue affondate nei reciproci sessi a suggere il nettare che sgorgava da entrambe come da una sorgente d’acqua! Anche da fuori “il guardone” poteva sentire chiaramente i mugolii che accompagnavano ogni loro movimento, sottolineati insieme da torsioni sempre più scomposte dei loro corpi, così l’esplosione di piacere che le colse simultaneamente fu evidente a tutti. I corpi inarcati e tesi, un prolungato e intenso mugolio, o per meglio dire un muggito, accompagnato da una reciproca stretta ai seni percorse l’aria e il silenzio della notte, poi il silenzio, la pace dei sensi e un meritato riposo.
Rolando allora bussò alla porta chiedendo di entrare e Anna impietositasi, e forse anche un po’ curiosa, gli aprì l’uscio facendolo entrare: era paonazzo in volto con il cazzo sgocciolante e teso in una smodata erezione, tanta e tale era l’eccitazione da averlo completamente frastornato, tentava di parlare, ma riusciva a malapena a balbettare!
Così Anna, con un gesto di ospitalità, lo trasse a sé e gli offrì come un dono il proprio culo, “inculami, dai” – lo esortò – “lo so che muori dalla voglia di farlo, dai ti prego inculami tutta!” – proseguì ancora. A quel punto Rolando in preda ad un vero e proprio raptus animale l’afferrò con foga per le tette, infilandole con un solo colpo di reni tutto il cazzo dentro il culo, “Ahhhh” – gemette lei, sorpresa da tanta violenza, ma ben presto i gemiti divennero di piacere, anche perché nel frattempo Stella le si era infilata sotto ed aveva ripreso a leccarle la fica. Il quartetto si completò quando anche Renzo si unì a loro infilando il suo cazzo dentro la fica di Stella. Passarono in quel modo quasi un’ora prima di abbandonarsi di nuovo ad un lungo e forse ancora più intenso piacere. Poi lo sfinimento s’impadronì dei loro corpi e delle loro menti.
Il mattino dopo si risvegliarono tutti quattro nello stesso letto, purtroppo però Anna e Renzo dovevano fare i bagagli: per loro la vacanza era finita anche se indubbiamente era finita molto bene …! Così dopo aver consumato insieme la colazione, ci fu l’inevitabile commiato, governato dal tempo tiranno – “il traghetto non ci aspetta” – concluse Anna non senza un evidente velo di tristezza, anche se si trattava indubbiamente solo di un arrivederci in Italia!
Rimasti soli, trascorsero quella giornata in assoluto relax, andando in spiaggia per piacevoli e rilassanti nuotate lasciando scorrere il tempo senza che ci fossero particolari eventi a caratterizzarla, “da domani mi alzerò di buon mattino e me ne andrò in riva al mare a fare un’ora di ginnastica, così mi manterrò in forma per te, contento?!” – esclamò Stella rivolgendosi al suo uomo, “certo che sono contento, però non chiedermi di seguirti perché, lo sai io ho un disperato bisogno di riposare e dormire!” – le rispose Rolando.
Così andati a letto davvero alla buon’ora chiusero la prima giornata di vacanza dopo una cenetta molto intima e dolce, passando molto tempo a parlare di loro, della situazione che c’era, di come stessero vivendo nel proprio intimo quella nuova e “particolare” vita erotica. Convennero entrambi di come il loro amore fosse cresciuto enormemente da quando avevano avviato quella nuova vita sessuale, si promisero di nuovo amore eterno e fedele, ma al contempo riaffermarono il comune desiderio di proseguire il percorso intrapreso tanto tempo fa, impegnandosi entrambi nel raggiungimento comune del massimo piacere. “Il sesso libero e sfrenato sarà il nostro legame più stretto, tu lo praticherai con assoluta libertà sia nella scelta dei partner, sia nelle modalità di godimento: la perversione raffinata sarà nostra guida; tu farai e io guarderò, e tu farai come sai che mi piacerà vederti fare, sapendo al contempo di ferirmi profondamente e di farmi soffrire moltissimo per la gelosia!” – le sussurrò dolcemente all’orecchio Rolando, “si e la mia fonte primaria di piacere sarà proprio il fare nel modo più porco e perverso tutto, ma proprio tutto il sesso possibile e immaginabile sapendo di farlo davanti a te, facendoti vedere tutto e umiliandoti al massimo!” – gli rispose Stella con un tono di voce calda e suadente, mentre con la lingua gli leccava voluttuosamente l’orecchio.
Il sonno li colse pochi minuti dopo e li abbandonò solo al mattino, quando la sveglietta programmata da Stella annunciò che erano le sei e mezzo, “spegni quel coso dai, uffa!” – sbuffò indispettito Rolando, con la voce che sembrava provenire dall’oltretomba, “ecco fatto, io vado in spiaggia a fare ginnastica, ci vediamo fra due ore per la colazione, ciao” – lo salutò baciandolo dolcemente Stella.
Il villaggio a quell’ora era completamente deserto, chi c’era dormiva ancora profondamente e inoltre il giorno prima se n’erano andati via davvero in tanti dato che il ferragosto era ormai passato da una settimana e quindi era terminato il periodo di massimo affollamento delle ferie. Si incamminò dunque alla volta della spiaggia, tutta nuda con in spalla un asciugamano e in mano il tubetto della crema solare, lo spettacolo che si trovò davanti valeva da solo il sacrificio di quella levataccia: il sole sorto da poco era ancora “adagiato” sul mare che, piatto e liscio come l’olio, aveva assunto le più svariate tonalità di colore, la spiaggia con la sabbia ancora fresca aveva un aspetto davvero invitante ed emanava un meraviglioso aroma di mare. Così inebriata dalla situazione, Stella iniziò con molto entusiasmo la sequenza di esercizi che era ormai solita fare in palestra, solo che in quella particolare atmosfera tutto risultava più semplice e piacevole, anche gli esercizi più faticosi e impegnativi! Il silenzio tutt’intorno era rotto soltanto da un leggerissimo sciabordio del mare, dalle strida di qualche gabbiano e dagli sforzi di Stella, che dopo aver percorso più volte tutta la baia di corsa, si era sdraiata ad eseguire la serie di esercizi “a terra”.
