The Cuckold.
by pennabiancaViewed: 777 times Comments 1 Date: 31-08-2021 Language:
Mi chiamo Monica, ho ventiquattro anni, capelli rosso fuoco naturali, occhi azzurri, alta m. 1,75, figura slanciata, ben proporzionata, un bel culo non troppo grande. Sono, nell’insieme, una bella ragazza, anche se non faccio granché per farlo vedere, perché mi reputo un po’ timida. Sono sposata con Fabio che ha due anni più di me. Lui è un bel ragazzo. L’ho conosciuto all’ultimo anno delle superiori; veniva a prendere la madre che insegnava nella scuola dove studiavo io. Lavora come impiegato in un’azienda, ha un bello stipendio, che ci permette, unitamente al mio in quanto lavoro come segretaria di un notaio, di vivere una vita abbastanza agiata, non avendo mutui da pagare o debiti di altra natura. Abitiamo in una casa regalata dai miei suoceri. Circa tre mesi fa, l’azienda di mio marito ha fatto una fusione con un gruppo molto più grande. Alla cerimonia per la firma dei documenti, ha fatto seguito una festa, dove erano invitati tutti i dipendenti, un centinaio di persone con i rispettivi coniugi. Anche noi abbiamo partecipato. In quella occasione, era presente tutto il CDA, della nuova azienda. Fra tutte le personalità che vi erano, spiccava la figura del nuovo presidente, di nome Augusto, un bell’uomo sui quarantacinque anni. Aveva carisma: alto, spalle larghe, sguardo penetrante, dalla forte personalità. Quando ci hanno presentato, mi ha fissato diritto negli occhi e subito mi son sentita sciogliere tutta. Per l’occasione, indossavo un vestito leggero, azzurro chiaro, che metteva in risalto i miei lunghi capelli rossi. Lui ha continuato a seguire i miei atteggiamenti per tutta la sera. Spesso ho incrociato il suo sguardo e, timidamente, ho abbassato lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo così penetrante. Quando fu il momento di andarcene, lui è venuto a stringermi la mano e, mentre parlava con mio marito, fissava me.
«È stato un piacere fare la sua conoscenza, in particolare della sua splendida moglie».
Fabio ha balbettato, timidamente, un flebile ringraziamento, rosso in viso, lui è anche più timido di me, mi ha preso sotto braccio e ce ne siamo andati a casa. A letto, quella sera, lui mi ha voluto scopare con impeto e passione, raggiungendo, cosa rara, due volte l’orgasmo. Io ne ho avuto appena uno e seguitai a masturbarmi in bagno, come faccio sempre dopo aver fatto l’amore con lui. Sì, lo ammetto, lui a letto, non è il massimo. Ha un cazzo di media lunghezza e non riesce a controllarsi: poco dopo che me lo infila dentro, viene. Cerca di soddisfarmi facendomi eccitare prima della penetrazione, ma con scarsi risultati, quindi, quando lui ha finito, io vado in bagno e mi masturbo fin quando non ho goduto. Lo amo e mi va bene così, anche perché, con la mia timidezza, dirgli che non mi basta, sarebbe impensabile. Passa un mese dalla fusione della sua azienda e cominciano tanti cambiamenti. C’è chi viene promosso, altri trasferiti, qualche pensionamento, mentre Fabio è sempre più sotto pressione; quando torna la sera, è sempre teso e nervoso. Una sera, addirittura, torna pallido in viso, distratto, assente, sembra un automa. Mi saluta con un bacio senza nemmeno guardarmi negli occhi. Gli chiedo una spiegazione e lui, seduto sul divano, mi dice che forse lo licenziano. Nel pomeriggio, è stato convocato dal suo direttore che gli ha comunicato che sarà spostato in un’altra sede. Ha aggiunto che, avendo circa venti persone in esubero, per lui, forse, non ci sarà posto. Naturalmente spetta al presidente una decisione simile, in ogni caso, dovrà sicuramente trasferirsi in un’altra sede, se non addirittura esser licenziato. Passano dieci giorni, in cui non si riesce a capire come andrà a finire, poi giunge l’ordine di presentarsi l’indomani dal presidente. Passa una notte, a dibattersi fra mille congetture, ad immaginare quale sarà il suo destino, poi, finalmente, si fa giorno e lui va al lavoro. Lo rivedo la sera, pallido, pensieroso, avrei mille domande, ma lui non mi risponde, muto, se ne sta seduto in poltrona senza parlare. Mi racconta che il presidente gli ha offerto due opzioni. La prima è che lui si trovi un altro lavoro o accetti il trasferimento in una città molto distante. La seconda non gliel'ha, ma ha detto che verrà a trovarci a casa, domani sera, per parlarne sia con me che con lui.
