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Il fascino della palestra

by rikisemplice
Viewed: 920 times Comments 11 Date: 22-03-2021 Language: Language

Sollecitato dalle innumerevoli domande che riceviamo, riguardo alle foto scattate in palestra, mi accingo a raccontarvi, non tanto la descrizione di un incontro o di un avvenimento, ma il nostro approccio con la trasgressione, che trova, proprio in palestra, una delle espressioni più intriganti. Vi invito anche a rileggere un nostro precedente racconto, in cui già abbiamo affrontato l'argomento, per quanto, in quel caso, che rimane l’unico, almeno per ora, la situazione che si creò era stata parzialmente pianificata.
Cominciamo con il dire che è nostra abitudine da sempre, cioè da oltre 30 anni, approfittare della quotidianità, per creare situazioni eccitanti e la palestra si presta particolarmente. Altra piccola puntualizzazione: le foto ed i video li abbiamo sempre realizzati in orario di normale apertura al pubblico. In alcuni scatti vedete che intorno ci sono altre persone, anche se, purtroppo, le scene più gustose sono impossibili da immortalare, proprio per la presenza troppo ravvicinata di chi si sta allenando. Devo anche precisare che la palestra che frequentiamo non è una di quelle in cui abitualmente girano signorine leopardate e perizomate, ma l'ambiente è piuttosto familiare. Ciononostante V., fin da ventenne, ha sempre cercato il modo di mettere in risalto le sue forme generose, con un abbigliamento talvolta sexy, ma spesso anche decisamente provocante e perfino sconcio.
Da parte mia, ho sempre abilmente (mi faccio i complimenti da solo!) stimolato la sua già spiccata vena esibizionistica, al fine di spingerla ad osare con abbigliamenti sempre più estremi, a non mettere slip e reggiseno e indossare capi trasparenti, che, senza intimo, diventano perfino indecenti. Il giochino mi viene benissimo: le faccio notare che la stanno sta guardando e che la cosa mi eccita parecchio, le mostro “la prova” della mia eccitazione e questo incrementa anche la sua e il suo desiderio di mettersi in mostra e questo è il momento giusto per dirle: ”Ti voglio ancora più troia: la prossima volta ti metti un fuseaux più trasparente, così fai vedere meglio culo e figa”.
Di solito queste richieste accrescono ancora di più la sua eccitazione, cui non potendo dare sfogo lì sul posto, approfitto appena rincasati: rovistiamo nei suoi cassetti, individuiamo qualcosa di estremamente trasparente, quindi “adatto” per l’allenamento successivo. Glielo faccio indossare subito e le chiedo di guardarsi allo specchio. “Ecco, guardati: domani vai così e fai vedere bene il culo e la tua bella figa rasata”. Ne segue una mega scopata, fantasticando insieme su ciò che potrà accadere quando lei si presenterà in palestra mezza nuda. Il gioco ricomincia il giorno dopo, al momento di tornare in palestra. Lei comincia: “Ma mi vergogno ad andare in palestra così: sono nuda, si vede tutto!” “Ed è proprio così che ti voglio vedere: ti devi far guardare da tutti e far vedere quanto sei troia”. Voi direte: ”Ma allora lo fa perché la obblighi?” L’obbligo spesso fa parte del gioco e vi garantisco che quest’obbligo cui lei si sottomette, le procura anche una notevole eccitazione. Se ne sono sicuro? Di più, ne ho la prova: se la mia richiesta riguarda i fuseaux, nulla le impongo su che tipo di maglia indossare. Una maglia normale coprirebbe, almeno in parte, le sue nudità: salvo durante l’esecuzione di alcuni esercizi, non si noterebbero nemmeno troppo le trasparenze esagerate. Invece lei cosa fa? Ad un pantacollant totalmente “nudo”, non abbina una maglia, ma un top. Ora, capirete bene, che, girare per la palestra in collant, senza slip, e con solo il top è davvero esagerato, ma la scelta è stata tutta sua.