La solitudine circostante le consentiva di concentrarsi al massimo sugli esercizi senza valutare lo spettacolo che avrebbe potuto offrire agli occhi di un eventuale osservatore inconsapevole: sollevava le gambe in alto divaricandole al massimo e rimanendo immobile in quella posizione faceva compiere loro una piccola rotazione per irrobustire i muscoli addominali. Poi sollevatasi per assumere la posizione “a candela”, poggiando sul collo e sui gomiti slanciava le gambe tese verso l’alto, prima tenendole unite, poi divaricandole al massimo, quindi riunendole di nuovo. Questo esercizio era uno dei suoi preferiti, perché stando con il corpo sollevato rispetto alla testa sentiva un effetto benefico determinato dall’afflusso di sangue verso il cervello, unito allo stiramento delle vertebre cervicali e alla sollecitazione di spalle ed addome proprio grazie ai movimenti delle gambe.
Certo il vederla così a gambe larghe, con il sesso esposto in alto in massima evidenza, avrebbe costituito davvero per chiunque, uno spettacolo quasi da film pornografico! Il bello è che lei non se ne rendeva nemmeno conto, tanto era l’impegno profuso nel fare con la massima cura gli esercizi ginnici…
Passò così circa un’ora, poi stremata s’immerse in mare gustandosi il piacere di una nuotata sulla superficie liscia, respirando a pieni polmoni l’aria salutare, uscì dall’acqua dopo un bel po’, quando proprio non ce la faceva più, e si sdraiò sulla spiaggia a ridosso del bagnasciuga. La pelle umida reagì alla sottile e ancora fresca brezza mattutina ispessendosi e soprattutto gonfiando ed irrigidendo al massimo i capezzoli, quel leggero brivido la indusse a ricercare il massimo calore possibile così si dispose sulla sabbia a braccia e gambe divaricate con gli occhi chiusi per assaporare al meglio tutte quelle piacevoli sensazioni che le percorrevano il corpo e la mente. In breve sentì una sensazione di piacere che proveniva proprio da lì, ma si era il “grilletto” che facendo capolino dalle grandi labbra socchiuse si gustava l’abbraccio del sole, trasmettendole un inimmaginabile senso di appagamento psicologico e sessuale; provò l’irresistibile desiderio di toccarsi, socchiuse gli occhi per sincerarsi di essere sola, poi li richiuse allungando le mani sul sesso per aprirlo ancora di più. Era il dito medio il suo preferito per farsi i ditalini, così se lo infilò in bocca per inumidirlo poi cominciò con voluttà a vellicarsi il clitoride, peraltro già teso e gonfio, associando tale manovra ad un titillamento altrettanto voluttuoso dei capezzoli. Le bastarono pochi minuti per raggiungere l’orgasmo che le fece inarcare il corpo verso l’alto mentre dalla bocca le sfuggì una serie inarrestabile di strilletti e mugolii; ansimò profondamente e ripetutamente, poi si immerse di nuovo e ancora più profondamente a godere del caldo abbraccio del sole.
Sentì un leggero fastidio causato dall’intensità del sole che si era già sollevato parecchio dal mare e adesso scaldava con troppa violenza la sua pelle ancora pallida, così aprì gli occhi per spalmarsi la crema solare e solo allora si accorse che vicino a lei, molto vicino, c’era seduto un signore che la guardò salutandola con un sorriso compiaciuto. Trasalì sgomenta, preoccupata dalla situazione contingente , “ma questo tizio quand’è che è venuto qui, e poi perché si è piazzato proprio così vicino a me, ha tutta la spiaggia a disposizione ed è venuto a rompere proprio qui; spero solo che sia appena arrivato e non abbia assistito allo spettacolo!” – pensò tra sé, alludendo ovviamente al ditalino che si era fatta pochi minuti prima. Così nel dubbio rispose al saluto con un cenno che faceva capire chiaramente quanto fosse scocciata per quella presenza, comunque, senza perdersi d’animo prese la crema e si spalmò tutto il corpo, ben decisa a rimanere al suo posto, conquistato meritatamente con una levataccia!
Certo ormai i suoi pensieri erano focalizzati esclusivamente su quel tizio così indiscreto, dapprima pervasa da un senso di rabbia, poi piano piano incuriosita da chi e soprattutto come fosse. Così si sollevò seduta e facendo in modo da non essere vista iniziò a sbirciare, scoprendo che si trattava di un uomo sulla cinquantina, o forse anche sulla sessantina, comunque ancora dotato di un fisico asciutto ed atletico e di un altrettanto promettente apparato sessuale!
