Il piacere corre sul filo.
by pennabiancaGesehen: 532 Mal Kommentare 3 Date: 10-12-2023 Sprache:
Mi chiamo Letizia, ho 57 anni e sono sposata con Steve, che ne ha 54. Mio marito ha un bel fisico. Alto un metro e novanta, spalle larghe e fisico asciutto, muscoloso, ma non palestrato. Occhi e capelli scuri, mani forti ed una bella dotazione fra le gambe. Non ha una lunghezza eccessiva, di poco sotto i venti, ma è molto largo. Quando mi penetra, si fa sentir bene. Io sono un po' più bassa di lui. Bionda, fisico longilineo, seno grande, una quinta piena. Occhi chiari, gambe lunghe e lisce, sormontate da un culetto tondo e sodo: la parte del mio corpo che mio marito adora. Siamo sposati da vent’anni e fra di noi il sesso è stato sempre il filo conduttore della nostra vita coniugale. Ricordo i primi tempi che si stava insieme: mi scopava ogni giorno. Con lui son sempre stata bene, a mio agio, sicura e desiderosa di nuove esperienze. Fin da subito, per lui è stato chiaro che ero disponibile al gioco dello scambio o metter in pratica le
porcate
che mi proponeva. Ricordo che, alla prima vacanza insieme, mi scopava tre volte al giorno ed io ci godevo come una pazza: mi ha letteralmente sfondato il culo con il suo cazzone, è la cosa che maggiormente lo manda ai pazzi quella di incularmi e sborrare sul mio viso. Poi son passati gli anni e, come tante altre coppie, abbiamo avuto degli alti e bassi, ma, nel sesso, abbiamo trovato sempre un punto d’incontro, che ci ha unito e fatto divertire sempre tanto. Nonostante tutta la nostra buona volontà, ad un certo punto della nostra vita, è subentrata un po’ di routine, dettata più dalle condizioni della vita comune, che ci ha fatto mettere il sesso un po' in secondo piano. Entrambi ci siam resi conto che era ora di trovare un nuovo stimolo per il nostro rapporto. L’occasione, di apportare qualche modifica al nostro rapporto, si è presentata involontariamente tre anni fa, quando mio marito, ingegnere, che lavora per una grossa multinazionale delle costruzioni, è stato mandato a lavorare all’estero. Era la fine di giugno, sarebbe rimasto fuori casa per cinque e o sei settimane. Fin dalla prima sera, mi son resa conto che, essendo abituata ad addormentarmi con una persona al fianco e non trovarla la mattina, è veramente dura. Le prime sere, le nostre telefonate erano incentrate sul suo lavoro, mentre, dentro di me, il desiderio di lui cresceva a dismisura. Il sabato, poi, è stato il giorno peggiore. Abituati a dedicare quel giorno della settimana a noi due, ritrovarmi da sola è stato molto triste. La sera ho cenato poco, mi son fatta una doccia e mi son distesa sul letto, nuda come sempre (entrambi amiamo dormire nudi), in attesa della sua telefonata, che, però, non arrivava. Ero inquieta, nervosa ed impaziente, di sentir la sua voce. Ho preso un libro per leggerlo, ma mi son resa conto che non riuscivo a seguire il racconto. Volevo lui, mi mancavano le sue labbra, il suo corpo. Ad un tratto ha squillato il cellulare, era lui.
«Ciao, amore, come stai?»
Sentir la sua voce mi ha eccitato subito. Ero carica di malinconia e desiderio.
«Mi manchi. Vorrei sentir le tue mani sul mio corpo. Vorrei sentire le tue labbra che mi succhiano i capezzoli, li stringono, mi fanno impazzire. Vorrei il tuo cazzone nel culo!»
Mi sono stupita di come le mie parole siano uscite a fiume, dalla mia bocca. Lui è rimasto un attimo in silenzio, poi l’ho sentito sospirare.
«Manchi tantissimo anche a me. Sentire che mi desideri, mi fa venir voglia di segarmi, pensando a te che sei nuda sul nostro letto.»
La sua voce mi ha fatto bagnare. Sentire il forte desiderio che aveva di me, sapere che aveva il cazzo in mano, mi ha quasi portato all’orgasmo. Le sue parole, poi, sono state un'autentica rivelazione.
«Amore, vai nel mio studio. Nel secondo cassetto, c’è la scatola del tuo cellulare, vai a prendere il filo dell’auricolare, inseriscila sul telefono, così potrai sentir la mia voce ed aver le mani libere. Prendi anche una cosa dal frigo, un cetriolo, una zucchina, qualunque cosa che possa esser simile al mio cazzo. Da sbrigati che ti faccio, impazzire!»
