Felicemente cornuto.
by pennabiancaVisto: 963 veces Comentarios 3 Date: 26-01-2024 Idioma:
In piedi, davanti a me, c’è Gianfranco, mio marito.
«Sei decisa?» Mi chiede.
«Certo, dai, vai, ti aspetto.»
Esce. Mi siedo in poltrona, chiudo gli occhi mi rilasso, no, non ci riesco. Sono emozionata, tesa: come son arrivata a questo punto?
Tutto è partito da lontano, dieci o forse dodici anni fa o, forse, da sempre. Ero innamorata di Luca, il miglior amico di mio padre, praticamente un fratello per lui. Luca, di professione pompiere, era un maschio fantastico, alto, bello, forte, simile ad un dio; non perdevo mai l’occasione di strusciarmi a lui, da sempre, ma, in special modo, verso i diciotto anni. Ero talmente innamorata di lui, che ho trascurato ogni altra amicizia maschile; a scuola, tutti o quasi, credevano che fossi lesbica. Ero talmente decisa ad averlo, che non volevo altro, ma tutti i miei tentativi di farmi notare come donna da lui, erano miseramente falliti. Luca adorava sua moglie, che poi era intima amica di mia madre. Una donna molto bella, fine, sempre all'altezza di ogni occasione; io le invidiavo due cose: il fatto di poter avere lui quando voleva, e la sua bellezza. Non che io fossi brutta, ma lei lo era di più, e lui sembrava fedelissimo. Nell’anno del mio diciottesimo compleanno, mi diplomai; i miei genitori affittarono una casa al mare con loro ed io ero raggiante: dovevo raggiungere il mio scopo, l’occasione era perfetta, dovevo portarmi a letto Luca. La prima settimana le tentai tutte, costume infilato tra le chiappe, reggiseno che si apre in maniera imprevista per mostrare un seno, leccate di gelato molto provocanti, ma... niente; lui mi notava solo quando la sera si usciva per un gelato.
«Claudia, come lo vuoi il gelato?»
Ero furiosa: avrei voluto il suo di gelato, quello che aveva fra le gambe, lo avrei leccato con devozione, ma, naturalmente, potevo solo pensarlo, ma non dirlo. Poi ci fu un’emergenza: lui dovette rientrare e, per tre giorni, noi restammo soli: ero piombata in una tristezza unica, ma, fortunatamente, tornò ed era così stanco, che dormì un pomeriggio intero; poi, la sera, disse che voleva dormire ancora; fece l’occhietto a mio padre, io non ci feci caso e non compresi il perché. I miei uscirono da soli, io dissi che andavo a dormire e lo stesso fecero lui e sua moglie. La mia camera era posta fra quella dei miei genitori e la sua ed aveva il terrazzo in comune. Poco dopo, cominciai a sentire dei rumori, diciamo insoliti; silenziosamente sono uscita sul terrazzo e mi son tenuta bassa per non esser vista a spiare dentro la loro camera. Li vidi nudi: lei gli stava leccando il cazzo e… cazzo! Che cazzo! Non che io ne avessi visti molti, ma era stupendo, lungo e di notevole spessore: aveva una cappella che ricordava una grossa fragola. Lei lo leccava ed io non mi perdevo un gesto; mimavo ogni singolo movimento con la lingua, cercavo di emulare i gesti che lei faceva, mentre se lo gustava in bocca. La mia micetta era in fiamme; ero così eccitata da quello spettacolo da farmi mancare il respiro. Ad un tratto lui la fa girare, si posiziona dietro di lei, si abbassa e le lecca la fica da dietro. Lei geme, si spinge indietro, poi lui, con un movimento deciso, le pianta dentro il palo. Io mi ero posizionata come lei, perciò, a quel punto, ho fatto le stesse cose che faceva lei, con la sola differenza che lei aveva il cazzo dentro per davvero, mentre io lo immaginavo. Mi son toccata il bottoncino e subito son venuta, mi son dovuta mordere le labbra per non urlare. Poi mi son accorta del ritorno dei miei e son tornata di corsa a letto, ho finto di dormire, mamma è venuta a controllare ed ha detto a papà che dormivo; così, a loro volta, si son messi a scopare. Ricordo quella notte come ora: mi sono masturbata tantissimo, quasi a sfinirmi. Il giorno dopo, mentre mamma era al mercatino con la moglie di Luca, incontra una sua amica in vacanza li, quattro chiacchiere e lei le invita a fare una mini crociera, per visitare delle isole: partenza sabato pomeriggio, pernottamento in barca, poi domenica escursione all’arcipelago. Accettano con entusiasmo; Luca dice che le ha già viste, mentre papà odia l’acqua alta, quindi, loro vanno, io, Luca e papà restiamo. La sera noi tre usciamo a fare la solita passeggiata e ci gustiamo il solito gelato, ma mi rendo conto che, mentre camminiamo, essi guardano anche altre donne, quindi ne deduco che proprio fedeli non sono. Tornati si va dormire, io aspetto che papà si addormenti, lui ha il sonno pesante, poi silenziosamente mi infilo, vestita delle sole mutandine, dentro la camera di Luca. Dorme nudo, fa caldo, il suo cazzo è moscio, disteso con la punta verso sinistra, io mi avvicino, e decido di giocarmi il tutto per tutto: o mi scopa o scoppia un casino. Prendo delicatamente quel membro e lo infilo direttamente in bocca; succhio con determinazione, lui si sveglia, ecco ora scoppia il putiferio, mi guarda.