Io lo guardo, cercando di capire cosa possa esserci di così particolare da dover decidere anch'io sul futuro di mio marito. La sera dopo, alle venti, Augusto si presenta: mi saluta facendo il baciamano e mi guarda, poi si gira verso mio marito.
«Tua moglie è molto bella, non ne ho mai scopata una con i capelli rosso fuoco così. Vorrei che tu fossi d’accordo; in cambio avresti tanti benefici che nemmeno immagini».
Noi lo fissiamo con aria stravolta e incredula. Fabio sembra non aver ancora capito che, tutto quello che lui vuole, è solo scoparmi. Lo guarda senza riuscire a proferir parola. Io sono fra lo stizzito e lo stupito: come si permette costui ad usare tanta sfacciataggine nei nostri confronti? Cerca di ricattarci in cambio di sesso? Prima che possiamo rispondere, lui continua a parlare.
«Capisco il vostro disappunto, ma sarebbe una cosa semplice, rapida, che non avrebbe seguito: lo saprei solo io e voi, e nessun altro».
Fabio mi guarda smarrito, io capisco che lui ci tiene al lavoro e decido di sottopormi al sacrificio, per cui suggerisco a mio marito:
«Esci, va al cinema! Torna quando ti avverto con un sms. Lascia che me la sbrighi io questa faccenda. Dai, non esitare; ti amo e vedrai che tutto si aggiusterà».
Mio marito va via e noi due restiamo soli. Il silenzio viene rotto dalle sue parole.
«Sei una donna splendida, bellissima ed ho subito desiderato di averti. Mi rendo conto di far la figura del porco a chiederti questo, ma pur di averti non mi fermo davanti a nulla. Spogliati, che ti voglio vedere nuda».
Lo accontento, mi spoglio, mentre lui fa lo stesso. Mi volto e, quando lo vedo, resto immobile, meravigliata al massimo: il suo cazzo è notevole, anzi, decisamente grosso! Sento dentro di me uno strano languore, che mi fa tremare le gambe, mentre lui si avvicina e mi fa inginocchiare.
«Succhiami! Dai, che aspetti? Desidero la tua bocca sul mio cazzo. Che c’è, non lo sai fare?»
Resto immobile ad ammirare una simile meraviglia della natura. Lungo, grosso, venoso con un’enorme cappella. Per un attimo ho paura, al pensiero di prenderlo dentro di me. Timidamente lo prendo in mano ed appoggio la bocca sulla punta. Lecco piano, lui geme, mi mette una mano sulla nuca e vi spinge su per infilarmelo in gola.
«Dai, piccola, non esser timida. Capisco che sia abbastanza grosso, ma non morde, anzi, ti farà godere tanto».
Lo ingoio più che posso, mentre sento la mia micetta bagnarsi e fremere dal desiderio di esser sfondata da quel palo. Mi solleva sulle braccia e mi porta in camera da letto. Distesa al contrario, mi fa riprendere a succhiare, mentre lui si dedica a fare lo stesso a me.
«Accidenti, quanto sei fradicia! Credo che avrai modo di farti una bella scopata. Brava, leccami tutto che poi ti sfondo».
Fa scorrere velocemente la lingua lungo lo spacco e lo sento raccogliere e gustare i miei umori, che ora sgorgano copiosi. Mi succhia il clito, mugolo di piacere, con in bocca tutto il suo palo che ha conficcato dentro la mia gola; godo, mi sta facendo impazzire. Si sposta, mi mette due dita dentro, facendomi venire.
