Velata e la setta. Primo maiale.
by XXX_DirectorViewed: 737 times Comments 9 Date: 04-10-2024 Language:
“Prendetela e usatela”
“Prendetela e usatela”
“Prendetela e usatela senza risparmiare nulla”
Nella tua testa, frastornata dal dolore e offuscata dall’impotenza, l’eco della voce roca del Sacerdote rimbalza come una litania macabra.
“Prendetela e usatela… prendetela e usatela… prendetela… usatela”.
Sei sola. Nuda. Costretta nella foggia di una cagna. Immobilizzata. Provata dalla frusta. In una stanza di cui non vedi le pareti perché la luce delle candele è minima, ma soprattutto perché attorno a te c’è un muro di carne deforme, sudata, vibrante e impaziente di avventarsi sulla preda inerme che è il tuo fragile corpo.
La mente è incredibile. Ciò che hai appena vissuto… quei musi suini, il terrore dentro di te, il peso del compito che ti ha affidato il Padrone, la consapevolezza che nulla puoi fare per fermare il rito e il dolore lancinante della frusta usata senza remora, hanno avuto il potere di una pozione alchemica. Ora ti stai guardando. Gli occhi della tua mente stanno guardando il tuo corpicino, minuscolo in mezzo ad una porcilaia. I maiali emettono suoni incomprensibili, risate come grugniti, bestemmie… e ti sputano addosso… si spingono… borbottano frasi incompiute.
“Voglio il culo…”
“Carne fresca da monta…”
“Il piscio le piacerà…”
“Vai tu dietro… io nella bocca…”
PRIMO MAIALE
“Comincio io, vi faccio vedere come si trattano queste puttane”.
Esce dal cerchio una figura alta, goffa e rachitica. La testa di porco sembra infilzata su un lungo palo che è il collo magro e avvizzito. Il corpo è sgangherato, scheletrico, ricoperto di pelle flaccida e macchiata dall’età. Una peluria stopposa sul petto e il ventre incavato quasi fosse sul punto di morire di fame.
Avanza e barcollante sale sulla piattaforma, inciampa e con le mani rovinate dall’artrite si afferra al tuo bacino, graffiandoti con le unghie malconce.
Ripresa la posizione si erge dietro di te e guardando il tuo sedere dall’alto, attraverso gli occhi della maschera, dichiara alla platea “Guardate fratelli… guardate bene!”.
Fruga tra la peluria incolta del pube e con la mano inizia a trastullarsi il sesso… pochi colpi e quell’animale cahettico esibisce un cazzo enorme e singolare, quasi fosse di un altro corpo per vigore e turgidità. Lo stringe nella mano evidenziando una misura notevole, come un suo avambraccio probabilmente, con il glande a punta sottile ma che rapidamente si allarga fino alle dimensioni di una bottiglia di vino per gran parte dell’asta per poi restringersi di colpo verso la base, quasi fosse attaccato con un osso scarnificato.
Lo senti ansimare sopra di te e il verso nauseante che fa con la gola per richiamare saliva e catarro dalla gola, poi uno sputo pesante sul solco del tuo culo.
L’essere piega le ginocchia per portare quel sesso mostruoso all’altezza del tuo ano, intinge la cappella nel suo sputo, già colato sullo sfintere, punta il glande lanceolato sul tuo muscolo esterno, afferra i tuoi fianchi con i suoi artigli e inizia a spingere con tutta la sua forza, inarcando la schiena. La foggia di quel cazzo inizialmente favorisce la dilatazione… il tuo anello muscolare cede inizialmente alla sua forma, ma subito raggiunge il limite e inizia un dolore trafittivo acutissimo, quasi ti stesse penetrando con un pugnale affilato, mentre il fusto generoso dell’asta avanza dentro il tuo canale anale. Spinge senza sosta e guadagna terreno dentro il tuo ventre, alimentando quel dolore terribile. Sembra che non debba mai finire. La spinta, la pressione, il dolore. E il tuo retto che si riempie di carne.
