Cosa non si fa per amicizia Cap. I
by spioncino_1_0Viewed: 190 times Comments 2 Date: 23-11-2017 Language:
pubblico di nuovo un racconto che a me piace tanto.
Vivere in un piccolo paese ti permette di tenerti gli amici, quelli veri, quelli con cui hai condiviso tutto: l’asilo, la scuola, le prime ragazze, la vita. Noi abbiamo condiviso tutto. Nella nostra compagnia siamo quasi tutti così, cresciuti insieme. Gli unici che sono arrivati dopo erano un paio di fidanzati, mariti o mogli , ma che ormai si sono perfettamente integrati. Poi c’è Claudio. Claudio è uno dei miei migliori amici abbiamo passato anni a giocare insieme, non ci siamo ,mai persi. Lui non è un brutto ragazzo, altezza media un bel viso e magro come un chiodo. Fin da bambino, pero’, l’abbiamo sempre un po’ preso in giro. Figlio concepito in tarda età da una coppia di genitori vecchio stampo è sempre stato tenuto sotto una campana di vetro, guai a giocare a pallone sotto l’acqua, mai un motorino, a dormire presto, rare le volte che abbiamo avuto il piacere di averlo con noi in discoteca, mai una vacanza da solo, mai una ragazza, a messa tutte le Domeniche e studiare sodo. Insomma, anche se gli vogliamo tutti bene oggi lo si definirebbe un nerd, allora era semplicemente il nostro sfigato preferito. L’abbiamo sempre preso un po’ in giro, ma in maniera benevola, senza esagerare. Lui pero’ ci pativa, non te lo diceva ma te lo faceva capire. Neanche la gioia, la libertà del militare nella vita, l’hanno riformato. E anche per questo lo prendevamo in giro. Le ragazze si divertivano a provocarlo ma morire una volta che riuscisse a tirar su qualcosa. E poi come. La sua vita era divisa tra studio, suonare il piano in chiesa e poco altro. L’unico strappo era il sabato sera ma mai oltre l’una. Adesso, all’alba dei trentacinque anni Claudio è un biologo ricercatore. Io lo definisco una cavia da laboratorio, ma lui mi manda a quel paese. Dopo la laurea si è trasferito all’estero per lavoro, ma tutte le volte che può torna da noi e dalla mamma anziana. Potrebbe guardarci dall’alto in basso, non posso definire con esattezza le sue mansioni ma è uno scienziato stimato, con parecchie pubblicazioni alle spalle e una cattedra universitaria in Germania, paese dove fa anche il ricercatore e vive. Non so neanche il suo reddito, ma potrebbe arrivare con un auto sportiva, vestirsi firmato e concedersi parecchi piaceri della vita. Tutte queste cosa non sono per lui, non gliene potrebbe fregare di meno. Si mette le scarpe da ginnastica, rigorosamente non di marca, a volte ci chiediamo perfino dove le compri, i jeans e il maglione girocollo con la camicia di jeans. Come ho detto è intelligente, e anche simpatico. La sua immensa cultura gli permette di avere un eloquenza che noi ci soniamo, ma per tante cose è uno sfigato. Anche le piccole cose della vita sono per lui complicate, ma lo aiutiamo volentieri. In questi giorni di inizio estate è tornato per un ponte lungo a trovare la mamma e a divertirsi con noi. E’ bello andarlo a prendere in aeroporto in tre o quattro. Noi ci divertiamo perché ormai tra famiglie e lavoro non sono molte le occasioni per stare insieme, e per lui è una comodità se no non saprebbe come fare. Insomma siamo amici, questo e altro, come si vedrà. In macchina al ritorno dall’aeroporto non riuscivamo a stare zitti. Era qualche mese che non lo vedevamo e anche se esistono facebook, i cellulari ecc. non è come essere in cinque su una macchina a sparare minchiate. Si scherzava su tutto, su quello che diceva la radio, sui pettegolezzi del paese e su qualunque cosa venisse in mente. Arrivati al paese Claudio ando’ a cena dalla mamma, noi a mangiare la pizza, ma dopocena ci avrebbe raggiunto per una bevuta. Va beh per noi una birra, per