Incinta con marito e 2 sconosciuti
by MellyViewed: 5349 times Comments 22 Date: 19-02-2021 Language:
Voglio raccontarvi un’ esperienza accaduta qualche anno fa quando rimasi incinta ….con l’occasione almeno finalmente lo leggerà anche mio marito che la verità completa non gli fu mai detta, sperando la prenda bene…………..
Premetto che i miei racconti sono frutto di esperienze realmente vissute
All’epoca (pochi anni fa) avevo 36 anni, mio marito Mauro di 50 e 2 figli di 2 e 4 anni. Mio marito di 14 anni piu vecchio l’avevo conosciuto a 29 anni ci eravamo sposati 2 anni dopo.
Il suo essere cuckold venne fuori quasi subito quando durante i nostri rapporti mi confidava le sue fantasie di vedermi con altri uomini. Io non avevo particolari fantasie ma il fatto di soddisfarlo mi piaceva molto e devo ringraziare solo lui per avermi imputtanita così tanto facendomi vivere la vera sessualità. E comunque a me non dispiaceva affatto assecondarlo..anzi… la vedevo come una possibilità di liberta e quindi l’ho sempre assecondato fino a frequentare i privè in maniera piuttosto sistematica e formare amicizie in determinati club nella nostra regione. Le sue fantasie erano spinte verso il vedermi con uomini maturi, cosa che personalmente trovavo assolutamente perfetto con il mio modo di vedere la libertà: infatti trovavo molta più soddisfazione concedermi ad uomini attempati over 55 possenti ed autoritari anche se con un po’ di pancia o pochi capelli… non ho mai prestato particolare attenzione alla bellezza estetica …ma alle grandi esperienze ed agli uomini che mi facevano sentire unica piuttosto che con ragazzini anche se bellocci con addominali in vista ed a volte più prestanti …ma l’esperienza è una grande cosa che in un rapporto fa la grande diffrenza.
Premetto che sono apparentemente timida ma tendente alla completa sottomissione..e più le cose sono trasgressive e più sono “interessanti”!
All’epoca lavoravo come segretaria da un commercialista di quasi 30 anni piu vecchio di me che presto diventò il mio bull fisso con la complicità anche di mio marito col quale aveva stretto grandi confidenze. Spesso rimaneva a dormire da noi con la scusa alla moglie di dover lavorare fuori città oppure mio marito lo copriva dicendo di essere insieme a lui in qualche posto.
Quando rimasi incinta figlio, al 6 mese decidemmo di abbandonare i privè e frequentare solo il mio bull fisso almeno per un po’ di tempo, solo che quando sei abituata a giocare spesso, abbandonare certe realtà fa diventare monotona la quotidianità.
Entrata al nono mese, una domenica che eravamo vicini a Barbenino, incrociammo un sexy shop e presi da una certa complicità e voglia di trasgredire un po’ sopita dal tempo senza giochi che passava, decidemmo di entrare per cercare un vestito sexy per un po’ di esibizione in auto durante il viaggio di ritorno.
Era Novembre e faceva molto freddo ma l’abbigliamento di questi generi è sempre molto leggero : inoltre questa mia forma per niente longilinea rendeva molto difficile trovare un abbigliamento che potesse starmi bene perché sono tutti spesso molto aderenti.
Tra le varie cose trovammo un vestitino un po’ largo sul davanti e molto scollato con due coppe a balconcino che non riuscivano a coprire la mia 4 abbondante di seno divenuta cosi per la gravidanza lasciando scoperti anche metà delle grosse areole che ho sempre avuto e tutto il seno fuori ma riuscendo a coprire a stento i capezzoli . Sotto il balconcino partivamo due lembi di stoffa che attaccavano la gonna che sembrava piu una cintura tanto era corta. Mio marito mi prese un piccolo intimo ed un paio di autoreggenti che, appena indossate, non venivano neanche sfiorate dalla gonna e che erano quindi completamente a vista e li abbinammo ad un paio di scarpe decolletè bianche di pelle tacco 18 con plateau molto alto (tipo quelle che usano nei night per ballare). Uscita dal camerino, sia il commesso che mio marito furono entusiasti di come mi stava e che il pancione veniva un po’ nascosto soprattutto dai seni prosperosi che il vestitino sottolineava. Quindi dopo qualche aggiustamento che il commesso faceva per tastarmi un po’ ovunque, nonostante sembrassi davvero una battona da strada e quindi ottimale per un buon esibizionismo in auto, decidemmo che avrei tenuto il vestito in quanto avevo comunque il cappotto che mi copriva nel caso fossi dovuta scendere e che comunque eravamo di ritorno a casa.
