STORY TITLE: Il piacere corre sul filo. 
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Il piacere corre sul filo.

by pennabianca
Viewed: 812 times Comments 4 Date: 16-09-2023 Language: Language


Mi chiamo Letizia, ho 57 anni e sono sposata con Steve, che ne ha 54 ed è munito di un bel fisico: alto un metro e novanta, spalle larghe e fisico asciutto, muscoloso ma non palestrato. Occhi e capelli scuri, mani forti ed una buona dotazione fra le gambe. Non ha una lunghezza eccessiva, poco sotto i venti, ma è molto largo. Quando mi penetra, lo sento bene. Io sono un po' più bassa di lui. Bionda, fisico longilineo e seno grosso, una quinta piena. Occhi chiari, gambe lunghe e lisce, sormontate da un culetto tondo e sodo, zona del mio corpo che mio marito adora. Siamo sposati da vent’anni e fra di noi il sesso è stato sempre alla base della nostra vita di coppia. Ricordo i primi tempi che si stava insieme: mi scopava ogni giorno. Con lui mi son sempre sentita bene, a mio agio, sicura e desiderosa di nuove esperienze. Fin da subito, per lui è stato chiaro che ero disponibile a giocar con lui, a mettere in pratica tutte le porcate che mi proponeva. Ricordo che, alla prima vacanza insieme, mi scopava tre volte al giorno e io ne godevo come una pazza. Mi ha sfondato letteralmente il culo con il suo cazzone: la cosa che lo manda ai pazzi è quella di incularmi e sborrare sul mio viso. Lentamente son passati gli anni ed anche noi, come tante coppie, abbiamo avuto alti e bassi, ma, nel sesso, abbiamo trovato sempre il nostro naturale rifugio, che ci ha unito e divertito sempre più. Nonostante tutta la nostra buona volontà, ad un certo punto è subentrata un po’ di noia, conseguente più dalle necessità di vita in comune, che ci ha fatto mettere il sesso un po' in secondo piano. Entrambi ci siam resi conto che era ora di trovare nuovi stimoli per il nostro rapporto e l’occasione si è presentata, inaspettatamente, tre anni fa, quando mio marito, ingegnere al soldo di una grossa multinazionale delle costruzioni, è stato mandato a lavorare all’estero. Era la fine di giugno, sarebbe rimasto fuori casa per cinque/sei settimane. Fin dalla prima sera, mi son resa conto che era dura per me addormentarmi senza una persona al fianco e non ritrovarla la mattina dopo. Le prime sere, le telefonate con Steve erano incentrate sul suo lavoro, mentre, dentro di me, il desiderio di lui cresceva a dismisura. Il sabato, poi, è stato il giorno peggiore. Abituati a dedicare quel giorno della settimana a noi due, a trovarmi sola è stato molto triste. La sera ho fatto una cena molto parca, mi son fatta una doccia e mi sono distesa sul letto, nuda, come sempre (amiamo dormire entrambi nudi), in attesa della sua telefonata che tardava ad arrivare.
Ero inquieta, nervosa ed impaziente di sentire la sua voce. Ho preso un libro per leggerlo, ma mi son resa conto che non riuscivo a seguire il racconto. Volevo lui, mi mancavano le sue labbra, il suo corpo. Ad un tratto ha squillato il cellulare, era lui.
«Ciao, amore, come stai?»
Al solo sentire la sua voce, mi ha subito eccitato: era carica di malinconia e desiderio.
«Mi manchi. Vorrei sentir le tue mani sul mio corpo. Vorrei sentire le tue labbra che mi succhiano i capezzoli, li stringono, mi fanno impazzire. Vorrei il tuo cazzone nel culo!»
Mi son sorpresa io stessa per come le mie parole siano uscite a fiume dalla mia bocca. Lui è rimasto un attimo in silenzio, poi l’ho sentito sospirare.