Osservò meglio e scoprì, avendo focalizzato il proprio punto d’osservazione intorno al sesso, che aveva un cazzo già da moscio di dimensioni davvero ragguardevoli – “dev’essere francese o altrimenti è un perversione come noi” – considerò avendo notato come fosse completamente depilato – “proprio come Rolando! Già Rolando, caspita è tardissimo devo correre al bungalow, mi starà aspettando per colazione” – e così pensando raccolse frettolosamente l’asciugamano e la crema per avviarsi verso il bungalow. “Mi chiamo Jean” – sentì dire in un italiano dalla chiara pronuncia francese, “ci rivedremo anche domani mattina?” – sconvolta per l’intraprendenza e soprattutto travolta dal dubbio di essere stata spiata durante tutta la mattinata, rimase un attimo ammutolita, prima di balbettare quasi come un automa “si certo, io vengo ogni mattina a fare ginnastica. Ciao sono Stella” – e senza attendere risposta s’incamminò decisa verso i bungalow. Percorse la strada che portava dalla spiaggia ai bungalow con il cuore in gola che le batteva all’impazzata, il viso paonazzo per l’emozione, le gambe che le tremavano ad ogni passo e non certo per la fatica della ginnastica …! Cercò di rimuovere dalla mente quanto successo poco prima e scorto Rolando ormai sveglio e in piedi gli corse incontro abbracciandolo e baciandolo con insolito trasporto.
Da quelle effusioni così strane e inusuali egli capì che laggiù in riva al mare doveva essere successo qualcosa d’insolito, qualcosa che aveva sicuramente a che fare con il sesso…
Mangiarono con appetito, ridendo e scherzando, poi Rolando si offrì volontario per andare al supermarket del paese a fare la spesa, “così mi compero anche il giornale, tu intanto vai pure in spiaggia io ti raggiungerò lì al mio ritorno”. Così rimasta sola fu assalita ben presto dalla curiosità di sapere chi fosse quell’uomo e dove fosse alloggiato, si incamminò dunque nel villaggio ad esplorare ed indagare.
Desiderava scoprire senza essere a sua volta scoperta, così passò in rassegna tutto il villaggio fino a quando vide in lontananza Jean che usciva da una roulotte molto bella e spaziosa, si avvicinò con l’intenzione di scoprire se fosse solo o in compagnia…, ma nonostante la sua perseveranza non vide entrare e uscire nessuno. Così, convinta che Jean fosse lì da solo e sicuramente “in caccia”, si avviò soddisfatta alla spiaggia, anche perché non voleva certo che Rolando ci arrivasse prima di lei!
Verso mezzogiorno arrivò Rolando e insieme trascorsero tutto il pomeriggio a crogiolarsi al sole, intercalando tale attività con lunghissimi bagni. La giornata volgeva stancamente al tramonto, così ritornati al bungalow si prepararono per uscire, infatti avevano deciso di andare a mangiare al ristorante anche quella sera.
Per loro la vestizione rappresentava un vero e proprio rito, per cui doveva essere effettuata con la massima cura e concentrazione proprio al fine di poterne cogliere il conseguente godimento. “È proprio una bella fica” – pensò Rolando mentre la osservava tutta nuda in procinto di scegliere l’abito adatto alla serata, le quotidiane sedute di palestra le avevano donato un fisico davvero invidiabile: le cosce erano seppure ben tornite, sode e praticamente prive di cellulite, il culo era diventato ancor più scolpito e rotondo, le tette a “goccia” si erano rassodate e in più erano passate da una seconda scarsina ad una terza molto abbondante, e la cosa era davvero importante!
Stella sapeva di piacergli molto, sia fisicamente che psicologicamente e moralmente, era il mix di queste tre cose a fare di lei un’attrazione irresistibile nei confronti di Rolando e questo era per lei oltre che un motivo d’orgoglio anche e soprattutto il suo primario stimolo sessuale. Fare la puttana non era una sua aspirazione, ma costituiva il punto focale del loro piacere sessuale, che si sviluppava lungo un percorso che agli occhi di qualunque estraneo sarebbe sembrato di certo quantomeno molto complicato se non addirittura del tutto incomprensibile. Era necessaria una profonda intesa sessuale e sentimentale fra loro, per potersi cimentare senza paura e senza dubbi lungo tale tragitto! Un percorso che vedeva entrambi protagonisti: lei nel ruolo sia attivo che passivo di puttana, lui in quello di regista guardone e masochista quasi sempre passivo.
Infatti le partecipazioni attive di Rolando, ai vari incontri erotici erano veramente poche, ed era lei a decidere se, come e quando ciò avrebbe dovuto accadere, così come peraltro lei ubbidiva ciecamente alle sue direttive, interpretando sempre con il massimo impegno i ruoli e le situazioni che lui le proponeva, sapendo bene che più fosse stata porca e più avrebbe soddisfatto le sue pulsioni sessuali.
Uscì dal bagno ancora nuda ma truccata: era chiaro che l’obiettivo fosse quello di non passare assolutamente inosservata quella sera, infatti aveva scelto un trucco per gli occhi molto marcato e scuro, in diretto contrasto con il rosso vivo del rossetto e del fard; inoltre ai piedi calzava un paio di sandali alla “schiava” dotati di zeppa e di tacco vertiginoso.
“Andiamo? Io sono pronta e tu?” – “Si sono pronto anch’io, ma cazzo… come ti sei conciata?!! Stasera sei proprio ispirata, sei bellissima e temo che saranno in tanti a spogliarti con gli occhi. Oddio non che ci voglia molto …!!!” – Scherzarono ancora un po’ prima di salire in macchina alla volta del ristorante, nel percorso dal bungalow alla macchina lui le camminava dietro per gustarsi quello spettacolo meraviglioso. Memore dell’abbigliamento esibito due sere prima da Anna, infatti si era scelta un mini top di pizzo nero completamente trasparente che, oltre a fare vedere perfettamente tutto, le lasciava scoperto l’ombelico, abbinato ad una gonna, anch’essa nera, molto aderente e con uno spacco iperbolico sul dietro, il tutto ovviamente “a pelle”!
