STORY TITLE: Che piacere aver le corna. Primo capitolo. 
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Che piacere aver le corna. Primo capitolo. USA language


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Che piacere aver le corna. Primo capitolo.

by pennabianca
Viewed: 904 times Comments 2 Date: 11-05-2023 Language: Language

Mi chiamo Franco, ho 46 anni e da 22 son sposato con Anna. La nostra storia è cominciata quando lei è stata assunta come cassiera in uno dei due supermercati che, all’epoca, avevo; oggi ne ho quattro. La sua prorompente bellezza non era certamente passata inosservata e molti le facevano la corte. Alta un metro e 85, capelli neri lunghi, occhi scuri, viso tondo e dolce con una bocca ampia e labbra carnose, una terza di seno, cosce lunghe e affusolate confluenti in uno splendido culo a mandolino. Appena l’ho conosciuta, l’ho invitata a cena e, dopo una splendida serata, passata a ridere e scherzare al ristorante, le ho chiesto se voleva salire a casa mia, poiché all’epoca, già vivevo da solo. Appena entrati, l’ho abbracciata e stretta a me; i nostri occhi si sono incrociati e, un attimo dopo, le nostre bocche si sono unite in un bacio caldo e passionale. Ci siamo spogliati velocemente e, sdraiati comodamente nel letto, abbiamo iniziato ad esplorare i nostri corpi. La sua bocca famelica, dopo aver percorso tutto il mio corpo, si è impossessata del mio membro turgido e duro. Le sue calde labbra lo hanno stretto e risucchiato tutto in gola, mentre io passavo ripetutamente la mia lingua nello spacco bollente della sua fica. Ad un tratto il suo corpo si è teso ed ha cominciato a tremare dal piacere che stava provando e, contemporaneamente, la sua bocca, dopo aver accolto tutto il mio membro fin in fondo alla gola, si è scatenata al punto da farmi raggiungere l'orgasmo. Le sono venuto in gola, schizzando tutto il mio piacere, mentre nella mia bocca ricevevo il suo orgasmo. Dopo un lungo istante, in cui siamo rimasti immobili, lei ha ripreso a succhiare, leccare e segare il mio membro, per farlo rimaner duro. Pochi minuti dopo, mi ha spinto di lato, facendomi sdraiare supino, per poi impalarsi su di me. Son scivolato dentro di lei, senza nessun impedimento per quanto era bagnata fradicia dei suoi umori. Ha iniziato un lento movimento, mediante il quale si abbandonava ad assaporare con intensità il piacere, che la mia penetrazione le donava, fin quando ha iniziato a godere di nuovo, mentre io, sollevate le mani, le stringevo e impastavo i seni, strizzando con forza i capezzoli.

«Vengo! Sì, dai... Vengo! Ora… Vengo!»

Ha iniziato a tremare tutta ed a muoversi velocemente, portando anche me ad un piacere intenso, fin quando ho sentito montare velocemente anche il mio orgasmo.

«Eccomi, sì… Ora… Sto per sborrare…»

L’ho guardata, cercando di capire se era il caso di tirarlo fuori o venirle dentro. Lei mi ha sorriso e, continuando a muoversi più velocemente, ha detto di restar pure dov'ero, tanto era protetta. Pochi istanti dopo, scaricavo dentro di lei due getti caldi bollenti. Sfinita, si è distesa su di me; sentivo il suo cuore battere come un tamburo, mentre i nostri respiri rallentati ci facevano ansimare. L’ho abbracciata forte, tenendola stretta e lei, dopo un po’, è scivolata in basso ed ha ripreso il mio membro in bocca, succhiandolo con forza, per poi ripulirlo dei miei e suoi umori.

«Lasciati andare, voglio che ti torni duro, perché lo voglio sentire anche nel culo.»

