LA FESTA DEGLI INVISIBILI
by lauraeluca9Viewed: 445 times Comments 9 Date: 13-10-2025 Language:
 
	La voce dell’invito era sussurrata, mai scritta. “Portate solo il vostro desiderio. Il resto verrà spogliato.” Così Laura e Luca si ritrovarono, qualche settimana dopo, davanti a un portone antico nel cuore della città, dove il mare lambiva le pietre come un amante paziente.
La festa si chiamava La Notte degli Invisibili. Nessuno conosceva i nomi, solo i ruoli. Ognuno indossava una maschera: piume, metalli, velluti, pizzo. I corpi erano liberi, ma gli occhi celati. L’anonimato era la chiave che apriva ogni porta.
La location era un palazzo barocco abbandonato, restaurato solo per il piacere. Candelabri tremolanti, tappeti persiani, specchi antichi che riflettevano più di ciò che si vedeva. Ogni stanza aveva un tema: la stanza del respiro, dove si danzava al ritmo del fiato; la stanza del miele, dove il tatto era il solo linguaggio; la stanza del buio, dove si vedeva solo con le mani.
Laura, avvolta in un abito trasparente come nebbia, era una visione. Luca, in giacca di broccato e maschera veneziana, la seguiva come un’ombra complice. I quattro uomini della villa erano lì, ma non erano più loro: erano figure, archetipi, tentazioni.
La musica non aveva parole, solo vibrazioni. I corpi si cercavano, si sfioravano, si offrivano. Non c’era possesso, solo gioco. Laura si lasciava guidare da mani ignote, da sguardi che non poteva vedere, da voci che sembravano sogni. Luca, a pochi passi, sorrideva: ogni gemito di lei era anche suo.
A mezzanotte, nella sala degli specchi, si celebrò il rito. Una coppa d’oro passava di mano in mano, ognuno beveva e sussurrava un desiderio. Laura pronunciò il suo: “Voglio essere tutte le donne che non ho mai osato essere.” Luca, subito dopo: “Voglio vederla fiorire in ogni forma del piacere.”
Le maschere caddero, ma non i ruoli. I corpi si intrecciarono in una danza lenta, sensuale, dove il tempo si scioglieva come cera. La festa non era solo erotica: era mistica, era liberazione, era arte.
All’alba, Laura e Luca uscirono dal palazzo con le maschere in mano e il cuore pieno. Avevano attraversato un altro confine, e dietro di loro, la festa continuava — invisibile, eterna.
 
	
		 
	 
			 
			 
			 
			 
			 
			 
			