Qual è il nostro limite? In realtà non esiste, o almeno: per lei non esiste. Più si veste in modo sconcio, più è consapevole di essere nuda, più si eccita. A quel punto le potrei chiedere qualsiasi cosa: quando eravamo ventenni e incoscienti, in molte occasioni abbiamo rischiato denunce per atti osceni, sui bus di linea o nei centri commerciali o semplicemente per strada. Era sufficiente portarla a passeggio in minigonna, senza mutande e già questo la faceva eccitare (è così anche adesso, eh!). A quel punto, ovunque fossimo, la mia richiesta era: ”Accorciati la gonna” e lei eseguiva. Poi:” Accorciala ancora: si deve vedere che sei senza mutande”. E così in più di un’occasione, si ritrovava in mezzo alla gente con culo e figa completamente scoperti e la gente che si girava a guardarla. Ora facciamo un po’ più di attenzione, ma quando la voglia prende è difficile resistere! Ogni situazione che ci è capitata varrebbe un racconto.
Ma torniamo in palestra. A riprova che i miei “ordini” sono anche i suoi desideri, vi posso confermare di averla trovata quasi nuda, anche quando le avevo detto che io non sarei potuto andare, ma, liberatomi all'ultimo, mi presentavo all'improvviso. E lei: “ Mi era venuta voglia: tanto lo so che ti piace se faccio la troia!”
Qualcuno di voi mi ha chiesto se non si è mai lamentato nessuno. Suppongo girino parecchi commenti, sia tra gli uomini che tra le donne, ma esplicite lamentele molto poche, come anche pochi complimenti. La gente vede, guarda, qualcuno le piazza gli occhi addosso come fosse ipnotizzato, ma la maggior parte fanno finta di non accorgersi.
Capitò una volta, lei avrà avuto una ventina di anni: aveva messo dei pantaloncini di pizzo nero traforato, che non c’entravano proprio nulla con l’abbigliamento sportivo, ma soprattutto erano completamente trasparenti e, ovviamente, sotto niente slip! Un nostro amico, conosciuto lì in palestra, di qualche anno più anziano di noi, si limitò a chiederle il motivo di quei pantaloncini e, alla sua semplice risposta – perché mi piacevano – rispose:”Anche a me!”
L’unica lamentela da parte di un istruttore risale più o meno allo stesso periodo. Era un sabato mattina, palestra mediamente frequentata. Non avevamo parlato di abbigliamento, quindi mi stupii abbastanza quando la vidi in sala: collant, ma proprio semplici calze, quelle da indossare sotto la gonna. Non era nemmeno un modello particolarmente sexy, ma la trasparenza, senza le mutande, era davvero imbarazzante. E sopra un top, quindi non aveva assolutamente nulla che potesse mascherare un pochino le sue nudità! Mi avvicinai e le dissi:”Cazzo, ma sei completamente nuda!” E lei:”Ti da fastidio?” “No, no: è solo che rischio di venire, senza nemmeno toccarmi!” E’ una frase che a lei piace parecchio e ancora la uso, quando voglio scatenare la “belva” che c’è in lei. Passò la mattina a fare gli esercizi che la mettevano più in mostra possibile: glutei, adduttori, panca piana a gambe larghe, facendosi aiutare dall’istruttore. Ammetto che mi fece letteralmente scoppiare: non so se resistetti mezz’ora o forse meno, prima di sborrarmi addosso e suppongo che non fui nemmeno l’unico. Comunque nessuno disse nulla, ma la settimana successiva, l’istruttore di sala mi chiamò e mi chiese di consigliare alla mia fidanzata di vestirsi in modo più consono. Mi ricordo anche che gli risposi che, sì, glielo avrei riferito, ma che non potevo garantire!!
In un’altra occasione lei stava pedalando su di una bike, sempre con dei pantacollant completamente trasparenti e sentii distintamente due signore che, dopo esserle passate dietro, commentarono:”Però potrebbe almeno mettersi le mutande!”.