Quelle parole mi hanno di nuovo eccitato, così mi son lasciato andare, abbandonandomi al piacere delle sue labbra. Pochi minuti di intenso lavoro e subito il mio cazzo ha raggiunto di nuovo la giusta consistenza e durezza; lei mi ha sorriso, si è girata piegandosi sulle ginocchia con il viso appoggiato al cuscino, ha portato le mani dietro e, afferrate le chiappe, le ha tese per mostrare il buco del culo. Vi ho lasciato colare un po’ di saliva e poi ho appoggiato la cappella sul suo fiorellino anale che, dopo una breve pressione, ha ceduto immediatamente e in un attimo le sono entrato tutto dentro, fin quando le mie palle non son andate a sbattere contro le labbra della sua fica.

«Sì…dai…Spingilo tutto dentro, fino in fondo…Fammelo sentire fino in gola!»

Ha iniziato a godere muovendo il culo in senso rotatorio, per meglio assaporare la penetrazione. L’ho afferrata per i fianchi ed ho iniziato a pomparla, spingendoglielo tutto fino in fondo. Era meravigliosa, godeva e mi incitava a muovermi con maggior lena. L'ho stantuffata il più a lungo possibile, ma l’eccitazione era tanta ed il piacere che stavo provando, mi ha portato ben presto all’ennesimo orgasmo.

«Dai, godi, vieni, che sono quasi al limite, ma voglio assistere ancora ad un tuo orgasmo.»

Le ho detto, pompandola al massimo. Lei ha preso a muoversi velocemente, mentre, con la mano destra, si masturbava con forza.

«Sì, eccomi… Ancora un attimo. Dai, ci sono… Ora…Vengo!»

Il suo grido di piacere è stato il massimo per me e le sono esploso dentro il culo. Sfiniti, ci siamo adagiati sul letto ancora abbracciati e, stanchi, ci siamo addormentati.
Da quella sera, per più di un mese, siamo sempre usciti tutte le sere insieme, ripetendo sempre lo stesso copione: cena e superlativa scopata. Una sera, dopo aver goduto abbondantemente ed averla riempita in tutti i buchi, mentre eravamo abbracciati, le ho fatto una proposta.

«Voglio sposarti, voglio passare con te il resto della mia vita. Voglio averti sempre al mio fianco, addormentarmi con te, svegliarmi ogni giorno con il tuo sorriso.»

È rimasta un attimo in silenzio, stava riflettendo sulle mie parole, poi mi ha guardato, mi ha dato un bacio e mi ha sorriso.

«Ci devo pensare, non è così facile risponderti.»

Per tre giorni, son rimasto assente per lavoro; quando son tornato, l’ho cercata, ma solo il sabato sono riuscito a stare di nuovo con lei; dopo l’ennesima scopata, le ho rinnovato la mia offerta.

«Sei proprio sicuro di volermi sposare? Mi conosci da poco tempo, non sai molto su di me e, poi, io amo molto la mia libertà e questo potrebbe non piacerti, perché al mio senso di libertà non rinuncerò mai.»

Mi ha detto guardandomi dritto negli occhi. L’ho abbracciata forte, coprendola di baci, l’ho guardata dritta negli occhi.

«Tutto quello che devo sapere, l’ho già imparato in un mese insieme e cioè: mi piaci perché sei molto bella, soprattutto mi fa impazzire il tuo modo di far l’amore, quindi, di quello che pensa la gente o di ciò che hai fatto prima, non me ne frega niente. Per quanto concerne il tuo senso di libertà, io non ho nessun problema a concederti tutta la libertà che ti serve, in ogni momento, in ogni luogo, e per tutto il tempo che vorrai: sarai sempre libera di fare ciò che vorrai.»

