HISTOIRE TITRE: Ti amo cornuto sottomesso 
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Ti amo cornuto sottomesso USA language


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Ti amo cornuto sottomesso

by Patimu
Vu: 1133 fois Commentaires 10 Date: 29-09-2023 Langue : Language

E’ ormai una settimana che sei in castità. Sai che non devi chiedere di essere liberato perché altrimenti il periodo si allunga, vedo che inizi a essere nervosetto. Il tuo ormone pulsa, ma tu devi controllarti e questo mi piace molto. Ieri sera ti ho ordinato di leccarmela a lungo e farmi venire, cosa che tu ovviamente hai fatto, guardandoti bene dal chiedere di poter godere anche tu. Sai che non ti è concesso e, quando lo sarà, sarò io a dirtelo. Sei al lavoro e ti mando un messaggio “Tesoro, questa sera mi vedrò con Ivan, il mio amico di Napoli che è in zona per lavoro”. Tu ne prendi atto e mi chiedi se sarai presente anche tu. Giustamente non chiedi di poter essere presente, ma solo se sarai presente. Cioè se io ho deciso che tu possa presenziare. Ti rispondo che non lo so ancora. Non ho deciso. So che muori dalla voglia di essere li e arrivare almeno mentalmente a quell’orgasmo che ti manca da 7 giorni. Torno a casa dal lavoro un po’ prima, tu sei già a casa. Mi faccio una doccia e poi inizio a prepararmi, indosso intimo sexy, una canotta che evidenzia il seno e una gonna in pelle abbastanza corta. Non mi nascondo, anzi, mi piace che tu mi veda mentre mi sto preparando. Mi osservi attentamente, scopandomi con gli occhi. Infatti sei ingabbiato e il piacere visivo e mentale è ciò che ti è rimasto. “Io sono pronta, ora tocca a te prepararti”. Ti alzi quasi di scatto e ti si illuminano gli occhi. “Vengo anche io allora?”: mi chiedi. “No, viene lui qui, quindi fatti trovare pronto. Anzi pronta dovrei dire” ti dico sorridendo e aggiungo; “Ah, dimenticavo: rosso”. Dopo cinque minuti torni con il tuo bellissimo intimo femminile rosso. “Guarda che bella troietta che sei”: ti dico mostrandoti lo specchio per farti vedere come sei in modo da umiliarti un po’ di più. Ti carezzo le palle e guardandoti negli occhi ti chiedo: ”Avresti voglia di essere liberato?”. “Ho voglia di quello che vuoi tu amore”. Ti sorrido e mi allontano. Suona il campanello, è Ivan e sai che tocca a te andare ad aprire. Ivan è un bell’uomo, alto ed elegante che porta una bottiglia di prosecco ghiacciato. Appena ti vede, ti dà la bottiglia, ti squadra con gli occhi, sorride e non dice altro venendo in contro a me. Ci baciamo, lui mi palpa. E’ da un po’ che non ci vediamo e la passione tra noi c’è sempre stata e non può non esserci anche oggi. “Versaci un po’ di prosecco” ti ordino staccandomi solo un attimo dalle labbra di Ivan. Ci accomodiamo sul divano e poco dopo arrivi tu con il vassoio e i due bicchieri “Abbiamo la cameriera troia personale”: ti dice Ivan, io rido, tu abbassi gli occhi. In fondo so che ti piace. ”Ora giù a quattro zampe da bravo cagnolino”: ti ordino. Ivan ha le mani su tutto il mio corpo, mi toglie la canotta e il reggiseno, io gli sbottono la camicia e limoniamo. Tu sei a quattro zampe, sei tentato di girare la testa, ma sai che non lo puoi fare e così provi a vedere qualcosa con la coda dell’occhio. “Cornuto, toglimi le scarpe” ti dico mentre lui mi palpa a fondo le tette. Tu, come un cagnolino scodinzolante, non te lo fai ripetere due volte, arrivi io ti porgo prima un piede e poi l’altro. Nel frattempo che tu mi liberi dalle mie decoltee nere, Ivan mi succhia prima un capezzolo e poi l’altro. Io godo di lui e guardo te. “Posso?” mi chiedi con un filo di voce indicandomi