«Come sei stretta! Dovrò aprirti ben bene, altrimenti non riuscirai a prenderlo dentro».
Mi scopa con le dita, vengo e mi ritrovo ad urlare il mio piacere. Godo, lo supplico di continuare. Lui sposta l’altra mano e m'infila un dito in culo. Ho uno scatto. Lui percepisce che ho il culetto inviolato.
«Accidenti! Ma sei anche vergine di culo! Quel coglione di marito che ti ritrovi, non ha mai assaggiato il tuo meraviglioso culetto! Provvederò io a sfondarlo a dovere. Questo cambia molte cose. Adesso scopiamo, poi ti spiego».
Mi distende sotto di se, mette un cuscino sotto le mie chiappe, poi lentamente appoggia il suo cazzo fra le labbra fradice della mia fica, che lo reclama emettendo umori in continuazione. Lo spennella lungo il solco, fin quando non mi trattengo e lo imploro di scoparmi. Lentamente lo spinge dentro. Lo sento aprirmi. Sento la grossa cappella che si fa strada dentro la mia fica: lo accoglie, ben lubrificata dai tanti umori che secerne. Lui spinge tutto il palo, fin quando non tocca il fondo. Lo sento sbattere con forza contro l’utero. Grido il mio primo vero orgasmo. Sento il mio corpo percorso da una scarica di piacere, che mi fa tremare tutta. Lui resta piacevolmente sorpreso da tutto questo mio godere.
«Accidenti, piccola troietta, sei già venuta? Non ti facevo così piena. Ma da quanto non godi?»
Lo guardo estasiata. Dalla mia bocca escono parole che stupiscono anche me.
«Scopami. Sfondami tutta. Fammi quello che vuoi, ma fammi godere. È una vita che non godo».
Mi pompa lentamente. Affonda deciso, quasi tutto dentro, per poi dare un piccolo colpo, per far sentire meglio la cappella, che batte sul fondo. Godo, vengo a raffica. Mi rigira, mi scopa da dietro tenendomi per i fianchi, mi sfonda, lo sento quasi voglia giungermi in gola. Godo, mentre lui sembra instancabile. Poi mi lascia immobile, inginocchiata con lui dietro di me. Lo sento che si abbassa, mi lecca il culo. Mi rendo conto che sta per sfondarlo, ma non me ne frega più nulla. Lui gioca con un dito, poi due, fin quando si rende conto che non opporrò nessuna resistenza; poi si rialza e me lo infila dentro. Spinge piano, fin quando la cappella non scivola oltre lo sfintere, poi affonda deciso. Sento un dolore fortissimo, ma resto immobile; lui mi sfonda, poi prende a pomparmi deciso. E' preso dall'esaltazione al pensiero che mi sta sverginando il culo.
«Che meraviglia: un culo vergine! Bellissimo, mai capitato di recente. Inoltre sei così stretta che è una meraviglia».
Mi pompa sempre più forte, sento del dolore ma, stranamente e mio malgrado, ho un violento orgasmo. Vibro dal piacere. Mai avrei creduto di godere, mentre mi sfondano il culo. Lui è al limite, lo sento aumentare il ritmo e, alla fine, gode sfilandosi dal culo e piantandomelo in bocca. Mi esorta a bere il suo piacere. Mi riversa in bocca un fiume di caldo seme, che, per vero, non sono abituata a ricevere. Faccio del mio meglio, ne ingoio tanta ma molta mi cola sul petto, lui divertito la raccoglie con le dita e me la fa succhiare.
«Lecca tutto e pulisci bene. Sei stata meravigliosa».
Esausto mi si distende di lato, mi guarda e mi attira a sé. Mi parla guardandomi negli occhi.
«Mi sei piaciuta tantissimo. È la prima volta che mi scopo una rossa, naturale, pure il pelo rosso sulla figa e mi è piaciuto da impazzire. Stai tranquilla, tuo marito avrà la sua promozione, non dovrà trasferirsi e questo grazie a te».
