Libera di essere troia.
by pennabiancaVisto: 1729 volte Commenti 9 Date: 25-11-2020 Lingua:
Appena la porta della sala operatoria si apre, scatto in piedi. Disteso sulla lettiga, c’è mio marito Paolo, è stato sottoposto a un intervento di fimosi. Siamo sposati da venticinque anni, con una figlia già grande in giro per il mondo. Circa sei mesi fa, lui ha cominciato ad avere sempre più difficoltà, durante l’erezione, a scappellare il membro. Col passare del tempo, il problema è sempre più aumentato. Dopo un mese ha preso contatto, con un suo caro amico d’infanzia, Carlo. Un bell’uomo della stessa età di mio marito, che di professione fa l’urologo. Paolo e lui, si conoscono dalle elementari, poi finiti gli studi, Paolo è diventato ingegnere, mentre Carlo è andato all’estero, per finire la specializzazione in urologia. Da circa tre anni è tornato nella nostra città, e quando è stato contattato da mio marito, si è subito offerto di risolvere il problema. La sera prima del ricovero, è venuto a cena da noi. Lui scapolo, ha passato la serata, a parlare dei loro divertimenti, con le ragazze, durante la gioventù. Ed io, molto spesso, mi sono spesso sentita osservata, il suo sguardo, è scivolato addosso al mio corpo in maniera sempre discreta. Con il problema che ha Paolo, sono circa due mesi, che non faccio sesso, quindi sentirmi il suo sguardo, che scrutava il mio corpo, mi ha fatto un certo effetto. In più c’è da aggiungere, che ero vestita abbastanza leggera, per il caldo. La mia camicetta, aveva due bottoni di troppo aperti, questo, ha permesso a lui, di insinuare più volte i suoi occhi, dentro la mia scollatura. Ho anche avuto l’impressione, che mio marito si sia accorto della cosa, e che sembrava compiaciuto delle attenzioni, che il suo amico mi rivolgeva. Sistemano mio marito dentro una camera, dove c’è solo lui. Mi avvicino e gli chiedo come va, com’è stato l’intervento, ma prima di Paolo le risposte le ho direttamente da colui, che ha eseguito personalmente l’operazione.
«Tranquilla, è andato tutto bene, ora dovrete avere un poco di pazienza, poi tornerà a farti divertire come prima.»
Lo guardo, poi mi giro verso mio marito, i nostri occhi s’incrociano, in uno sguardo ricco di significati per noi. Certo, non mi posso lamentare, ma dire, che lui mi faceva divertire, non è proprio la definizione corretta, al massimo sono arrivata qualche volta all’orgasmo, ma per il momento è un dettaglio secondario. Mi offro di passare la notte con lui, ma sia Paolo, che Carlo, insistono, che ci sono delle bravissime infermiere, che si prenderanno cura di lui. Carlo chiede se voglio andare a mangiare qualche cosa, ma io rifiuto.
«Sei stata tutto il giorno chiusa qua dentro, dai vai a cena con lui, io qui non ho bisogno di nulla, e tu invece sei stanca, e oggi non hai toccato cibo.»
L’insistenza di mio marito, finisce per convincermi. Usciamo insieme.
«Vuoi passare a casa per darti una rinfrescata?»
Mi chiede Carlo. Io annuisco, e poco dopo, siamo a casa mia. Lui si siede sul divano, io mi faccio una doccia veloce, esco e vado in camera con solo l’accappatoio. Cerco un vestito per la sera ma, resto indecisa, torno da lui, con in mano due capi diversi.
«Preferisci che indossi questo, o il completo?»
