RACCONTO TITOLO: Scambio separato, 2ª parte (visto da lei) 
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Scambio separato, 2ª parte (visto da lei) USA language


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Scambio separato, 2ª parte (visto da lei)

by COPPIALIBERAFI
Visto: 1247 volte Commenti 16 Date: 15-08-2021 Lingua: Language

Una volta tornati a casa dal weekend passato con Francesco e Diletta, io (Luna) e mio marito Pietro non siamo riusciti ad arrivare neppure in camera da letto. Già in cucina ci eravamo tolti gran parte dei vestiti con le mani che andavano dappertutto.
Nonostante la nottata trascorsa, la voglia di…saltarci addosso era ancora molto forte, come è sempre stata.
In particolar modo, dopo gli incontri.
Abbiamo cominciato a fare l’amore tra la cucina e il salotto, in corridoio, fino ad arrivare sul nostro letto che tante volte ci ha visto ridere e godere.
Ma faccio un passo indietro…
Ultimamente, nelle varie serate passate con altre coppie, o a qualche party privato, anch’io ho cominciato a scoprire e ad apprezzare questo mio lato…voyeuristico che, già da tempo presente in Pietro, prima forse non riuscivo a capire del tutto, considerando le emozioni che mio marito mi raccontava di provare nel vedermi fare sesso con altri uomini.
Ultimamente, però, mi sono accorta di provare un sottile piacere misto ad orgoglio, nel vederlo in azione con una o più donne che non fossi io.
Dopo aver fantasticato spesso in particolare sulla coppia di nostri amici, diciamo i preferiti, abbiamo deciso di…buttarci, stavolta con un approccio un po’ diverso dal solito.
Un bel po’, a dire il vero.
Dopo aver trascorso questo mezzo weekend con loro, una volta ritrovati e rientrati a casa, ci siamo raccontati le prime impressioni, su cosa era successo e su come era andata.
Naturalmente, ci è voluto una buona parte della domenica, perché spesso interrompevamo i nostri racconti per riprendere a fare l’amore…
Poi una pausa, qualcosa da bere, e il racconto riprendeva, per poi interrompersi di nuovo.
Alla fine, abbiamo deciso di scrivere le nostre sensazioni, così come le ricordiamo.
Ognuno con la sua versione.
Tralascio la parte organizzativa, perché ha pensato tutto Pietro, insieme a Francesco.
Ma partirò da quando ci siamo trovati noi quattro al bar dove ci eravamo dati appuntamento per l’aperitivo, sabato sera.
Anzi, da poco prima.
La serata, me la ricordo così…

Quindi, alla fine abbiamo deciso.
Una modalità di incontro nuova…era da tanto che ne parlavamo io e lui, ma l’idea dello scambio separati non è che ci andasse molto a genio.
A meno che…a meno che non facessimo in un altro modo.
E per potersi fidare ciecamente, le uniche persone con cui avremmo potuto condividere questa nostra voglia di giocare per noi nuova, non potevano che essere Diletta e Francesco, coppia innamoratissima, unita e complice.
Come noi.
Compagni di tante serate di giochi con cui abbiamo stabilito un feeling che va oltre il sesso, ma che rasenta l’amicizia, quella con la A maiuscola.
Sarà per quello che, non appena abbiamo cominciato a parlarne con loro, l’idea ha preso subito corpo.
Ciononostante, mentre ci prepariamo per uscire, sono un po’ nervosa.
La gelosia non c’entra, ma qualcosa che mi rende un po’ inquieta, ancora c’è.
Anche dopo tutti questi anni in questo pazzo mondo swinger.
Mentre mi preparo e mi vesto (poco) penso che stasera voglio essere sciolta e disinibita.
Per mio marito, il mio vero e unico amore.
Voglio essere porca come piace a lui, ma anche per i nostri amici.
E anche perché lo voglio io.
Arriviamo al bar dove abbiamo fissato, Diletta e Francesco sono appena arrivati anche loro e ordiniamo un giro di spritz per tutti.
Diletta è veramente bella stasera, e vedo che Pietro se la sta mangiando con gli occhi.
Ma anche Francesco mi sta squadrando da capo a piedi e mi accorgo che il suo sguardo si sta facendo malizioso e carico di promesse.
Promesse ovviamente ricambiate, con uno sguardo intenso (uno dei miei, come mi dice spesso Pietro) che gli ho riservato per l’occasione.
Dopo mezz’ora di chiacchiere, ci facciamo portare il conto e, una volta pagato, Francesco fa per alzarsi.
