Io la mia ex e la sua amica
by pertepervoiViewed: 812 times Comments 1 Date: 14-03-2024 Language:
La storia risale a qualche anno fa ma mi pare di riviverlo adesso.
La mia mente torna ad un venerdì mattino di fine giugno di qualche estate fa. Pare succedere adesso che appena arrivato al lavoro sento squillare il mio telefonino. Stando alle disposizioni del dirigente, dovrei già tenerlo spento. Devo farlo ora.
Dovrei farlo ora ma dando un'occhiata al display leggo il nome di chi chi mi sta chiamando.
il mio cuore sussulta con gioia.
Infrango ulteriormente le disposizioni rispondendo con un caloroso: “Tesoro, qual buon vento? Come stai? Dove stai? Che fai di bello?”... e chissà quante altre domande pongo a raffica.
E' lei, Sheila, la mia ex ed unica moglie.
Mi dice subito di essere in vacanza in una località a poche decine di chilometri dalla cittadina dove io risiedo, aggiungendo che le farebbe piacere non solo incontrarmi per rivederci ma anche di stare insieme per l'intero week end.
Ovvio che accetto senza alcuna titubanza, ma non potendo assolutamente rinviare una importantissima faccenda che riguardava il mio lavoro, sono costretto anche a dirle che la potrò raggiungere solo a fine giornata.
Per farmi perdonare il non immediato raggiungimento le propongo di farsi trovare già pronta per andare a cena insieme in uno dei migliori locali della zona. Solo adesso mi dice di non essere sola.
La mia gioia si offusca solo per un attimo, quello necessario per temere che si sua già messa con un altro uomo ma subito mi arriva la precisazione “Sto insieme ad un'amica, abbiamo preso un miniappartamento al residence degli oleandri”
Rassicurato le dico “Che problema c'è? Andiamo a cena con la tua amica, se vuoi posso portare anche un mio amico per farle compagnia”
Sheila ride e dice “Non credo proprio che sia il caso, La mia amica Irene non ha certo bisogno di amicizie maschili”
Basta questo a farmi immaginare questa Irene una vamp, una donna sexy, fascinosa, bellissima.
Del resto anche Sheila è una splendida donna. Non a caso tra le tante storie più o meno brevi che ho avute con donne più o meno importanti, l'unica che mi ha fatto capitolare fino a sposarla è stata lei, Sheila.
Era giovanissima quando l'ho incontrata, io avevo poco meno di quarant'anni, lei ben sedici meno di me.
Alta, bionda, occhi chiari come quasi tutte le sue connazionali scandinave, un fisico da schianto, non avrei potuto non notarla né resistere alla tentazione di farle un poco di corte: quel tanto necessario per invogliarla a venire a letto con me.
Non aveva fatto troppe storie per venirci non perché fosse “una ragazza facile” come si usava dire all'epoca ma perché, mi confidò, era rimasta attratta da me: Da un particolare di me, pensate un po': da quei pochissimi primi capelli bianchi apparsi sulle mie tempie, della cui apparizione io neanche mi ero accorto.
A letto era accaduto l'imprevisto: avevamo scoperto di avere un'intesa sessuale straordinaria. Non ci stancavamo mai di fare all'amore con l'impressione di non ripeterci mai tanto eravamo entrambi trasportati a fare di tutto in tutti i modi che ci passava per la mente, ad ogni ora, in ogni luogo. Qualcuno aveva detto in giro che avremmo dovuto vergognarci perché davamo scandalo.
Se davvero lo abbiamo dato non lo abbiamo fatto volontariamente. Ce ne fregava poco di scandalizzare la gente, quello che ci premeva era essere felici noi, felici ed appagati. Pensavamo di non saper stare l'uno senza l'altro, senza fare sesso sfrenato, sregolato, spassionato e quindi eravamo caduti nell'errore di credere d'essere pronti per il matrimonio e ci siamo sposati.
I primi tempi sono stati fantastici. Alla lunga però, com'era prevedibile se solo ci avessimo pensato per tempo, è venuto fuori che la convivenza per funzionare non può essere basata solo sull'intesa sessuale.