Il problema erano solo i miei grossi capezzoli che mal si adattavano a quell’esile vestito e che il commesso prontamente veniva ad aggiustare ogni volta cercando di infilarmeli dentro le coppe con la scusa di tastarmeli di continuo…ma non si spinse più di tanto nonostante io lo lasciassi fare di tutto e mio marito lo assecondasse…probabilmente non era un amante delle donne nello stato in cui ero io.
Quindi alla fine mio marito pagò, salimmo in auto e imboccammo l’autostrada di ritorno verso Bologna.
Era già buio e la temperatura scese molto sull’appennino ma durante il breve viaggio, mi tolsi il cappotto in macchina e mi esibivo ad ogni sorpasso dei camion che dall’alto avevano la visione sulle mie autoreggenti e sui miei seni: alcuni molto distratti ma altri suonavano ad ogni sorpasso con . Cominciò a nevicare ed il traffico iniziò a farsi sentire fino a rallentarci pesantemente. La neve scendeva a fiocchi grossi e ben presto la strada si congestionò. Proseguivamo a passo d’uomo ed eravamo affiancati ad un piccolo tir che per questioni di traffico, era ormai spesso a fianco a noi ed aveva visto il mio abbigliamento provocante che nel frattempo mi ero coperta in quanto quasi fermi.
Il guidatore era un uomo robusto e barbuto sulla sessantina (età poco definibile) che spesso mi suonava e mi alzava il pollice in segno di gratitudine per il mio show e che io ricambiavo con dei sorrisi.
Ben presto ci fermammo a causa della neve e dovemmo rimanere li fermi. Non avevamo fatto benzina quindi non potevamo stare costantemente con la macchina accesa. Dopo quasi due ore la situazione era un po’ preoccupante in quanto ancora il traffico era fermo. Qualcuno era sceso dall’auto e mio marito scese per capire cosa stava succedendo. Il guidatore del camion che precedentemente mi aveva ammirata, era un po’ più avanti a fianco a noi ..non era alto ed era piuttosto tozzo e stava dando spiegazioni agli altri automobilisti. Mio marito si avvicinò e si intromise nel discorso. Dopo un po’ vidi che erano rimasti solo loro due e l’uomo si girò verso di me con mio marito che indicava la nostra auto e prontamente si incamminarono verso dalla mia parte.
Si avvicinò al finestrino ed io un po’ imbarazzata lo tirai giù …senza neanche salutarmi e con accento meridionale mi disse che tutta la coda era bloccata e che probabilmente avremmo dovuto passare la nottata li. Mio marito era dietro di lui che provava ad usare il telefono ma non c’era copertura. Mi disse che mio marito gli spiegò la situazione e che non potevamo stare in auto col motore spento perché da li a poco la temperatura sarebbe scesa ulteriormente. Poi guardandomi maliziosamente e sorridendo mi disse che nello stato in cui ero saremmo stati sicuramente meglio da lui (alludendo al fatto fossi incinta ma anche a quel tipo di abbigliamento). Poi mi chiese con voce più bassa dove battevo pensando fossi una prostituta… mii venne da sorridere e gli dissi che in realtà come primo lavoro facevo la moglie di quello dietro di lui e che stavamo solo giocando. Si mise a ridere anche lui ed a quel punto mio marito si affacciò chiedendo spiegazioni che prontamente lui gli disse della piccola gaffe appena fatta giustificandosi perché oltre che l’abbigliamento da troia che indossavo, nella precedente uscita c’è una zona artigianale frequentata da prostitute e pensava che fossi stata caricata da li. Ridemmo tutti e tre e mio marito mi chiese cosa volessi fare.
Avevamo poche scelte…il camionista che si presentò poi come Carmelo, si allontanò per lasciare spazio a mio marito che aveva conquistato il finestrino e mi rassicurava sul fatto che sembrava tranquillo e che comunque c’erano poche scelte. A quel punto scesi con quel cappotto e quelle scarpe dicendo ad entrambi che avrei dovuto cambiarmi ma Carmelo prontamente mi disse di non preoccuparmi e di andare subito in cabina che stare a svestirmi con quel freddo mi avrebbe fatto male..mi prese per un braccio e mi spinse leggermente verso il camion dando le spalle a mio marito…io dissi a Mauro comunque di prendermi la borsa con il mio cambio che era in bauliera mentre mi sorreggevo forte a Carmelo perché con quelle scarpe rischiavo davvero di farmi male. Quindi incamminandoci verso il camion essendo lui molto più basso di me avevo la mano sulle sue spalle e lui mi cingeva in vita quasi abbracciandomi. Poi si girò verso mio marito dicendogli che avrebbe spostato il camion nella piazzola a fianco e che poteva parcheggiare dietro a lui così saremmo stati più al sicuro.