«Se hai deciso di fare questa cosa, allora facciamola per bene: dai, stenditi sul letto.»
Io sono raggiante di felicità, lui mi toglie le mutandine, prima mi spiega per filo e per segno tutto quello che c’è da sapere per eseguire un perfetto pompino, come leccarlo, succhiarlo tutto, poi si gira e mi trascina su di lui.
«Vediamo se hai capito.»
Senza aggiungere altro, infila la testa fra le mie cosce e comincia a leccarmi la passera, con la sua lingua rasposa, mi lappa dal bottoncino fino alla rosetta del culo ed io muoio. Sento il mio stomaco sciogliersi in un languore fantastico, un piacere totalmente diverso da quello provato masturbandomi. Mi infilo più che posso il cazzo in bocca, mentre lui continua a leccarmi, provocandomi un nuovo orgasmo; urlo il mio orgasmo. Sono sconvolta da brividi di piacere infiniti. Lui mi rigira, si posiziona fra le mie cosce, appoggia il palo diventato durissimo fra le labbra della mia fica, mi schiaccia il bottoncino procurandomi un dolcissimo piacere.
«Ora deciditi, se vuoi mi fermo, pensaci bene; poi non sarà possibile tornare indietro!»
Lo guardo, gli sorrido.
«Dai, che aspetti, lo voglio!»
Si abbassa un po' e sento la sua cappella farsi strada fra le labbra della fica, che non aspetta altro, emettendo tutti gli umori possibili.
«Rilassati, sentirai un po' di dolore, ma sarà un momento, poi sarà solo e tutto piacere.»
L’ho sentito entrare, era immenso, mi dilatava, ho avvertito solo un pizzico come una puntura, poi lui è dilagato in me. Spingeva il membro dentro, sentivo chiaramente la sua cappella farsi strada in me, quando si è fermato per farmi adattare al suo spessore, ho goduto immediatamente, tremavo tutta, ho frenato un urlo, affondando il viso sul suo petto, abbracciandolo forte. Ha continuato a spingere fin quando non è entrato tutto. Ero senza fiato, la bocca spalancata, lui immobile in me, poi mi ha abbracciato e mi ha sollevato verticalmente, con lui che si è messo in ginocchio: le sue mani mi accarezzavano i glutei, mi ha sollevato e poi mi ha lasciato andare; mi son impalata su di lui! Sentivo tutto il suo meraviglioso, palo entrarmi dentro, quando il mio corpo scendeva e, allora, è stato il paradiso. Non ricordo quanto ho goduto, né per quanto tempo abbiamo scopato; ricordo solo che, alla fine, ero quasi svenuta. Da quel giorno, son diventata la sua amante. Per circa sei mesi lui mi ha insegnato tutto: come vestirmi, come truccarmi, mi ha scopato in ogni luogo. Mi esibivo per lui in ogni occasione. Uscivo di casa senza mutandine e, a volte, gli telefonavo mentre era al lavoro, lo provocavo.
«Sono nuda sotto, pensa a quanti potrebbero accorgersene.»
Lui restava un giorno intero col cazzo duro a queste mie parole. Poi mi son iscritta all’università, ho cambiato città, ho conosciuto Gianfranco e tutto è cambiato.
Ho deciso che lui era quello giusto; ci siamo innamorati e, dopo due anni, lui era quasi alla fine degli studi ed abbiamo deciso di sposarci.
Luca quando l’ha saputo, non ha sollevato alcun problema.
«È giusto così, lui sarà il tuo futuro.»
