Ancora quell'officina (la continuazione)
by WifegirlsViewed: 0 times Comments 0 Date: 05-10-2025 Language:

Ricordate il mio precedente racconto (io, mio marito e l’impreviso) ? Ecco cosa è accaduto…qualche giorno dopo:
Antonio mi ha completamente ammaliata, dopo quel rapporto sessuale così intenso, sia fisicamente che cerebralmente, avuto in occasione del nostro incontro dovuto alla rottura dell’auto, ha creato una dipendenza in me.
Si, qualche giorno dopo l’accaduto, non ho resistito alla tentazione e dopo aver indossato un vestitino nero corto, a bretelline e molto scollato, un paio di sandali con tacco da quindici di colore bianco mi sono diretta all’officina di Antonio.
Era l’una, la serranda era mezza abbassata, sono entrata e da lontano ho visto la testa bianca di Antonio nel suo ufficio, in giro i suoi operai non c’erano, così mi sono diretta con passo deciso verso l’ufficio.
Appena mi ha vista nell’ufficio, si è girato con la poltrona verso di me e ponendosi in maniera volgare con le gambe aperte mi ha sorriso compiaciuto, mi sono avvicinata verso di lui e arrivata tra le sue gambe, mi sono fermata al suo cospetto. Le sue mani ruvide e callose hanno cominciato a salire lungo le cosce, un brivido lungo la schiena mi ha fatto venire la pelle a buccia d’arancia e i miei capezzoli turgidi hanno cominciato a spingere contro la stoffa del vestitino, ho emesso un gemito di piacere e istintivamente ho allungato la mano sul suo pacco, era già duro come il travertino, l’ho liberato dai pantaloni e mi sono accovacciata per prenderlo in bocca e ho cominciato a succhiarlo, carezzando quelle grosse palle piene di sperma sotto il suo sguardo compiaciuto.
L’ho ciucciato tanto, era completamente insalivato e la mia fica ormai inzuppata pulsava di desiderio di quella verga, mi sono alzata e dopo aver fatto scivolare via il minuscolo perizoma, mi sono impalata sul cazzo di Antonio che mi ha afferrata per le chiappe e ha cominciato a scoparmi da sotto, gemevo poi ha liberato le mie tette ballonzolanti dal vestitino e le ha massaggiate vigorosamente con quelle mani callose e forti, mi strizzava i capezzoli per farmi aumentare il ritmo della cavalcata, non capivo più nulla, urlavo e cavalcavo, urlavo e cavalcavo, si sentiva soltanto il rumore delle sue palle contro le mie chiappe e dei miei liquidi ad ogni affondo del suo cazzo nella mia fica.
Ero in preda agli orgasmi quando mi ha sbattuta con la schiena sulla scrivania, le mie gambe sulle sue spalle e ha cominciato a pompare sempre più forte dandomi continue sculacciate e inveendo contro di me dandomi della vacca in calore.
Ero in preda agli spasmi quando sento la voce di un uomo che dice qualcosa entrando nell’ufficio e si interrompe bruscamente trovandosi davanti ad una scena del genere.
In preda al panico, cerco di divincolarmi da Antonio per ricompormi ma, il vecchio porco, mi ordina di stare buona, dandomi una sculacciata e apostrofandomi con “zoccola”, allora non potendomi divincolare da lui, istintivamente cerco di coprirmi il seno con le braccia e giro la faccia dal lato opposto alla direzione dell’uomo.
Antonio, rivolgendosi all’uomo, gli fa: “Ciru’ vieni che sta zoccola sta in calore, non è mai sazia di cazzo, è venuta da me per farsi fottere, ma questa può soddisfare pure te”, poi rivolgendosi a me che nel frattempo lo supplicavo di smetterla, mi fa: “è vero vacca?”
A questo punto, Ciro accettando l’invito a partecipare del cognato si avvicina a me e dice: “ma faccio così schifo che nemmeno mi vuoi guardare in faccia?” e nel dirlo mi mette una mano sul viso e mi forza a girarmi verso di lui, lo vedo davanti a me è alto, ha più o meno l’età di Antonio, ha un bel fisico, capelli lunghi fino a sopra le spalle folti, è bello. Ciro mi carezza la guancia e mi passa il pollice sulle labbra serrate mentre Antonio continua a scoparmi anzi, mi dà un affondo forte che mi fa aprire la bocca per gridare e subito il cognato ne approfitta per infilarmi il suo pollicione in bocca, volevo morderlo ma Ciro mi fa: “ehi, mica sono così cattivo che mi vuoi far male?”
Non resisto alla sua voce rassicurante e alla vista di quell’uomo così bono che comincio a ciucciargli il dito come sei fosse un cazzo. Apprezza molto quel trattamento che nel mentre lo faccio guardandolo dritto negli occhi, si slaccia i pantaloni e tira fuori il suo cazzo, sono scioccata, è una proboscide, è enorme, grosso e lungo e si materializza lì, a poca distanza della mia bocca.
A quel punto Ciro non resistendo più, mi fa: “succhia questo!!” Lo faccio, fatico a tenerlo, è grosso ma lo ciuccio, lo sento rantolare e dire: “cazzo come succhia questa puttanella” poi mentre con una mano mi dà il ritmo a succhiare, con l’altra afferra una tetta e me la palpa con vigore poi afferra il capezzolo turgido e lo strizza, mi fa gemere dal dolore.