Anche Rolando non era da meno in quanto a sensualità nell’abbigliamento: infatti se sopra indossava una polo molto vaporosa, sotto al posto dei pantaloni, aveva un pareo avvolto attorno alla vita a mò di gonna ovviamente senza mutande di “protezione”, dal momento che la decisione di andare in vacanza senza nessun capo di biancheria intima in valigia riguardava entrambi!
Al ristorante era tale l’eccitazione che li pervadeva entrambi da provocare in Rolando un’erezione incontrollabile quanto evidente, mentre Stella si accorse solo al momento di alzarsi degli effetti: una macchia di umido perfettamente visibile le segnava il culo.
Scelsero un bar nella piazza principale del paese per gustarsi un caffè dopo la cena, e lì lo spettacolo che offrirono ai passanti fu davvero sublime: Stella in particolare si era seduta con le gambe accavallate, esponendo così alla vista di tutti oltre alle tette, ben visibili attraverso il sottile top, anche il sesso umido e luccicante per l’eccitazione.
“Perché non vai a farti due passi da sola mentre io mi bevo una granita!” – la sollecitò con gli occhi lucidi di emozione ed eccitazione, ben sapendo che tale passeggiata sarebbe stata sicuramente in compagnia di qualcuno!
“Come vuoi, ma non seguirmi, aspettami tornerò io quando sarà il momento!” – e così dicendo si alzò, rivolgendogli ancora un ultimo sguardo malizioso, prima di allontanarsi con passo deciso.
“Te la sei presa comoda davvero, è passata più di un’ora e mezza da quando ti sei allontanata!” – l’accolse leggermente indispettito al suo ritorno – “ricordati il nostro patto, mi vuoi troia ed io ti accontento, anzi se fai il bravo e mi offri una granita, quando siamo a casa ti racconto tutto fin nei minimi dettagli, e ti assicuro ne vale la pena!”
Verso mezzanotte tornarono a casa, durante il viaggio non una parola, ma appena entrati nel bungalow e guadagnato il letto – “adesso dai raccontami tutto” – “beh ho cominciato a camminare lungo il viale parallelo a quello dove eravamo, pochi minuti e mi si è affiancato un signore piuttosto anziano, direi sulla settantina, che senza tanti preamboli mi ha chiesto quanto volevo per scopare, così gli ho risposto cinquecento euro, sicura di dissuaderlo, invece in men che non si dica mi sono trovata in mano una banconota da cinquecento euro! Così ci siamo allontanati scegliendo un vicolo buio che lui conosceva, poi mi ha sbottonato il top cominciando a leccarmi e baciarmi le tette, mentre le sue mani mi avevano già sollevato del tutto la gonna; io lo lasciavo fare fino a che mi ha ordinato con un tono imperioso di tirargli fuori il cazzo dai pantaloni. A quel punto ho eseguito come una docile puttana, mi sono accucciata ai suoi piedi e ho preso in bocca il suo uccello che era ancora completamente moscio, lungo, molto lungo ma moscio; penso sia superfluo dirti che nonostante i suoi settant’anni mi sono bastati pochi minuti di spompinate per farglielo risorgere: mi sono sentita gonfiare in bocca il suo cazzo poderoso e quando era duro al massimo mi ha fatta mettere in piedi alla pecorina, con le mani appoggiate ad un muro. Mi ha scopata così, continuando a dirmi troia, puttana, prendi, godi maiala, poi si è aggrappato alle tette strizzandomele fortissimo e con due colpi violenti ha goduto sborrandomi nella fica, non contento infine si è accucciato ai miei piedi ed ha preteso di leccarmela così ripiena del suo sperma, quindi si è rialzato, mi ha stretta fortissimo a sé e mi ha baciata, restituendomi in parte ciò che mi aveva tolto dalla fica!”
“Lecca puttana, lecca e non ti fermare, perché voglio sborrarti in faccia, ti voglio imbrattare tutta, troia schifosa!” – con queste parole Rolando interruppe il suo racconto, sbattendole il cazzo sul viso in preda al desiderio di riempirglielo di sperma, accecato dall’eccitazione e dalla gelosia di quel racconto tanto spregiudicato.
La cosa che entrambi non immaginavano era che fuori, appoggiato al vetro della finestra, Jean si stava gustando tutto lo spettacolo, vedeva e sentiva perfettamente Stella mugolante di piacere incitare il proprio uomo – “Mnhhh ahhh siii porco sii ti voglio sul mio viso, voglio il tuo sperma, dai così mnhhh, sborrami tutta, sborrami in faccia dai ti prego, imbrattami bene ahhhnnn” – con queste parole intercalava i movimenti sempre più frenetici della lingua, fino a quando, annunciata da un urlo fortissimo di Rolando, una serie di schizzi violenti e copiosi di sborra le ricoprì il viso.
“È proprio una troia naturale, una puttana nata!” esclamò Jean fra sé, nel vederla muoversi e dimenarsi in modo tale da non perdere neanche una goccia del prezioso liquido sul viso, mentre impugnato il cazzo del suo uomo lo spremeva con le mani e con la bocca per fargli uscire tutta, ma proprio tutta la sborra. Ancora non sapeva quale sarebbe stato il finale! Alzatasi in ginocchio sul letto, dapprima cominciò a spalmarsi la sborra che le era scivolata sulle tette, poi con altrettanta dovizia fece lo stesso sul viso e sul collo avendo l’accortezza di non lasciare asciutta nemmeno una piccola zona di pelle – “è la mia crema di bellezza..!” – esclamò sorridente rivolta a Rolando.