Eseguo e, poco dopo, torno sul letto. Lui mi richiama e inizia a descrivere quello che mi farebbe se fosse qui con me. Io gli rispondo per le rime. Incominciamo un gioco erotico, fatto di immagini mentali, sensazioni e giochi con mani e altro, che, ben presto, ci conducono al piacere.
«Sì, dai, troia...succhiami il cazzo! Sì, così…dai, lecca, che poi ti sfondo il culo! Sì, troia, ingoialo! Sei una vacca succhi cazzi!»
Sbrodolo al solo sentirmi dare della troia. È vero, lo sono. Con lui, anche se lo ammetto a denti stretti per non dargli troppo potere, mi sento veramente una troia. Lo ha sempre saputo e se ne approfitta facendomi godere del fatto che lo sono. Ricambio il gioco.
«Porco, leccami bene! Voglio sentir la tua lingua fino in fondo! Vengo! Sei un maiale! Mi fai godere! Dammelo tutto! Lo voglio!»
Lui rincara la dose.
«Sì, sei proprio una troia! Appena senti un cazzo addosso, vieni e schizzi da vera maiala! Se credi che ti sfondo subito il tuo culo da zoccola, ti sbagli: prima devi godere tanto!»
Lo imploro, sono un lago fra le gambe. Immaginarlo con me, mi eccita da morire.
«Prendimi! Scopami! Lo voglio dentro! Mi fai venire!»
Tremo, scossa dal piacere. Mi sconvolge questo gioco che non avevamo mai fatto. Lui mi tortura la mentre.
«Ti piacerebbe, troia, che ti sfondassi fica e culo? Allora mettiti dentro il cazzo che hai in mano, infilalo tutto fino in fondo! Lo so che ti piace star sopra...dai cavalcami, cosi vieni anche tu! Godi, che poi ti sfondo il culo! Scopati con quello! Sei una puttana!»
Mi pianto dentro un bel cetriolo. Non è come avere il suo, ma al momento mi va bene anche questo. Non è la prima volta che mi scopo con un ortaggio. Da fidanzati lui si divertiva a vedermi godere con un cetriolo in figa ed io impazzivo, mentre lui si segava per me. Alla fine, gli prendevo il cazzo in bocca, lo succhiavo e lui mi sborrava su tette e viso. Era sconvolgente. Godo nel penetrarmi e glielo dico.
«Lo sento dentro! Sei enorme! Godo! Dai scopami, porco! Fai godere la tua troia!»
Lui si immedesima ancor di più e mi porta al piacere.
«Cagna, ti sfondo! Godi e mettiti le dita in culo, che ti faccio godere! Sborro! Mi fai schizzare! Bevi troia!»
Vengo. Urlo e godo. Sento il mio corpo attraversato da scariche di piacere simili a quelle elettriche, con potenza a mille. Ho le convulsioni, da quanto tremo. Lui non è da meno. Gli sento il respiro accelerato attraverso le cuffiette che tengo inserito nelle orecchie. Mi sembra di averlo accanto a me. Restiamo per un momento in silenzio. Ognuno sente il respiro affannato dell’altro.
«Grazie, amore. Sei stata magnifica. Ho goduto come un porco. Era come se ti avessi avuto qui con me. Sei una vera troia, che sa far godere un uomo. Grazie.»
Le sue parole mi riempiono di infinito orgoglio. Mi ha fatto davvero piacere far la troia con il mio uomo e, sentire che sborrava per me, ha aggiunto piacere al piacere.
«Anche tu sei stato meraviglioso. Non avevamo mai fatto sesso al telefono: mi è piaciuto tantissimo.»
Trascorriamo le altre settimane continuando a far questo gioco. Lo incrementiamo con fantasie ancora più spinte e porche, che mi fanno sentir sempre più troia. In particolare, lui mi chiede se, durante la mia giornata lavorativa, ci fosse stato qualche maschio che mi avesse riservato delle attenzioni particolari. Per farlo contento, invento delle situazioni che lo eccitano e lui non mi lesina epiteti: troia, vacca e puttana, che mi fanno eccitare ancor di più. Quando ritorna, ai primi di agosto, passiamo due giorni a letto a far sesso, durante i quali, dopo avermi scopato tenendomi sopra di sé, (godo solo se lo cavalco), mi sfonda il culo in tutti i modi. Me lo allarga allo stremo, per poi sborrarmi in faccia, chiamandomi
troia
. Gli piace come lo succhio e pulisco senza ingoiare, poi faccio in modo che il suo seme coli dal mento fin sopra le mie tette. Nei mesi a seguire, lui ha dovuto assentarsi altre volte per lavoro, ma abbiamo sempre goduto al telefono assieme. Quando, l’anno dopo, gli hanno assegnato un ufficio fisso nella nostra città, abbiamo ripreso la vita di sempre. Per sei mesi, le cose sembravano esser migliorate, ma, senza che nessuno dei due lo dicesse, si era creato fra noi, nel sesso, un senso di apatia: sembrava come se ci mancasse qualcosa per esser perfetto. Qualche mese dopo, eravamo in vacanza e stavo sotto l’ombrellone al mare. Lui leggeva distrattamene il giornale, quando ho sentito la mia vicina, seduta sul lettino sotto il suo ombrellone, parlare con il marito o compagno al telefono. Lei gli diceva:
amore, mi manchi, quando arrivi? Sono tutta un fremito
. Ovvio che parlava a bassa voce, ma l’ho sentita benissimo.