il piede. Annuisco senza dire nulla mentre la sua lingua torna a intrecciarsi con la mia. Tu inizi a baciarmi e leccarmi i piedi, sento il tuo respiro affannoso e capisco, ancora una volta, quanto tu sia cuck sottomesso. Ivan si sbottona il pantalone e tira fuori il membro. La sua dotazione è molto importante e fa sempre piacere anche solo vederla. Tu, come per istinto alzi gli occhi e io non manco di pungerti:“Guarda che bel cazzo che ha, mica con il tuo moscio nella gabbietta”. Inizio a succhiarglielo mentre tu sei a 4 zampe con la faccia nei miei piedi e hai i piedi di Ivan sulla schiena. Giustamente, deve stare comodo mentre gli faccio un pompino. Lo faccio lento come piace a me e a lui, con tanta saliva e alternando lunghe succhiate a giochi di lingua sulla cappella fino ai coglioni. Lui ansima di piacere e tutta quella situazione eccita molto anche me che mi libero della gonna e del perizoma. Noi siamo nudi, tu sei in intimo femminile. CI alziamo e ti dico “Cornuto portaci nel letto”. Ti alzi e Ivan spegne subito il tuo slancio “Chi ti ha detto di alzarti”. “scusate” dici con sottovoce perché visibilmente eccitato. A quattro zampe fai strada verso la camera da letto e noi ti seguiamo da dietro. Arrivati nella nostra camera Ivan, guardandoti, mi fa notare un particolare:”Credo manchi una cosa”. “Hai ragione” ribatto io, alzandomi e prendendo dal cassetto il tuo plug metallico. Lo porgo alla tua bocca “insalivalo bene che non uso lubrificante”. Tu inizi a succhiare quel plug mentre io e Ivan ti guardiamo ridendo “Devi proprio essere una brava pompinara”: dice Ivan e io aggiungo:“Lo è, lo è”. Tolgo il plug dalla bocca, lo appoggio al tuo buco e delicatamente ma non troppo lo metto dentro. Il tuo culo lo inghiottisce e rapidamente sei pieno. “Ora fai vedere a Ivan come sei brava come pompinara”:. Io e Ivan riprendiamo a limonare e a palparci mentre tu ti avvicini, un po’ titubante, al suo cazzo e lo prendi in bocca come ti è stato ordinato. “Allora è brava?” chiedo dopo un paio di minuti a Ivan. “Si, ma sei meglio tu”. Allora mi abbasso anche io così ci alterniamo il cazzo di Ivan sempre più duro. Siamo tutti molto eccitati, allora mi alzo, apro il solito cassetto e prendo due mollettine, ti scosto il reggiseno e te le applico ai capezzoli e sorridendo mentre te le metto aggiungo:“Regalino”. “Ora però tesoro lasciaci soli, stai qua fuori e ascolta come mi fa godere”, mi abbasso ti do un bacio casto sulla bocca e tu a 4 zampe, con il plug dietro e le mollette ai capezzoli lentamente esci e chiudi la porta. Dopo un buon quarto d’ora di sesso in varie posizioni Ivan è venuto sul mio ventre. Sai che non sono mai silenziosa quando godo e così hai sentito tutto il piacere che mi ha dato. “Vieni pure”, tu entri appena ti guardo in faccia capisco che sei eccitatissimo. Sebbene il tuo cazzo non possa indurirsi è come se lo fosse nella tua testa. Leggo il piacere nei tuoi occhi. Piacere ancora più amplificato dal fatto che non puoi venire. Noi siamo sul letto, nella stanza c’è odore di sesso. Mi alzo e ti vengo incontro, ti carezzo la testa e ti bacio. Mentre sei in quella posizione, quasi in ginocchio, ti tolgo di colpo le mollette e tu accompagni questo mio gesto con un lamento e una parola d’amore:“uhhh, ti amo”. Sorrido beffarda e ti indico lo sperma di Ivan sul mio ventre:“forza, tocca a te”. Mi guardi negli occhi, quasi mi ringrazi con lo sguardo, e poi inizi a leccare tutto. Sei avido e ingordo. Quando hai finito ti sollevo la testa con un dito e guardandoti negli occhi ti dico “Anch’io ti amo”.

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