Arrivati al portello del camion aprì la porta e intravidi nel sedile lato passeggero un ragazzino…in realtà aveva 19 anni ma era molto minuto …era intento a guardare il cellulare e neanche mi vide.
Carmelo mi fece salire e da dietro mi aiutava sorreggendomi dapprima dalla vita e poi spingendomi dal culo (anche se avevo il cappotto lungo ma la sua mano la sentivo ). Quando Giovannino (così lo chiamò) mi vide, ebbe un piccolo sussulto ed io mi scusai per l’intrusione ma la situazione era stata imprevista.
Nel salire avevo dovuto aprire il cappotto ed avendo entrambe le mani occupate per sorreggermi nella salita, mi vide praticamente tutta partendo dal seno che era praticamente fuori . Inoltre mio marito mi prese anche questo microperizoma formato da un minuscolo triangolino di stoffa davanti che lasciava tutta la mia passera completamente scoperta. All’epoca il mio bull mi voleva “nature” quindi era molto pelosa sotto anche se ben curata. Quindi nel salire mi vide completamente come ero anche se la pancia un po’ copriva il tutto. Una volta seduta sul lato guida mi chiusi il cappotto e tentai di riabbottonarlo un po’ alla meglio mentre lui era inebetito per la situazione, Poi mi girai verso Carmelo che nel frattempo si accingeva a salire. Pur essendo un tir, la cabina non era molto spaziosa…c’era un sedile passeggero formato da 2 postazioni, tra il lato guida ed il passeggero c’era la leva del cambio ed un ampio spazio libero dal quale si poteva andare dietro dove c’erano invece 2 letti uno sotto ed uno sopra che si richiudevano per dare spazio durante la guida. Il letto sotto era aperto con un lenzuolo sgualcito..probabilmente il ragazzetto aveva dormito precedentemente.
Io mi girai verso il ragazzino chiedendo dove potevo mettermi..a quel punto si spostò facendomi spazio quindi mi alzai lasciando libera la postazione guida per Carmelo e mi sedetti accanto a lui . Ovviamente per quanto potessi coprirmi, i movimenti mi scoprivano e nel sedere, avevo le autoreggenti completamente in vista.
Carmelo salì e chiuse la porta ed accese il camion dicendo a Giovannino che ci saremmo spostati di fianco per la notte visto che era rimasto lo spazio libero e poteva liberare la strada nel caso in cui a notte fonda il traffico fosse ripreso. Gli disse che mio marito era dietro ed avrebbe parcheggiato dietro di noi. Al che, lui si preoccupò chiedendo come potevamo stare li in 4… lo spazio era effettivamente piccolo e Carmelo lo rassicurò dicendogli di non preoccuparsi che per una sera ci saremmo stretti un po tra i sedili ed i letti dietro.
Parcheggiò ed iniziammo a parlare e Carmelo mi spiegò che Giovannino era il suo nipote acquisito che aveva deciso di non finire gli studi di maturità e che il fratello gli aveva affidato per qualche mese per fargli capire le difficoltà di chi lavora in strada nella speranza potesse redimersi…poi si girò verso me e scherzosamente faceva battute sul mio abbigliamento sexy perché gli spiegava che anche io con mio marito eravamo giocherelloni… e durante la spiegazione mio marito bussò alla porta del lato passeggero e Giovannino aprì facendolo salire. Aveva in mano la mia borsetta e la borsa col cambio e nel salire vide sorpreso Giovannino e si presentarono.
Per farlo accomodare si spostò verso di me e dovetti spostarmi sul bordo del sedile spostando le gambe nello spazio tra il sedile lato guida ed il sedile passeggero dando quasi le spalle a Giovannino e mio marito.
A quel punto Mauro chiese chi fosse il ragazzino e lui in maniera un po’ arrogante disse in dialetto napoletano che non era più un ragazzino da almeno 10 anni alludendo al fatto della sua prima volta. Infatti a quel punto Carmelo rise e lo prese in giro dicendogli di non fare tanto il grande da quella volta di 10 anni prima le sue conquiste erano state solo tutte a pagamento con le puttane …e ci mettemmo tutti a ridere.
Iniziammo a fare conoscenza e parlare anche se Giovannino voleva fare spesso il simpatico cercando di denigrare mio marito e facendo battute allusive su di me e sulla mia gravidanza ..che la madre è sicura ma il padre no o sul mio abbigliamento ..ma questo non mi dava fastidio..anzi..era anche simpatico e mi piaceva che quel ragazzino apparentemente timido si rivelava in realtà così sfrontato e la cosa mi eccitava a differenza di mio marito che invece non l’aveva presa proprio sul ridere. Ma eravamo ospiti e stava al gioco.