Gli chiedo ponendomi davanti con i due capi in mano, vestita solo dell’accappatoio corto, che tenendo le braccia alte, mostra una buona porzione di coscia scoperta. Lui ammira le mie gambe, poi indica il vestito, mi giro torno in camera, ma lascio volutamente la porta socchiusa. Sento i suoi passi avvicinarsi alla porta della camera, sicuramente mi osserva, io resto girata di spalle a lui, apro l’accappatoio, e nuda, incomincio a vestirmi. Mi eccita sapere che mi guarda. Io non sono proprio una moglie fedelissima, negli anni passati, ho tradito alcune volte mio marito. Alcuni anni fa, trovai delle tracce di rossetto, sul collo della, camicia di Paolo. Da allora, ogni tanto mi concedo un’avventura, rapida e anonima. Vado in un’altra città, mi faccio scopare da un perfetto sconosciuto, poi ritorno, e tutto torna nella normalità. In questi ultimi anni ho smesso di tradirlo, ma da un poco, mi sono resa conto, che dai discorsi, che mio marito mi fa, a lui certe idee trasgressive non dispiacciono, specie quando facciamo sesso. Anche le ultime volte, mentre mi penetrava, dopo aver indugiato a lungo nei preliminari, mi ha ripetutamente chiesto di immaginare, che in quel momento, ci fosse un altro nel letto con noi. In principio mi dava fastidio, ma ho notato che, lui si eccitava di più, e quindi l’ho assecondato. In considerazione, che lui non ha una grande dotazione, quando mi scopa, viene velocemente, con questo giochetto il suo cazzo tornava rapidamente duro, e lui continuava scoparmi portandomi anche all’orgasmo. Non essendo ancora estate, la sera è più fresco, quindi decido di indossare delle autoreggenti nere.
Carlo mi osserva, ora lo vedo, dal riflesso sullo specchio. Indosso le scarpe con il tacco alto, e per ultimo il vestito, senza reggiseno ne mutandine. Quando devo chiudere la lampo, posta dietro al vestito, senza voltarmi lo chiamo.
«Mi aiuti con la lampo?»
Si avvicina in silenzio. Afferra la stoffa e chiude la cerniera, appoggia le mani sulle spalle, mi guarda attraverso lo specchio.
«Sei molto bella.»
Spingo indietro il mio corpo, sento un notevole bozzo appoggiarsi, per alcuni secondi al mio fondo schiena, mi eccito subito, resto a guardarlo attraverso lo specchio. Lunghi interminabili secondi, i nostri occhi si guardano, non seve altro. Mi gira, le sue labbra incontrano le mie, si uniscono in un bacio furioso. La sua lingua entra prepotente in me, io la succhio, lui, mi strige a se. Tutto il desiderio represso di due mesi, emerge prepotentemente, sono un fuoco che brucia, sento la mia passerina inumidirsi, colare allo stesso tempo. Le sue mani, mi stanno spogliando rapidamente, mi ritrovo nuda, con solo le calze. In preda a un desiderio erotico, mi abbasso davanti a lui, la mia immagine e riflessa nello specchio, apro i suoi pantaloni, ed estraggo il suo membro. Duro, molto più grande di quello di mio marito, lo osservo, ne aspiro l’odore di maschio, che mi eccita da morire, apro la bocca, e comincio a leccare il glande delicatamente
Un lungo gemito esce dalle sue labbra, si spoglia, in un attimo ci distendiamo sul letto, rovesciati. Mentre continuo a leccare quel palo, che mi sembra, crescere sempre di più, lui insinua la sua lingua dentro le pieghe della mia vulva, si sofferma sul bottoncino, lo succhia, lo aspira e stringe fra i denti.
Gemo, piena di desiderio come sono, non gli ci vuole molto a farmi godere.
«…Vengo! …si… dai scopami…Prendimi ti voglio!»
Lui con calma mi rigira, e disteso sotto di me, mi fa impalare su di lui. Resto per un momento senza fiato.
«…oddio…si…è…bellissimo…VENGO!.... vengo! …Si… »
Stupita, da uno sconvolgente orgasmo, mi distendo su di lui, che mi lascia il tempo di rilassarmi. Poi mi afferra, e gira di lato, solleva la mia gamba sinistra, su di lui, e incomincia a limare il suo palo dentro, e fuori di me. Mi spinge dentro il suo cazzo, in maniera lenta e continua, lo sento sempre più in profondità. La mia vulva si apre, e chiude al suo passaggio, aspirandolo in maniera tale, che ho la sensazione di mungerlo. Il canale vaginale ed i muscoli pelvici, hanno preso a contrarsi e rilassarsi, stringendo e allentando la presa sul pene, mi sembrava che stia entrando sempre più dentro di me.
« …Si… dai… sbattimi… aaahhhh … Vengo …»
L’ennesimo orgasmo, è il segnale per lui, che è giunto il momento di godere, lo sento aumentare, poi esplode dentro di me, con un affondo potente.
«Adesso! …eccomi …tieni… sborro!»