Un commento, invece, che ricordo con piacere, risalente almeno ad una quindicina di anni fa, fu da parte di una donna, con cui avevo un po’ di confidenza, ma niente di più. Quel giorno V. si inventò una maglia leggermente più lunga del normale, che, guardandola in piedi, sembrava nascondere dei pantaloncini corti. Peccato, però, che sotto, al contrario, ci fosse solo un ridottissimo perizoma: dietro a filo interdentale e davanti un minuscolo pizzo bianco, morbido, che non copriva la strisciolina di peli neri che allora portava. Lei era su di un tappeto, intenta ad eseguire serie di addominali, gambe flesse sul busto, quindi vi lascio immaginare lo spettacolo: culo e figa al vento. Io passeggiavo avanti e indietro tra gli attrezzi posti di fronte ai tappeti: praticamente facevo come tutti gli altri: le guardavo nuda, facendo finta di niente. La donna di cui vi parlo si avvicinò a me, mentre ero abbastanza lontano dai tappeti e, sottovoce, mi disse: ”Ho capito il vostro gioco e lo trovo molto eccitante: magari fosse così mio marito!”
Non saprei quanti commenti, positivi o negativi siano girati in tutti questi anni. Immagino soprattutto quelli che vengono in coppia, tipo marito e moglie, che ne avranno dette di tutti i colori: magari qualche signora avrà impedito al marito di venire ancora in palestra!! Sicuramente non sono state molte le occasioni in cui lei abbia ricevuto lamentele esplicite.
L’ultima in ordine di tempo risale all’anno scorso, da parte di un anziano frequentatore, che, un giorno in cui lei indossava un legging sì trasparente, ma nemmeno dei “peggiori”, le si avvicinò (questo me lo raccontò lei, dopo, perché io non ero presente) e le disse che, vedendola vestita così, lui non riusciva ad allenarsi! Quando mi riferì la conversazione, io dubitai della serietà dell’affermazione: ipotizzai una battuta. Lei, però, mi riconfermò che il tono della voce non era decisamente quello di uno che stesse scherzando. Ne ebbi la conferma qualche settimana prima della chiusura delle palestre, ad ottobre. Quel giorno non avevamo particolari accordi sull’abbigliamento, ma lei si presentò in palestra con una canottierina molto scollata. Io arrivai poco dopo, mentre lei era su di un tappeto intenta ad eseguire esercizi di addominali con le braccia aperte a croce, appoggiate sul tappeto. In quella posizione, le sue belle tette erano completamente uscite dalla stoffa e lei o non se ne era accorta o faceva finta! In ogni caso io mi guardai bene dal farglielo notare. Mi piazzai su di un attrezzo non lontano, per godermi lo spettacolo per intero, osservando un po’ lei e un po’ chi le girava intorno: trovo sempre estremamente eccitante vedere qualcuno che le piazza gli occhi addosso e spero sempre che agli sguardi segua qualche complimento e qualche approccio, ma quando è così nuda, difficilmente osano avvicinarsi, quasi si vergognassero loro! Sta di fatto che, completate le serie di addominali, si alzò, senza minimamente badare al fatto di avere le tette completamente fuori dalla maglia. Fece alcuni passi e con chi si incrocia? Con l’anziano della volta prima!! Non riuscii a sentire le parole, perché le pronunciò sottovoce, ma vidi distintamente la stizza con cui si atteggiava. Il bello è che lei non gli diede retta e si diresse verso un altro attrezzo, sempre con le tette al vento. Mi avvicinai e le chiesi:”Cosa ti ha detto?” “Che mi devo coprire”. Io iniziai a ridere e le chiesi ancora:”Ma ti sei vista? Sei nuda: hai le tette completamente fuori dalla maglia: mi stupisco che nessun altro te l’abbia ancora fatto notare!” Lei abbassò lo sguardo, poi prese i lembi della canottina e si ricompose, quel poco che il tessuto consentiva. “Non me ne ero accorta di essere così: potevi anche dirmelo”. “Cosa?? Non ci penso nemmeno, anzi: mi stavo godendo lo spettacolo” “Ok, però adesso mi vado a mettere un top sotto, perché questa canotta, quando mi muovo si sposta troppo”. “Non ci pensare proprio: sei venuta così e così ti alleni. Ora lo sai e quando finisci gli esercizi, ti ricomponi un minimo, ma mentre ti alleni lascia pure che le tette stiano fuori!” E così fece per più di un’ora.
Morale della storia? Stiamo aspettando che riaprano le palestre: la canotta con cui ha chiuso l’ultimo allenamento, sarà quella che dovrà indossare il giorno della riapertura. Gliel'ho ordinato..:)



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