Mi sorprende, dal momento che mi prende la mano come farebbe con Diletta, sua moglie, dicendo che non vorrebbe rischiare di perdere il tavolo prenotato al ristorante.
Allora ci salutiamo tutti. Ovviamente sia io e mio marito, che l’altra coppia, ci baciamo appassionatamente prima di accomiatarci, non senza aver sussurrato all’orecchio gli auguri di rito per una serata che sarà sicuramente intrigante.
Ci avviamo alle auto.
Mentre Francesco mi apre cavallerescamente lo sportello, il mio vestitino nero, già molto corto di suo, sale ancora di un bel po’.
Ma dato che Lui sembra apprezzare molto, decido di non farlo scendere, e mi accomodo sul sedile accanto al guidatore, che nel frattempo si mette al volante.
Prima di partire, si avvicina al mio orecchio e, quasi alitandomi sul collo (cosa che mi fa impazzire) mi sussurra un “sei uno schianto, Luna” che già mi fa smuovere qualcosa laggiù in basso.
Partiamo, e lui mi annuncia che il tragitto sarà di quindici minuti, più o meno.
Ho tante idee in testa, vorrei cominciare a rompere subito gli indugi e gli imbarazzi. Sono eccitata ma anche quasi come paralizzata.
Lui sembra leggermi nel pensiero, perché subito mi chiede: “nervosa…?”
Stavo pensando a cosa o come rispondere, quando Francesco prosegue: “tranquilla, passeremo una bella serata, e non faremo niente che tu non vorrai fare”.
Così facendo, appoggia delicatamente la mano destra sulle mie gambe.
In quel momento non ho riflettuto neppure per un secondo, non ho proprio pensato.
Mi sono lasciata andare, forse perché era proprio quello che volevo fare in quel momento.
Ho preso la sua mano, girandola, e l’ho spostata sotto al vestito, aiutandolo a farsi strada sotto il perizoma che indossavo.
Sotto ero già un lago, e mi sono accorta che una piccola chiazza bagnata si stava allargando sul sedile. Le sue dita intanto già mi frugavano tra le grandi labbra facendomi godere intensamente solo a quel piccolo tocco.
Restiamo così, in silenzio, lui che guida con la sinistra, mentre la destra è impegnata in un ditalino che mi sta facendo venire a ripetizione.
Fortuna che l’auto che sta guidando ha il cambio automatico e non deve interrompersi per cambiare marcia. Ormai il sedile è già quasi completamente zuppo del mio piacere, che siamo arrivati al ristorante.
Un po’ in trance, cerco di ricompormi mentre lui mi passa gentilmente dei fazzolettini, per nulla turbato da questi ultimi minuti.
Parcheggiamo e scendiamo per entrare al ristorante.
È un posto che già conoscevo, dove siamo stati tempo fa io e Pietro, ma dove per fortuna non mi conosce nessuno, giusto per evitare riconoscimenti imbarazzanti, in compagnia di un altro uomo.
La cena procede tranquilla, il posto ha un’atmosfera calda e intima, con candele e rose ai tavoli.
Mangiamo di gusto, facendo fuori una bottiglia di vino in due (anche se ho il forte sospetto che il suo continuo riempirmi il bicchiere facesse parte di…un piano strategico)
Francesco mi mette a parte degli accordi riguardanti le foto che lui e Pietro si scambieranno.
E che ovviamente faranno vedere anche a me e Diletta.
Quante e di che tipo.
Ok, d’accordo, ci sto.
Manco a farlo apposta, dopo qualche minuto il suono del cellulare di Francesco, avverte che è arrivato un messaggio con foto.
Lui prende il telefono, guarda, sorride.
Poi me lo porge, e vedo la parte bassa di mio marito e di Diletta, praticamente le loro gambe, immagino seduti vicino.
L’angolo del tavolo di un ristorante.
Lei con un bicchiere di vino in mano.
La mano di Pietro abbondantemente oltre lo spacco del vestito di lei. Posso intravedere distintamente il pizzo delle sue mutandine.
Sono sicura che anche Pietro si sta godendo il momento, come me.
Come detto, ci sto.
La cosa ha cominciato ad eccitarmi, e penso a quale potrebbe essere la foto di risposta da mandare a mio marito.
Chiedo a Francesco ma lui mi risponde che “qualcosa mi verrà in mente, arriverà il momento giusto”
Continuiamo la cena, poi, poco prima del dolce ho bisogno di andare in toilette.
Chiedo e me la indicano, la raggiungo, non c’è nessuno.