Il mattino seguente si svegliò sempre di buon’ora, per andare in spiaggia a fare ginnastica, partì così, senza nemmeno lavarsi il viso, il collo e i seni ancora ricoperti di croste biancastre –“mi sciacquerò con l’acqua del mare” – pensò, mentre con asciugamano e crema solare in mano si affrettava alla volta della spiaggia.
Solo giunta in prossimità del mare realizzò l’incontro della mattina precedente, “Mhh no non c’è nessuno, beh in fondo meglio così” – pensò mentre percorreva tutta la baia alla ricerca del suo ammiratore Jean. Si convinse dunque di essere sola, dando inizio a tutte le varie serie di esercizi già eseguiti il giorno prima, soltanto aumentandone leggermente il numero. La posizione a candela era quella che preferiva, perché riusciva a conciliare i benefici alla cervicale con l’irrobustimento di cosce ed addominali, pertanto se la gustava stando ad occhi chiusi. L’improvvisa stretta che le afferrò le caviglie la fece trasalire – “sorpresa!” – davanti a lei la sagoma di un uomo in controsole, “è Jean, riconosco la voce” – pensò, riavutasi dallo spavento. Con gli occhi socchiusi per il sole cercò di capire, non era molto chiaro, ma capì eccome! Tenendola ferma in quella posizione, Jean le piantò il suo uccello con un sol colpo dentro la fica, provocandole un iniziale senso di fastidio, dal momento che, caso più unico che raro, non era lubrificata; bastarono peraltro pochi movimenti per provocare un’autentica alluvione, quelle circostanze, quell’uomo, l’atmosfera, tutto era eccitante in quel momento!
“Ahhhh siiii mnhhhh ohhhh siii ahnnnnn” – erano queste le uniche parole che le uscivano dalla bocca mentre si gustava quel cazzo pirata!
“Sei una troia, lo so, sei ancora tutta sborrata da ieri, puttana, e so anche che ti piace sentirti trattata da puttana” – “Ohhh siii mi piace, mi piace, sono tutta troia, sono una battona vogliosa di cazzo, dai chiavami porco schifoso, sfondami tutta dappertutto, ti voglio, mnhhh ahhnnn sii” gli rispose infoiata.
Le sfilò rapido il cazzo dalla fica per mettersi in una posizione più comoda, “ti piace la mia fichetta tutta rapata, porco anche tu lo hai tutto pelato, sei porco come me, lo so!” – così dicendo se lo infilò in bocca e cominciò a ciucciarglielo leccandolo dappertutto, bagnando bene i coglioni, insinuando la linguetta fino a titillare il buco del culo – “sei un’artista del sesso, dirti puttana, troia, vacca, maiala è riduttivo, si rischia di sminuirti, tu sei molto di più sei troia nel DNA!” – ansimò con voce roca mentre la punta di quella linguetta lo faceva sobbalzare penetrandogli il culo.
Il coito che si scatenò fu simile ad un uragano, entrambi non si davano tregua, leccavano, succhiavano e palpavano tutto e dappertutto, il cazzo entrava ed usciva da ogni buco, da ogni pertugio, fino a quando, quasi esausti, si abbandonarono entrambi ad un orgasmo vorace. Riacquistata la lucidità necessaria, si accorsero di non essere più soli in spiaggia, là in alto in disparte un vecchietto si masturbava felice rivolgendosi a loro con un sorriso cordiale. Fecero un bagno insieme, una lunga nuotata “purificatrice”, poi si sdraiarono sul bagnasciuga a godere la dolce carezza del sole – “aspetta che ti spalmo la crema” – e così dicendo le percorse ancora una volta tutto il corpo, soffermandosi sui seni, sul culo, fra le cosce – “dobbiamo ungerla bene, perché se si dovesse scottare sarebbe una tragedia!” – soggiunse mentre, con la scusa della crema le solleticava dolcemente il grilletto, peraltro già prontamente duro e teso, “ahhhh siiiii” – rispose lei in uno stato d’estasi, mentre restituiva il favore ricevuto spalmandogli con abbondante crema il cazzo.
“Che vacanza quella!” – sospirò tra sé mentre scendevano dall’auto, “vedi che lo sapevo, mi hai riportata al Tortuga!” – esclamò rivolta a lui con tono seccato, “sei proprio prevedibile!”
“Vedremo!” – le risponde sornione mentre a braccetto si avvia insieme a lei verso l’ingresso.
LA SERATA CONCLUSIVA
Il locale è stato prenotato da Rolando per tutta la notte: ha invitato molti degli uomini con cui Stella ha fatto sesso negli ultimi cinque anni, alcuni insieme alle loro compagne; ovviamente c’è anche Lilli…! Ci sono ventisei uomini e otto donne, oltre a due giovani ragazzi di colore bellissimi e superdotati. In questo caso il termine superdotato ha proprio una ragione d’essere, in quanto i due ragazzi hanno un fisico portentoso con una muscolatura davvero invidiabile e soprattutto un cazzo che sembra più proprio di un cavallo piuttosto che di un uomo!
Si comincia con balli vari, all’inizio tutto “normale” poi pian piano, Rolando che è ovviamente il regista della serata, annuncia che quella sera si festeggia il compleanno di Stella, e guida tutti in un cerimoniale che ha preparato precedentemente con cura meticolosa. Così durante il ballo Stella viene spogliata: le viene tolto solo il vestito, dal momento che sotto è nuda, o quantomeno indossa biancheria intima che le lascia tutto ben in vista, poi è lei che deve spogliare ad uno ad uno tutti: uomini e donne.
“Mhnnn che spettacolo” – esclama Claudia sbalordita nel vedere i sessi dei due negri – “saranno lunghi trenta centimetri e come sono grossi uhao!” – agli occhi di tutti si presenta uno spettacolo davvero esaltante: i due giovani di colore si mostrano in tutta la loro leggiadria con quei sessi che già da flosci sono impressionanti!