Due mesi dopo, ci siamo sposati, con una bella cerimonia, riservata a pochi parenti ed amici intimi. Abbiamo fatto un bel viaggio di nozze, durante il quale ci siamo divertiti molto, poi siam tornati ed abbiamo iniziato la nostra vita insieme. Per circa sei mesi le cose sono filate benissimo: io andavo al lavoro dal mattino fino alla sera, e lei passava le sue giornate fra piscina, palestra, estetista, parrucchiere, e quant’altro. Lentamente mi son accorto che il nostro rapporto sessuale era un po’ calato, il desiderio andava scemando, avevo la sensazione che la monotonia stesse prendendo il sopravvento sulla nostra intesa sessuale. Casualmente, un pomeriggio, mi son trovato a passare nella zona dove lei andava in piscina e l’ho vista insieme ad un uomo. Un tipo basso, tarchiato, dall’aspetto massiccio e, insieme, si sono allontanati con l’auto di mia moglie. Stupito per quella scoperta, mi sono messo a seguirli e, dopo un tratto di strada, hanno imboccato un viottolo di campagna che portava ad un piccolo lago; si son fermati fra la vegetazione, vicino all’acqua. Sono sceso e, dopo aver percorso un breve tratto a piedi, mi son nascosto dietro delle grosse rocce, da cui avevo una perfetta visuale su ciò che stava succedendo nell’auto. Quando son arrivato, ho visto mia moglie piegata sul corpo dell’uomo e gli stava facendo una pompa stupenda. Per un attimo la rabbia ha avuto il sopravvento e stavo quasi per presentarmi a lei e gridarle tutto il mio disprezzo. Lei, intanto, si è staccata da lui, tirandosi su per spogliarsi e, così facendo, ha reso visibile il cazzo di lui, che era di proporzioni asinine. Non eccessivamente lungo, ma dalla grossa circonferenza, e questo, per un attimo, mi ha bloccato. Mi son subito reso conto che quel grosso palo avrebbe fatto godere mia moglie più di quanto avessi fatto io in tutti questi mesi e la cosa, in un certo senso, mi ha affascinato, facendomi rimanere ad osservare la scena. Dopo essersi spogliata, Anna è salita su di lui e, con estrema cautela, si è infilata dentro quel grosso palo, iniziando a godere del piacere che le procurava. Io, dalla mia postazione, osservavo la scena e ben presto mi son reso conto che mi stavo eccitando da matti nel veder mia moglie sfondata da un altro uomo. Ben presto i suoi movimenti sono diventati veloci e lei ha preso a godere, urlando come una pazza e incitando l'altro a scoparla più forte.

«…oooohhhh…Sì, più forte…Dai, sfondami tutta…Fammelo uscire dalla bocca… Sì… Vengo! Ora!»

L’ho vista tremare tutta, scuotersi per l’orgasmo che stava provando. Mi gustavo quella visione spiccatamente erotica di mia moglie, che stava godendo su quel grosso cazzo che la sfondava e, senza neanche rendermene conto, mi ero preso il cazzo in mano e mi stavo segando, seguendo i movimenti di lui che la scopava. Ad un tratto, lui ha cambiato posizione; dopo averla messa di lato, ha preso a stantuffarla con forza, gridando frasi oscene e insultandola, con lei che lo incitava a pomparla ancor più forte.

«Vacca…Troia…Zoccola…Ti sfondo tutta… Te la spacco tutta…E adesso ti farcisco tutta!»

Le ha dato alcuni colpi ancora più forti, devastanti, poi si è piantato immobile dentro di lei, sborrando come un fiume in piena, riempendola con lunghi spruzzi di seme caldo. Per un lungo istante son rimasti immobili e, in quel momento, mi son accorto che anch’io, nel momento in cui lui veniva, avevo raggiunto l’orgasmo, schizzando la mia crema sulla pietra che avevo davanti. Ho visto che si stavano rivestendo e quindi son tornato rapidamente sui miei passi e me ne sono andato. La sera nel letto, l’ho abbracciata forte e, dopo averla baciata, l’ho guardata dritta negli occhi.

«Come ebbi modo di dirti a suo tempo, tu sei libera di far ciò che vuoi; l’unica cosa che vorrei sapere è se, con il tizio con cui ha scopato oggi, è solo sesso o c’è dell’altro.»

Lei è rimasta per un attimo sbalordita, poi mi ha abbracciato e, dopo un lungo istante di silenzio, mi ha dato la sua versione dei fatti.