Uscita dal bagno mi trovo davanti allo specchio per sistemarmi.
Il rumore della porta che si apre.
Intravedo Francesco che brandisce il cellulare pronto a scattarmi una foto.
Sperando di indovinare il suo pensiero, mi piazzo in posizione di sfida, sempre di fronte allo specchio, dandogli leggermente le spalle, ma appena voltata verso di lui.
Mi viene quasi naturale di alzare il vestito fino quasi alla vita, scoprendo il mio lato B incorniciato da un bel perizomagioiello che mi ha regalato Pietro.
Francesco scatta, e immagino che subito invierà a Pietro la prima prova fotografica…per pareggiare i conti.
La cena termina con un dolce buonissimo e con l’ultimo brindisi.
Mi sento leggermente brilla ma tutto sommato bene, sciolta, leggera.
Ho voglia.
Francesco paga il conto e usciamo.
Ci avviamo alla sua macchina, qualche decina di metri distante.
Ormai è calata la sera e il grande parcheggio non è molto illuminato, l’auto è in una zona un po’ più buia.
Francesco (che carino) viene nuovamente ad aprirmi lo sportello, chiedendomi in tono scherzoso e fintamente ossequioso: “La cena è stata di suo gradimento, Milady?”
Tra il buio e lo sportello aperto, decido inconsciamente di lanciarmi, baciando Francesco appassionatamente e al contempo armeggiando con la cintura dei suoi pantaloni.
Glielo apro velocemente e subito lo trovo pronto con un’erezione di quelle…importanti.
Lo tocco, lo accarezzo mentre continuiamo a baciarci.
Mi guardo un attimo intorno.
Nel parcheggio ci sono solo macchine, ma nessuno in vista.
Mi abbasso su di lui, gli tiro fuori l’uccello dai boxer e inizio a fargli un pompino, con gusto.
Il suo cazzo ha un buon sapore, un buon profumo.
Mi sento davvero porca, voglio farlo venire subito, voglio sentirlo e vederlo godere per me e con me, visto che anch’io sono già tutta bagnata.
Mi metto giù, accosciata.
Pietro mi ha sempre detto che è la “vostra” posizione preferita perché vi da una sensazione di dominio assoluto.
Deve essere davvero così, perché mentre sto succhiando il cazzo di Francesco, lui mi mette una mano sulla testa, spingendomi tutto il suo membro in gola. È largo, mi riempie, quasi mi soffoca.
Ma quanto mi piace.
Ci siamo, ormai sento quando sta per godere nella mia bocca, quando sta per arrivare il suo piacere.
Senza che lui mi stia toccando, sento che anch’io sto venendo in maniera incontrollabile.
E mentre penso che, per fortuna, ho portato un altro paio di mutandine di ricambio, il primo fiotto di sperma di Francesco mi arriva direttamente in gola.
Denso, caldo, seguito da altri che mi colano un po’ fuori dalla bocca. Sento l’erezione abbandonare il suo cazzo, che comunque rimane di dimensioni sempre ragguardevoli.
Mi rialzo, e di nuovo lui è pronto a porgermi un paio di fazzolettini per pulirmi il viso.
Mi guarda e fa: “non ho saputo resistere…” come per scusarsi.
“Era quello che volevo anch’io…” gli rimando strizzandogli l’occhio.
Saliamo in auto e ci avviamo alla parte più interessante della serata.
Anche se già così, per come è iniziata, non è per niente male…
In auto, dirigendosi al posto che Francesco ha individuato per la serata (senza ancora svelarmi niente) lo fisso, sorridendo.
Senza dire niente.
Lui ha gli occhi fissi sulla strada, ma con la coda dell’occhio si è accorto benissimo del mio sguardo su di lui.
Sorride, ma sembra ancora un po’ scombussolato.
Arriviamo sul posto rimanendo in silenzio.
È un bellissimo casale di campagna, evidentemente riammodernato con molto gusto, visti gli infissi di pregio.
Parcheggiamo sul prato antistante, lui mi fa strada, poi entriamo nell’appartamento che ospiterà i nostri caldi giochi…
Dentro, lo stile è rustico ma di classe, volte a mattoni e travi a vista sul soffitto.
Un grande divano da quattro posti con un’ampia isola, e una scala in stile moderno che porta al soppalco dove c’è un letto enorme.
Lascio Francesco da solo per un momento per andare di nuovo in bagno.
Mi guardo allo specchio, il vestitino nero fa risaltare le mie forme, mi vedo bella e sensuale.
Mi sento carica e vogliosa.