Quando sono tutti nudi Stella deve estrarre da un’urna il nome di un uomo: sarà lui il primo della “serie”. Viene fatta accucciare ai suoi piedi per fargli un pompino, ma ponendo estrema attenzione affinché la sborra le schizzi completamente sul viso, fino all’ultima goccia: è l’inizio del primo gioco della serata ed è, come tutti i giochi che verranno fatti, in su esclusivo onore, per festeggiare il suo compleanno, il tema della serata ha un nome dal significato inequivocabile: La Cremeria.
Il primo gioco ha anch’esso un nome molto “diretto”: La Nevicata.
Intanto gli altri uomini vengono disposti attorno a lei in successivi cerchi concentrici, e con l’aiuto delle donne presenti vengono masturbati con l’obiettivo di sborrare addosso a Stella, riempiendola dappertutto: sul viso soprattutto, ma anche sulla testa, sulla schiena, sul collo, sulle tette, alla fine del gioco dovrà essere completamente ricoperta di sperma, un denso ed omogeneo strato di sperma che la dovrà ricoprire senza alcuna interruzione, dai capelli fin sulla fica.
Così comincia lo spettacolo, Stella è circondata da cazzi che vengono masturbati con mani, lingue e tette dalle donne che li portano alla sborrata, al massimo dell’eccitazione, orientando gli schizzi di sperma in modo tale che riempiano eventuali zone del viso di Stella rimaste ancora “libere”. Stella rimane immobile, con la bocca socchiusa, per cogliere qualche fiotto di sborra da assaporare in bocca, in breve è completamente ricoperta o meglio per meglio dire, completamente imbrattata, non si salva niente: capelli, fronte, occhi, orecchie, guance, gote, bocca, mento, tutto è omogeneamente ricoperto da uno spesso strato di sborra che cola dappertutto creando lunghi filamenti biancastri che si allungano dagli occhi, dalle orecchie, dal mento, andando a formare grosse gocce che cadono più in basso sulla schiena, sul culo, sul collo, ma soprattutto sulle tette e più giù sulla fica e lungo le cosce, anche la guepiere è tutta inzuppata!
La Nevicata dura circa due ore, dopo le quali viene ammanettata con le mani dietro la schiena, in modo che nel corso della serata non possa mai toccarsi il viso, anzi dovrà lasciare che tutto quello sperma le si asciughi addosso, formando una spessa crosta biancastra. Quindi per tutta la sera lei rimane ad occhi chiusi, o quantomeno socchiusi, visto che sono letteralmente ricoperti da uno strato di alcuni centimetri di sborra che le impedisce qualsiasi tentativo di vedere.
Rolando è eccitatissimo, quello spettacolo sublime lo esalta, Stella è lì davanti a lui con indosso un “cappuccio” di sborra che la ricopre tutta: biancastra, lucida e odorosa, respira attraverso quella membrana gelatinosa, ingerendone ogni volta una certa quantità, creando mentre espira una bolla: un’immagine che aumenta se ancora ce ne fosse bisogno, il suo grado di eccitazione.
Riprendono le danze, e per un po’ gli animi si placano, Stella balla ad occhi chiusi, ma con una foga incredibile, si dimena come una forsennata, “in fondo avere le mani costrette dietro la schiena non è poi così brutto, anzi posso ovviare altrimenti!” – pensa tra sé mentre sbatte vistosamente le tette facendole oscillare alternativamente a destra e a sinistra, in alto e in basso. E’ sempre più agitata, quell’odore così intenso di maschio, l’umido vischioso che la ricopre da capo a piedi le provoca un’eccitazione, una voglia di mettersi in mostra.
Trascorre così circa un’ora di allegra euforia; è Rolando infine a richiamare l’attenzione di tutti “un momento di attenzione prego! Sta per avere inizio il secondo gioco della serata: ‘Sandwich integrale alla mozzarella’, ovvero due negri per Stella. Ciascuno di voi potrà partecipare offrendo il proprio cazzo alla causa: lo scopo è nobile, tenere ben tappata la bocca di Stella durante l’intero amplesso, e … quale miglior tappo di una serie di cazzi da spompinare in sequenza! Facendo in modo che terminino simultaneamente sia i pompini, sia il sandwich: ovvero valuteremo le capacità di gestione erotica dei propri partner da parte di Stella. In questo gioco le donne saranno la giuria che dovrà valutare le performance di Stella: il regalo di compleanno che riceverà sarà commisurato al punteggio ottenuto e quindi … Stella dovrai impegnarti al massimo!” – le dice con una voce roca e soffocata dall’eccitazione.
Stella prova ad aprire gli occhi e anche se con molta fatica, riesce a vedere attraverso il “velo”, sente tutta la pelle tirare: è la sborra che sta lentamente asciugandosi lasciandole addosso una crosta biancastra che le rimane ben incollata dappertutto – “beh stasera non potrò di certo lamentarmi di essere rimasta a secco!!” – esclama ironica, cercando di aprire con una smorfia la bocca – “devo prepararmi, visto che dovrò spompinare una miriade di cazzi!” – conclude tra sé con una vena di malcelato cinismo.
Liberata dalle manette, si trova ben presto con in mano i cazzi dei due negri, e mentre li massaggia con dovizia guidandoli ad una maestosa erezione, ne valuta al contempo le dimensioni davvero impressionanti – “hanno i cazzi che sembrano due pali!” – esclama quasi inebetita, valutando solo allora che di lì a poco se li sarebbe ritrovati ben “piantati” in fica e nel culo.