«Manchi tantissimo anche a me. Sentire che mi desideri, mi fa venir voglia di segarmi pensando a te, che sei nuda sul nostro letto.»
La sua voce mi ha fatto bagnare. Sentire che aveva forte il desiderio di me, sapere che aveva il cazzo in mano, mi ha quasi portato all’orgasmo. Le sue parole, poi, sono state un'autentica rivelazione.
«Amore, vai nel mio studio. Nel secondo cassetto, c’è la scatola del tuo cellulare; vai a prendere il filo dell’auricolare e mettila sul telefono: potrai sentire la mia voce ed avrai le mani libere. Prendi anche qualcosa dal frigo, non so, un cetriolo, una zucchina, qualunque cosa possa esser simile al mio cazzo. Dai, sbrigati, che ti faccio impazzire!»
Eseguo e, poco dopo, sono sul letto. Lui mi richiama e incomincia a descrivere quello che mi farebbe se fosse qui con me. Io gli rispondo per le rime. Incominciamo un gioco erotico, fatto di immagini mentali, sensazioni e giochi con mani ed altro che, ben presto, ci portano al piacere.
«Sì, dai, troia...succhiami il cazzo! Sì, così…dai, lecca, che poi ti sfondo il culo! Troia, sì, ingoialo! Sei una vacca succhia cazzi!»
Sbrodolo al solo sentirmi dare della troia. È vero: sento di esserlo e ne vado fiera. Con lui, anche se lo ammetto, per non dargli troppo potere, mi sento veramente una troia. Lo ha sempre saputo e se ne approfitta facendomi godere del fatto che lo sono. Ricambio il gioco.
«Porco, leccami bene! Voglio sentire la tua lingua, fino in fondo! Vengo, sei un maiale. Mi fai godere! Dammelo tutto, lo voglio!»
Lui rincara la dose.
«Sei proprio una troia! Appena sei alle prese con un cazzo, vieni e schizzi da vera maiala. Se credi che ti sfondo subito il culo da zoccola che ti ritrovi, ti sbagli: devi godere tanto, prima!»
Lo imploro, sono un lago fra le gambe. Immaginarlo con me mi eccita da morire.
«Prendimi! Scopami! Lo voglio dentro! Mi fai venire!»
Tremo scossa dal piacere. Mi sconvolge questo gioco che non avevamo mai fatto. Lui mi tortura la mente.
«Ti piacerebbe, troia, che ti sfondassi fica e culo? Allora mettiti dentro il cazzo che hai in mano, tutto, fino in fondo! Lo so che ti piace star sopra... dai, cavalcami, cosi vieni anche tu! Godi, che poi ti sfondo il culo! Scopati con quello! Sei proprio una puttana!»
Mi pianto dentro un bel cetriolo. Non è come avere il suo, ma, al momento, mi va bene anche questo. Non è la prima volta che mi scopo un ortaggio. Da fidanzati, lui si divertiva a vedermi godere con un cetriolo in figa ed io impazzivo nel godere, mentre lui si segava per me. Alla fine gli prendevo il cazzo in bocca, lo succhiavo e lui mi sborrava su tette e viso. Era qualcosa di sconvolgente. Godo nel penetrarmi e glielo dico:
«Lo sento, dentro! Sei enorme! Godo! Dai, scopami, porco! Fai godere la tua troia!»
Lui si immedesima ancor di più e mi porta al piacere.
«Cagna, ti sfondo! Godi e mettiti le dita in culo, che ti faccio godere! Sborro! Mi fai schizzare! Bevi, troia!»
Vengo. Urlo e godo. Sento il mio corpo attraversato da scariche di adrenalina simili a scariche di corrente elettrica a mille. Ho le convulsioni, da quanto tremo. Lui non è da meno. Lo sento respirare dentro la mia testa, che riceve la sua voce dalle cuffiette, che tengo inserite nelle orecchie. Mi sembra di averlo qui con me. Restiamo per un momento in silenzio. Ognuno sente il respiro affannato dell’altro.