Io da parte mia mi stavo divertendo ed avevo scoperto la parte sopra del cappotto perché intanto la cabina era molto calda. Giovannino non schiodava gli occhi dal mio seno e dalle mie areole scoperte e dopo una mezzoretta, dopo varie risate e complicità tra tutti, considerato anche che eravamo ancora stretti nella posizione iniziale, Carmelo mi chiese di spostarmi sul suo sedile : spostò lo sterzo in avanti ed il sedile indietro e si spostò indietro appoggiando la schiena alla porta lasciandomi lo spazio per sedermi davanti a lui. In effetti la posizione in cui ero era molto scomoda per me soprattutto perché il mio ingombrante pancione mi proiettava in avanti e lui se ne accorse e quindi decisi di spostarmi dalla sua parte.
Nell’alzarmi avevo ancora il cappotto e mi disse di togliermelo che faceva molto caldo ed io gli dissi che per come ero vestita era meglio se lo tenevo e mi girai verso mio marito che aveva un sorrisetto beffardo.
Carmelo invece insistette dicendo che ormai il ghiaccio tra tutti noi era rotto e che non c’erano problemi tanto da fuori non si sarebbe visto niente e tirò giù le tendine dalla sua parte. IO che ero ancora in piedi, visto che ormai mi avevano comunque vista, decisi di togliermelo dando la schiena a Carmelo e nel passare il cappotto a mio marito, mi allungai scoprendo ancora di più il culo a Carmelo che mi dette uno schiaffetto sulle mele e le tette a Giovannino che, nell’allungare il braccio verso mio marito, si scoprì anche il capezzolo. In quel momento Giovannino a 10 cm dal mio seno, chiese se avessi il latte e allungò le dita stringendomi il capezzolo ed io nel frattempo mi ritrassi mentre Carmelo mi prese dalla vita e mi tirò verso di se per farmi sedere. Io intanto avevo rimesso il capezzolo nelle coppe ma le areole erano completamente fuori quindi avevo praticamente il seno scoperto nonostante facessi la finta pudica. Mio marito si gustava la scena in silenzio visibilmente eccitato ed io mi sedetti accavallando le gambe per mostrare più eleganza nonostante la situazione era molto eccitante.
Nel frattempo Giovannino si era spostato ed il sedile lato passeggero era finalmente tornato ad ospitare comodamente sia lui che mio marito.
Carmelo, nel frattempo che mi ero accomodata appoggiando la mia schiena sulla sua pancia, mi aveva cinto la vita mettendo la mano sinistra sopra l’autoreggente della coscia sinistra e riprendendo dal discorso di Giovannino sul mio seno che gocciolava, aveva appoggiato la mano sulla mia pancia accarezzandola per spiegare al nipote (un po’ a suo modo) che le donne incinte fanno il latte subito dopo il parto: spiegava che quando la madre di Giovannino partorì, lui era quello che aiutava in casa e vedeva l’allattamento costante sia in casa che fuori e che era una bella cosa naturale. Giovannino chiese se, visto che mancava poco al parto, poteva esserci anche adesso un po’ di latte ma mentre stavo rispondendo, Carmelo prese parola e spostò la sua mano dalla pancia sul mio seno spiegandogli che pur essendo molto grosso, non era possibile che io lo avessi già e con naturalezza mi tirò giù un po’ il balconcino scoprendomi nuovamente il capezzolo e chiedendomi di mostrargli che non sarebbe uscito latte pur strizzandolo. Io guardavo mio marito che era molto eccitato della situazione e stetti al gioco. Dissi riferendomi a Giovannino con un sorriso malizioso perche non mi riusciva di fare la seria, che aveva ragione lo zio e con la mano feci per stringere il seno e fargli vedere che non usciva niente. Lo zio intanto che mi aveva tirato fuori completamente una tetta, si era spostato in avanti e mi aveva afferrato il capezzolo con le dita ruvide e ci giocava strizzandolo e ruotandolo facendomi anche un po’ male ma cercavo di stare al gioco perche voleva far vedere a Giovannino che non sarebbe uscito niente.