Ha commentato. Da quel giorno la nostra storia è finita. Solo un mese prima delle nozze, una sera, a casa dei miei, mi ha proposto di trascorrere una sera come addio al nubilato; ci ho riflettuto per diversi giorni; la tentazione era forte, ma poi mi son detta che, se l'avessi fatto una volta, lo avrei fatto sempre, quindi lui non ha aggiunto altro e, da allora, Luca, mio padre e mio marito sono amici; spesso vanno a pesca insieme e Luca lo tratta sempre con rispetto. Da allora, sono passati tre anni, le cose vanno bene quasi in tutto, tranne nel sesso; non che Gianfranco non mi scopi, ma la verità è che ce l’ha piccolo, proprio piccolo: è lungo circa quindici centimetri alla massima erezione, mentre io ero abituata al palo di Luca, che era il doppio del suo anche in circonferenza; ma orami avevo fatto la mia scelta. Lui mi lecca, mi eccita, è bravo con le mani, ma quando mi penetra, quasi non lo sento e questo, a lungo andare, ha cominciato col rendermi insoddisfatta, inappagata, ma lo amo e non voglio ferirlo. La svolta è avvenuta circa tre settimane fa: insieme abbiamo visto una nostra amica in atteggiamenti intimi, che non davano adito a dubbi, con un uomo che non era il marito. La sera, a letto, dopo aver fatto l’amore, ne abbiamo parlato:
«Tu come vedi questa cosa?» Mi ha chiesto.
«Credo che lei avrà i suoi buoni motivi per renderlo cornuto.»
Mentre stavamo parlando, mi son accorta che, cosa insolita, lui si era di nuovo eccitato.
«Ma ti stai eccitando? Stai pensando che ti piacerebbe lei o cosa?»
Lui per un momento è rimasto in silenzio, poi mi ha chiesto:
«Tu lo faresti con un altro uomo, oltre me? Prendi Luca: sai, alcuni mesi fa, mentre eravamo a pescare, lo vidi pisciare: ce l’ha proprio grosso e lungo.»
Ero stupita ma, nello stesso tempo, mi stavo eccitando al ricordo del quel palo
«No, dai, che dici? Luca lo conosco e, poi, .... non saprei, no, dai, lui no.»
Lui mi ha guardato,
«E se non fosse lui? Con uno sconosciuto, lo faresti?»
«Mah, sai... forse io...»
Quelle mie parole dovevano averlo fatto eccitare moltissimo, perché mi ha scopato subito, di nuovo, cosa assolutamente insolita nel nostro rapporto.
Da quella sera, siamo entrati su internet alla ricerca di un maschio valido che mi potesse farmi provare certe emozioni; la scelta è caduta su un ragazzo calabrese, di passaggio dalle nostre parti ed ora lui è uscito per incontrarlo e portarlo a casa; ecco, sento la porta aprirsi e mio marito entra in compagnia di un bellissimo fusto, alto, capelli scuri, barba leggermente incolta, da macho. Fatte le presentazioni, lui mi guarda e commenta
Accidenti che bel pezzo di fica: fatti guardare per bene
Mi scruta a lungo, mi rigira, mi aiuta a spogliarmi e subito prende il gioco in mano,
E' proprio una bella fica, me la voglio scopare tutta; dai, andiamo in camera.
Io a quelle parole mi eccito molto: percepisco che potrebbe esser di nuovo il maschio che si possa prendersi cura di me; andiamo in camera, io son già quasi nuda, lui si spoglia velocemente. Un bellissimo cazzo, di notevoli dimensioni emerge dai suoi slip: ne sono subito affascinata.
Sdraiati sul letto
mi ordina; io eseguo e lui si mette subito a leccarmi; la sua lingua si insinua fra le pieghe della mia vagina, la apre, mi succhia il bottoncino, ho subito un primo orgasmo, che mi scuote improvvisamente.
Gli schizzo in bocca il mio primo orgasmo.
Ma è proprio piena! Tranquilla, che questa sera ci penso io a farti scaricare tutta la voglia che hai.
Gianfranco intanto si è messo di lato al letto, mi osserva, poi, lentamente, tira fuori il suo cazzo e si sega delicatamente. Lui lo vede.
Ma tu, credi di poter accontentare una fica così con quel cazzetto? E' ovvio che abbia voglia: ti faccio vedere io come si fa impazzire di piacere una femmina; coraggio bella, che stasera godrai come non mai!!!!
Dopo aver detto questo, si solleva, mi alza le gambe in alto, sopra le sue spalle e mi infila dentro, con decisione, il suo cazzo; lo fa lentamente, dandomi il tempo di gustarmi l'intera introduzione; io godo subito, mi dimentico di tutto e godo! Urlo con tutto il fiato che ho, lui incomincia a limarmi la fica con decisione, lentamente, ma senza fermarsi; perdo la cognizione di luogo e tempo, so solo che godo.
