HISTOIRE TITRE: Avventura da guardone 
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Avventura da guardone USA language


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Avventura da guardone

by spioncino_1_0
Vu: 231 fois Commentaires 5 Date: 27-11-2017 Langue : Language

2012 Racconto di fantasia di spioncino. Chiusi la porta in un lampo, avevo fretta, ero impaziente di andare a vedere se avevano inserito degli aggiornamenti. Era tutto il giorno che ci pensavo. Era estate, gli amici erano tutti sotto la tettoia del bar a ridere e scherzare, ma io non avevo tempo. Un pensiero fisso si stava assorbendo tutte le mie energie. Buttai la borsa e le chiavi sul divano e mi diressi subito ad accendere il pc. Ero in preda ad una spasmodica frenesia, volevo capire se era lei. Durante l’inverno le serate del paese non offrivano grandissimi svaghi, così per noia o non so cos’altro avevo iniziato a frequentare un forum di sesso in internet. Dapprima iniziai saltuariamente, per curiosità, poi sempre con maggiore assiduità. Da alcune settimane avevo notato una ragazza su un forum per scambisti, molto carina, aveva un fascino che mi conquistava. Ogni volta che mi collegavo andavo a curiosare se avesse aggiornato la sua pagina con nuove immagini. Conoscevo le sue foto a memoria, ero ipnotizzato da tanta bellezza. Cercavo di interagire commentando ogni foto alla ricerca di un cenno, di un sego da parte sua. Con il passare dei giorni si era creata una sorta di complicità, o almeno a me piaceva pensare che fosse così. Era una sorta di gioco erotico emotivo, in base ai commenti, miei e degli altri, la foto cambiavano, diventando a volte più esplicite a volte piu’ numerose, intervallate anche da intervalli di silenzio. La ragazza ed il suo lui, il suo complice ci sapevano fare, tenendoci tutto col fiato sospeso in attesa di un nuovo contributo. Adesso, pero’, nella mia testa c’era un dubbio che mi attanagliava, io quella credo di conoscerla!!!!! Dalla sera prima continuavo a pensare che l’oggetto dei miei sogni erotici fosse una ragazza di un paese vicino, una conoscente. Così una volta acceso il computer andai a rivedermi tutte le sue foto in cerca di un dettaglio di qualcosa che mi potesse dare la risposta che volevo. Passai un paio d’ore buone nella mia investigazione senza raggiungere un risultato definitivo, ma il mio dubbio era sempre più forte. Ormai era tardi per cenare, uscii con l’idea di mangiare qualcosa in giro. Passarono parecchi giorni in cui a intervalli più o meno frequenti pensavo a lei ma, il lavoro e le cose della vita quotidiana mi avevano in parte distratto dal mio pensiero fisso. Un pomeriggio in compagnia di amici andammo in piscina, entrammo nella biglietteria e la vidi dietro al bancone del bar, faceva la barista. Subito ebbi un brivido, provai un’emozione forte nel vederla. Se solo sapesse quanto l’ho desiderata e quello che ho immaginato di fare con lei…. La manata sulla spalla del mio amico, che mi incitava ad andare avanti per pagare l’ingresso mi riporto’ alla realtà. Passai un paio d’ore sdraiato al sole in cui mi continuavo a ripetere che dovevo andare a dirle qualcosa, sì, ma cosa?!. All’ora di pranzo andammo al bar a mangiare, c’era troppa gente, non sarei riuscito a dirle nulla, va beh forse meglio così. Continuavo a guardarla, credo se ne sia anche accorta, era bellissima e più la guardavo più mi convincevo fosse lei!. A metà pomeriggio, aiutato dal fatto che i miei amici erano tutti impegnati a fare altro mi alzai dal lettino e mi diressi deciso al bar. Non c’era molta gente al bancone, solo pochi bambini che guardavano il cartellone dei gelati. Mi sedetti al bancone, lei era lì che riordinava dopo in subbuglio dell’ora di pranzo, si giro’ mi sorrise e mi chiese se avessi bisogno. Si, le dissi, vorrei una coca. Lei si avvicino porgendomi il bicchiere, io la ringraziai, cercando di iniziare un discorso sfruttando il fatto che, di vista, ma ci conoscevamo. Dopo alcuni minuti che chiacchieravamo, lei era tranquilla non c’era nessuno e credo le facesse piacere fare quattro chiacchere, andai al sodo e le chiesi secco se ElenadiAchille (questo era il loro nickname) fosse lei. Si imbarazzo un po’ ma mi disse di sì , che avevo indovinato, io le dissi il mio di nik e lei mi rispose veloce che le faceva piacere che apprezzassi le sue foto e si allontano. Io non troppo convinto di aver fatto la cosa giusta, non volevo metterla a disagio, me ne tornai dai miei amici. L’estate passo’ quasi per intero senza altri incontri diretti, io continuavo ad andare in piscina, comportandomi tranquillamente, come se nulla fosse, e lai mi salutava e a volte si scambiava qualche battuta, specie se c’era un’altra persona che conoscevamo entrambi, ma nessuno tornava sull’argomento. Nel