«Non so come tu abbia fatto a scoprirlo, ma tanto credo che ormai sia inutile girarci intorno. Domani mattina, prenderò le mie cose e me ne vado, poiché non credo che tu vorrai ancora vivere con una donna che, quando sente forte il desiderio di provare un altro maschio, non sa resistere.»

Le ho preso il viso fra le mani e l’ho guardata dritta negli occhi.

«Non capisco proprio perché tu te ne voglia andare, dal momento che, come ho detto, sei libera di far ciò che vuoi e questo significa che puoi scopare con chi vuoi, ma ciò che vorrei sapere è cosa sono io per te. Tutto qui.»

Mi ha abbracciato e mi ha baciato.

«Loro non sono niente; è, e sarà solo sesso, mentre, in realtà è te che amo. Tu per me se tutto! L’amore, il compagno, il complice dei miei giochi, cui non so rinunciare. Ora resta a te decidere: cosa vuoi da me?»

«Voglio che tu viva le tue avventure, che ti godi tutti i maschi che vuoi, l’unica cosa che voglio è che, ogni volta che vai con un altro, mi informi, voglio saperlo e, inoltre, mi deve raccontare per filo e per segno tutto quello che fai con lui. Credi di riuscire a tener fede a questo patto?»

Mi ha abbracciato e mi ha giurato che avrebbe tenuto fede al nostro patto, tenendomi sempre al corrente di tutto quello che avrebbe fatto con altri, eventuali, maschi. Allora le ho chiesto chi era l’uomo con cui era stata nel pomeriggio.

«Si chiama Nino, è un cugino del proprietario della piscina, capitato per caso e, da un po’ di giorni, quando nuoto, lui si mette vicino a me e mi mostra sempre il suo pacco considerevole. Oggi mi ha guardato negli occhi e mi ha chiesto se volevo assaggiarlo. Ci ho riflettuto un attimo e, poiché sono mesi che non mi concedevo nessuna libertà, ho deciso di viver un attimo di trasgressione. Devo ammettere che, quando me lo sono trovato davanti, sono rimasta letteralmente sbalordita: era il più grosso cazzo che avessi mai visto e, per un attimo, ho avuto paura di non riuscire a prenderlo dentro. Tu, invece, come hai fatto a scoprilo?»

Ho raccontato brevemente tutto quello che era successo e anche del fatto che mi ero segato nel vedere lei mentre godeva impalata sopra quella trave. Le ho chiesto poi se aveva ancora intenzione di rivederlo. Lei mi ha detto che si sarebbero sentiti il giorno dopo. Mentre parlava, la sua mano accarezzava il mio membro, che era di nuovo tornato duro.

«Accidenti, ti eccita proprio saper che tua moglie fa la troia con un altro uomo?»

Senza aggiunger altro, se l'è messo in bocca e mi ha succhiato anche l’anima. L’indomani, prima di uscire, l’ho pregata di fare una cosa per me.

«Quando ti chiama Nino, invitalo a venir qui, a casa nostra, poi prendi il telefono della nostra camera e mi chiami, lasciando la comunicazione aperta: voglio sentire mentre ti scopa.»

Circa due ore dopo, è suonato il telefono e, appena ho risposto, ho sentito lei che mi ha detto: ascolta. Ho sentito i passi di una persona che stava entrando nella mia camera da letto.

«Accidenti, se proprio una troia: mi vuoi scopare nel letto dove dormi con quel cornuto di tuo marito? Scommetto che quando farai di nuovo l’amore con lui, ti basterà chiuder gli occhi, per ricordarti di quanto hai goduto con me. Dai, zoccola, inginocchiati e succhiamelo.»

Dopo un attimo di silenzio, ho sentito i classici rumori di mia moglie che sicuramente si stava godendo con la bocca quel grosso cazzo.

«Mettiti sdraiata, che voglio leccarti la fica, così entrerà più facilmente.»

Poco dopo, lei gli ha ordinato di sdraiarsi supino. perché voleva impalarsi su di lui e, dopo un lungo istante di silenzio, ho sentito i gemiti di mia moglie che, evidentemente, iniziava infilarsi quel grosso membro nel il ventre.