In un attimo decido di spogliarmi, e non solo delle inibizioni (di cui ormai sembra non esserci più traccia) ma anche del vestito.
E già che ci sono, anche delle mutandine, visto che il perizoma era fradicio già da un bel po’.
Penso a Pietro che amerebbe vedermi così decisa, ed esco dal bagno indossando soltanto i tacchi.
Francesco è in piedi, davanti al tavolino, ma sul momento non mi vede perché è di spalle intento a riempire due bicchieri di prosecco.
Sentendo il rumore della porta del bagno si volta, quasi fa cadere uno dei due bicchieri.
Mi piace renderlo nervoso… ma mentre mi guarda è davvero molto sexy.
Solo ora noto che si è sbottonato buona parte della camicia, e quel vedo non vedo mi sta eccitando visibilmente.
Mi accorgo di avere i capezzoli turgidi, e sicuramente non è colpa della temperatura che, anzi, è nettamente in rialzo.
Soprattutto tra me e lui.
“A cosa brindiamo…?” lo incalzo.
“Secondo te…?” fa lui “direi di brindare alla bellezza del tuo corpo” mi fa arrossire visibilmente, salvo poi aggiungere “anzi, in particolare, brinderei alla perfezione del tuo culo, sai bene che l’ho sempre ammirato, e devo dire che non vedo l’ora di…”
“Basta parlare…” lo interrompo e prendo il bicchiere che mi sta porgendo.
Brindiamo e beviamo in fretta.
Posiamo i calici sul tavolo e ci baciamo quasi con violenza.
Sento le sue mani dappertutto sul mio corpo nudo, mentre io, attraverso la tela leggera dei suoi pantaloni, sento che è tornato velocemente in erezione, nonostante l’abbondante venuta di una mezz’ora prima.
Ma ho voglia di assaggiarlo ancora.
Lo faccio sedere sul divano, gli tolgo scarpe, pantaloni e boxer, e lascio che si distenda, mentre io mi inginocchio ai suoi piedi quasi come se fossi in adorazione, allargandogli le gambe ed insinuandomi tra di esse, e comincio a leccare il suo corpo, partendo dalle sue cosce e salendo piano piano.
Stavolta, da questo punto di vista privilegiato ho modo di osservare il suo attrezzo da vicino.
Francesco e Pietro si equivalgono, come misura.
Ma quello che mi svetta davanti è un bel po’ più largo, e soprattutto costellato di vene pulsanti.
Un bel cazzo, insomma, che torno nuovamente a far entrare nella mia bocca.
Sento che sto venendo ancora, pure se Francesco non mi sta nemmeno sfiorando.
Ad un tratto lui interrompe il momento, si tira su e prende il telefono.
Mi scatta una foto proprio mentre stringo in pugno il suo cazzo.
Sapere che questa foto arriverà dritta a mio marito mi fa sorridere dall’eccitazione e, proprio mentre sto aprendo la bocca per farlo entrare, mi rivolgo dritta in camera, come se dall’altra parte ci fosse Pietro.
Poi, riprendo a succhiare con foga il cazzo a Francesco.
Ancora la foto non è stata inviata, ma il suono di un messaggio in arrivo sul telefono di Francesco, ci distoglie per un momento dalle…operazioni.
Ormai entrambi nudi (anche se io ho ancora le mie scarpe tacco 12 indosso) ci accoccoliamo appoggiandosi alla spalliera del divano, guardando lo smartphone.
Nella foto che appare, mandata da mio marito, riconosco il viso di Diletta, impegnata con la sua bocca nell’avvolgere di saliva il cazzo di mio marito…
Sono eccitata, l’idea che stiamo facendo praticamente all’unisono le stesse cose, è come se ci unisse ancora di più.
Francesco invia anche la nostra foto, poi mi lascia il telefono in mano così, mentre io continuo a gustarmi ogni dettaglio dell’immagine, lui si alza.
Improvvisamente mi sento prendere per le gambe e trascinare sulla parte larga del divano, mentre mi volta a pancia sotto.
Capite le sue intenzioni, mi metto carponi, inarcando leggermente il mio lato B in modo da offrire a Francesco le mie…grazie.
Sento la sua cappella sfiorarmi le grandi labbra, si sta strusciando facendomi bagnare come una fontana.
Poi con un colpo improvviso me lo spinge dentro e comincia a muoversi ritmicamente.
È bellissimo, sembra che mi arrivi in testa, sto godendo e ansimando senza ritegno.
“Scopami, scopami…scopami ancora. “
Cazzo, che bello, come godo.