«Grazie, amore. Sei stata meravigliosa. Ho goduto come un porco. Era come se ti avessi avuto qui, con me. Sei una vera troia, che sa far godere un uomo. Grazie.»
Le sue parole mi riempiono di immenso orgoglio. Mi ha fatto davvero piacere far la troia con il mio uomo e, sentire che sborrava per me, ha aggiunto altro piacere al piacere.
«Anche tu sei stato meraviglioso. Non avevamo mai fatto sesso al telefono e mi è piaciuto tantissimo.»
Passiamo le altre settimane a far sempre questo gioco.
Lo incrementiamo, con fantasie sempre più spinte e porche, che mi fanno sentire sempre più troia. In particolare lui mi chiede se, durante la mia giornata lavorativa, possa esserci stato qualche maschio che mi ha riservato delle attenzioni particolari. Invento per lui situazioni che lo eccitano e lui non mi lesina commenti del tipo: sei una troia, vacca e puttana; quelle parole mi fanno eccitare ancora di più. Quando ritorna, ai primi di agosto, passiamo due giorni a letto a far sesso, durante i quali mi faccio scopare stando sopra di lui; io godo solo se lo cavalco e mi sfonda il culo in tutti i modi. Me lo allarga proprio tanto e, poi, mi sborra in faccia, chiamandomi troia. Gli piace come lo succhio e pulisco, senza ingoiare, poi lascio che il suo seme coli, dal mento, fin sopra le mie tette. Nei mesi a seguire, lui ha dovuto assentarsi altre volte per lavoro, ma abbiamo sempre goduto stando insieme al telefono. Quando l’anno dopo, gli hanno assegnato un ufficio fisso nella nostra città, abbiamo ripreso la vita di sempre. Per sei mesi le cose sembravano esser migliorate, ma, senza che nessuno dei due lo facesse notare, si ripetevano fra noi momenti di apatia nel sesso; era come se, ad un tratto, ci mancasse qualcosa per esser perfetto. Qualche mese dopo, eravamo in vacanza e stavo sotto l’ombrellone al mare. Lui leggeva distrattamene il giornale, quando ho sentito la mia vicina, seduta su di un lettino sotto un ombrellone vicino, parlare con il marito o compagno al telefono. Lei lo ha chiamato amore, mi manchi, quando arrivi, sono tutta un fremito. Ovvio, parlava a bassa voce, ma l’ho sentita chiaramente. Di colpo ho capito cosa ci mancava. Mi son alzata, ho detto a mio marito che tornavo in camera e, una volta entrata, ho preso il telefono e l’ho chiamato. Gli ho chiesto di allontanarsi dall’ombrellone, di raggiungere certe barche tirate in secco sulla sabbia e poi, quando l’ho visto raggiungere il posto, ho cambiato tono.
«Bravo, porco! Ho visto che hai memorizzato il mio numero, mentre lo scandivo alla mia vicina e adesso mi chiami: scommetto che ti sei accorto che non ho mio marito con me. L’ho fatto apposta per poter sentire quello che desideri da me.»
Lui, per un attimo, è rimasto in silenzio. Poi ha capito il gioco ed a cominciato a recitare la sua parte.
«Certo, grandissima troia. Ti sto chiamando, perché avevo capito subito che una vacca come te aveva bisogno di un cazzo in più per godere come si deve. Sono un bel cazzone pronto a scoparti in tutti i buchi ed a sfondare quel bel culo da troia che ti ritrovi, perché tu sei una troia, vero? Dai, ammettilo, dimmi che sei una troia.»
«Certo che sono una troia! Avevo capito subito, dalle occhiate che mi hai lanciato, che mi volevi e, da brava zoccola, ho dato il mio numero alla vicina, in modo che tu lo sentissi. Dimmi, che mi faresti? Io sono nuda ed aspetto di esser riempita da un toro come te!»
