Dario la porta al cinema
by ffrankffrankViewed: 189 times Comments 1 Date: 19-08-2024 Language:
INCONTRO CON MAMMINA E CUCK AL CINEMA
Dopo quella sconvolgente esperienza sul fiume Dario, il marito cuck, la spingeva ad esibirsi ad ogni occasione e Laura, sempre riluttante sulle prime, ma sempre più attratta da quel gioco che una volta avviato le procurava estasi di godimento mai sperimentate, lo assecondava quasi sempre. Il sabato sera, a Torino, la portava spesso al cinema, non ai primi cinema a luci rosse, ma a cinema normali, scegliendo film eroticamente stimolanti.
Avevo trentacinque anni allora è già mi divertivo ad abbordare coppie nei cinema, ogni volta una eccitante avventura che mi procurava sempre intense emozioni, anche se non si concludeva felicemente. Quel sabato pomeriggio li notai subito perché erano un po’ isolati nelle file dietro, lei alta, capelli castano chiari carina, lui massiccio, ma entrambi così giovani che se ci fossero state altre coppie mature in posizioni così equivoche non li avrei neppure avvicinati, ma decisi di tentare e fu la mia fortuna.
Mi sistemo dalla parte della ragazza, ma lasciando un posto libero in mezzo, con la coda dell‘occhio li osservo fingendo di seguire il film. Lei, longilinea, gonna scura e camicetta bianca, lineamenti raffinati, mi dà un’occhiata veloce, lui un po’ agitato, mi osserva di nascosto, ma non accennano a spostarsi, buon segno, due o tre coppie nel cinema, ma davanti e pochi altri singoli. Comincia il gioco, quando mi sento osservato da lui fisso intensamente le gambe coperte dalla ampia gonna di lei, non fanno una piega, altro buon segno, attendo la sua mossa col cazzo già in tensione.
Le mette una mano sulle gambe accavallate e vedo che sposta la gonna un po’ più in alto, scoprendo un ginocchio, calze scure, forse reggicalze, ho un’erezione istantanea, una coppia così giovane sui 25 anni mai capitata, speriamo bene. Lei gli ferma la mano, ma lui non la ritira e la bacia in bocca insistendo nel massaggio e alla fine scoprendo un po’ di coscia, sembrano proprio calze da reggicalze, come usava allora, nonostante già fossero diffuse le autoreggenti.
Ormai il mio sguardo è calamitato da quelle cosce un po’ scoperte, lei fa finta di nulla, lui continua a lavorarle le gambe e le sussurra qualcosa all’orecchio. Dopo qualche minuto ecco il segnale chiaro, lei si scoscia accavallando le gambe con una caviglia sull’atro ginocchio, ben aperte e lui le affonda la mano tra le cosce scoprendole. Il contrasto tra la pelle nuda delle cosce e le calze nere coi tiranti del reggicalze mi manda in estasi, mi apro la patta dei pantaloni e tiro fuori la mia erezione, vada come vada. Mi accarezzo piano il membro ben in evidenza e osservo le reazioni. Lei lo guarda furtivamente, un po’ timorosa mentre lui la bacia sul collo e le solleva ancora di più la gonna iniziando a palparle la figa. Rimetto a posto il cazzo, mi alzo, mi dirigo verso l’uscita, non c è nessuno dietro, ritorno alla loro fila e mi siedo accanto a lei, improvvisamente colpito del profumo che emana, non solo profumo di marca, è l’afrore caldo di una donna in calore, quell’inconfondibile aura di figa accaldata, ma lei finge di non vedermi perché lui la sta baciando mentre la lavora tra le cosce.
Le metto una mano sul ginocchio, nessuna reazione, ma lui ritira la sua lasciandola esposta con la gonna ben sollevata, la sensazione della pelle nuda della coscia dove finisce la calza è incomparabile, il cazzo è teso al massimo e tutti miei sensi sono focalizzati su quella giovane donna, apparentemente inerte.
Mi accorgo che non porta mutandine, capisco che era tutto predisposto, cercato da loro, forse più da lui. Le cerco la figa con le dita, la sento fradicia e calda, sento il clitoride già duro e ben eretto, lo stringo tra le dita e lei con un gemito si lascia finalmente andare, scavalla le gambe e le apre offrendosi alle mie mani, mentre lui le sbottona lentamente la camicetta. La masturbo con dedizione e metodo, senza fretta, osservando i seni a malapena nascosti dalla camicetta sbottonata, seni piccoli ma capezzoli già duri e lunghi
che puntano sul leggero tessuto in modo evidente. Scosto il tessuto e ne prendo uno tra le labbra, duro come un piolo, dolce come il miele, la sento fremere e il suo respiro si fa sempre più frequente, intenso, continuo a lavorarla sul clitoride, ma a tratti sospendo per accarezzarle le labbra della figa e le cosce che inumidisco con la cipria che le inonda la figa e il suo odore ci avvolge in una bolla di puro sesso. Comincia a muovere le gambe le apre e le chiude, sento che iniziano a tremare e vado a fondo, accelero e lei mi segue fino a che i muscoli delle cosce sono squassati da un tremito incontrollabile e lei si abbandona ad un orgasmo che sembra interminabile. Le prendo il viso tra le mani ancora umide di figa e la bacio in bocca, la esploro con la lingua e lei non si ritrae, mi asseconda, vorrei scoparmela li sul posto, mi tiro fuori nuovamente il cazzo che sembra scoppiare quanto è teso, le prendo una mano e la porto sopra, lei mi massaggia lentamente, occhi
chiusi, mi accarezza il glande poi lo impugna alla radice e inizia a segarmi. Lui che fino ad allora aveva osservato senza fare nulla le abbassa la testa verso il mio membro, lei sembra resistere ma poi cede e me lo imbocca per un pompino indimenticabile, magari non dei più professionali, ma appassionato. Bastano pochi
colpi di lingua, pochi
affondi di labbra, la voglia repressa scoppia con forza e le inondo la bocca di sperma, non inghiotte ma lo sputa in un fazzoletto che lui le porge, forse lo annuseranno insieme, a casa.
Si ricompongono e si alzano, penso finisca così e invece lui mi da un foglietto, ci sono due nomi Dario e Laura e un numero di telefono fisso, forse un fake, ma vedremo…la sera provo a chiamare, risponde subito lui: si sono Dario… Laura è tua moglie? Si adesso dorme…Domani sera chiama verso le 22 e ti faccio parlare con lei, puoi dirle quello che le vorresti fare….e chissà forse ci incontreremo ancora. Così è iniziata questa straordinaria avventura a tre che dura da oltre 40anni, con dedizione e metodo, senza fretta. TO BE CONTINUED…