A quel punto mio marito prese la parola spiegando che il latte sarebbe uscito subito dopo il parto e nel frattempo che spiegava, Carmelo continuava a trastullarmi e martoriarmi il capezzolo facendomi contorcere un po’ dal dolore ma la cosa mi stava anche eccitando quindi lo lasciavo fare. Giovannino allungò anche la mano tastandomi il seno cercando anche lui di sentire il capezzolo che Carmelo mi stava strizzando e provò a togliergli le dita ma Carmelo gli dette una botta col palmo della mano per allontanarlo dicendogli qualcosa in dialetto che non riuscii a capire…solo che capivo che era contrariato e che non voleva lasciare la presa…allora a quel punto dissi sorridendo di non litigare che tanto ne avevo 2 e scoppiammo a ridere: a quel punto quindi Giovannino si sentì in diritto di conquistare l’altro seno che tirò fuori con entrambe le mani prendendo anche lui posizione sul capezzolo dicendomi che non aveva mai visto una cosa cosi bella e che era quasi eccitato (in realtà stava morendo ma non voleva passare da depravato). A questo punto con mio marito in disparte che si toccava fuori dei jeans visibilmente eccitato e questi due che mi stavano distruggendo i capezzoli, cercai di ricompormi e gli tolsi le mani dicendo se avessero capito che il latte non c’era…e rimisi i seni nelle coppe. A quel punto Giovannino sempre pronto a fare battute a doppi sensi, disse che il latte lo avevo fatto venire a lui indicando le sue palle e dicendo che sarebbe dovuto scendere 5 minuti per calmare i bollenti spiriti e ci mettemmo tutti a ridere nuovamente mentre scavalcò mio marito e scese dal camion.
Carmelo, appena Giovannino scese, ci disse che loro solitamente frequentano prostitute per scaricarsi da stress e dai viaggi stressanti e che a Giovannino era deceduto il padre due anni prima e che stava con lui anche per non pensare a certe cose… ma che erano 3 giorni che non si fermavano in zone dedicate a causa della consegna del lavoro che prevedeva un itinerario senza soste frequentate da prostitute.
Mi chiese quindi se avessi potuto essere carina con lui anche solo per tranquillizzarlo, anche perché lui era stato carino con noi avendoci ospitati nonostante il freddo. Capii la situazione e risposi subito che ero al 9 mese e farmi scopare era molto pericoloso. Mio marito gli spiegò che era già un mese che non lo faceva neanche lui e che non avrebbe potuto. Lui però ci tranquillizzò e ci disse che sapeva queste cose e che infatti mi chiedeva di fargli almeno un pompino o una sega per sfogarlo e farlo stare bene. Guardai mio marito e chiesi dove avrei potuto farla visto che la cabina era cosi piccola e Carmelo mi indicò il letto aperto e la tenda che avrebbe tirato per dividere i due ambienti e creare un minimo di intimità tra loro.
Riguardai mio marito che alzò le spalle ed annuì dicendo che tanto era una sega e che ne avevo fatte tante in giro…e ridemmo ancora.
La cosa mi stuzzicò anche perché non ero mai salita su un camion soprattutto in quel modo e mi alzai da Carmelo inginocchiandomi sul letto e facendogli una apposta una pecora col culo verso lui per stuzzicare un po’ anche lui che non si era espresso molto direttamente su di me (a quel punto ho voluto giocare un po’ anche io..) .
Mi guardò e capì che stavo giocando e per la prima volta disse a mio marito che sarei una puttana molto richiesta soprattutto in quelle condizioni e che se voleva mi avrebbe tenuta una settimana intera nel loro camion tirandomi un bel ceffone nel culo… e ci mettemmo nuovamente a ridere.
A quel punto si aprì la portiera e Giovannino risalì vedendomi dietro nel letto che ero distesa su un fianco appoggiata sul gomito con un sorriso compiacente di tutti e chiese cosa si fosse perso.
In quella condizione con le autoreggenti a vista, le tette mezze fuori, il pancione scoperto e la mia parte intima appena coperta da un lembo di tessuto, gli indicai di venire a sdraiarsi accanto a me
Non se lo fece ripetere 2 volte e scavalcando mio marito senza neanche guardarlo si sdraiò sul letto.
Gli chiesi se gli piacessero i massaggi e mi rispose di si ..quindi gli dissi di spogliarsi che ero molto brava e che lo avrei tranquillizzato. Le risatine tra mio marito e Carmelo erano sempre frequenti e mentre lui si toglieva la camicia ed i jeans, dissi a mio marito e Carmelo di darci un po’ di privacy perché dietro non volevamo due guardoni come loro a disturbarci e feci gli feci l’occhiolino ad entrambi.
Carmelo si alzò e tirò la tenda e rimasi quindi in quello spazio stretto con Giovannino che era visibilmente eccitato. Lo feci girare a pancia giù e salii sopra il suo sedere a gambe aperte ed iniziai a massaggiarlo dietro dicendogli di rilassarsi. Dopo 5 minuti mi spostai e lo feci girare a pancia su e risalii nuovamente sopra per massaggiargli il petto …ma stavolta ero sopra il suo cazzo in piena erezione e di notevolissime dimensioni; sorrisi facendogli un complimento per sdrammatizzare la situazione e lui fece altrettanto dicendomi che ero io che lo facevo stare così ed allungò la mano scoprendomi completamente un seno e ricominciando a strizzarmi quel capezzolo che prima non aveva potuto perché nelle mani dello zio. Io lo lasciavo fare e sentivo che gli piaceva …e quindi iniziai a simulare la scopata facendo su e giù col bacino cercando di farlo sborrare in quel modo … aveva un cazzo di ferro e mentre aumentavo il ritmo, mi disse che voleva scoparmi. Rallentando un po’ il ritmo gli spiegai che purtroppo non potevo per la situazione in cui ero. Mi disse che era la prima volta che andava con una donna incinta e la cosa gli piaceva e che avrebbe fatto piano… ma alzandomi e prendendogli il cazzo in mano gli dissi che era troppo grosso e troppo pericoloso per quella cosa. Mi disse allora di dargli il culo e che avrebbe pagato per incularmi ….. Sorrisi nuovamente per la sfacciataggine ma dissi che magari l’avremmo fatto un’altra volta che tanto ci saremmo tenuti in contatto ed inizia a segarlo piano piano.