Si accuccia ai loro piedi e comincia un lento bocchino, prima di lingua, poi di bocca, infine di gola, ma per tanto si sforzi di accoglierne in gola, non riesce a prenderne più di un terzo, anche rischiando di soffocare – “sono troppo lunghi!” – considera mentre si aiuta con le mani. Li succhia e li bagna per bene, è consapevole che seppur rotta a qualunque esperienza sta per provare sensazioni nuove e sicuramente “forti”, per cui si adopera in una diligente e attenta opera di lubrificazione di quei due “tuberi”. Fa scorrere una mano sui coglioni – “mamma mia sembrano le palle di un toro” – intanto i due giovani la palpano dappertutto, la sollevano letteralmente, si sdraiano e la depongono sopra di loro, adesso la frenesia aumenta vorticosamente e in men che non si dica … si ritrova con un cazzo in fica…!
Non riesce ad entrare tutto è troppo lungo, “piano, così, mhnn ahhh” – mugola voluttuosa dondolandosi sul pennone che la impala, intanto l’altro giovane le apre bene il buco del culo con le mani, lei si volta con uno sguardo di vera preoccupazione – “piano mi raccomando, entra lentamente” – si raccomanda, poi un dolore lancinante si impadronisce del suo culo e un urlo violento le sfugge di gola: con un colpo secco di reni si sono infilati nel suo buco del culo tutti quei trenta centimetri di cazzo!
“Ahhhhhhh mnhhhh ohhhh” – è un continuo mugolare che assume sempre più i connotati di un’espressione di piacere, d’altro canto basta osservare come si muova il suo corpo oscillando freneticamente sui corpi dei suoi amanti: incapace di parlare rimane con il viso sollevato e gli occhi chiusi ad assaporare tutto quel piacere che la pervade nella più intima profondità, dalla bocca socchiusa le cola un bolo di saliva che filando va a cadere sul viso del suo amante. Che spettacolo! Le mani dell’uomo che la scopa si stringono con forza sulle sue tette, adesso le pizzica i capezzoli con sapiente maestria, ora glieli lecca, e lei, lei si offre completamente godendo anche di quelle due mani così forti e sicure!
Rolando si piazza dietro, vuole vedere quanto cazzo la sua donna riesca a prendere con tanto piacere e la sorpresa è davvero grande: solo dalla fica rimangono fuori alcuni centimetri che proprio non riescono ad entrare per limiti “fisiologici”, mentre nel culo è completamente sprofondato tutto il cazzo: rimangono fuori solo i coglioni.
“Sei soddisfatto, brutto porco schifoso?” – lo interroga Stella voltandosi verso di lui – “si troiona, continua così: è la tua serata, la tua apoteosi!” – le risponde ebbro mentre inquadra attento la scena con la telecamera, “avanti i cazzi in bocca adesso!” – ordina poi. Ed ecco che dimenandosi con foga sempre crescente sui due cazzi che la “trafiggono”, Stella si ritrova consecutivamente in bocca tutti i cazzi dei suoi amanti passati, gli stessi che poche ore prima l’avevano ridotta ad una maschera di sborra, le scaricano ora una seconda, meno intensa, ma pur sempre consistente ondata di sperma nella gola. “Ingoia puttana, ingoia tutto baldracca!” – la incita Rolando, incalzato però anche da tutti gli altri che ormai vedono in lei un puro e semplice oggetto di piacere; Stella obbedisce docile, ingoia per quanto possibile la sborra che le fluisce copiosa in bocca – “è strano stavolta non provo alcun senso di disgusto, anzi l’odore e il sapore di sborra mi eccitano ancor più” – considera, memore dell’esperienza vissuta a carnevale a casa di Claudia e Carlo, quando un forte senso di disgusto si era impadronito della sua volontà, provocandole più di un conato di vomito. Stavolta è diverso, profondamente diverso, sente che si tratta dell’epilogo, del momento conclusivo di un percorso erotico iniziato vari anni or sono e che le ha fatto conoscere tutti i sentieri, anche i più ardui e arditi del sesso in tutte le sue forme, espressioni e sfaccettature.
Pompa quindi ciascun cazzo con la massima diligenza, dondolando al contempo, con sempre maggior frenesia sui due cazzi che la penetrano: è aperta, dilatata, sfondata e sente ribollire nell’utero un orgasmo travolgente ed impetuoso che esplode improvviso avvolgendola completamente, mentre l’ennesimo cazzo le allaga la bocca, ingoia e poi urla, urla più che può con tutta la voce che ha in gola –“ahhhhhhhhhh siiiiiiiii godooooooooo ohhhhhhhh!” – un urlo straziante che le deforma i lineamenti del viso: sembra quasi che soffra tanto è il piacere! Ecco adesso si dimena da vera puttana, sa che deve gestire quei due cazzi fino in fondo, ma è tranquilla, magari godrà ancora, ma senza più tutta la frenesia che l’ha accompagnata fin qui.
L’atto conclusivo arriva di conseguenza, sborrano simultaneamente in tre dentro di lei: bocca, fica e culo si riempiono di sperma, si allagano, tracimano, poi un fremito e un ultimo orgasmo, il suo, pone termine a quella maratona di sesso.