lui una coca, è anche astemio. Quella sera, dopocena, seduti tutti insieme ci stavamo divertendo. Un po’ alticci un po’, la confidenza il discorso era andato come al solito sul sesso. C’eravamo quasi tutti, ragazzi e ragazze e il discorso era sempre lo stesso. Allora Claudio ce l’hai fatta a scoparti una tedesca o dobbiamo venire noi…….. dai Claudio che se vai avanti così te la paghiamo….. Lui stava al gioco ma ci pativa. Ormai era adulto da un pezzo e credo che volesse fortemente provare il pianeta sesso, o il pianeta figa ,per dirla da bar. Purtroppo non c’era più speranza. Certe cose o le fai per gradi, come abbiamo fatto tutti iniziando da ragazzini, o diventano più difficili che scalare l’Everest. Per lui un’educazione rigida, la timidezza e l’avere sempre la testa sui libri erano stati la causa. Pero’ adesso era davvero al limite per esplodere. Lo si vedeva, in tante piccole occasioni, gli bastava vedere una ragazza, magari vestita un po’ sexy che gli brillavano gli occhi. Noi stronzi, non perdevamo occasione per calcare la mano e farglielo notare, ma era troppo evidente, lo sgamava anche un bambino. La sera passo’ allegra e a mezzanotte suonata la compagnia si diresse verso casa. In macchina con la mia compagna, Sara, continuavamo i discorsi della serata e si parlava anche della smagnosa voglia di Claudio, che prima o poi avrebbe dovuto sfogare. Parlando e ridendo a un certo punto Sara mi disse: mi sa che o gliela do io o non la sbroglierà mai. Ci ridemmo sopra e finì li. Io non avrei mai pensato che era seria, che l’avrebbe fatto davvero. Anche Sara era del paese e anche con lei ci conoscevamo da una vita. Prima di metterci insieme ognuno aveva fatto le sue esperienze, poi a vent'anni ci fidanzammo. Ora stiamo bene, e siamo felici. Sara è una ragazza come tante. Trentacinque anni come me, non troppo alta , né magra né grassa, un bel seno sodo e un sedere che mi fa impazzire. Il giorno dopo con tutti gli amici dovevamo andare al mare. Raggiunta la piazza, luogo dell’appuntamento con gli altri eravamo gli ultimi, quasi tutti erano già in macchina pronti per partire. Quando arrivammo venimmo accolti con un “ ma dove ca++o eravate!?!. Dai prenditi Claudio e andiamo. Claudio come uno scolaro obbediente prese lo zaino, quello vecchio delle superiori, e salì dietro sulla mia macchina. La giornata passo’ piacevole, eravamo una decina di vecchi amici intenti solo a far cazzate e divertirci. Verso l’ora di cena era giunto il momento di rincasare, tra la coda in autostrada, una cosa e l’altra saremmo stati a casa non prima di mezzanotte. Sara dopo una serata di sole era abbastanza rossa. Al momento di cambiarsi per andar via dalla spiaggia, mi avvicinai a lei e le dissi: ascolta, ma ieri in macchina, quando parlavi di Claudio dicevi sul serio?. Quando dicevi cosa? Rispose lei. Beh sì, insomma, quando hai detto che se non l’avessi fatto tu….., Beh si certo, mi interruppe lei. Nel mentre lei si stava cambiando, la fermai e le dissi. Metti solo la maglietta allora, non mettere il reggiseno. Lei non mi rispose, e fece così, indosso solo una di quelle magliettine da donna con le spalline sottili sottili. Ci salutammo un po’ con tutti, sapevamo che era impossibile tornare tutti in fila indiana col casino che c’era e partimmo. Era ancora chiaro e Sara non perdeva occasione per piegare un po’ il busto in avanti, permettendo così a Claudio, che stava seduto dietro nel posto in mezzo, per parlare, di vederle le tette. Non subito ma dopo alcuni chilometri mi accorsi nello specchietto che lo faceva davvero, che le guardava con insistenza il seno. E devo ammettere che faceva bene il segno del costume la pelle arrossata e i capezzoli duri, per l’eccitazione lo rendevano ancora più bello. Quando