Mi rimisi di lato appoggiata sul gomito destro su un fianco e con le unghie delle dita della mano sinistra gli accarezzavo le palle molto piano mentre vedevo che il cazzo svettava possente e richiedeva di essere liberato. Mi piaceva quella situazione e trovavo il ragazzino molto dolce mentre con la sua mano lungo il fianco sotto il pancione, mi accarezzava sopra la fica. Gli aprii le gambe per permettergli di sentirla meglio ed infilò 2 dita. Mi disse che ero molto larga sotto e che le puttane con cui era sempre stato non avevano quella apertura. Iniziò anche a giocare con le mie lunghe labbra ed io continuando ad accarezzargli le palle ed il cazzo gli spiegai sottovoce che era normale nella mia condizione anche se solitamente ero abbastanza aperta anche prima della gravidanza facendogli un sorrisetto malizioso.
Si irrigidì e chiuse gli occhi… mi dispiaceva vederlo in quel modo quindi gli afferrai il cazzo ed inizia a segarlo lentamente. Nel frattempo alzai lo sguardo e vidi da una parte mio marito e dall’altra Carmelo che sbirciavano dietro la tenda e gli feci gli occhiacci per chiuderla. Carmelo fece il gesto dell’orologio per farmi capire che erano di già venti minuti che eravamo li e gli dissi ( senza voce ma facendogli leggere il labiale) di dargli altri 5 minuti che avrei sicuramente concluso.
Dalla posizione in cui era Carmelo, praticamente ai piedi di Giovannino, mi vedeva molto bene …ero a cosce aperte e vedeva che il nipote stava giocando, allargando e tirando le mie labbra anche molto forte allungandomele ulteriormente…ma non gli dicevo niente e cercavo di resistere per farlo sborrare il prima possibile. Carmelo sorrise e mi fece il gesto di “ok” e richiamò mio marito che anche lui dalla parte opposta chiuse la tenda.
Dopo altri 3 minuti avevo il braccio su cui ero appoggiata informicolato e la fica dolorante da lui che non si riguardava a martoriarmela…ma non riuscivo a farlo sborrare. Mi ricordai che gli piaceva il mio seno quindi mi abbassai un po’ verso di lui che aprì gli occhi ed io staccai la mano dal suo cazzo, preso il mio seno e con l’indice ed il medio gli misi il capezzolo in bocca simulando l’allattamento dicendogli di succhiare che forse sarebbe uscito il latte e ripresi a segarlo. A quel punto appena iniziò a succhiare tanto da farmi molto male, stavo per dirgli qualcosa quando sentii il suo respiro aumentare segno che stava per venire. Resistetti ancora nonostante sembrava stesse per staccarmelo con tutta l’areola ed aumentai veloce il ritmo fino a quando finalmente sborrò copiosamente. Il primo schizzo abbondante mi arrivò addirittura in faccia e nei capelli e più lui succhiava e più sborrava…era incredibile; gli abbassai il cazzo mentre continuavo a segarlo per non farmelo schizzare nuovamente sui capelli e mi imbrattò completamente il vestitino. Si scaricò talmente tanto che piano piano allentò la presa sul mio capezzolo dandomi finalmente sollievo anche a me …e quando finalmente uscirono gli ultimi schizzi rallentai anche il movimento e si distese nuovamente con gli occhi chiusi. Piano piano mi stavo fermando…sono sempre stata molto brava con le mani e con la bocca…so come far star bene un cazzo, mio marito lo dice sempre a tutti.
Appena mi fermai il vigore del suo cazzo perse forza ed iniziò a scendere ed io ricominciai ad accarezzargli le palle. Sorrise e mi bisbigliò un grazie.. ne avevo bisogno… Non vado a troie da 3 giorni mi stavano scoppiando le palle …e ci mettemmo a ridere.