Si immobilizza dentro di me, mi scarica una quantità industriale, di liquido bollente. Sconvolta dal piacere, mi stacco da lui, mi abbasso, prendo in bocca il suo membro, appena uscito da dentro la mia vulva, che ora cola dei suoi umori. Lo infilo in gola, lo succhio. Mi fa morire di piacere, sentire lui, che mi rigira di nuovo, affonda due dita, dentro la mia fica, ed estrae il seme, che vi ha schizzato, e incomincia lubrificarmi il forellino anale. Succhio con passione il suo cazzo, che rimane duro, e teso, lui intanto ha provveduto, a prepararmi dietro, quando mi rigira, non ho dubbi, su dove vuole infilare il suo durissimo palo. Sento la grossa cappella spingersi dentro il retto, resto immobile per agevolare l’inculata. Non ho usato di recente questo foro, solo prima di sposarmi, mi facevo sbattere il cazzo in culo per restare vergine, per il matrimonio, e mi piaceva moltissimo. Paolo non è un grande estimatore, lui preferiva schizzarmi davanti. Godo, sento tutti il cazzo dentro, e godo, lui mi pompa con forza e impeto.
«…Tieni troia! … Senti come ti sfondo il culo! … Sei una vera troia! »
Mi pompa fortissimo, lo incito.
«…Si… dai… spaccami il culo… si vengo …dai… ooooohhh… si …VENGO! …ora!…»
Il primo orgasmo anale, che non provavo da tempo, mi scuote più e meglio, di tutti quelli avuti prima. Tremo scossa dal piacere, lo incito ancora.
«Più forte! Dammelo tutto! Dai che vengo… aaahhh …si eccomi sto…. godendo!»
Sono sconvolta da un fortissimo orgasmo. Contraggo i muscoli anali, e lui non resiste, lo sento infilarsi sempre più velocemente in me, poi viene copiosamente nel mio culetto.
«Si troia...ora! …eccomi… si…senti come ti sfondo questo culo stupendo! adesso… SBORRO!»
Sento un calore intenso, inondare il mio retto. Sfiniti, restiamo distesi, poi io mi separo da lui, mi giro e lo guardo in faccia.
«Grazie, sei stato fantastico, ne avevo un disperato bisogno.»
Lui mi sorride.
«Lo sapevo, era la preoccupazione maggiore di Paolo. Mi ha fatto promettere, che mi sarei occupato di te, durante tutta la convalescenza, quindi, ora facciamo una doccia insieme, poi andiamo a cena.»
Lo guardo stupita, cerco di capire e lui intuisce la mia perplessità.
«Da quando sono tornato, io e tuo marito siamo tornati, ai vecchi sistemi, che avevamo ben collaudato da ragazzi. Una femmina scopata in due. Lui abile linguista io più dotato, abbiamo fatto impazzire più di una donna. Quando si è verificato il suo problema, mi ha chiesto di aiutarlo in tutto anche con te.»
Ci facciamo la doccia insieme, poi andiamo a cena, ma al ritorno passiamo a casa sua, dove resto a dormire. L’alba ci sorprende ancora uno nelle braccia dell’altro, mi scopa con forza, godo meravigliosamente. Quando torno in clinica, con lui, vado da Paolo, lui ci osserva, vedo il gesto d’intesa, sorrido.
«Dunque avevi progettato tutto, e se io non fossi stata d’accordo?»
Loro si guardano, poi Paolo ride.
«No, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto. In passato, ti ho visto una volta fare la troia, con tipo della sua corporatura. Tu non mi hai visto, per il semplice motivo che, io stavo scopando nello stesso alberghetto, dove sei entrata tu. Se vuoi, in questo periodo che io non sono operativo, puoi fare quello che ti pare, ma se scopi con lui soltanto te ne sarei grata, considerando che io da quella volta ho smesso di avere altre troie.»
Rifletto un momento.
«Accetto, ma a una sola condizione, che appena il tuo funziona, mi prendete in due, muoio dalla voglia di sentire due dentro di me, altrimenti, poi che mi hai appena concesso il permesso di essere troia, mi vado a cercare due maschioni, che mi sbattono.»
Loro si guardano e sorridono.ma è Carlo che ribatte.
«Se per il momento ti accontento io, bene, altrimenti, provvederò, a trovare un valido aiuto fin quando lui non si sarà rimesso.»
Io abbraccio mio marito, lo bacio, e rivolta a loro aggiungo.
«Per ora mi vai bene tu, ma se hai un terzo tienilo in caldo, sai mi potrebbe venire il desiderio di provarne tre dopo averne assaggiati due!»
Ci mettiamo a ridere mentre dentro di me sento che ci sarà davvero un grande cambiamento.