Lo guardo incantata: per un momento non ricordavo più il motivo per cui aveva voluto scoparmi. Tutto quello che sapevo era che, per la prima volta, ho goduto tantissimo e, solo l’idea che lui, in futuro, non mi avrebbe più scopato, mi faceva star male.
«Se ti sono piaciuta, perché non mi scopi ancora?»
Io stessa mi stupisco per essermi azzardata ad una simile richiesta. Mi guarda compiaciuto, ci riflette un poco, poi si alza e si riveste.
«Chiama tuo marito, io devo andare».
Mi guarda ancora una volta, poi se ne va. Mando un sms a Fabio, poi vado a fare una doccia. Torna dopo circa tre ore. È teso, nervoso, mi trova a letto, ho fatto una doccia, sono decisamente stanca. Si spoglia, viene nel letto. Per un po' non parla, poi mi chiede com’è andata. Gli rispondo vagamente.
«Bene, credo sia rimasto soddisfatto».
Lui resta in silenzio. Ricordo quanto è accaduto: il piacere che ho provato per la prima volta in vita mia, nell’esser posseduta da un vero maschio.
«Voglio sapere tutto, nei minimi particolari, se hai goduto, se ti è piaciuto, tutto».
Sbotta con tono imbestialito.
«Lascia perdere, dimentichiamo questa storia. Non ci pensiamo più. Ti amo, e per amor tuo, ho fatto tutto ciò che c’era da fare; ora è tutto finito, non ci saranno altre volte, quindi ti prego dormiamo».
Lui resta in silenzio, non credo che riesca a dormire e, invero, nemmeno io. L’indomani va al lavoro senza salutarmi, quando torna la sera è di pessimo umore. Gli chiedo quale sia il motivo del suo malumore. Risponde che non ha più nessun motivo di temere licenziamenti o trasferimenti.
«Questo grazie a te, grazie a quello che hai fatto ieri sera, sicuramente lui deve aver gradito».
Lo dice con un tono sprezzante. Allora scatto e vado su tutte le furie.
«E no, bello mio! Così non va! Se tu mi tratti da puttana, allora sappi che io l’ho fatto per te! Se tu non volevi, lo potevi dire ieri sera; a me è sembrato che ti crollasse il mondo addosso ed ora mi fai pesare quello che ho fatto? Decidi: o ci passi su e non ne parliamo più, o io me ne vado!»
Non si aspettava certo una simile reazione. Mi abbraccia, bacia, poi, quasi in lacrime, mi chiede che gli faccia un resoconto dettagliato di tutto quello che lui mi ha fatto. Seduti sul divano, gli racconto come lui mi ha fatto godere. Vedo che mentre parlo si eccita. Il cazzo gli diventa molto duro e glielo tiro fuori dai pantaloni. Mi osserva stupito, mentre lo prendo in bocca: pochi attimi e mi riempie la gola di sborra, che ingoio. Mi guarda basito. Lo bacio in bocca e gli faccio assaggiare il suo stesso sapore. Per un momento resta immobile, poi risponde con passione al bacio. In breve ha una nuova erezione. Ci monto sopra, facendomi impalare. Mi muovo velocemente, arrivando ad avere un orgasmo, nel momento in cui lui viene ancora dentro di me. Ci abbracciamo con passione, poi andiamo a letto e, per un mese, non se ne parla più. Dentro di me, invece, per tutto il mese, ho sentito un senso di vuoto. Sentivo tantissimo la mancanza, di quel meraviglioso palo che mi aveva slargato, goduto. Avrei voluto, sentirlo ancora dentro, fino in fondo, ma non potevo certo dirlo a lui, che sembrava aver superato tutto. Una sera, improvvisamente, suonano alla nostra porta. Lui apre e ci troviamo davanti Augusto. Appena entrato, mi abbraccia, mi bacia con passione, davanti a lui che ci guarda sbalordito, da tanta audacia e confidenza.