mondo virtuale anche, io continuavo ad essere un loro spettatore interessato e loro con educazione rispondevano ai miei commenti, ma nulla di straordinario. Una mattina all’improvviso pero’ venne in ufficio suo marito. Anche con lui ci conoscevamo di vista, abitavamo in un piccolo centro e anche se non ci eravamo mai frequentati ci siamo sempre incrociati, fin da ragazzini. Mi disse che lei le aveva raccontato e che avrebbero voluto coinvolgermi, anche se solo come spettatore per un loro set fotografico. Io gli risposi che la cosa mi faceva piacere, che ne ero contento. Allora lui mi disse di andare a cena da loro giovedì sera alle otto e mi lasciò l’indirizzo su un post it. Io ero veramente super eccitato, beh insomma, dopo tutti quei mesi a guardare su internet la bellezza dal corpo di quella ragazza adesso l’avrei vista dal vivo, nuda e chissà in quale posa. Era strano ok, non era l’esperienza che sarei corso a raccontare agli amici, pero’ era davvero un gran bell’invito quello che mi avevano appena fatto. Finalmente l’alba di quel desiderato Giovedì giunse. Era una bella giornata di sole e io mi sentivo strano, più del solito. Andai al lavoro, ma la testa era già orientata a quello che sarebbe successo la sera. Ero eccitato ma avevo un po’ di timore. Insomma non è una cosa “normale” andare a casa di una coppia a guardarli durante la loro intimità. Mi sentivo imbarazzato e non potevo nascondermelo. Uscito dal lavoro passai a comprare dei fiori e una bottiglia di vino, non volevo fare il maleducato e presentarmi a mani vuote. Corsi a casa, mi feci una doccia, mi cambiai e mi diressi verso casa loro. Arrivato davanti l’indirizzo indicato dal postit tirai un lungo sospiro e suonai il campanello. Pochi secondi e lui venne ad aprirmi la porta. Con un sorriso mi disse: Ciao, sei puntuale come un orologio, entra pure accomodati. Si allontano un poco mentre io entrato ero distratto a guardare la casa e a cercare con lo sguardo dov’era lei. Lui mi si avvicinò con mano la macchina fotografica e dicendomi se ero capace ad usarla, che stasera quello era il mio ruolo. Io risposi di si. Passarono ancora un paio di minuti durante i quali rimanemmo lì a parlare del più e del meno quando dal corridoi apparse lei. Era bellissima. Scarpe con i tacchi, una minigonna nera, gambe abbronzate che sembravano ancora più belle del solito, una mogliettina trasparente che lasciava vedere il suo fisico asciutto e un reggiseno nero. Lei mi strinse la mano e mi bacio’ sulla guancia invitandomi ad accomodarmi nel salotto di casa per la cena. L’appartamento era piccolino e molto ordinato. Mi sedetti al tavolo insieme a lui, mentre lei scomparve di nuovo. La tavola era apparecchiata in maniera sobria senza sfarzi ma lasciava presagire una cena vera e propria. Lei ritorno’ da noi sorreggendo una pentola di pasta asciutta fumante e, appena riuscii a capacitarmene, era senza reggiseno. La maglia trasparente lasciava vedere un seno piccolo e sodo, con due capezzoli che spingevano verso il tulle della maglia. Lei ci servì e si sedette a mangiare con noi. Chiacchierammo amichevolmente mentre mangiavamo. Io scattai anche un paio di foto ai miei ospiti, iniziavo a entrare nella parte, ad recitarmi. Non so, ma mi stavano mettendo a mio agio. Finito il primo lei, da brava padrona di casa si alzo, raccolse i nostri piatti e scomparve un’altra volta in cucina. Quando ritorno, con in mano un vassoio di roast beef, che dopo scoprii essere anche molto appetitoso, non indossava la gonna. Era rimasta solo con un perizoma nero, di pizzo, le autoreggenti, e la maglia trasparente. D’istinto imbracciai la macchina fotografica e le scattai alcune foto. Lei sorrise e, stando al gioco, si mise a sfilare davanti a me che continuavo a fotografarla. Soddisfatta, ci servì il secondo e si sedette a sua volta a mangiare. Durante la cena la conversazione continuava tranquilla, senza nessun riferimento a quello che stavamo facendo. Terminato il secondo si alzo di nuovo, fece una breve camminata per la stanza in modo di darmi occasione id fotografarla e ritorno’ in cucina con i piatti sporchi in mano. Dopo alcuni minuti ricomparve sostenendo una tortiera e un cesto di frutta nell’altra mano, ma si era cambiata la maglia. Adesso indossava una sorta di copri spalle di pizzo con le maniche a ¾, che lasciava completamente scoperto il suo bellissimo seno. Fece un lungo giro di sfilata durante il quale io la fotografai innumerevoli volte e si mise a sedere. Mangiammo una deliziosa torta con panna e frutta fresca e la conversazione proseguiva allegramente, sembrava non avessero nessuna fretta. Restammo a parlare una ventina di minuti dopo aver terminato il dolce quando lui si alzo e torno’ con 3 caffè a sedersi al tavolo. Bevemmo il caffè con