Inizio di tutto
by nicoexploratore2007Vu: 402 fois Commentaires 3 Date: 27-07-2009 Langue :
Inizio della mia vita da exploratore
Vorrei iniziare con questo racconto, la narrazione delle mie “avventure” come Bull ( anni fa non esisteva questa definizione), anche se mi piace definirmi un singolo in cerca di persone “vive” e “vere” con la voglia di vivere la propria vita senza fisime ne “pippe” mentali. Premetto che sono reali, solo i nomi delle persone sono di fantasia, il resto, tutto il resto è semplicemente quello che mi è accaduto.
Nel 1982 avevo 23 anni e per lavoro mi trovavo a La Spezia, come prima nomina di servizio. E’ inutile dire che è una bella città di mare, a quel tempo e spero ancora a misura d’uomo. Saranno stati i miei ormoni di ventenne o il fatto di avere la fidanzata a Roma, che mi uccidevo di pippe tutti i giorni. Sentivo sempre racconti di colleghi che scopavano come matti, turiste straniere, turiste italiane o spezzine, sembrava la festa con l’albero della cuccagna. Io niente. Arrivavo una volta ogni due mesi a Roma e li cercavo spesso inutilmente di sfogarmi come un pazzo. Per il resto niente solo pippe. Passò circa un anno. Davanti alla mia caserma abitavano alcune famiglie, spesso alcune “signore” in costume appendevano, tornando dal mare costumi ed asciugamani. Erano seghe a bizzeffe. Un pomeriggio una signora mi sembrò che facesse apposta, si chinava per raccogliere i panni mettendo sempre in bella mostra un culo da favola. Non resistetti e iniziai a segarmi dalla finestra, all’improvviso si voltò e guardandomi in faccia si mise a ridere. Io rosso come un peperone e preoccupato per la mia posizione lavorativa mi ritrassi con un pisello divenuto immediatamente un “microbo”. Una sera, dopo alcuni giorni, seduto al chiosco del molo mi senti apostrofare, “ Bravo un bel ragazzo come te non ha bisogno di fare certe cose, come mai sei da solo ?” Mi girai e la vidi. Mora alta circa 1.60, di 45/50 anni, capelli corti , un viso vispo e una bocca da bocchinara, un vestitino nero con una cordicella bianca sui fianchi e un cagnolino bianco al guinzaglio. Mi alzai e lei ridendo “ Mi chiamo Stefania, non ti preoccupare non vado dal tuo comandante, ma mi posso sedere o ai altri impegni”, calcando la voce ridendo, su quella ultima parola. Dissi subito di si. Inizio cosi una piacevole serata, fatta di discorsi e di risate, di conoscenza. Un oretta dopo si alzò e facendomi una carezza sul viso mi disse “ Nico sei un bravo ragazzo, serie e bello, ci rivedremo ti và”. Per poco non esplodevo, dissi un si che sembrava un urlo di guerra.
Dopo parecchie pippe pensando a Stefania una sera la vidi davanti a me. “Nico domani alle 18 che cosa fai?”, risposi nulla, ero di servizio la mattina. “Bene fatti trovare in via ……. Alla Chiappa (zona spezzina) voglio farti una sorpresa . Inutile dire come passai la notte chiaramente la mattina. Ore 17 doccia, controllata al pisello, profumo pure per lui e via. Ore 18 puntuale come uno svizzero ero lì. Mi prese per mano e mi accompagno poco distante in un appartamento. Ero eccitato all’infinito. Mi accompagno in camera da letto, mi bacio in bocca e io ricambiai con una certa foga. Il sapore della sua saliva era un nettare. Si chinò e con una estrema professionalità mi sciolse la cinta e fece calare i pantaloni. Mi bacio il cazzo dalle mutande per poi tirarlo fuori già in tiro, per iniziare un pompino da favola. Succhiava divinamente. Sulla cappella e poi lungo tutto il tronco, succhiando e leccando. Io con la sua testa tra le mani, la spingevo verso il mio cazzo. Stavo esplodendo. Ci tuffammo sul letto. Calze nere autoreggenti , mutandine rosse con il pizzo. La sua pelle ambrata al naturale mi faceva girare la testa. Affondai la testa nel mezzo di un cespuglio riccio e nero. Leccai avidamente. La lingua il naso tutta la faccia si imbrattava della sua broda. Una figa calda, con delle labbra calde e carnose, scure fuori ma rosee dentro. Mi disse “ Dai prendimi, scopami”. Iniziai, gli allargai le gambe e la scopai. Ad ogni colpo sentivo la sua voce ansimare. “ Dai chiavami, dai , cosi”. Stavo sborrando. Si fermò e mi fermò. “Aspetta, dobbiamo giocare. Sposta il letto verso quell’armadio con lo specchio, mettilo il più vicino possibile. Io mi metto a pecorina e tu mi inculi da sopra, voglio vedere nello specchio il tuo cazzo che mi entra nel culo”. Sposta il letto e Stefania si mise a pecora allargandosi le chiappe, mostrando un buco del culo bello e spanato. Ero fuori. Il cazzo in tiro all’inverosimile, il cuore la testa il respiro in totale confusione. Era un sogno, uno stupendo meraviglioso sogno o era realtà? Guardai il suo volto e sentii dirle. “ Dai Nico Sali sopra, infilalo nel culo e ricorda che voglio vederlo entrare”. Cosi feci. Sali sul letto, mi avvicinai con il cazzo al buco del culo. Lentamente iniziai. Più spingevo più si allargava, non pensavo fosse cosi rotto, in un attimo le mie palle sbattevano sulla sua pelle e la radice del cazzo toccava le labbra del buco del culo. Con la cappella sentivo l’interno dello sfintere anale. Durai due secondi e mezzo, sborrai riempiendole il culo e urlai come un pazzo. Mi distesi sul suo corpo, farfugliavo “Scusami ….. non …..si non ……è stato meraviglioso”. Mi bacio in bocca e sorridendo “Stupido, sono contenta che ti sia piaciuto, vedrai la prossima volta giocherai di più con il mio culo”. Cosi tutto ebbe inizio, anche la mia vita cambiò, per sempre.