508
by innamorati1Viewed: 1569 times Comments 18 Date: 10-03-2023 Language:
Entro in hotel col cuore in gola. Fingo indifferenza allungando il passo come chi conosce esattamente dove sta andando. L'ascensore è in fondo a destra. Per raggiungerlo passo accanto alla reception, gli occhi fissi alla meta.
Quinto piano, stanza 508; me lo ripeto come un mantra dalle ultime tre fermate di metropolitana quando mi hai chiamata. 5 piani e pochi passi e sono lí a fissare quel numero: 508.
Sotto al cappotto indosso un tailleur e delle décolleté nere, una camicia in seta chiara e un completo intimo in pizzo che ora, lì davanti, sento stretto e già irrimediabilmente umido. Nessuna domanda, nessuna obiezione. Questo avevamo concordato.
Busso delicatamente e attendo. Così mi hai detto di fare quando sei uscito di casa.
Ecco Marco, mio marito; mi apre, mi sorride e mi bacia le labbra.
Ciao amore mio. Entra subito in bagno, lì troverai ciò che ti occorre.
Poggiata sul bordo della vasca , una scatola color carta da zucchero e, sopra, una busta. Tolgo il cappotto, apro la busta e leggo:
Benvenuta. Oltre a questo, non ti serve altro.
Apro la scatola e, scostati i due lembi di velina, ne sollevo il contenuto: una sottoveste nera in seta, corta e una benda nera. Nessuna domanda, nessuna obiezione ma il non sapere e non poter chiedere mi mette un po' a disagio. Che avrà in mente?
Mi spoglio di tutto e rimango col mio smalto rosso.
Indosso la sottoveste. Profuma, è ben stirata e al tatto invoglia ad accarezzarla.
A piedi nudi sul pavimento freddo, sento i brividi e nel riflesso dello specchio vedo i capezzoli disegnare la seta.
Apro la porta del bagno e ti trovo lì davanti con la tua camicia bianca, i tuoi jeans blu così come ti ho lasciato qualche ora fa. Sorridi e mi dai un bacio.
Vieni, lasciati bendare poi vieni con me.
Ti seguo, per mano, camminando ad occhi chiusi verso qualcosa che non so e tra i brividi non distinguo quelli per l'emozione da quelli per il freddo.
Ti fermi. Mi fermo e mi lasci le mani.
Silenzio. È buio.
Ti sento dietro di me. Ti avvicini. Sento la tua mano scostare i miei capelli e la tua lingua percorrere il mio collo, fino alla schiena al limite della seta. Una mano a stringermi un seno, l'altra a percorrere la curva dei miei fianchi scivolando sul tessuto morbido.
Sento la pressione del tuo corpo sul mio, il tuo desiderio premere sui miei glutei mentre la tua mano si muove e si insinua fino a scoprirmi bagnata.
Poi ti stacchi, mi accarezzi le spalle e con un dito fai scivolare le spalline della sottoveste che cade ai miei piedi.
Ora sono nelle tue mani nuda, immobile, fragile con le braccia lungo i fianchi ad attendere le tue mosse. Il tuo viso accanto al mio, a sussurrare parole sul mio collo che mi bloccano il respiro.
Ciao. Stasera sei mia.
Ma la voce non è la tua...