«Muuuuhhhhuuu…Sì, spingimelo tutto dentro… Oddio... Mi sta sventrando… È bellissimo… Ora… godo!»

Lentamente ho cominciato a sentire il cigolio del letto, alquanto ritmato e Anna che continuava a godere, fin quando, sfinita si è adagiata su di lui.

«Zoccola, riprenditi un po’, perché voglio scoparti e goderti tutta. Dai, girati, che ti voglio da dietro.»

Dopo un istante di silenzio, ho sentito mia moglie di nuovo genere di piacere, mentre, forte, si sentiva il classico ciaf, ciaf di due corpi che sbattono tra loro, con lei che lo incitava a chiavarla sempre più forte.

«Godi, troia, che sto per riempirti questa fica dilatata… eccomi…Ora…sborro…Sì… ti inondo il ventre!»

Per un lungo istante, c’è stato silenzio, mentre io mi son accorto che, mentre li ascoltavo, mi ero segato furiosamente ed ero venuto, riempiendo un fazzolettino che tenevo in mano, nello stesso istante in cui lui aveva inondato il ventre di mia moglie.

«Dai, vacca, succhialo e fallo tornare di nuovo duro, che voglio sfondarti anche il culo.»

Di nuovo, ho sentito i classici rumori di una bocca: stava di nuovo succhiando avidamente, mentre lui continuava a insultarla, chiamandola troia, zoccola, vacca, succhia cazzi, fin quando lui ha detto di girarsi che l’avrebbe inculata. Ho sentito muoversi i loro corpi sul letto, poi mia moglie che lo pregava di andarci cauto.

«Piano… Ti prego fa piano… Mi spacchi.»

«Zitta troia, tanto te lo spacco questo culo da vacca… Se vuoi sentir meno dolore, masturbati.»

Per un lungo istante ho sentito solo il cigolare del letto e dei lievi lamenti di Anna, che poi, dopo un lungo gemito, ha iniziato ad incitare il maschio a pomparla più forte.

«È bellissimo… mi stai spanando il culo…sì, dai… più forte che mi piace…. Dai, sfondamelo tutto…Fammelo arrivare in gola.»

Lui ha preso a sbatterla con forza, sempre continuando ad insultarla, con lei che godeva ed urlava sempre più forte, fin quando lui, con un lungo gemito, deve averle sborrato in culo. Poi, per un momento, c’è stato il silenzio, fin quando lui dev'essersi rivestito, perché l’ha salutata, dandole appuntamento alla prossima volta, appena si fosse ripresa del piacere che aveva provato. Dopo un lungo istante, ho sentito Anna, sollevare il telefono.

«Ti è piaciuto? Ora sono stanca vado immergermi nella vasca da bagno.»

La sera, quando sono tornato, lei mi ha abbracciato e baciato con molta passione e, poco dopo, mentre eravamo intenti a cenare, abbiamo sentito dal notiziario regionale una notizia che ha fatto sbiancare il viso di Anna. Un motociclista non aveva rispettato lo stop ad un incrocio ed era finito sotto le ruote di un camion morendo sul colpo. Guardando la foto ho riconosciuto l’uomo che avevo visto insieme alla moglie e che, in mattinata, era stato in casa mia e l’aveva fatta godere, mentre io li ascoltavo. Dopo quell’episodio, per circa tre mesi, Anna era caduta in uno stato di persistente malinconia. Ho cercato in tutti i modi di farla distrarre, invitandola a trovare altri maschi, ma lei non sembrava aver altri interessi. Così ho deciso di farle una nuova proposta

«Che ne dici se mettiamo al mondo un figlio?»

È rimasta un attimo in silenzio, poi mi ha guardato e il suo viso si è illuminato, quasi per incanto.

«Sai che potrebbe esser una bella idea, in fondo siamo sposati da quasi un anno e l’idea di restare incinta non mi dispiace affatto. Quindi sarà necessario che io smetta di prender la pillola e che tu faccia una semplice serie di esami per vedere se è tutto a posto.»