Dopo una decina di minuti mi abbandono sul divano, sono un po’ stanchina…
Come sempre, ho bisogno di bere, ma poi mi riprendo.
Francesco mi soccorre, alzandosi per prendermi ancora un calice di prosecco porgendomelo mentre io sono ancora distesa.
Mi tiro leggermente su per bere, mentre lui si sdraia in fondo all’isola del divano, e comincia a baciarmi i piedi.
Mi fa un po’ il solletico, e lo sottolineo ridendo.
Ma la cosa comincia a piacermi, specie quando risale verso l’interno coscia.
Sento le sue labbra, e poi la sua lingua che mi accarezza la pelle.
E poi la stessa lingua si sofferma lì nel mezzo.
Piccoli colpetti con la punta, per poi intrufolarsi dove è più morbida…e di nuovo bagnata.
Stavolta sono io a prendere la testa di Francesco tra le mani spingendola contro il mio pube, fradicio di piacere.
Perdo ogni controllo, vorrei che ci entrasse dentro con tutta la testa, non solo con la lingua.
Sembra quasi che mi stia mangiando, ed io mi lascio mangiare con piacere….

Stavolta è lui a staccarsi dopo qualche minuto, il volto bagnato di sudore.
Forse non è proprio sudore, in effetti.
Non del tutto almeno.
Ne approfitta per darsi una rinfrescata in bagno, mentre io mi alzo dal divano per guardare fuori dalla finestra.
Il cielo è abbastanza pulito da nuvole, e si vedono molte stelle.
Inevitabilmente penso a Pietro, e a cosa starà facendo con Diletta ma, contrariamente a come mi potevo aspettare, lo faccio con piacere.
Sorrido tra me e me, perché questa serata sta riuscendo proprio come volevo.
O volevamo.
Lo spero per tutti.
Francesco intanto rientra dal bagno e imbocca le scale che portano al soppalco, invitandomi a raggiungerlo.
“Non hai voglia di provare anche il letto…?” In effetti, è già un bel po di tempo che siamo qui, e il letto non lo abbiamo ancora nemmeno visto. Salgo le scale anch’io, trovando un bel lettone ad aspettarmi, insieme a lui che si è già disteso sdraiato, a pancia in su.
Nudo.
Ha un bel fisico, anche se è appena un po’ più basso di Pietro.
Ma è ben scolpito, senza esagerare.
Il suo membro è rilassato, ma non troppo.
Secondo me potrebbe tornare in azione in pochissimo tempo.
Soprattutto se gli posso dare un piccolo aiutino.
Mi avvicino al letto, con lo sguardo di lui che mi segue senza perdersi un passo.
Mi inginocchio sul letto ma nella posizione opposta alla sua.
Mi piego verso il suo sesso, accarezzandolo piano, salendo su di lui, portando il mio bacino all’altezza del suo viso.
Mentre prendo ad accarezzare dolcemente il suo uccello, quasi alitandogli sopra (uccello che dà subito dei forti segnali di risveglio) sento le sue mani sul mio culo che mi prendono e mi schiacciano con forza verso il basso.
In un attimo, la sua lingua prende a frugarmi di nuovo tra le cosce, mentre io mi dedico alla sua asta che ormai è tornata bella dritta e dura.
Ma ora non mi accontento più di bocca mani e lingua…
Nonostante lui stia continuando a farmi venire mi stacco dalla sua bocca e, rimanendo quasi nella stessa posizione mi sposto più in avanti, per far coincidere le nostre…parti basse.
Faccio tutto da sola, prendendogli il cazzo in mano per guidarlo dentro di me, mi alzo e poi scendo in maniera ritmata, mentre Francesco non può fare praticamente niente.
Mi sento completamente padrona della situazione, tanto che, guardandomi in azione nello specchio che abbiamo sul muro di fronte al letto, mi viene perfino in mente una cosa.
“Francesco, passami il tuo cellulare” gli ordino.
Lui obbedisce ed esegue, non può fare altro.
Lo sblocca e me lo passa.
Mentre continuo a muovermi su di lui, riapro l’ultima foto mandata da mio marito, quella con il suo cazzo nella bocca di Diletta.
Con un sottile piacere perverso, inquadro me stessa riflessa nello specchio. Avvicino un po’ l’immagine e scatto una foto che sono certa piacerà a tutti.
Nella foto, di Francesco si vedono solo le gambe, non certo il viso.
Il mio invece si intravede appena, parzialmente coperto dal telefonino.
Ma per il resto, quello che sto facendo è inequivocabile.