ormai era buio, e il traffico si era diradato Sara interruppe la conversazione e si rivolse direttamente a Claudio: tu che mi guardi le tette, ti piacciono??? Le vuoi vedere? Toccare?. Ma Sara cosa dici, rispose con voce un po’ roca e arrossendo come un bambino. Dai dimmi se lo vuoi, lo incalzo lei. Beh, dai lo sai che se i una bella ragazza, ma non … Sara non gli lascio’ finire la frase e salto’ dietro, con lui. Si levo la maglia restando in topless. Prese dalla borsa la crema la mise in mano a Claudio e gli chiese di spalmargliela. Lui era intimorito, ma obbedì. Lei con le mani sulle sue lo aiutava. A quel punto io accesi la luce di cortesia, volevo che lui le potesse vedere. Dopo qualche minuto Sara lo fermo' e gli chiese se gli era piaciuto. Lui disse di si, che aveva un seno davvero bello. Io e Sara ci guardammo, capimmo che era in massima eccitazione, in botta. Sara lo lascio’ riposare cinque minuti, in cui resto quasi in silenzio a guardare lei e fuori dal finestrino, il buio della notte. Ormai non mancava molto a casa ma Sara mi chiese di allungare il percorso. A quel punto Caludio proferi’ un tremolante “perché”???. Sara gli accarezzo’ il viso con la mano , gli diede un bacio sulla guancia e cerco’ l’asciugamano nella borsa. Se lo mise sotto il culo e si tolse pantaloni mutande. Era completamente nuda, bellissima !!! Prese la mano destra di Claudio, che si scosto come per paura e gli fece toccare il suo sesso, lentamente, Ma dopo poco capi’ che eravamo al capolinea. Fece fermare Claudio che scosto la mano e si rimise a frugare nella borsa estraendo di fazzolettini. Riprese la mano di Caludio e la riposo’ sulla sua patatina, mentre le lei sbottono’ i pantaloni di Claudio, che se lo lascio’ fare. Scopri’ il suo pene lasciandolo all'aria e dicendo, è anche bello grosso. Stronza, pensai io. Lo lascio’ così per un po poi lo prese in mano, ferma. Dopo breve la mosse e con un paio di movimenti lo fece venire copiosamente. Ripulito l’amico si rimise la maglia e gli disse che se voleva tenere la mano, poteva farlo. Questa volta non era timido, lo fece fino a casa. Al momento di congedarci davanti a casa sua, Sara lo bacio’ di nuovo sulla guancia e gli disse: domai sera vieni da noi per il caffè, ciao.Tornammo a casa anche noi, in silenzio. Appena entrati Sara mi chiese: “sono stata brava?”. Sei stata meravigliosa, risposi, hai eccitato anche me. Lei mi bacio e andò' a farsi la doccia. Prima di addormentarci facemmo l'amore, con un intensità che non ricordavo da parecchi anni. L'indomani era Lunedì, e mi toccava andare al lavoro. Al suono della sveglia mi alzai rimbambito dal sonno, salutai Sara e mi preparai per affrontare la giornata. Uscii di casa e mi diressi dritto verso il bar alla ricerca di un caffè. Mentre ero appoggiato al bancone vidi Claudio che arrivato sulla soglia, vedendomi, era tornato indietro. Finito il caffè uscii subito a cercarlo. Era fuori sulla piazza. Lo chiamai ehi ma che ci fai in giro a quest'ora, dormi tu che puoi. Mentre parlavo mi avvicinai a lui. Vedendomi arrivare vicino arretro un passo. Che fai hai paura, mica ti mangio, gli dissi. No, e' che, beh insomma ieri sera con Sara, in macchina...... Quindi, risposi io. Beh non sei arrabbiato? No, perchè dovrei esserlo, ne abbiamo parlato prima e lei ha deciso di farti questo, beh si, chiamiamolo regalo. Si ma io credevo che tu, non ci ho dormito tutta la notte pensandoci, sai siamo amici. Io sorrisi, appunto, siamo amici. Dai che ti aspettiamo stasera, gli dissi mentre iniziavo ad allontanarmi. Dopo una decina di secondi, sentii la sua voce. Stasera? Stasera cosa?!?. Io continuai a camminare e gli risposi. Non ti ricordi, per il caffè, anche se mi sa che sarà più un dolce, ciao!!!. La mattinata di lavoro