Chiamai mio marito e gli chiesi di passarmi i fazzolettini che avevo in borsa, richiusi le gambe e mi alzai a cavalcioni sopra di lui. Mio marito spostò la tenda e mi passò un fazzolettino e ridendo gli dissi che ne servivano almeno 10 che ero completamente sborrata ovunque. Rise e mi passò il pacchetto e Carmelo invece mi porse i kleenex umidificati dicendomi di usare questi; glieli presi ed iniziai a pulirmi sul viso, sui capelli e sul seno..poi passai al vestito chiedendo di accendere una luce che non vedevo niente.
Me la accesero e tirarono la tenda con me ancora a cavalcioni su di lui e la luce accesa…sembravo proprio una puttana e da fuori se c’era qualcuno avesse e visto. Ma non mi interessava… mio marito voleva esibirmi..ecco fatto.
Infatti poco dopo mi alzai da lui, mi misi in piedi dando le spalle a mio marito, continuai a pulirmi il vestito e cercare le schizzate che Giovannino aveva fatto e mi aggiustai il perizoma davanti a Carmelo che con tutta quella luce vide bene la mia fica e toccandomi ed accarezzandomi la pancia mi ringraziò sottovoce.
Sorrisi e chiesi scherzosamente se in quei tir ci fossero bagni …ridendo mi disse certo… e mi indicò la strada. Mi chiese cosa dovessi fare e gli risposi “la pipì”… e mi disse che sarebbe sceso anche lui perché anche a lui scappava…e subito dopo replicò anche mio marito al quale Carmelo gli disse di aspettare che avremmo fatto veloce. IO mentre mi stavo infilando il cappotto mi girai per capire se dovevo aspettarlo ma lui disse “ok scendo dopo” dandomi il benestare di scendere. Carmelo scese e mi aiutò a scendere e mi accompagnò di lato al camion difronte ad un muricciolo e stava fermo. Avevo ancora quelle maledette scarpe e dovetti farmi sorreggere da lui. Non avevo vergogna anche se non lo conoscevo, ma ciò che era successo dentro oltre al fatto che ormai ero sempre mezza nuda insieme a lui mi aveva disinibita, quindi ero tranquilla. Con una mano mi alzai il cappotto e con l’altra mi abbassai il perizoma e mi accovacciai e mi riappoggiai alla gamba di Carmelo che mi guardava. Mi fissava quindi, In quella posizione accovacciata all’altezza della sua patta, alzai lo sguardo e con tono provocatorio gli chiesi se non avesse mai visto le sue troie fare pipì in strada…e riabbassai lo sguardo. Sorrise e senza rispondere mi disse che anche a lui scappava. Si tirò giù la zip ed estrasse il cazzo a 10 cm dal mio viso che pur essendo di lato riuscivo a vedere con la coda dell’occhio. Non era lungo…anzi… ma era molto tozzo… largo come una lattina lo teneva con l’indice ed il medio . Pochi secondi ed iniziò a pisciare sul muretto davanti talmente forte che gli schizzi mi rimbalzavano addosso e nel viso ed alzando la testa gli chiesi di abbassarlo che mi stava facendo a doccia. Lui lo abbassò e mi chiese scusa con un certo sarcasmo ed interruppe il flusso. Io riabbassai lo sguardo e mentre stavo finendo, lui si girò verso il mio viso col cazzo fuori. Alzai la testa e lo guardai. Lui mi guardò e scappellandosi il cazzo me lo avvicinò alla bocca chiedendomi di baciargli la cappella. Risi e gli diedi un bacetto in modo molto casto nonostante avesse qualche goccia di pipì che fuoriusciva che mi bagnò leggermente le labbra e provai a rialzarmi ma lui mi spinse giù e mi chiese di dargli un bacio per bene. Gli dissi che c’era mio marito sopra e che era meglio se rientravamo ma lui insistette dicendomi solo un bacio per bene come se dovessi limonarlo. Era moscio e complice un po’ il freddo si vedeva solo la grossa cappella. Lo assecondai pensando che così saremmo andati via subito, ma appena aprii la bocca ed appoggiai le labbra sulla cappella, sentii un getto caldo direttamente in bocca: mi aveva schizzato un forte getto di piscio. Mi retrassi subito e lo sputai davanti ma mi fin’ sulla pancia e lui fece una sonora risata. Questo gesto mi eccitò molto nonostante apparentemente schifata ..quindi gli diedi una botticina sulla gamba dove mi arreggevo e mi rialzai subito con lui che ancora rideva. Mi disse di aspettare che avrebbe finito di pisciare e saremmo risaliti. Lo aspettai di fianco facendo finta di nulla mentre mi sistemavo il perizoma e, mentre lui a testa bassa se lo sgrullava, io mi riagganciavo il cappotto. Si chiuse la zip, ci girammo e salimmo sul camion.