Dopo dieci giorni sono venute di nuovo le mestruazioni e, a quel punto, lei ha smesso di prendere ogni precauzione e, una volta verificato che per me era tutto a posto, abbiamo preso a scopare ogni giorno, con me che le inondavo regolarmente la vagina con calde sbarrate, dopo averla sentita godere fra le mie braccia. Dopo circa due settimane, una mattina, mentre stavamo facendo colazione, mi dice che devo trovare un idraulico, perché lo scarico del water si era rotto. Sono andato in azienda ed ho telefonato ad uno specialista, pregandolo di venire ad aggiustare il guasto in casa mia. A sera, quando son tornato, ho visto Anna alquanto pensierosa e le ho chiesto se era venuto l’idraulico.

«Per essere venuto, è venuto tanto: accidenti, quanto è venuto!»

Mi sono seduto sul divano, tenendola fra le braccia, l’ho guardata cercando di capire. Lei, con aria pensierosa, mi ha dato la spiegazione.

«È venuto l’idraulico ed ha aggiustato rapidamente il guasto; a quel punto ho chiesto se potevo offrirgli qualcosa. Lui mi ha guardato e mi ha detto che, bella com’ero, qualunque cosa le avessi offerto, l’avrebbe accettata volentieri e, in cambio, mi ha detto: se vuoi ti offro questo. Alle parole ha fatto seguito il gesto di toccarsi un voluminoso pacco che già era evidente sotto la tuta da lavoro. Non so cosa mi abbia preso, ma, senza pensarci due volte, mi son inginocchiata davanti a lui, che ha aperto la patta dei pantaloni e subito mi sono trovata davanti un bel cazzo di buone proporzioni, già quasi perfettamente duro. Ho preso a fargli un sontuoso pompino con gusto e lui mi ha preso la testa fra le mani e tenendomi ferma, me l’ha spinto ripetutamente giù per la gola.

“Accidenti, come succhi bene! Dai, leccalo bene, che te lo pianto tutto dentro.”

«Ad un tratto, mi ha sollevato e, dopo avermi girato e ha fatto appoggiare al lavabo, ha abbassato le mutandine ed ha appoggiato il cazzo direttamente sul taglio della fica e, con un sol colpo, me l'ha spinto tutto dentro. Mi ha afferrato per i fianchi ed ha cominciato a pomparmi molto velocemente. Lo spingeva con forza fino in fondo ed io ho iniziato a godere sbrodolando senza ritegno.

«ooohhhh… Sì.. Dai, chaivami…Fammelo sentire tutto…Fino in fondo… Dai, che vengo…Ora…Vengo!»

«Ho goduto tre volte e, improvvisamente, l’ha spinto tutto dentro, fino in fondo; un attimo dopo mi ha inondato l’utero con una quantità industriale di sborra. Poi si è sfilato, si è rivestito e mi ha detto che, per quanto riguardava il conto, era già stato pagato, quindi se n’è andato. Io mi son seduta sul water, perché le gambe hanno iniziato a tremare, prima per il piacere, poi per il fatto che, come una scema, mi ero fatta venir dentro, dimenticando che non sono protetta, quindi lui potrebbe anche avermi messo incinta.»

Ho guardato Anna dritto negli occhi.

«Gli hai detto che non eri protetta?»

«No, lui non sa niente, mi ha solo sborrato dentro.»

«Allora non farti nessuna colpa, nessuno saprà mai questo fatto e, quindi, andiamo avanti nel nostro progetto e, poiché ora mi hai eccitato, girati che ti scopo pure io.»


L’ho penetrata, scopata con intensa passione, schizzandole dentro tutta la mia semenza. Tre settimane dopo, una mattina, mentre stavamo facendo colazione, si è alzata di corsa, ed è andata in bagno a vomitare, quando è tornata, mi ha guardato e, con un sorriso malizioso, mi ha detto che da due giorni aveva strane nausee mattutine che, a suo dire, doveva esser la dimostrazione di esser incinta. Abbiamo fatto un test di gravidanza ed è risultato positivo.

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