Il cazzo di Ciro mi piace da impazzire aumento il ritmo, continuo ad usare anche la lingua sulla cappella e sul prepuzio, voglio bere il suo sperma, ma quando sente che sta quasi per venire, me lo toglie dalla bocca e chiede ad Antonio di potermi fottere, Antonio a quel punto gli cede il posto e si piazza davanti alla mia bocca con il suo cazzo tutto intriso dei miei orgasmi. Ciro mi carica le gambe sulle sue spalle e mi pianta il suo cazzone in pancia, è enorme mi scopa con vigore, se non avessi la bocca impegnata sul cazzo di Antonio urlerei.
Passano pochi minuti e Antonio mi viene in bocca con una copiosa sborrata, sento il sapore acre e la consistenza cremosa del suo sperma che mi pervade le narici mentre lo mando giù. Antonio è sazio, si è svuotato e ora si va a sedere sul divanetto e osserva il cognato Ciro che continua a scoparmi come un toro fin quanto non decide che vuole il mio culo e, fatto scivolare fuori il suo membro dalla mia vagina mi gira carponi sulla scrivania e comincia a lubrificare il mio buchino con i miei stessi umori raccolti dalla mia fica grondante di piacere. Lo accarezza con delicatezza, accenna alla penetrazione con un dito, poi si ferma, poi lo accarezza di nuovo poi si tuffa con la bocca e comincia a stimolarlo con la lingua, mi fa impazzire, sento il mio sfintere che comincia a pulsare dal desiderio e solo allora mi pianta due dita dentro e comincia a stuzzicarlo, quando si rende conto che è abbastanza elastico, punta il suo grosso cazzo contro il buchetto e comincia a spingere, è enorme, mi fa male, urlo dal dolore mentre lui incurante dei miei lamenti continua la penetrazione fino a entrarmi tutto dentro e quando arrivo fino alla base del suo pene mi dà una sculacciata sulla chiappa che mi provoca istintivamente una contrazione dell’ano che lo fa infoiare ancora di più e comincia a incularmi con foga tenendosi aggrappato ai miei fianchi e dicendo: “cazzooo!! Ahhh!!
È da tanto che non trovavo una vacca così, capace di prendersi tutto il mio cazzone in culo, mmmm, ahhhh, siiiii…” Il porco è talmente eccitato che nel giro di una decina di minuti mi riempie l’ano di sborra, sembra un idrante, continua a spingere e a rantolare fino a quando non ha eruttato anche l’ultima goccia di sperma.
Siamo sfiniti, sento scivolare quel grosso cazzo dal mio culo lentamente, mentre perde gradualmente vigore, quando finalmente è fuori di me vedo dallo specchio di fronte l’immagine riflessa dello specchio che mi sta alle spalle il mio ano mostruosamente dilatato e vedo quel grosso membro penzoloni tra le gambe di Ciro che fino a poco prima mi ha devastato il culo e vedo rivoli di sperma che iniziano a colare dall’ano sulla fica. Quel bel maschione è riuscito a farmi avere anche un orgasmo anale.
Antonio si è riposato abbastanza e ora è lì, seduto sul divanetto a gambe aperte che si carezza il membro e mi invita ad avvicinarmi.
Mentre mi dirigo verso di lui completamente nuda, ho solo i sandali ai piedi, sento i liquidi che colano tra le gambe, Ciro mi dà una manata sul culo e dice: “cazzo!!
Ma che gran culone che mi sono fottuto…”, e si va a sedere al fianco del cognato riservandomi il posto centrale.
Nemmeno il tempo di sedersi e mi ritrovo a cosce aperte con una gamba tra quelle di Ciro e l’altra tra quelle di Antonio.
Le loro mani cominciano a palparmi tra le cosce e le tette.
Accorgendosi della sensibilità dei miei capezzoli li prendono in bocca e li mordono e ciucciano, urlo di piacere e mi agito sul divano.
Antonio mi ha infilato quattro dita in fica e mi masturba sempre più forte con Ciro che mi tiene la coscia ferma per impedirmi di chiuderla permettendo così al cognato di continuare la masturbazione fino a farmi squirtare.
I due maschioni sono di nuovo in tiro, Ciro mi afferra la testa e me la spinge sul suo grosso cazzo e mi ordina di succhiare, è enorme, fatico a tenerlo in bocca ma lo ciuccio con il ritmo che lui mi impone con la mano dietro la nuca. Il mio culo ora è per aria e Antonio non se ci pensa due volte a montarmi sopra mi incula con decisione.
Avverto una fitta appena entra e poi non capisco più nulla, quei due vecchi porci mi stanno devastando, vengo usata per un tempo interminabile prima che i due mi riempiono bocca e culo di un’altra ricca sborrata.
Quando ci siamo rivestiti e stavo per andare via, Antonio mi fa una domanda che non mi aspettavo, si guarda con Ciro e mi dice: “…puttanella di chi vuoi essere?”
Sono turbata, sono andata fino a lì per farmi scopare da lui che tanto mi aveva intrigata nei giorni scorsi ma poi era arrivato Ciro, così bello, bono che a sua volta mi ha sconvolta. Rimango muta, non so che rispondere, Ciro guardandosi con Antonio mi dice: “devi fare una scelta e la devi fare ora, quello che vuoi sia il tuo maschio lo devi baciare…”
Sono in totale confusione ma quei maledetti porci mi piacciono tutti e due e quando Antonio mi fa: “…allora? Che decidi?”
Mi sono avvicinata e dopo essermi messa tra i due li ho baciati entrambi.
Da quel momento sono diventata la loro “puttanella”, come mi chiamano loro.
Tornata a casa, quando ho condiviso l’esperienza con mio marito, non ha resistito alla tentazione di prendersi anche lui il suo piacere da vero cornuto e durante il racconto, mentre si mangiava la mia fica ancora farcita di quei due tori, si è masturbato e mi ha trombato anche lui…WOW!