Titolo:
by gianleccaViewed: 438 times Comments 2 Date: 14-10-2019 Language:
Pubblico la seconda parte dopo aver ricevuto il permesso dal suo bull, attuale compagno, che di questa storia con la sua Angela ne è ben a conoscenza ma voleva condividerla con tutti i lettori.
Eravamo rimasti a Angela che tenendomi per i coglioni mi tirava a se mentre ci infilavamo le lingue in bocca, incuranti di telecamere o eventuali macchine in partenza o arrivo nell'albergo.
Mi trascinò nell'ascensore senza staccarsi dai coglioni e dalla bocca.
Appena entrati lo struscio fu ancora più forte la gonna era salita, era praticamente seminuda se non fosse stato per il soprabito, strusciavo la cappella sulle sue mutande, era già bagnata, mutande fradicie.
Arrivati al piano della reception, si compose in velocità, e al bancone chiedemmo le chiavi....Che maestra intelligente Angela...avrà avuto dei buoni maestri...
Con freddezza chiese le chiavi e dei suoi colleghi e del gruppo che accompagnava...tutti in stanza...tutto tranquillo...
Chiamai l'ascensore e lei mi chiese a che piano salivo....sesto....io terzo...
Si chiuse la porta e ci ritrovammo di nuovo avvinghiati...strusciamenti palpeggiamenti....avevo già una tetta in bocca e con una mano le tiravo il tanga in modo che il clitoride venisse un pò maltrattato, la allargavo, figa e culo spalancati, mentre l'intimo stava diventando solo un fastidio.
Arrivammo al mio piano e a fatica riusci ad aprire la porta della camera sempre a palparci e a strusciarci, io le premevo il cazzo sul taglio del culo e lei scodinzolava come volermi far entrare.
Chiusa la porta Angela aveva il vestito tirato su fino alle tette e il soprabito spalancato, a braccia aperte come a rimarcare che quella sera sarebbe stata mia.
Un vero spettacolo, tette incastrate tra vestito e reggiseno, slip bagnato, le calze ormai già smagliate.
Avevo perso quasi il controllo mi sentivo venire nei calzoni, sentivo la cappella particolarmente scivolosa. E lei mi tenne vicino, spostandosi gli slip mi mostro la figa fradicia e mi sussurò: goditi stasera i miei buchi sono tutti tuoi, sarò la tua puttana.
Le tolsi il soprabito e mi trovai a toglierle il vestito per liberarle le tette che sognavo di succhiare.
Finalmente con i capezzoli in bocca mentre le mie mani libere potevano trovare quella super fregna.
Le scostai gli slip per far uscire un pò le labbra in modo che potessimo sentire lei la mia cappella e io la sua figa calda.
Ogni tanto mettevo il cazzo dentro il suo tanga spostato per far sbattere le palle sul clitoride duro.
Cominciai a sentire le palle umide e così comincia a scendere baciando e leccando il suo corpo, quando arrivai alla fighetta fradicia, Angela mi aveva apparecchiato la tavola, tenendo il tanga scostato e la figa slabrata,
la lingua schiaffeggio il clitoride e lei buttandomi la figa in faccia mi schizzò la sua calda sbroda. Il tanga in pochi secondi fu tolto da una gamba, ma resto impigliato sull'altra caviglia dal cinturino della scarpa, penzolante come una bandiera.
Le leccavo la figa, strizzavo i capezzoli, e la tenevo a cosce spalancate tenendola per una caviglia.
Immerso in quella fica, sentivo il mio cazzo bruciare, Sentivo ancora il calore della figa e le contrazioni che che avevo sentito.
Mi tirai su e le sbattevo la cappella sulla fica ben aperta, ogni colpo si originava un suono
bagnato
, e lei mugolava, non parlava, mugolava e sibilava.
Ritornai al piatto forte, figa napoletana condita, si con dita, tre per l'esattezza.
Mentre la leccavo infilai in successione, indice, medio e con un pò di fatica l'anulare.
Ma Angela dopo un irrigidimento, si mise meglio e il terzo dito entrò comodamente.
Il mignolo le stuzzicava il culetto mentre il pollice le premeva il clitoride.
Era veramente un continuo orgasmare, decideva lei quanto ne doveva prendere, spingendo la mano sempre più dentro. Sentivo le contrazioni e la sensazione di caldo aumentare.
Lei inarcava la schiena e godeva, mugolava e mi incitava a farla godere sempre di più.