Sono quasi svenuta, gli sento aumentare il ritmo del pompaggio, si gonfia ancora di più dentro di me, poi mi inonda d'improvviso del suo liquido bollente. Lo sento colare dalle labbra della fica ormai dilatata, poi, di colpo, se ne esce, porta il palo ancora duro davanti alla mia bocca.
Dai, succhia, che ti voglio fare anche il culo; e tu, cazzetto, leccalo bene, preparamelo che lo voglio sfondare, dai, fa un bel lavoro, altrimenti rompo il tuo di culo!
Lecco con vigore, mentre sento mio marito che mi fa mettere a quattro zampe e mi lubrifica il culo; lo voglio, non vedo l’ora di sentir dentro quel meraviglioso fallo che sto succhiando; lui me lo sfila dalla bocca e mi si posiziona dietro; mio marito si mette di lato, continuando a segarsi: credo abbia sborrato non meno di tre volte.
Rilassati, bella troia, che ora ti sfondo il culo
Io mi posiziono al meglio per riceverlo, lui sputa ancora sulla sua mano, se ne bagna la punta, poi me lo spinge dentro.
Accidenti che bel culo stretto, rilassati che te lo sfondoooooo!!!…
Con un grido di vittoria, mi si pianta tutto dentro. Avverto l'intrusione del palo fin dentro l’intestino; mi sfonda, godo, godo come non ricordavo da tempo.
Daiiiiiii, ‘daiiiiiiiiiiii, spaccami il culo, fammelo sentire tutto!!!!!!!! Daiiiii..
Lui mi pompa di brutto,
Guarda, cazzetto, come si fa godere questa troia di tua moglie.
Lui ha il viso sconvolto dal piacere, si sega velocemente; io impazzisco di piacere e, d'un tratto, lo sento fermo tutto dentro; una forte sensazione di calore invade il mio intestino: è la sua sborra!!!
Siiiiii ... vacca, tieniiiiiii!
Mi schizza dentro, poi si sfila e me lo porta alla bocca:
Dai succhia e pulisci; finisci il lavoro, troia!!!
Me lo infila dentro la gola quel palo che prende ad assumere dimensioni più umane. Lecco, succhio tutto, poi resto sfinita sul letto, lui si riveste e mio marito lo accompagna alla porta.
E' stata una bella scopata; magari se ripasso, possiamo rifarlo; è una gran troia tua moglie, complimenti.
Gianfranco torna in camera, è raggiante di felicità.
Amore, sei stata grande, mi hai fatto godere tantissimo nel vederti scopata da lui; tu come sei stata, ti è piaciuto? Lo rifaresti? Ti prego, dimmi che lo rifaresti con chiunque tu voglia.
Io lo guardo, sono sfinita e, nello stesso tempo, stupita da quanto vedo che è felice, ma se questo è quello che vuole, decido di accontentarlo. Una settimana dopo, a casa dei miei genitori, incontro Luca; siamo a cena per festeggiare la partenza dei miei e sua moglie per un viaggio che li terrà lontani alcuni giorni; mi avvicino a Luca e gli sussurro:
Domani sera, vieni a cena da me: ho una sorpresa per te.
La sera dopo si presenta puntualissimo, Gianfranco gli apre e lo fa accomodare; io mi presento con una micro gonna e reggiseno che non lascia nulla all’immaginazione, lui resta per un attimo stupito,
Ti piace Claudia, è proprio una bella donna, vero?
Commenta mio marito, lui mi guarda e sorride.
Lo dici a me, l’ho vista diventar donna
afferma Luca e lo sguardo che ci scambiamo è tale da far capire che non servono parole: certo ero fra le sue braccia quando mi ha fatto donna.
Durante la cena mio marito ci serve come un perfetto cameriere, Luca capisce tutto, non devo far altro che spiegargli qualche dettaglio. Finito di cenare, ci sediamo in salotto, io gli prendo il cazzo in bocca ed è così che mi trova mio marito quando arriva con il caffè. Fa un sorriso e dice:
E' brava, vero?
.
Luca sorride, poi si alza e ci rechiamo in camera da letto; lì sono ripetutamente sua, mi scopa come solo lui sa fare, mi impalo su di lui, godo tanto, che, alla fine, svengo quasi.
Mio marito è la maschera della felicità; Luca è tornato ad esser il mio amante, mi scopa tantissimo, viene spesso a casa, anche quando non c’è mio marito e, da alcuni giorni, ha accettato di realizzare un progetto che ha proposto Gianfranco, mettermi incinta.
Lui sarebbe felicissimo di allevare un figlio del mio amante; da un mese ho smesso di prendere gli anticoncezionali e, da una settimana, Luca viene tutti i giorni a scoparmi, riempiendomi la fica di incredibili sborrate; io non vedo l’ora di donargli un figlio e mio marito è raggiante di felicità.