Decisi di non dire niente a mio marito del suo gesto in quanto era tanto che non giocavamo e certe cose solitamente le organizzavamo insieme con complici fidati…quindi avevo paura che si schifasse e che ci rimanesse male perché in realtà quella sera ci doveva essere solo un po’ di esibizione e già ci eravamo spinti oltre con la sega al ragazzino. E’ vero che in quella cabina io sembravo davvero una puttana con loro che si divertivano, ma sinceramente il gioco mi eccitava molto. Inoltre, con quel pancione, sentirmi così tanto desiderata sia da un giovanissimo che da un tipo attempato era molto appagante ed eccitante. In più mio marito lo vedevo eccitato e tranquillo quindi ero molto contenta della situazione che si era creata. Si…era una serata di gioco e complicità e si era creato un bel clima tra tutti ed io ero molto tranquilla.
Mio marito intanto stava scendendo per andare anche lui a fare pipì ed io mi sono seduta nel lato passeggero mentre Carmelo si era riseduto nel suo lato guida.
Giovannino intanto era andato a letto nel letto superiore a quello dove eravamo stati precedentemente; dormiva pesantemente perchè sentivamo che russava come un mantice.
Carmelo mi prese le mani e mi tirò a lui dolcemente facendomi alzare ed accomodare sopra le sue gambe. Poi mi rimise la mano sinistra sopra l’autoreggente e la mano destra sulla pancia dicendomi che mi desiderava molto ed aveva voglia di farsi una scopata con me in queste condizioni. Mi disse di stare tranquilla che aveva già avuto esperienze con donne incinta, che mi avrebbe fatto stare bene e che potevo stare tranquilla con lui. Poi mi chiese se per mio marito fosse stato un problema dando per scontato che io gli avessi detto già di si e gli dissi che quel giorno avevamo deciso di fare un gioco soft e che non avevamo parlato di niente. Spostò la mano dalla mia pancia sul mio seno infilando le dita dentro alla coppa destra e facendomi uscire tutta la tettona dal balconcino scoprendomi totalmente il capezzolo diventato lungo e durissimo un po’ per il freddo ed un po’ per l’eccitazione ed iniziò a strizzarmelo. Era comunque molto dolce nonostante le mani ruvide e mi rassicurava sottovoce anche se giocava un po’ subdolamente perché minacciava velatamente che ci avrebbe fatti scendere e rimandati nella nostra auto se non fossi stata un po’ più carina con lui. Gli dissi di non dire niente a Mauro che non volevo appesantire la situazione ma di stare più tranquillo perché durante la serata in qualche modo l’avrei rilassato alludendo di trovare il modo di replicare ciò che avevo fatto a Giovannino. Mi disse che non era un ragazzino e che una sega se la sarebbe fatta da solo e mi strinse ancora di più il capezzolo facendomi uscire un piccolo grido di dolore.
In quel momento si aprì la porta e mio marito risalì. Appena ci vide, scherzando ci disse che non poteva assentarsi un secondo che la volpe di Carmelo era sempre in agguato come un porco….e lui rispose subito, scherzando ma senza ridere, che la vacca di tua moglie comunque non era da meno. Queste parole dette in faccia a mio marito che invece di replicare, sorrise, mi dettero un po’ fastidio ma furono eccitanti sia perchè Carmelo stava giocando ed io gliene stavo dando modo, sia perchè mio marito che non prendeva mai posizione subiva sempre le autorità degli altri e veniva umiliato come venivo umiliata anche io. Io sorridendo guardai Carmelo dicendo se gli sembravo una vacca per la tettona che lui continuava a tastare o se intendeva che ero come le puttane che trovava in giro.
Si sorprese per quella risposta data davanti a loro e rise inebetito senza dire altro. Mi alzai e gli dissi se aveva una maglietta per un cambio che l’abitino era un po’ umido e lo guardai maliziosamente male (alludendo allo schizzo di piscio che mi aveva fatto in bocca e che avevo sputato sull’abito sopra la pancia). Si alzò e mi disse che usava solo canottiere e ne tirò fuori un paio usate e puzzolenti da un cesto. Mio marito disse che aveva il sacchetto col cambio e l’aveva portato e me lo passò. Però vi confido che mi eccitava molto l’idea di indossare quella canottiera ma non avrei saputo proprio come fare…quindi mi tolsi il vestitino e mi misi la mia camicia sopra rimanendo comunque in perizoma ed autoreggenti.
Si era fatto tardi e Carmelo guardò fuori che era ancora tutto buio e le vetture erano ancora ferme ed accese per riscaldarsi. Accese il baracchino e chiese informazioni a dei suoi colleghi ma dissero che non avevano novità e che 10 km più avanti era tutto bloccato.
Avremmo passato quindi la notte da lui.