Tra me e Sheila non c'erano altri punti d'intesa oltre il sesso: avevamo diverse radici con conseguenti differenze di cultura, di abitudini, di idee e di ideali. Non ci accomunava proprio nient'altro, avevano gusti diversi in tutto persino nei generi di film, di arte, di musica, di alimentazione, di tutto.
Ovvio che il matrimonio non poteva funzionare, infatti dopo solo tre anni, ci siamo separati.. Lo abbiamo fatto di comune accordo e con molta civiltà, senza alcun litigio, restando molto più che buoni amici.
Forse il legame sentimentale tra noi è nato proprio quando ci siamo separati. Prima eravamo solo due bestie in calore, in preda agli istinti. Separandoci siamo restati (o diventati?) veri amici e un poco anche amanti.
“Amanti” nel senso che non avendo intrecciato subito altre relazioni né io, né lei, non ci siamo negati il piacere di incontrarci qualche volta non solo per una cena o una passeggiata ma anche per trombare. Certo capitava di rado ed è capitato solo per un certo periodo di tempo, più o meno per un anno scarso. Poi i nostri incontri si sono diradati.
Per esigenze di lavoro mi sono trasferito in un altra città ed i nostri rapporti si sono allentati fino a ridursi a sporadiche telefonate di auguri in occasione di compleanni o altre ricorrenze particolari.
Sono passati abbastanza anni senza vederci, telefonandoci sempre più raramente ma, almeno per quanto mi riguarda, senza dimenticarla mai. In fondo era stata mia moglie non una come le altre con le quali ho avuto storie più o meno brevi, più o meno importanti. Lei è Sheila, l'unica moglie avuta, l'unica che qualche volta ho rimpianto.
Sul tardi pomeriggio raggiungo Sheila e la sua amica Irene
Rivedere Sheila dopo tanto tempo mi provoca una certa emozione, piacevole per alcuni versi. E' ancora bella ma in maniera diversa da quand'era mia moglie. Allora era giovanissima e a quell'età la bruttezza raramente si palesa, poi aveva tutte le caratteristiche delle bellezze nordiche. Ora ha i capelli scuriti forse artificiosamente, il suo fisico si è arrotondato nelle forme; il suo trucco un tempo era di tipo leggero tanto che il suo sembrava un viso all'acqua e sapone, ora è molto curato e mette in risalto la forma degli occhi e quella delle labbra. Non che sia meno bella, anzi, solo che è bella in maniera diversa, più donna e meno giovinetta, somigliante alla mia ex moglie ma non esattamente come me la ricordavo fino a qualche attimo fa o come immaginavo che fosse rimasta.
Mi presenta la sua amica: Non è la super figa che avevo immaginato. Meno femminile di Sheila sicuramente. Sono più o meno coetanee. Irene in viso più che bella è piacevole, con i lineamenti marcati, il nasino un poco lentigginoso, i capelli lisci tagliati corti, di uno strano colore tra il castano mogano ed il rossiccio. E' leggermente meno alta di Sheila, con i fianchi più ampi e il seno più piccolo. Non è brutta, tutt'altro, solo che non appare bella per quella strana luce che ha negli occhi. Una luce che conferisce al suo sguardo qualcosa che sa di cattivo, di duro. Mi guarda come se diffidasse di me, anzi sembra lo sguardo di chi diffida di tutti, di chi disprezza tutto.
Invece parlandoci scopro che è garbata, gentile e molto intelligente. Da cosa si misura l'intelligenza di una persona? Da quanto questa persona sa rendere piacevole conversare con lei. Parlare con Irene è piacevolissimo.
Sorvolo su molte cose che poca attinenza avrebbero con l'evento erotico che voglio raccontare, anche se costituirebbero una gran bella cornice per il “quadro erotico” .
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In questa stagione non avrei trovato facilmente posto per dormire in qualche albergo o pensione, tutti strapieni di turisti e comunque neanche ho cercato una stanza: sono stato invitato per l'intero week end e trovo logico e naturale il dover anche dormire dalle mie donne. Nonostante lo spazio minimo nel mini appartamento ci sono sia un letto matrimoniale sia uno singolo (in realtà è un divano trasformabile in letto singolo).