Lui recita la sua parte.
«Mentre ti parlo, tu accarezzati. Inizia a godere. Ti accarezzo e bacio i seni. Ci infilo in mezzo il mio cazzo e mi lascio spompinare da una succhiacazzi come te! Mi fai una bella spagnola, ma, non ti schizzo subito in bocca. Troppo facile. No, voglio prima infilarti due dita, anzi, ad una troia come te, che è sicuramente più che aperta, di dita ce ne vogliono almeno tre in figa e ti masturbo a lungo. Ti faccio sborrare anche l’anima e poi ti sfondo, prima la figa e poi il culo, che sicuramente è più dilatato di quella dopo tutti i cazzi che una puttana come te deve aver preso. Alla fine ti schizzo in faccia e sulle tette.»
Ansimo di piacere. Continuo a recitare la parte, ma sono eccitata al massimo.
«Sei un porco! Ti sento! Mi stai facendo bagnare tantissimo! Porco, ti voglio!»
Ero così presa dal gioco, che non mi sono accorta che Steve, nel frattempo, era risalito in camera.
«Eccomi! Adesso ti sfondo! Tu continua a parlare con il porco al telefono: digli che si deve segare per te.»
Ha appoggiato il suo cellulare sul comò e mi ha inculato subito con un solo colpo. Ho urlato di piacere/dolore per la repentina intromissione a freddo. Ha preso a scoparmi, mentre io continuavo a parlare con un ipotetico interlocutore all’altro capo del filo.
«Mi sfonda! Che toro! Spaccami! Godo…vengo!»
Ero un lago! Lui mi stantuffava il culo ad una velocità pazzesca. Era un toro scatenato, mentre io mi sentivo una VERA TROIA, che stava godendo mentre immaginava che un estraneo si stesse segando per lei! Il suo orgasmo è arrivato in breve tempo. L’eccitazione, il gioco hanno limitato molto la sua resistenza. Ha emesso un grido e poi mi ha schizzato un po' nel culo, per poi presentarmi davanti alla bocca quel suo poderoso cazzo.
«Succhia e pulisci troia!»
Lo accontento ma poi mi viene un’idea. Pulisco il suo cazzo che è ancora duro, faccio colare la sborra sulle tette e lo sconvolgo.
«Dopo quella di mio marito in culo, voglio la tua sul viso! Sei stato fantastico! Succhiarti il cazzo, mentre lui mi sfondava il culo, è stato veramente un lavoro da VERA TROIA! Guarda, porco, mi son presa la sborra di un altro maschio in bocca, mentre tu mi sfondavi il culo e, da brava troia, la faccio colare sul seno quasi fosse una crema rigenerante.»
Per lui è troppo!! Eccitato come un cavallo, si distende supino e mi mette sopra di lui. Mi scopa in maniera sconvolgente! Viene e si accascia sfinito.
«Amore, quando ti ci metti, sei una vera troia! Mi hai fatto impazzire. Ti amo!»
Lo guardo compiaciuta. Si, mi sento veramente la sua troia. Lo lascio sempre sulla corda, non voglio che abbia troppe certezze, se ne approfitterebbe.
«Hai sempre saputo che sono una troia. Mi sembra che la cosa non ti dispiace e ne ricavi tanto godimento.»
Ci siam resi conto che quel gioco ci sconvolgeva e, per questo, continuavamo a fingere di avere una persona che mi contatta per godere, mentre lui mi scopa. Passati altri mesi, un giorno Steve torna a casa e mi dice che ha una idea che, di sicuro, mi piacerà. Mi mostra un sito di coppie scambiste. Scatto in piedi, come una molla.
«No, cazzo! No! Io lo scambio non lo faccio! Io non voglio un altro maschio che mi scopa! Non voglio vedere un’altra con te! Mi basti tu!»
Lui sorride, mi lascia sfogare, poi si spiega.