Secondi che sembrano minuti.
Poi un’ultima spinta furibonda e quell’albero di pelle scatta nelle tue budella. Gli sfinteri superano il tronco e si stringono attorno alla base più stretta. L’energumeno arresta la spinta e facendolo arretra leggermente il bacino, facendoti percepire come quel membro animale sia di fatto ancorato dentro di te. Il dolore si affievolisce, diventa indolenzimento e lascia le terminazioni libere di percepire il pulsare ritmico nel tuo addome.
Il maiale inizia a dare rapidi colpetti col bacino. Veloce, sempre più veloce. Il cazzo dentro di te avanza e indietreggia di poco, tendendo i tuoi sfinteri quando esce, ma rimanendo sempre ben ancorato. Questo movimento limitato provoca una pulsazione esagerata dell’organo, che sembra gonfiarsi quasi a raddoppiare le sue dimensioni per poi sgonfiarsi e rigonfiarsi ancora.
Questa danza grottesca dura diversi minuti. Sempre con lo stesso rapido ritmo. Sempre con le unghie piantate sui tuoi glutei per tirarti a sé.
Poi improvvisamente cessano i movimenti del bacino.
Dentro di te il suo palo carneo si gonfia a dismisura risvegliando vivo dolore nel tuo ventre e subito dopo l’energumeno inizia ad urlare come il maiale che raffigura. Un grugnito forte, rauco e spaventoso.
Il tuo corpo, contro ogni tua volontà, inizia a tremare. Brividi di terrore.
E nelle tue budella quell’organo animalesco inizia ad espellere fiotti bollenti di sperma. Il tuo retto è pieno di carne quasi a lacerarsi, ma più in profondità quel liquido infiamma le tue budella, le riempie e le senti dilatarsi nel riempimento. Uno, due, tre, quattro e poi cinque getti di fuoco.
Il maiale si tace. Il suo palo dentro di te si sgonfia alle dimensioni iniziali. E quell’enorme uomo scheletrico si accascia con un tonfo sopra di te. Tutto sudato, puzzolente e spigoloso.
Hai il retto pieno. Il ventre gonfio di sperma. Un corpo nauseabondo sopra di te che non ti lascia respirare. Non puoi vedere costretta in quella posizione. Ma senti. Hai sentito e senti troppo. Per un attimo perdi i sensi.
Il distacco purtroppo dura poco.
Il corpo inerme del primo maiale si rianima sopra di te. Si alza. E inizia ad estrarre il membro dal tuo deretano.
Il notevole diametro e l’anatomia singolare rendono quell’incastro molto difficile da sciogliere e all’uomo non resta che tirare con tutta la sua forza, spingendo con le mani sul tuo bacino.
Bestemmia e impreca “Questa puttana ha il buco del culo stretto… guardate come mi trattiene… le piace il cazzo nel culo… cazzo che stretta questa latrina….” E tira.
La trazione è violenta. Il tuo sfintere oppone resistenza inizialmente e poi cede improvvisamente con un dolore terribile. Il tronco di carne esce, segnato da alcune strie di sangue, lasciando il tuo pertugio visibilmente dilatato.
Il tuo ventre percepisce il vuoto lasciato nel retto e le tue budella iniziano a svuotarsi del lurido contenuto.
Dall’ano sfigurato inizia una colata giallastra e viscida che ti scende lungo le cosce e che viene interrotta ogni tanto da un piccolo fiotto generato dal tuo meteorismo.
“Ecco. Guardate quanta crema le ho pompato in pancia… guardate che roba… sarà almeno un litro di sborra. Budella di troia farcita…”. E con una mano a scodella raccoglie quel vischio puzzolente, scende dalla piattaforma e tornando al suo posto in mezzo agli altri ti strofina tutto il viso di quella glassa “Assaggia… sentito che delizia… leccati… butta giù…”
Si ricompone il mantello. Si siede soddisfatto con un sospiro rumoroso.
Continua…