Mi piace un sacco vedere il mio corpo eretto, muoversi su quello di Francesco.
E si capisce benissimo che è completamente dentro di me…
Gli restituisco lo smartphone, dicendogli: “e ora mandala pure a Pietro e Diletta” ridendo…
Quasi mi sorprende la sua risposta mentre, guardando la foto prima di inviarla mi fa: “che porca, che sei…”
Sì, mi sento proprio una gran porca.
E mi piace.
Mi piace tantissimo…
Dopo una lunga cavalcata, mi alzo.
Raggiungo la ringhiera che dà sulla parte sottostante, quella dove eravamo fino a poco fa.
Il divano mostra una macchia bella grossa che spero si asciugherà presto.
“Colpa tua…” mi sussurra Francesco mentre arriva alle mie spalle, abbracciandomi e appoggiandosi al mio lato B.
“Colpa anche tua…se mi fai venire così…” lo rimprovero io per scherzo.
Un nuovo suono dal suo telefonino vorrebbe interrompere l’abbraccio a cucchiaio da dietro, in piedi.
Ma sono io a dire a Francesco di non rispondere, ora.
Lui mi legge nel pensiero e, mentre io mi abbasso leggermente con le braccia conserte appoggiate sulla ringhiera, chiudo gli occhi e sento le sue mani divaricarmi le natiche.
Francesco comincia a scoparmi in piedi da dietro, prima lentamente, poi sempre più forte.
Così forte, che dopo qualche minuto ho quasi paura che la ringhiera ceda e voliamo entrambi di sotto… Non sarebbe proprio il massimo per chiudere la serata.
Decidiamo di approfittare ancora del letto, salvo prima concederci un’occhiata al telefonino di Francesco per vedere la foto che ci hanno mandato Diletta e Pietro. L’immagine è veramente bella, direi al top, con il fondoschiena di lei che spunta tra bolle d’acqua immersa in quella che sembra una vasca idromassaggio, e il cazzo di mio marito appoggiato sopra, quasi a prendere le misure prima di…
Immagino che non resterà in quella posizione ancora per molto… Però, che bravo il mio Pietro, è riuscito a trovare anche lui un posto molto intrigante, Jacuzzi compresa.
Messo da una parte il telefono, riprendiamo ad occuparci di…noi.
Ancora sul lettone, riguadagniamo la posizione al centro del materasso e sempre da dietro lui torna a mettermelo dentro.
Immagino che sia una posizione con un punto di vista privilegiato per lui, ma inutile dirlo o piace molto anche a me.
Non so quanto tempo andiamo avanti ancora così, ormai ho perso la cognizione, potrebbero essere minuti, come ore. Ma a dire la verità non mi interessa. So solo che è notte fonda e stiamo scopando da parecchie ore, e mi sento veramente come una regina.
Francesco aumenta il ritmo dei colpi, lo sento sempre più veloce, mi sta quasi sfondando. Ma probabilmente anche per lui è arrivato il momento di godere.
In fondo, in tutta questa sera, ancora non lo ha mai fatto.
Al contrario, ha pensato soltanto a me.
Lo sento, sta arrivando… Anche se gli sto offrendo le spalle, giro la testa verso di lui per guardarlo, e allo stesso tempo per incitarlo a godere così come sto godendo io.
Non sono troppo abituata a parlare molto in questi momenti.
O meglio, sia quando sono con mio marito, che a volte anche con altri amanti occasionali, mi escono parole del tipo: “cazzo sì, dai, godi, vieni insieme a me”.
Invece stavolta ricordo di aver detto qualche frase che mi è uscita da chissà dove, ma in modo del tutto naturale.
Mentre Francesco mi sta dando gli ultimi colpi, assestandomi anche un paio di pacche sul culo, ricordo di avergli detto qualcosa come “dai, ora…voglio sentire tutta la tua sborra calda su di me, sborrami addosso, ti prego…”
Lui non si fa certo pregare, sento quasi come un rantolo strozzato e capisco che è arrivato il momento. Toglie il suo cazzo da dentro di me, mentre io squirto nuovamente.
Un attimo e sento un getto bollente sulla mia schiena, come se qualcuno mi avesse versato della cera liquida.
Faccio appena in tempo a voltare la testa verso di lui, per vedere arrivare ancora un altro schizzo quasi della stessa portata.
Un secondo dopo, un altro ancora, e poi un altro.
Francesco mi sta inondando del suo piacere, disegnandomi sulla schiena e sul culo un arabesco di sperma.