Non so per quale ragione sono convinto che dormirò con Sheila nel letto grande, penso anche che di nuovo e finalmente rifaremo sesso insieme. Conseguentemente considero Irene una specie di presenza poco opportuna. Confido in quella intelligenza che le ho riscontrato perché non ostacoli le mie aspettative.
Le cose però cominciano ad andare in modo diverso. A tarda serata rincasiamo dopo aver cenato in un ristorante e trascorso altro tempo ballando in un altro locale. Io non sono un ballerino provetto e ne sono consapevole, per questo non mi sono offeso quando Sheila dopo un paio di balli mi ha detto di volersi divertire davvero e mi ha mandato al tavolo per ballare con la sua amica Irene, fregandosene di formare una coppia di donne.
Una volta a casa, mentre trasforma il divano in letto singolo Sheila mi assicura che ci dormirò comodamente, assegnandomi quindi quel posto.
Sottovoce le dico: “speravo di dormire con te”
Dandomi un colpo d'anca su un mio fianco, ridacchiando mi risponde a bassa voce : “Non farti sentire, a volte è gelosa”.
Per un momento penso alla gelosia amichevole, la cugina dell'invidia, non la vera gelosia. Pochi attimi dopo capisco di non aver capito niente.
Ignorandomi del tutto, sotto i miei occhi cominciano a spogliarsi entrambe, addirittura si aiutano reciprocamente per slacciarsi i reggiseni. Non è uno spettacolo che possa lasciarmi indifferente, La mia eccitazione genera anche una erezione piuttosto difficile da nascondere.
Perché nasconderla poi? Loro due non coprono mica i loro seni, si limitano solo a dire una (Sheila) che siccome fa troppo caldo preferiscono dormire nude e l'altra a chiedere non a me ma a Sheila se mi posso scandalizzare della loro nudità integrale.
Sheila mi guarda, mi sorride e come risposta si sfila l'ultimo capo vestiario: gli striminziti slippini di pizzo bianco traforato. Le fa girare su un dito come fosse un elica e poi lo lancia verso me, colpendomi in viso.
Credo di capire e, siccome non resisto più, vado verso il letto, verso loro due.
Come se avesse visto il demonio Irene emette un grido, spalanca gli occhi e abbraccia se stessa con un solo braccio per coprirsi i seni da poco scoperti, mentre con l'altra mano copre la parte intima nonostante questa sia ancora ammantata dagli slip che lei non si è ancora tolto, di pizzo come quelli di Sheila, ma nero. Ritira anche il collo dentro le spalle a calcare l'espressione di timore.
Sheila allunga un braccio per fermarmi. La guardo stupito. Mi sorride in maniera rassicurante e dice: “Lei non è come me, non gradisce contatti fisici con gli uomini. Sta calmo per il momento, poi ci penserò io a te se avrai ancora bisogno di sfogarti, ma credo che se starai buono a guardarci ti divertirai lo stesso, forse più di quanto immagini.”
Credo di capire, inopportuno sono io non Irene. Deluso vorrei impormi con la prepotenza, ma non lo farei mai con Sheila. Mi limito a dire: “Devo andare via?”, riagganciandomi già la cintura dei calzoni che ho appena aperto ma non mi sono ancora sfilati.
Sheila mi regala anche una carezza che incrementa la mia erezione già avanzata e dice: “Sciocchino, te lo avrei detto io se non ti avessi voluto fare questo regalo. Ne abbiamo fatte tante io e te, ma non di questo genere. Goditela e sta calmo.”
Con garbo mi sospinge verso il letto ottenuto dal divano e mi induce anche gestualmente a sedermi, poi mi coccola, facendo scendere dalle mie spalle la camicia già slacciata, carezzandomi il torace dicendo: “Non invecchi proprio mai tu, vedo che hai ancora un bel fisico prestante.
Le confesso: “Ho bisogno di scopare” e preciso “con te”
“Anche questo è fare sesso – mi dice farlo più con la testa sulle spalle che con quella sulle palle è anche fare sesso”.
Tra il divertito e l'arrabbiato le faccio presente che “Sono all'antica, io godo ancora con il cazzo, senti com'è duro. Vuoi che mi scoppi?”