tranquillità e si alzo’ lei e scomparve nelle stanze dell’alloggio. Dopo alcuni minuti rieccola, questa volta con indosso una sottoveste nera, era sempre più bella, io mi affrettai ad imbracciare la macchina fotografica e iniziare a scattare le foto. Questa volta lei voleva farsi fotografare, si spostava lentamente, mettendosi in posa, senza nessuna fretta di spogliarsi. Scattai non so quante foto quando lei si chinò in avanti, io ero dietro che fotografavo, la sottoveste si ripiegò sulla schiena lasciando scoperto il suo meraviglioso sedere, completamente nudo e impreziosito da un plug anale di Swarovski. Era davvero uno spettacolo indescrivibile, la sua patatina, ben depilata lasciava vedere i suoi umori. Lei sapeva che così iniziava davvero ad eccitarmi e sapeva giocarci molto bene in un susseguirsi di pose. Ad un tratto lui, che fino a quel momento era restato seduto in silenzio a godersi lo spettacolo, la chiamò a se’. Lei che era dall’altro lato della camera si legò i capelli facendosi la coda e andò dal da lui. Si sedette a cavalcioni sulle sue gambe mentre le mani del suo amante la toccavano dappertutto. I due si baciavano appassionatamente e io in piedi nella stanza continuavo a scattare. Adesso anche lei iniziava a toccare e spogliare lui, mentre continuavano a baciarsi. Lui la baciava dappertutto, sulla bocca, sul collo, sul seno in un impeto di passione. I due sembravano avere mille mani. Lui ogni tanto nel palparle il sedere le apriva le natiche per farmi vedere quanto lei fosse eccitata e per farmi vedere quel gioiello che le impreziosiva l’ano. Dopo parecchi minuti lei si alzo e si inginocchiò davanti alla sedia del suo lui. Gli sbottonò i pantaloni e gli regalò un pomino morbido e lento. Io mi sentivo scoppiare, quasi mi domandavo come facesse il ragazzo a non venire. Lui d’un tratto la fermo, la fece alzare e alzandosi a sua volta la spinse verso il muro. Facendole appoggiare le mani al muro iniziò a penetrarla da dietro con vigore. Io non smettevo un attimo di fotografare la passione di questi due. Ero vicino a loro, quasi di fianco a lui che fotografavo la scena. Lei aveva la schiena sudata, vedevo l’asta del pene di lui affondare nel suo sesso e la pietra di Swarovski che brillava sopra. A un certo punto lui estrasse il plug e si diresse nuovamente alla sedia. Lei come un riflesso incondizionato lo segui e in silenzio si risedette sopra di lui afferrandogli il membro, risistemandolo nella sua fica e iniziando a cavalcarlo. Lui inizio a baciarla e toccarla dappertutto. Io adesso ero li di fianco alla sedia che fotografavo. Quando mi spostai dietro di lei, lui, che non aspettava altro, allargo le natiche della sua amante per mostrarmi il suo ano dilatato dalla permanenza del plug. Io dopo pochi istanti, senza accorgermene tirai fuori il mio pisello e iniziai a masturbarmi davanti a loro. Appena ebbi un attimo di lucidità e mi accorsi di quello che stavo facendo smisi e ritornai a fotografarli. Lei continuava a muoversi sopra di lui con sempre maggiore foga. Quando sentì che il ragazzo ne aveva a sufficienza si alzò si alzo, spingendomi un poco indietro e restando con le gambe tese e il busto proteso in avanti inizio’ nuovamente a spompinarlo. Credo lo facesse apposta, io così avevo una visuale completa dei suoi genitali, voleva mostrarsi dopo l’amplesso. In breve il suo lui l’inondo’ di piacere, lei si mise dritta in piedi sorridendogli. Lui a questo punto si alzo’ dalla sedia e se ne ando’ in una altra stanza. Lei si sedette sulla sedia. A desso eravamo uno davanti all’altra, lei nuda seduta e io in piedi con la macchina fotografica in mano e i pantaloni slacciati con il pisello nell’altra mano. Ridendo lei mi fece cenno di fare un passo avanti e continuare. Ero imbarazzato, ma troppo eccitato per non farlo. Avanzai continuando a masturbarmi, lei mi guardava sorridendo. In breve le venni letteralmente addosso. Lei non fece una piega, allungo’ una mano e mettendola sopra la mia mi aiuto’ a fare gli ultimi movimenti, quasi a volermelo strizzare, a fare uscire tutta l’eccitazione che mi aveva procurato. Poi si alzo, si diresse verso il tavolo prese un tovagliolino di carta e me lo passo. Spari’. Dopo una decina di minuti, lunghissimi, durante i quali io rimasi nella stanza in piedi frastornato, ritornarono entrami. Sorridenti e molto gentili mi ringraziarono e dopo una stretta di mano mi congedarono. Ritornai a casa come un automa, rintronato e mi misi a letto. L’indomani, tornato dal lavoro, mi collegai al sito dove tutto era cominciato e vidi che avevano postato parecchie delle foto che gli avevo scattato con tanto di riferimento e ringraziamento al mio nick. Postai alcuni commenti gentili e mi scollegai.

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