«Nessuno scambio. Mettiamo un nostro annuncio, specifichiamo che cerchiamo solo ed esclusivamente un singolo che, contattato al telefono, si presti a masturbarsi, mentre ti scopo. Né più e né meno di quello che facciamo nel nostro solito gioco.»
Al solo sentire la sua idea, che a me già frullava per la testa da un po' di tempo, mi bagno, ma, da brava troia quale sono, non lo do a vedere, anzi, simulo una certa diffidenza.
«Non credo sia una buona idea, dare il tuo numero in giro per il mondo. Immagina se ti chiamano mentre sei in riunione o stai con il presidente. No, è meglio di no!»
Lui, da bravo porco, ha notato il breve tremore nella mia voce. Sa che da brava troia, devo dissentire anche se mi sono già bagnata alla sola idea.
«Tranquilla, metteremo dei last minute. Ci faremo inviare il loro numero e poi, vedi, ho preso una scheda nuova e la metto nel telefono vecchio, che avevo prima di questo. Lo attiveremo solo per il nostro gioco. Inoltre regolo le impostazioni in modo che non invii il nostro numero. Non ci sarà nessun rischio. Va in camera e vestiti da troia, come sai far benissimo, che ti scatto delle foto da mettere sul sito.»
Lo guardo estasiata. Lui mi ha veramente capito! Sa benissimo che quando stimola la mia natura da troia fin al midollo, non gli nego nulla. Vado e torno vestita da perfetta puttana. Mi immortala con degli scatti più che erotici. Posta le foto e, dopo qualche ora, siamo sommersi da richieste e numeri telefonici. Ne scelgo uno, di un bel ragazzo. Steve lo chiama, gli spiega quello che vogliamo, poi, eccitato come un cavallo, mi incula mentre descrivo al giovane quello che provo e, soprattutto, quello che voglio da lui. Collabora e mi procura una vera ondata di piacere. Finalmente una voce reale che mi stimola ad esser sempre più troia e mio marito, che sa benissimo quanto lo sia, ne gode sfondandomi il culo. Invito il nostro interlocutore a segarsi sempre più in fretta, perché mio marito mi sta davvero devastando il culo. Sento dall’altra parte del telefono, lui che ha il respiro corto per la smisurata eccitazione.
«Sì, grandissima troia... mi sto segando, mentre vorrei essere lì con te a sborrarti su tette e faccia! Sei una vacca! Mi fai godere! Dì a quel porco di scoparti il culo più forte... dai, che sborro!»
Mio marito è sconvolto. Si rende conto che ha fatto emergere, in tutto e per tutto, la vera TROIA che era in me. Io stessa mi stupisco per come, fino a questo momento, abbia cercato di nascondere la mia vera indole: sono una TROIA e non c'è altro termine che mi possa definire al meglio. Ne vado fiera! Steve, sconvolto, chiude di colpo la comunicazione, mentre mi sborra in faccia un fiume di seme bollente.
«Basta! Vacca… puttana… ti schizzo tutta!»
Gode e, quando mi presenta il cazzo davanti alla bocca, glielo succhio, lecco in maniera famelica. Lo guardo, ha il viso estasiato, sconvolto dal piacere o, forse, dal fatto che finalmente ho accettato il mio ruolo di moglie troia.
Dopo quel primo contatto, abbiamo ripetuto questo gioco diverse altre volte, sempre cambiando il porco che mi ascoltava godere.
Poi, una sera, abbiamo osato molto di più. Lui ne ha chiamati tre, con i nostri tre cellulari con i numeri oscurati: è stato sconvolgente, sentirmi desiderata da tre maschi, mentre lui mi scopava come un pazzo scatenato.
Ho goduto tantissimo. Sono convinta che, dopo questa esperienza, vorrà ancora di più. Anche se insisto a negare la mia disponibilità, lui sa benissimo che la troia che è in me, non gli negherà nessuna nuova emozione.


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