Il gioco andò avanti per più di mezz'ora, poi tocco a lei prendere in mano la situazione, scese dalla scrivania della stanza dove l'avevo assediata, si tolse il tanga, le scarpe e inginocchiata si avvicinò al cazzo che comincio a strofinarci il viso.
Cominciò con semplici bacetti e senza le mani se lo fece scivolare in bocca.
Lo succhiava e risucchiava, giù più in fondo che poteva, fino in gola. Ero in piedi ma sentivo a momenti che le gambe che mi tremavano. Mi tenevo per la sua testa e comincia assecondare il suo succhiare, in pratica la scopavo in bocca, lei mi guardava e sembrava godere.
Staccarsi non fu facile, ma se avesse continuato a succhiare leccare e pompare avrei potuto venirle in bocca senza riuscire a trattenermi.
La mia meta era Angela a pecorina, mentre mi succhiava le avevo preparato la fighetta come se non le avesse bastato quello di prima.
Si girò per offrirsi in tutto il suo splendore, una visione fantastica, girò la testa e scodinzolò come a farmi fretta a scegliere un buco.
Strofinai la cappella per accomodarla tra le labbra che si schiusero facendomi entrare dentro quella fantastica figa.
Angela si chinò verso il basso per farmi entrare meglio, e si raccomandò di non schizzarle dentro.
Più facile a dirsi che a farsi. Entrato nella sua figa calda e umida davvero irresistibile, quando si apriva era davvero irresistibile, resistere era difficile, ma passati quei momenti la monta continuò e per molte ore.
Angela era diventata una vera schiavetta del sesso.
Mi assecondava nei movimenti e nel accomodarsi per meglio farsi riempire.
Le piaceva farsi ammirare e le piaceva guardarsi nello specchio, e questo a me eccitava enormemente e la tempestavo di colpi profondi fino l'utero.
Si sgrillettava e mi massaggiava i coglioni, come a fluidificare il contenuto. Mi diceva che ero un maiale che si approfittava di una povera maestra, un pò zoccola che le piaceva farsi usare.
E io a incitarla nel dirmi quanto fosse troia, visti anche i contenuti delle telefonate che aveva ricevuto da marito e bull.
Loro si erano fermati a un pompino, noi eravamo un pò oltre, per imputtanire Angela le dicevo di telefonare per fare la cronaca della serata a uno dei due, lei per contro si allargava ancora di più.
Dopo un bel pò di posizioni, mi trovai con Angela ancora a pecorina, stavolta le ammiravo il buco del culo che si muoveva a ogni colpo e sotto le spinte delle mani avvinghiate ai fianchi.
Le sputai un paio di volte, poi incominciai a farle entrare il pollice, sentivo dall'altra parte la sagoma della mia cappella e gli spasimi della fica di Angela.
Lei gridava questo cazzo è mio....sono la tua troia...e così sfilai il cazzo dalla fica per infilarlo nel suo culo, lei si allargò il culo con le mani e guardandomi mi chiese di farglielo piano.
Le puntai la cappella al buco e lei rilassandosi lo accolse centimetro dopo centimetro. Mi guardava, no aveva gli occhi semi chiusi, bianchi. Godeva a farmi entrare, cominciò poi ad ancheggiare e a dare un certo ritmo, dopo pochi secondi ero completamente dentro di lei.
la tenevo per i capelli mentre lei si faceva inculare al ritmo che più preferiva, ero tutto dentro i miei coglioni gli sbattevano sulla figa fradicia, e lei godeva.
Godeva, come non aveva mai goduto fino a quel momento.
La monta durò per molte ore, alternando tutto quello che un uomo e una donna possono fare e come le avevo promesso non le venni dentro, ma la schizzai in tutto il corpo dalla testa ai piedi. Peccato non aver avuto la tecnologia di oggi sarebbe stata una notte da fotografare. Vedere il viso e i capelli schizzati di Angela sono un ricordo vivo nella mia mente.
La mattina seguente nella sala delle colazioni i ragazzi commentavano quello che in parte avevano sentito, e rivolgendosi alla loro insegnante in merito a strane grida nella notte, lei li zitti dicendo che era malata e aveva dormito profondamente tutta la notte e forse era una tv con un volume troppo elevato su un canale vietato ai minori.
E che sicuramente qualche studente avrebbe dovuto sapere che sono servizi a pagamento....ci fu il silenzio, e le grida nella notte scomparvero nelle discussioni del giorno.