la scusa segreta
by magicanotteViewed: 1266 times Comments 20 Date: 20-02-2021 Language:
E' un vecchio mac book. Sta nell'angolo del mio armadio inutilizzato ed è purtroppo ormai inutilizzabile.
Lo accompagna una leggera nostalgia che mi sfiora ogni volta che mi capita di scoprirlo distrattamente cercando un qualche capo di abbigliamento.
Per raggiungerlo, prima che venisse ad abitare da noi, era stato necessario suonare il campanello di uno stabile, salire al terzo piano ed entrare all'interno di un soggiorno cucina poco illuminato e piuttosto in disordine dal quale era possibile accedere ad una delle due stanza da letto della casa.
Non so dire se questa fosse la più in disordine o la più curata.
Lui il mac era il nostro oggetto del desiderio e stava fermo e in bella mostra sul comò e quando il suo proprietario lo accese per mostrarci che funzionava ancora, diede il meglio di sé, senza pudore e incurante del fatto che da lì a poco sarebbe passato di mano.
Io e mio marito eravamo curiosi e affascinati dall'oggetto, ma non potevamo darlo a vedere ne al proprietario, ne al suo amico che, in seconda fila, dietro noi sembrava pronto ad intervenire per fornire indicazioni e supporti di natura tecnica.
Mac supportava con facilità Word, Excel, Power Point, Quark Xpress, File Maker ed eravamo rapiti dal susseguirsi delle schermate, dalla nitidezza della grafica e dei colori quando una serie di immagini decisamente hot si aprirono proprio nel momento in cui io trasalii per il posarsi certo e sicuro di una mano su me.
Non mi scomposi.
Sei occhi erano puntati sullo schermo, ma probabilmente c'erano altri quattro occhi che avevano ritenuto di lasciarsi affascinare dall'oggetto e ora davano consistenza alla seconda fila.
Ne mio marito, ne il proprietario si erano lasciati distrarre e nessuno, tranne me, si era accorto che le mani erano due e inequivocabilmente non appartenevano al solo supporto tecnico.
Mentre una mano restava ferma sul mio fondo schiena, altre due mani più audaci avevano iniziato una dolce discesa fino al termine della gonna ed aveva ripreso subito dopo a risalire lentamente sulla mia pelle fino al punto più caldo del mio corpo.
Le immagini dello schermo stavano piacevolmente turbando mio marito che tenendomi una mano sulla spalla voleva quasi condividere con me l' impudica sfacciataggine di fotografie e pose decisamente legate all'intimità degli interpreti. Io ero decisamente turbata da altro e avevo naturalmente aperta e protesa la mia mano all'indietro cercando istintivamente qualcosa.
Quando la sentii piena e potei finalmente provare a stringere le dita, stavamo tutti guardando lo schermo, ma qualcosa era cambiato. Magicamente tutti ne eravamo diventati consapevoli. Un diverso clima pervase la stanza e, per quella sera, il vecchio mac perse il suo fascino e rimase inutilmente acceso e in disparte senza sapere quando gli sarebbe capitato di cambiare casa per sempre.