Finalmente anche lui crolla disteso sul letto accanto a me, ma soltanto per cinque secondi.
Dopodiché si alza di scatto, intimandomi “Stai ferma così, in quella posizione, non muoverti.”
Capisco che la sua intenzione è quella di andare a prendere il telefonino per un ulteriore scatto.
“Ma scusa” dico io “non vi eravate detti che di foto scattate durante la notte ne avreste mandata solo una…?”
“Sì, è vero. Ma se guardi l’orologio vedrai che sono quasi le 4,30…
Quindi, ormai è già mattina e questa di fatto è la prima delle due che ci siamo detti di mandare”.
“Quindi ce ne resta soltanto una, da scattare?” domando.
“Sì, in effetti… Ma ora che ne dici se dormiamo un po’… Altrimenti a domattina non ci arriviamo proprio…”
“D’accordo, forse è proprio il caso anche se prima dovrei fare una doccia veloce, che ne pensi? “Sì, forse è meglio…” dice lui ridendo e guardando la mia schiena ricoperta del suo piacere.
“Ok, allora vado. Però non venire a darmi noia, tu resta fuori… Altrimenti va a finire che ricominciamo…” dico io sorridendo maliziosamente.
Dopo una breve doccia, mi asciugo e salgo di nuovo le scale che portano al soppalco e al letto.
Provo quasi tenerezza nel vedere Francesco che è già crollato.
Ma è meglio così, e decido anch’io di riposare qualche ora, addormentandomi subito.

Non so quanto tempo ho dormito, probabilmente non molto, però devo averlo fatto proprio di gusto perché mi sento comunque riposata pure se un po’…provata allo stesso tempo. Credo che siano più o meno le 8:30 del mattino e per un attimo ricordo che abbiamo l’appuntamento tra poco più di un paio d’ore per fare colazione tutti insieme, ritrovandoci al bar dove ci siamo salutati ieri sera.
Quindi possiamo fare con calma.
Stiracchiandosi per il risveglio, mi viene naturale strusciare le mie gambe su quelle di Francesco, e sento che anche lui si sveglia…
Soprattutto, si sta svegliando anche un’altra parte di lui.
Il tipico alza bandiera mattutino a quanto pare…
Certo, mi viene da pensare che dopo una nottata del genere, non avrei veramente più niente da dare. Ma basta solo un leggero contatto tra i nostri corpi, che subito la voglia ritorna..distesi su un fianco accoccolati a cucchiaio lui mi abbraccia da dietro, e piano piano sento il suo cazzo che si fa strada ancora una volta dentro di me.
E io non lo respingo di certo. Anzi.
Il suo movimento è fluido ma lento, come è normale che sia al mattino.
Ma più che andiamo avanti più che la situazione diventa…movimentata.
In più, quando si avvicina con la bocca al mio orecchio, continuando con le sue dolci spinte, Francesco mi sussurra: “ti ricordi ieri sera quando stavamo facendo il brindisi…? Dopo che tu sei uscita nuda dal bagno?”
“Sì, certo”faccio io.
“Ti ricordi anche a che cosa ho brindato?”
“Sì, mi pare che tu abbia accennato qualcosa riguardo al mio corpo e al mio lato B” mi schernisco io sorridendo, facendo finta di ricordare a malapena.
“Si, infatti, è vero. Ma non mi hai dato il tempo di finire la frase…sul fatto che non vedevo l’ora di…”
E mentre mi dice così, senza finire la frase anche stavolta, esce da dentro di me e si sposta leggermente.
Improvvisamente sento spingere leggermente un po’ più su, intanto Francesco riprende a parlare: “quello che volevo dire era che non vedevo l’ora di averti proprio…tutta, se capisci cosa intendo… ed è proprio la cosa a cui ho brindato.”
Sentendo le sue parole sussurrate nell’orecchio, non capisco più niente.
Sono come in trance.
Lo lascio fare, anche quando sento che la punta del suo uccello si fa strada dentro di me, passando stavolta per la parte più stretta.
Sono già nuovamente un lago, ma stavolta non si tratta di scopare ma di prendere il suo cazzo tutto nel culo.
Oddio, cosa sto facendo…
Non sento nessun dolore, come a volte mi succede.
Francesco è delicato, si insinua con dolcezza ma allo stesso tempo con decisione, e comincia a muoversi lentamente.
Oddio che bello, non riesco quasi a credere quanto mi stia piacendo.
Decido di tirarmi leggermente su, mettendomi di nuovo a carponi. Lui si stacca solo per un attimo, asseconda il mio movimento per poi tornare nuovamente alle mie spalle.