C'è una vena di sadismo nel dirmi “Dovresti sapere come si fa a fiaccarlo” e ridendo ironizza” usa il metodo che pratichi fin dall'adolescenza, usa la tua manina”.
Si rialza, si avvicina ad Irene, l'abbraccia, le dice qualcosa a voce troppo bassa perché io possa sentire le singole parole. Si sorridono, mi guardano, mi sorridono. Anche Irene ora sorride, alza le spalle e dice “Scusa, ma io sono fatta così” e senza darmi il tempo di capire come sia quel “così”, bacia Sheila appassionatamente. Le vedo avvinghiate, seno contro seno, bocca sulla bocca, braccia che stringono forte, tranne una, quello sinistro di Sheila perché con quella mi fa il segno dell'”alt”con la mano . Deve aver capito che faccio fatica a starmene in disparte, per questo mi ricorda con quel gesto, di non avvicinarmi.
Ecco ora Sheila cade di spalle sul letto, si posiziona al centro, supina, con le braccia verso l'alto per tenere le mani sotto la testa, le gambe divaricate e con le ginocchia sollevate. Irene si posiziona in ginocchio tra quelle gambe divaricate e comincia a coccolare il corpo di Sheila con baci e con carezze, si attarda sui seni, con molta calma, per un tempo che nessun maschio potrebbe tenere così a lungo, poi si incurva per ripiegarsi e passa ad occuparsi oralmente della figa di Sheila.
Ora la mia ex moglie toglie le mani da sotto la sua testa e le pone su quella di Irene, per carezzarle i capelli, per guidare lei i movimenti di quel capo. Le sento gemere entrambe. Vedo innanzi a me il gran bel culo di Irene curva su Sheila. E' così tanto piegata su se stessa da mostrarmi abbondantemente anche la sua figa e persino il dito di una sua mano col quale si sta toccando.
Non so se è solo una mia sensazione psicologica ma credo proprio che non mi sto illudendo, lo sento davvero un odore particolare, tra l'acre e il dolciastro pungente, secondo me è l'odore dei liquidi che le due secernono, credo che si stiano bagnando entrambe dei loro umori, del loro piacere.
Mi rendo conto che mi sto masturbando alacremente, senza sapere né quando ho cominciato a farlo né quando mi sono spogliato del tutto. Di certo avrei bisogno d'essere legato per resistere a questa distanza, tanta è la voglia di fare quei due o tre passi sufficienti a farmi arrivare fino alle due donne.
La figa di Irene attrae più di una potente calamita, ma conosco Sheila. E lei conosce bene me; Se a loro non desse fastidio il mio intervento mi avrebbe fatto già cenno di aggregarmi. La adorabile maledetta Sheila che mi ha avvisato “Si gode anche con la testa sulle spalle”. Ma quando mai? L a testa mi sta per scoppiare, le tempie pulsano, la mia mano corre veloce sul cazzo che ho anche inumidito di saliva, sento che sto per eiaculare. No cavoli no! Non così, non voglio godere da solo, per merito della mia mano.
Merito della mi mano? O dei miei occhi che si stanno deliziando di quell'incredibile spettacolo? O di quelle artiste che si stanno esibendo anche per me?
Ecco che al momento in cui penso che lo stanno facendo anche per me non mi sento escluso ma partecipe e come se fossi nel mucchio unisco il mio gemito al loro. Il mio corpo si irrigidisce e istintivamente il mio bacino si solleva un poco come a dare un ulteriore spinta ai già energici schizzi di sborra che volano via da me. In quel momento vedo anche Irene fremere, fiaccarsi come se si stesse accasciando sopra Sheila. Le sento gemere più forte, quasi emettere un grido soffocato e poi si abbracciano forte. Non ce la faccio più. Me ne frego d'essere bagnaticcio e mi avvicino, salgo sul letto, le abbraccio entrambe. Non è vero che Irene non gradisce i contatti fisici maschili, perché mi guarda, mi sorride e mi consola con: “Lo so che volete fare sesso voi due, ma la notte è lunga, ci sarà tempo. Prima dovevi sapere che noi due non siamo solo amiche, lei è la mia donna ormai, ma te la cedo per una volta, in mia presenza però.