passo' abbastanza in fretta. Dentro di me in parte ero geloso di quello che era e sarebbe successo, perche' anche se non avevamo pianificato niente ero certo che quella sera Sara lo avrebbe fatto suo. Dall'altra ero contento e divertito. All'ora di pranzo come al solito telefonai a casa. Sara era eccitata, lo sentivo. Le raccontai del mio incontro con Claudio e mi disse che anche lei lo aveva incontrato. Mi racconto' che più o meno entrambi gli avevamo detto la stessa cosa, che lo avevamo fatto con piacere, per amicizia. Claudio le era sembrato un po' teso, ma super eccitato. Insomma non sapeva neanche lui, ma ci sperava. Alle sei e mezzo, come al solito, tornai a casa. Trovai Sara in cucina a preparare la cena. Era euforica, strana. L'abbracciai da dietro e le domandai. Sei decisa, stasera Claudio sarà tuo e sei già eccitata adesso, vero?. Lei si divincolo' dal mio abbraccio, si giro' e dopo avermi baciato mi rispose semplicemente sì!. Sara mi prese per mano e mi porto' in sala. Indicandomi il divano, sul quale si era già premurata di stendere un telo, mi disse che lo avrebbero fatto li. Mi disse che non voleva portarlo nel nostro letto e che avrebbe voluto che io rimanessi li con loro. Si va beh, un conto era in macchina ma così mi sentirò' un idiota, risposi. Dai che ti piacerà guardarci, mi disse. Sei una porcellina, dissi io, ormai rassegnato al mio ruolo da spettatore. Sara era eccitata, fremeva, era desiderosa di incontrare Claudio. Lo capivo, lo sentivo nell'aria. Aveva preparato tutto, pianificato ogni piccolo particolare. Mi manca solo una cosa, mi disse d'un tratto, come ho fatto a dimenticamene. Cosa risposi. Non ho un profilattico. Eh sai a cosa ti serve, dissi io, prendi la pillola e con Claudio, cosa pensi di poter rischiare, lo conosci da quando è nato. Si ma non voglio che mi venga dentro, questo lo lascio fare solo a te, e poi gli imporro' alcune regole da rispettare. Grazie, fu l'unica cosa che mi riusci' di rispondere. Non sapevo perchè ma era completamente presa da questa cosa. Io l'avevo presa come un gioco, ma lei ne stava facendo un ossessione. Alla fine mi convinse ad andare a comprarli e così feci. Al mio ritorno lei aveva finito di preparare la cena e apparecchiare la tavola. Cenammo tranquilli, parlando delle cose della giornata senza nessun riferimento alla serata che sarebbe stata. Ad un tratto sentimmo suonare il campanello. Sara si alzo di scatto, dicendomi: vado a cambiarmi. Io mi alzai e andai ad aprire. Come previsto era Claudio. Ciao è permesso, mi chiese. Dai entra cazzo chiedi permesso. Da ragazzo educato qual’era aveva portato il gelato. Mentre lui rimase in piedi in sala io corsi a mettere il gelato in frigo. Accomodati gli dissi, Sara arriva subito. Lui si sedette vicino al tavolo ancora apparecchiato con i resti della nostra cena. Restammo un attimo entrambi seduti al tavolo, quasi in silenzio, come fossimo imbarazzati, quando entro Sara. Era vestita con una vestaglia di tulle trasparente nera, senza reggiseno, perizoma nero trasparente sul davanti un paio di ciabattine con mezzo tacco e aveva la cavigliera. A me solo a guardarla fece impazzire, e a giudicare dall’espressione anche a Claudio fece lo stesso effetto. Si avvicino a Claudio, che era seduto sulla sedia e si era girato per guardarla, gli si sedette sulle gambe, e accarezzandogli dolcemente il viso gli disse. Stammi a sentire! Ora non potrai fare tutto quello che vuoi, guai a te se mi baci sulla bocca, se mi lecchi la patata, se mi vieni in bocca o dentro. Avvisa prima che ti metto il profilattico, hai capito!!!. Claudio la guardo’ pauroso, mi guardo e poi le fece cenno di aver capito. Sara scese da sopra di lui e prendendolo per le mani lo fece alzare e lo condusse sul divano. Gli sfilo’ i pantaloni e inizio’ a toccarglielo nelle mutande, poi lo fece sedere e inizio’ un lungo e intenso pompino. Io mi alzai e iniziai a sparecchiare. Dopo qualche minuto Claudio venne e Sara lo pulì per benino col fazzolettino. Io nel frattempo avevo messo su il caffè che stava cuocendo. Sara lo fece alzare e sedere al tavolo, senza pantaloni in mutande e maglietta. Quando il caffè fu pronto lo prendemmo insieme al gelato di Claudio. Parlammo un po’ di tutto anche di quello che stava succedendo. Claudio, di solito molto discreto, si lascio andare dicendo che quello che stava succedendo era strano, non riusciva a dargli una spiegazione, me che Sara gli piaceva parecchio, che era brava e insomma quello che stavano facendo gli stava facendo provare emozioni forti che non aveva mai provato prima. Che oggi ci aveva pensato tanto a lei e che sperava che sarebbe successo davvero. Sara gli rispose che era contenta di fargli quest’effetto. Dopo un po’ Sara lo fece alzare, gli levo la camicia e le mutande e lo incoraggio’ a toccarla e a baciargli il corpo. Io che avrei dovuto essere geloso a qual punto mi sentivo eccitato quanto loro, e stavo li a guardarli. Dopo pochi minuti Claudio era di nuovo bello eccitato, allora Sara si sdraio sul divano chiedendogli di penetrarla lui le si sdraio sopra e con l’aiuto di Sara la penetro’, lentamente, voleva gustarsela tutta, quel porco, ma faceva bene. Dopo alcuni minuti così, entro’ e usci qualche volta, Sara lo lasciava fare, poi prese un ritmo costante e inizio’ a baciarle il seno, che lei gli offriva fogliosa. Lui continuava a baciarla, adesso le baciava la pancia e poi risaliva al seno. Credo l'avrebbe baciata anche più giù ma sapeva quali erano le regole e le aveva accettate. Sara gli chiese se voleva far cambio e lui annui. Adesso era lei che lo cavalcava. Io a questo punto, senza accorgermene mi ero spostato sulla poltrona davanti al divano, proprio davanti a loro. Lui continuava a baciarle il petto, il collo e lei adesso gemeva godendo. A questo punto fui io che eccitato azzardai una richiesta, fatelo da dietro. Lei si sfilo’ si alzo, prese una sedia, la giro’ verso di me, si appoggio con i gomiti allo schienale. Eravamo praticamente in fila. Io sulla poltrona, Sara nel mezzo in piedi appoggiata quasi a novanta alla sedia che mi guardava e Claudio che aspetta gli ordini di Sara. Lei sempre guardandomi con noncuranza si porto’ la mani dietro, aprendosi le natiche, per far vedere tutto bene a Claudio e gli disse di ornare dentro di lei. Lui si alzo’ e continuo’ a penetrarla finché non si fermo’ facendo segno a Sara che era tempo di mettere il profilattico. Lei si giro’ lo fece sedere, sposto la sedia e si allontano’ un po’ per prenderlo. Io e Claudio eravamo un davanti all’altro e ci stavamo guardando. Io non riuscivo a pensare niente e non ho idea di quello che pensasse lui, ma credo che pensasse a Sara. Sara torno quasi subito mise il profilattico e risali’ sopra a Claudio, prendendo un bel ritmo e facendolo venire dopo breve. A questo punto Sara soddisfatta si rialzo si mise la sottoveste, tolse il profilattico a Claudio pulendogli il membro col fazzolettino e andò’ a lavarsi in bagno. Io Claudio restammo nella sala senza dirci nulla. Io iniziai a sparecchiare il tavolo e lui restava seduto sul divano. quando torno' Sara disse a Claudio che poteva andare in bagno anche lui, se voleva. Luio ando' a sciacquarsi e rivestrisi. Salutammo Clauio io con una stretta di mano e Sara con il solito bacio sulla guancia e rimanemmo soli. Finimmo di riordinare e andammo a dormire. Fu una bella notte di coccole. L'indomani Claudio venne a salutarci prima di partire, all'aereoporto l'avrebbero accompagnato altri amici, ma questa volta gli offrimmo solo un caffè.