Di colpo, ho capito cosa ci mancava. Mi son alzata, ho detto a mio marito che andavo in camera, in albergo. Una volta entrata, ho preso il telefono e l’ho chiamato. Gli ho chiesto di allontanarsi dall’ombrellone, di raggiungere delle barche tirate in secco sulla spiaggia e poi, quando l’ho visto raggiungere il posto, ho cambiato tono.
«Bravo, porco! Ho visto che hai memorizzato il mio numero, mentre lo scandivo alla mia vicina e adesso mi chiami; scommetto che ti sei accorto che non ho il marito con me. L’ho fatto di proposito per poter sentire quello che desideri da me.»
Lui, per un attimo, è rimasto in silenzio. Poi, ha capito il gioco ed ha cominciato a recitare la sua parte.
«Certo, grandissima troia! Ti sto chiamando, perché avevo capito subito che una vacca come te aveva bisogno di un cazzo in più per godere, come si deve. Sono un bel cazzone, pronto a scoparti in tutti i buchi ed a sfondare quel bel culo da troia, che ti ritrovi perché tu sei una troia, vero? Dai, ammettilo, dimmi che sei una troia.»
«Certo che sono una troia! Avevo capito subito, dalle occhiate che mi hai dato, che mi volevi e, da brava zoccola, ho dato il mio numero alla vicina affinché tu lo sentissi. Dimmi: che mi faresti? Io sono nuda ed aspetto d'esser riempita da un toro come te!»
Lui recita la sua parte.
«Mentre ti parlo, tu accarezzati. Inizia a godere. Ti accarezzo e bacio i seni. Ci infilo in mezzo il mio cazzo e mi lascio spompinare da una succhiacazzi come te. Mi fai una bella spagnola, ma non ti schizzo subito in bocca. Troppo facile. No, prima voglio infilarti due dita, anzi, una troia come te è sicuramente ben aperta e, di dita, ce ne vogliono almeno tre, ti masturbo a lungo. Ti faccio sborrare anche l’anima e, poi, ti chiavo prima la figa e poi il culo, che, di certo, è dilatato al massimo per tutti i cazzi che una puttana come te avrà preso, nel tempo. Alla fine, ti schizzo in faccia e sulle tette.»
Ansimo di piacere. Continuo a recitare la parte, ma sono eccitata al massimo.
«Sei un porco! Ti sento! Mi stai facendo bagnare tantissimo! Porco, ti voglio!»
Ero così presa dal gioco, che non mi son accorta che Steve, nel frattempo, era risalito in camera.
«Eccomi! Adesso ti sfondo! Tu continua a parlare con il porco al telefono, digli che si deve segare per te.»
Ha appoggiato il suo cellulare sul comò e mi ha inculato subito, con un solo colpo. Ho urlato di piacere/dolore per la repentina entrata, così veemente. Ha preso a scoparmi, mentre io continuavo a parlare con un ipotetico interlocutore dall’altro capo del telefono.
«Mi sfonda! Che toro! Spaccami! Godo…vengo!»
Ero un lago! Lui mi stantuffava il culo ad una velocità esagerata. Era un toro scatenato, mentre io, mi sentivo una VERA TROIA, che stava godendo nell'immaginare che un altro uomo si stava segando per lei. Il suo orgasmo è arrivato in breve tempo. L’eccitazione, il gioco hanno limitato di molto la sua resistenza. Ha emesso un grido e poi mi schizza un po' nel culo, per poi presentarsi davanti alla mia bocca.
«Succhia e pulisci, troia!»
Lo accontento, ma poi mi sovviene un’idea. Pulisco il suo cazzo che è ancora duro, faccio colare la sborra sulle tette e lo sconvolgo.
«Dopo quella di mio marito in culo, voglio la tua sulla faccia. Sei stato fantastico! Succhiarti il cazzo, mentre lui mi sfondava il culo è stato veramente un lavoro da VERA TROIA! Guarda, porco, mi son presa la sborra di un altro maschio in bocca, mentre tu mi sfondavi il culo e, da brava troia, la faccio colare sul seno come una crema tonificante.»
Per lui è troppo: è eccitato come un cavallo, si distende supino e mi mette sopra di sé. Mi scopa in maniera sconvolgente! Viene e si accascia sfinito.
«Amore, quando ti ci metti sei una vera troia! Mi hai fatto impazzire. Ti amo!»
