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by AMMIRATORE2021
Viewed: 468 times Comments 5 Date: 21-09-2023 Language: Language

La cosa che più mi attizza è leccare i capezzoli a un bull. E i bull libidinosi che amano farseli leccare mi mandano in sollucchero. Mia moglie, quando aveva 25 anni, e tornava dagli incontro con il suo uomo, un ricercatore universitario quarantenne che l'aveva adescata all'università e l'aveva fatta diventare una delle sue ancelle predilette, per calmare la mia rabbia mi leccava dolcemente i capezzoli rassicurandomi con parole di affetto, ma sempre sottolineando che lei aveva però bisogno di fare l'amore bene con l'altro che, molto esperto e sessualmente intraprendente le faceva toccare il cielo, e io sotto le carezze della sua lingua umida e delicata mi masturbavo e alla fine mi calmavo accettando le corna e sentendomi realizzato e sottomesso. Scopare con me non se ne parlò più, perché quando cercavo a letto di infilarle il mio tra le gambe si ammosciava fatalmente, finché prendemmo atto della situazione e decidemmo di dormire in due stanze diverse. Lei, così, poteva anche ospitare il suo uomo e farselo in casa. Io, in quelle circostanze dormivo nella taverna al piano di sotto, in modo da non creare nessuna presenza ingombrante per i due amanti. Lui, poi, era gelosissimo sia di mia moglie che delle altre studentesse o delle colleghe che si scopava. Un carattere di merda, in linea col suo egoismo e con la sua prepotenza alimentati dal fatto che aveva successo con le donne. A volte lo spiavo quando andava a Villa Borghese a pomiciare con qualche studentessa o con mia moglie, o nascosto in macchina davanti all'albergo in zona piazza Bologna, che lui usava come scannatoio per gli incontri. In pratica, io mi abituai alla masturbazione a tal punto che, a furia di appostarmi, divenni un guardone a tutto tondo. Lo spiavo talmente tanto, che a forza di maledirlo e invidiarlo, vedendolo accompagnarsi a donne così belle (mia moglie compresa) cominciai ad ammirarlo e quasi mi innamorai di lui, del suo fisico (che mia moglie mi descriveva durante le nostre tenerezze) e della sua voce calda che ascoltavo sia all'università, durante le lezioni, sia suadente e passionale quando parlava con mia moglie e accostavo l'orecchio alla cornetta del telefono. Avrei voluto vederlo in azione. Ero preso da lui come un adolescente e col passare degli anni scongiuravo mia moglie, a volte anche piangendo, che avevo bisogno di poter soddisfare i miei desideri osservandoli da vicino e sentendomi fortemente moralmente sottomesso a entrambi. Volevo dichiarare al professore il mio stato. Mi moglie temeva di contrariarlo o addirittura di perderlo ed era titubante. Lo amava molto, anche se provava tanta tenerezza per me, sentendosi in colpa per la mia inclinazione vouyeuristica. Però, alla fine l'irreparabile accadde perché pagai un duro prezzo al mio Io, alla mia dignità, al mio status di uomo e di marito ormai irrimediabilmente compromessi, e persino al mio equilibrio psichico. Però il tutto ebbe dei risvolti incredibilmente piacevoli e lo rifarei mille volte... (Continua)

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