Di nuovo prima appoggia la punta e poi entra nel mio culo senza che io riesca ad opporre alcuna resistenza.
Sto godendo veramente tanto e venendo ancora mentre lui mi sta scopando nel culo, facendomi provare una sensazione da perdere la testa.
Sono quasi senza fiato, sto ansimando. Ma trovo un momento di lucidità per suggerirgli una cosa che so che farà sicuramente piacere a Pietro.
“Perché non mi scatti una foto ora…?”
“Farò di meglio” risponde lui… “Anche se in realtà non ne avevamo parlato, potremmo mandare direttamente un video, che ne dici…?”
E senza darmi il tempo di rispondere: “Sei pronta? Ciak, azione…”
È lì che in quel momento mi sono nuovamente ritrovata ad usare frasi che di solito non fanno parte del mio… repertorio.
In verità non mi ricordavo nemmeno più che cosa avevo detto, me ne sono resa conto soltanto quando ho rivisto il breve video.
Sentire la mia voce che diceva: “dai, dai, Francesco, spingimelo tutto nel culo, ora…” è stato strano ed eccitante allo stesso tempo così come eccitante è stato vedere l’immagine da un punto di vista che solitamente non ho del largo cazzo di Francesco che si faceva strada nel mio didietro.
Ma sono sicura che anche per Pietro sarà stata sicuramente un’emozione enorme, quando avrà visto di cosa si trattava.
Comunque, rivedere il video mi ha fatto rivivere le sensazioni del momento.
Anche se il video dura meno di trenta secondi.
In realtà, Francesco mi ha scopato il culo per quasi venti minuti. Me lo ha detto poi lui perché io ormai avevo perso ogni punto di riferimento.
Sentivo un calore infinito, inondarmi le viscere ogni volta che me lo spingeva dentro.
All’inizio Francesco era partito piano, con delicatezza.
Probabilmente temeva che sentissi dolore, seppure non aveva nessuna intenzione di fermarsi.
Ma saranno state anche per le parole che mi sono uscite, forse, a dargli la carica per aumentare il ritmo, praticamente come se stessimo scopando.
Era come un treno.
Ma non gli ho mai chiesto di smettere, mi stava piacendo troppo…
Quello che Pietro sul momento non sapeva, però, è il fatto che dopo tutta questa lunga inculata, Francesco non è riuscito a trattenersi e, stavolta, mi è venuto dentro.
L’ho sentito distintamente quando stava per godere, ma non ho avuto la forza di dirgli di di uscire.
Forse anche perché stavolta non volevo solo vederlo godere.
Volevo sentirlo godere, dentro di me.
È così è stato.
Bellissimo.
Ma giuro che in quell’esatto momento stavo pensando a quanto sono innamorata di mio marito.
Il sole è già alto nel cielo.
Finiamo di prepararci e ci apprestiamo a lasciare la stanza per andare all’appuntamento con le nostre rispettive metà.
Come quando finisce un viaggio non vedi l’ora di tornare a casa, così ora fremo al pensiero di riabbracciare mio marito.
Siamo i primi ad arrivare al bar e ci accomodiamo al solito tavolino della sera precedente, ordinando già la colazione per tutti, sicuri della puntualità di Pietro.
Passano appena due minuti e infatti eccolo scendere dall’auto e arrivare insieme a Diletta.
Io e Francesco ci alziamo, e ognuno va incontro al proprio compagno.
Io e Pietro ci abbracciamo forte e ci diamo un bacio profondo.
Mi sembra di vedere che anche Diletta fa lo stesso con Francesco.
Forse l’emozione mi tradisce un po’, ma mi viene da sussurrare all’orecchio di Pietro una frase senza troppo senso: “scusa per…l’ultimo video…”
“Scusa…? Ma io ti amo ogni giorno di più…macché scusa. Sono felice. Felice per te, e anche per me. Per tutto. Questa serata non sarebbe mai potuta andare meglio di così…”
Respiro, sono più rilassata ora…
“Facciamo colazione…?” e come per magia, arriva il cameriere con cornetti e cappuccini.
Ridiamo tutti e quattro, da buoni amici.
E anche se arriva la fatidica domanda “com’è andata la serata?“ ci sarà il tempo per raccontarsi e confessarsi ciò che abbiamo vissuto e provato.
Senza fretta.
A casa.
Dopo che io e mio marito, pur avendo passato una nottata a fare sesso, avremo fatto nuovamente l’amore per tutta la domenica pomeriggio…

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