Lo guardo compiaciuta. Sì, mi sento veramente la sua troia. Lo lascio sempre sulla corda, non voglio che abbia troppe certezze, se ne approfitterebbe.
«Hai sempre saputo che sono una troia. Mi sembra che la cosa non ti dispiaccia e ne ricavi tanto godimento.»
Ci siam resi conto che quel gioco ci sconvolgeva. Continuiamo a fingere di aver una persona che mi contatta per godere, mentre lui mi scopa. Passati altri mesi, un giorno Steve torna a casa e mi dice che ha un'idea che mi piacerà. Mi mostra un sito di coppie scambiste. Scatto in piedi come una molla.
«No, cazzo! No! Io lo scambio non lo faccio! Io non voglio un altro maschio che mi scopa! Non voglio vedere un’altra con te! Mi basti tu!»
Lui sorride, mi lascia sfogare poi si spiega.
«Nessuno scambio. Metteremo un nostro annuncio, specificando che cerchiamo solo ed esclusivamente un singolo che, contattato al telefono, si masturbi mentre ti scopo. Né più e né meno di ciò che facciamo nel gioco che tanto piacere ci dà.»
A sentir la sua idea, che a me già frullava per la testa da un poco, mi bagno, ma, da brava troia quale sono, non lo do a vedere, anzi, simulo una certa diffidenza.
«Non credo sia una buona idea, dare il tuo contatto telefonico in giro per il mondo. Immagina se ti chiamano mentre sei in riunione o stai con il presidente. No, è meglio di no!»
Lui, da bravo porco, ha notato il breve tremore nella mia voce. Sa che, da brava troia, devo archiviare quella sua idea, anche se mi son già bagnata, al solo pensarci.
«Tranquilla, metteremo dei last minute. Ci faremo inviare il loro numero e poi, vedi, ho preso una scheda nuova, la metto nel telefono vecchio e lo attiviamo solo, per il nostro gioco. Inoltre regolo le impostazioni in modo che non invii il nostro numero. Non ci sarà nessun rischio. Va in camera e vestiti da troia, come sai fare benissimo, che ti scatto delle foto da mettere sul sito.»
Lo guardo estasiata. Lui mi ha veramente letto nel pensiero. Sa benissimo che, quando stimola la mia natura da troia fin dentro il midollo, non gli nego nulla.
Vado, mi vesto da perfetta
puttana
. Mi immortala con degli scatti molto erotici. Posta le foto e, dopo qualche ora, siamo sommersi da richieste e numeri telefonici. Ne scelgo uno di un bel ragazzo. Lo chiama Steve, gli spiega quello che vogliamo, poi, eccitato come un cavallo, mi incula, mentre descrivo al giovane quello che provo e, soprattutto, quello che voglio da lui. Collabora e mi provoca una vera ondata di piacere. Finalmente una voce reale che mi stimola ad esser sempre più troia e mio marito che sa benissimo quanto lo sono, gode sfondandomi il culo. Invito il nostro interlocutore a segarsi sempre più in fretta, perché mio marito mi sta davvero devastando il culo. Sento, dall’altra parte del telefono, lui che ha il respiro corto, eccitato.
«Sì, grandissima troia...mi sto segando mentre vorrei esser lì con te a sborrarti su tette e faccia! Sei una vacca! Mi fai godere! Dì a quel porco di tuo marito di scoparti il culo come non l'ha mai fatto. Dai, che sborro!»
Mio marito è sconvolto. Si rende conto che ha fatto emergere, in tutto e per tutto, la vera TROIA che era latente in me. Io stessa mi stupisco per come, fino a questo momento, abbia cercato di nasconder l’evidenza: sono una TROIA, e ne sono fiera! Sconvolto, chiude di colpo la comunicazione, mentre mi sborra in faccia un fiume di crema bollente.
«Basta! Vacca…puttana…ti schizzo tutta!»
Gode e mi presenta il cazzo davanti alla faccia. Lo succhio e lecco in maniera famelica. Lo guardo, la sua espressione è da estasi pura, è sconvolto dal piacere o dal fatto che, finalmente, ho accettato il mio ruolo di moglie troia?
Dopo quel primo contatto, abbiamo ripetuto questo gioco diverse volte, sempre cambiando il porco che mi ascoltava mentre godevo.
Poi, una sera, abbiamo osato molto di più. Lui ne ha chiamati tre, con i nostri tre cellulari e con i numeri oscurati; è stato quanto mai sconvolgente, sentirmi desiderata da tre maschi, mentre lui mi scopava come un pazzo scatenato. Ho goduto tantissimo. Son convinta che, dopo questa esperienza, vorrà di più. Ma, anche se continuo a negare la mia disponibilità, lui sa benissimo che la troia che è in me, non gli negherà nessuna nuova emozione.