«Scusami, ma non ho potuto resistere, Monica è troppo bella. Ho deciso che una donna così, la devo avere tutta per me. Allora mi son detto che, se ti offrivo una carica da direttore, forse me la lasciavi scopare ancora una volta. Ma, dopo una attenta riflessione, son giunto alla conclusione, che una sola volta non mi basta più, quindi la voglio ingravidare. Lei diventerà la numero tre: ne ho altre due che ho già ingravidato e che ora allevano, con i loro mariti, i miei figli. Hanno partorito due femmine. Ho molte risorse, posso garantirti un lauto stipendio, ma tu mi devi assicurare di crescere i miei figli nel migliore dei modi, come fanno gli altri due. Ogni tanto, ci raduniamo tutti insieme e ti assicuro che è fantastico vedere come crescono bene e in buona armonia».
Fabio barcolla e cade seduto sulla poltrona. Resta in silenzio, mentre io, al solo pensiero di esser ingravidata da lui, mi sento illanguidire tutta, ho le farfalle allo stomaco e un vero lago mi bagna le mutandine.
«Mi rendo conto che ti chiedo molto. Ma credimi, tu, una femmina così, non sei in grado di farla godere, come merita. Accetta il ruolo di cornuto sottomesso, con tutti i benefici che questo comporta. Fidati, starai bene, avrai molto più di quello che puoi avere adesso e, in cambio, dovrai solo crescere mio figlio. Tutto qui».
Mi guarda, cerca di capire la mia posizione, ma io ormai sono decisa: o con o senza il suo consenso, un figlio ad Augusto ho deciso di darglielo. Lo guarda ancora, poi continua il suo discorso.
«Certo, per ingravidarla, lei dovrà giacere e scopare solo con me e, per esser certo di questo, tu dovrai indossare una semplice gabbietta, che renderà impossibile la penetrazione. Devo esser sicuro che il figlio sia assolutamente mio. Per giungere a questo risultato, passerò molte notti nel tuo letto, mentre tu dormirai in un’altra stanza».
Fabio ci guarda, mentre, senza aspettare una sua risposta, io già ho cominciato a strusciarmi sul cazzo di Augusto, che è diventato molto duro e già si nota il rigonfio sotto i pantaloni. Fabio non ha opposto nessun rifiuto. Ero certa che sarebbe andata così: non ha le palle per opporsi a lui. Augusto gli ha fatto firmare un foglio, dove si impegna ad accudire il figlio che avremo. In cambio, sarà nominato direttore generale, con il relativo stipendio che gli permetterà di mantenerci in assoluta serenità. Da quella sera, Augusto è entrato nel mio letto. Mi ha scopato ripetutamente tante volte e, alla fine, son risultata gravida. Passano i mesi ed il futuro padre naturale di mio figlio non mi fa mai mancare la sua presenza e la mantiene, finanche alle visite ed alle varie ecografie.
Quando scopre che sarà padre di due gemelli, quasi impazzisce dalla gioia. Dopo il parto, ci fa trasferire in una casa adiacente alla sua, così potrà vedere i suoi figli, un maschio ed una femmina dai capelli rossi, come i miei. Tutte le sere, quando torna dal lavoro insieme a Fabio che, nel tempo son diventati amici, Augusto mi scopa. Qualche volta, mentre lo facciamo, permette che lui ci guardi mentre mi fa godere, ma resta il fatto che a lui è concesso solo segarsi in silenzio, mentre io godo da matti. Il giorno del battesimo, Augusto ha fatto da padrino ai suoi figli; dopo ci siamo ritrovati in un ristorante, dove finalmente ho incontrato e conosciuto le altre donne, tutte molto belle, ma la mia capigliatura rossa, spiccava fra le altre. Non vi è nessuna gelosia fra di noi, ognuna ha la sua parte di Augusto che, in sere alterne, fa visita nei loro letti e continua ad ingravidarle. Ha in mente di avere molti figli.
Quanto a me, invece, sono trattata diversamente: godo di molto rispetto, amore e, soprattutto, tanta felicità. Appena potrò, gli ho già promesso che mi farò ingravidare di nuovo, perché, sarò anche la numero tre, ma sono in vantaggio rispetto alle altre: io ne ho già due, loro ancora solo uno.