“Il massimo dei voti e la lode! Complimenti sei davvero una puttana DOC!” – con queste parole Claudia le comunica il verdetto della giuria, mentre Lilli le si avvicina e la bacia dolcemente, ripulendole le labbra da alcune gocce di sperma. E’ un tripudio, la baciano tutti e tutte, adesso anche le altre donne si accoppiano ai maschi, andando a “caccia” soprattutto dei due … negri….! Stella si riposa soddisfatta, Rolando le si avvicina – “buon compleanno amore!” – le sussurra dolcemente mentre le cinge il collo con una collana d’oro ornata di pietre preziose, “è finito il ‘percorso’ che avevamo intrapreso ormai tanto tempo fa, d’ora in poi saremo solo noi due” – “noi tre!” – interviene Lilli, “non penserete di gettarmi a mare, vero?” – “no amore, stai tranquilla, saremo in tre!” – la rassicura Stella con un sorriso e una carezza.
Salutati tutti tornano a casa, Stella “vestita” solo di sperma: sembra quasi una sposa anche se con un velo un po’ particolare….
EPILOGO
Il giorno successivo si risvegliano che mezzogiorno è già passato da un pezzo, un breve sguardo ed un bacio appassionato – “sei bella amore, così bella che mi piacerebbe se potessi non lavarti mai più!” così dicendo le massaggia dolcemente le tette che traspaiono di un colore bluastro da sotto il “velo”, tumefatte dalle ripetute e violente strizzate a cui le hanno sottoposte tutti gli amanti (e le amanti..!) della sera prima.
“D’ora in poi sarò io a decidere con chi e come accoppiarmi e anche in merito alla tua presenza, durante i miei amplessi. Non sceglierai più tu per me, ma io direttamente; dovrai collaborare e partecipare ai miei giochi seguendo fedelmente i miei ordini” non c’è traccia d’incertezza nel tono della sua voce, Stella adesso è proprio risoluta!
“Adesso vieni con me!” ordina con tono perentorio, mentre afferratolo per il cazzo lo trascina violentemente in bagno “ecco accucciati qui ai miei piedi, siediti sul piatto della doccia e comincia a leccarmi la figa! E cerca di essere all’altezza delle mie partner lesbiche, altrimenti sarò costretta a prendere seri provvedimenti” – “è proprio un’altra Stella quella che mi sta parlando” pensa tra sé Rolando, mentre s’impegna con la massima diligenza a leccare il sesso ormai fradicio della sua donna che gli si è piazzata sopra la bocca a gambe larghe. All’improvviso un sapore strano gli riempie la bocca – “cos’è questo liquido salato, ha un sapore nuovo e sconosciuto” – considera, un attimo prima di realizzare che la sua donna gli sta pisciando in bocca – “non ti fermare brutto porco, lecca e bevi è la mia piscia e devi farmi godere mentre ti allago la bocca” – ansima risoluta pochi istanti prima di abbandonarsi ad un orgasmo “nuovo”: le contrazioni di piacere fanno sì che ogni nuova ondata sia accompagnata da un getto più intenso di urina. Un’esperienza nuova e perversa che coglie Rolando dapprima impreparato, ma in pochi istanti pronto a partecipare attivamente a quel gioco “diverso”: vinto l’istinto iniziale di ritrarsi da quella fonte così particolare, eccolo infilare la lingua ancora più in profondità nella fessura da cui sgorga il liquido giallo, in un primo momento tenendo le labbra della bocca socchiuse, così da evitare che la piscia gli finisca in bocca, ma dopo l’ordine impartitogli dalla sua donna, si abbandona ad occhi chiusi e con la bocca spalancata a quell’insolito e nuovo cunnilingus. “Puliscimi la fica adesso, maiale schifoso, fammi un bidet! Visto che mi hai chiesto di non lavarmi la crosta di sborra che mi ricopre tutta, io ti ubbidisco, ma a patto che tu ubbidisca a tua volta ai miei ordini” così Stella gli si rivolge, decisa a quanto pare, ad uscire insieme a lui nel pomeriggio per una passeggiata ristoratrice. Rolando lecca in preda ad uno stato di ebbrezza insolito, sta assaporando al contempo piscia, sborra di fica, oltre che pezzi ormai secchi di sborrate maschili colate, molte ore prima da fica e culo della sua donna. Quello strano bidet si protrae per un buon quarto d’ora: Rolando, seduto sul piatto della doccia, immerso nel piscio della sua donna, lecca il suo sesso ormai ripulito, in preda ad un’eccitazione sconosciuta evidenziata dal cazzo teso allo spasimo “ha detto che non si ripulirà, per cui vuol dire che usciremo insieme con lei tutta incrostata di sborra, chissà cosa ha in mente” – medita a “lavoro” ultimato, mentre si rialza con l’intenzione di lavarsi. “No, caro mio anche per te vale la stessa regola: devi rimanere così imbrattato, vestiti, ma senza pulirti o asciugarti: io odoro di sborra e sono anche tutta incrostata, tu odorerai di piscia!” Che gioco strano ed insolito: andare a spasso in mezzo alla gente, lei incrostata e odorosa di sperma, lui con un evidentissimo puzzo di piscio su tutto il corpo, il tutto ovviamente indossando il minor numero possibile di capi d’abbigliamento! Il tubino nero che la avvolge e le lascia totalmente scoperte le spalle, oltre che buona parte del seno, lascia comunque trasparire con estrema evidenza tutto quello che è “coperto”: basta uno sguardo per capire che sotto è completamente nuda! Rolando, per contro indossa un paio di pantaloni di lino bianchi e semitrasparenti: guardandolo in controluce si vede in ogni dettaglio il suo sesso, sopra ha una camicia altrettanto trasparente; l’abbigliamento glielo ha scelto Stella! “Chissà dove ha intenzione di andare, conciata così, forse non si rende conto bene di come siano i suoi capelli, il suo viso, il collo, i seni!” si domanda, tra il serio e il faceto, osservando la maschera che ricopre ancora quasi integralmente la sua donna, persino le gambe sono incrostate di sborra!