Privè, feste private e cazzi duri. Entro in punta di piedi, stando in equilibrio su tacchi spesso troppo scomodi ed ostentando una finta sicurezza che mi protegge dalla mia reale e profonda timidezza. Cammino tenendo sempre un bicchiere in mano guardandomi intorno e cercando qualcosa che mi possa dare un brivido, una scintilla, un qualcosa. Le braccia del mio Uomo, non solo Cornuto o Padrone ma soprattutto Compagno, mi avvolgono e mi portano verso una stanza illuminata dalle tenui luci esterne. Vedo poco ma sento molto. Prima in fica, poi in bocca ed infine vengo riempita in entrambi dalla voracità di cazzi duri e sconosciuti. Lui, abile regista ed artefice di una monta che mi umilia perché parte dall'obbligo di accettare quanto sono troia, mi guarda compiaciuto. Conosce le vene sottili di questo gioco e sa che il prossimo di cazzo sarò io a sceglierlo senza chiedere neppure il permesso.
Data: 13-02-2020 10:02:11
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RagazzinaDaScopare
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